Bel report e spunti interessanti:)
Poche ore alla fine della mia sesta partecipazione a Play, la fiera del gioco. Rifletto con un gruppo di amici su come è cambiata la fiera negli ultimi sei anni. Si è passati da una fiera che era quasi un ritrovo di amici, solo il sabato e la domenica, ad un evento che oggettivamente non ha nulla da invidiare al padiglione Games di Lucca.

Attendo l’edizione 2020 con grande curiosità: dal punto di vista squisitamente ludico anche Play è nel solco delle ultime grandi fiere del settore. Livello medio più alto rispetto a cinque-dieci anni fa, ma nessun gioco che faccia gridare al miracolo.
Faccio una breve carrellata dei giochi che ho provato durante la kermesse modenese. Ho cominciato con Il signore degli anelli presentato da Asmodée. È un gioco di grande impatto visivo che si inserisce nel filone dei Descent: seconda edizione, Case della follia: seconda edizione, eccetera: app che fa da interlocutore principale e sistema di gestione di abilità e combattimenti affidato a carte e dadi. Qualche buona idea di fondo che però secondo me non riesce a differenziare molto questo gioco dagli altri dello stesso tipo e della stessa casa editrice. Consigliato agli amanti dell'opera di Tolkien.

Terzo titolo, Mysthea: è uno dei giochi migliori che ho provato a Modena quest’anno. Impatto grafico importante, componenti di primo livello e profondità di gioco interessante. Le varie possibilità messe a disposizione dei giocatori, inizialmente, sembrano troppe ma, secondo me, occorre qualche partita per apprezzarle e sfruttarle come meritano.
Chiusura del venerdì con Wingspan. Il gioco ha una bella componentistica, meccaniche intelligenti e adatte a qualsiasi tipo di giocatore. Un peso medio che potrebbe andare anche come introduttivo. Se amate i giochi con grande interazione statene alla larga. Qui c’è sempre la possibilità di fare qualcosa ed è difficile competere sempre per le prime posizioni in ognuna delle quattro sezioni di scoring.
Di diverso indirizzo è Competitors che, invece, di interazione ne ha molta. Il gioco è ben strutturato, simpatico e con un regolamento molto semplice che non toglie profondità. La pecca più grossa è che con un prezzo di sessanta euro per il gioco ci vorrebbe una componentistica di livello differente. Peccato.

Dungeonology, invece, è un particolare dungeon crawler dove gli avversari principali sono gli altri giocatori. I combattimenti, però, non si svolgono a suon di mazzate dirette, ma cercando di mettere i bastoni tra le ruote degli altri durante le loro fasi di ricerca. Un gioco interessante che andrà seguito durante la sua campagna Kickstarter.
Chiudo dicendo la mia sul Goblin Magnifico: anche secondo me il migliore tra i candidati è Root. Lo stand gestito dai ragazzi della Tana dei Goblin è nettamente quello con gli spiegatori più competenti e appassionati. È una cosa che molte case editrici non hanno ancora capito: un gioco spiegato male o uno spiegatore stanco per il troppo lavoro possono portare a un mancato acquisto.
Per il resto del mio tempo a Modena mi sono andato a ripescare giochi che non avevo avuto opportunità di giocare nei mesi - o anni - anni precedenti: è anche questa una peculiarità di questo evento, che ormai è un appuntamento fisso per i giocatori di tutta Italia.
Ci vediamo l’anno prossimo.