Tania è la Regina di Cuori...dor!!!!
La spiegazione delle regole è abbastanza veloce e necessariamente sommaria ed il resto prosegue man mano che si gioca. Ad un certo punto Paolo deve assentarsi per un impegno e lascia il posto a Lorenzo, altrettanto paziente e preparato e che ringrazio per la disponibilità e per tutte le spiegazioni che mi ha dato, avendo a che fare con un totale principiante.
Il gioco è ovviamente parecchio complicato, con un sacco di fasi e sottofasi, segnalini da piazzare sulle varie squadre e i classici tasselli quadrati farciti di numeretti e sigle ad indicare le caratteristiche. E naturalmente tantissimi tiri di dado soggetti ad altrettanti modificatori, da incrociare su tabelle di vario genere. Un classico hex&counters, con un alto livello di simulazione, del quale mi rendo conto di aver grattato solo la superficie. Uno di quelli a cui devi dedicare anima, corpo e tante serate, per poterlo comprendere e gustare a pieno. Lo metto nel curriculum, ma non è la mia tazza di thè.
Il primo è The Frog Kiss, un gioco per bambini in cui devi spostare delle rane di gomma su delle ninfee e poi strizzarle per far loro sputare la lingua, tipo Menelik.
Con questa lingua lunga vai a colpire dei segnalini – che dovrebbero essere mosche e libellule – sperando di farli cadere o buttarli fuori dal tabellone, collezionandoli nella tua riserva. Quando ne hai preso il numero sufficiente devi dare un'ultima slinguazzata alla pedina della principessa per trasformarti in un principe e vincere. Il Principe Konrad tiene fede al suo nick e vince abilmente, mentre io mi dimostro molto meno abile con le lingue di rana di quanto non sia con la mia nella vita reale. Ma ho la scusa che la principessa da baciare era cessa.
Ci sono diverse cosette interessanti, come la possibilità di ostacolarsi a vicenda spostando le ninfee e la stessa principessa e poi poteri speciali per ciascuna delle sei ranocchie.
Un gioco che è già bello che pronto, molto divertente, con una componente di gestione ed una di destrezza ben amalgamate e bilanciate.Il secondo è Campus Cafè, in cui ognuno è un'avvenente cameriera che deve soddisfare i tavoli (carte) con varie richieste. Per farli tira due dadi ad ogni turno e, per ogni colore uscito, può prendere una serie di bibite e dolcetti da posizionare sul suo vassoio, il quale però ha una serie di alloggi limitati. Quando soddisfi l'ordine di una carta, ne prendi i punti vittoria ed un'abilità speciale che ti aiuta per tutta la partita. Ecco quindi che il gioco aumenta progressivamente di mordente, dando vita a sempre maggiori combinazioni e possibilità.
Il gioco è molto carino, un entry level che prende qualcosa da Splendor (collezione set per pagare le carte) e qualcosa da Eight-Minute Empire Legends (le abilità che le carte ti forniscono). Quello che ho poco avvertito, ripensandoci a freddo, è stata la scarsa competizione con gli altri giocatori per le risorse. Immagazzinarle sul proprio vassoio è infatti di solito impossibile o controproducente e si tende a prendere l'indispensabile per comprare subito una carta ad ogni round e in questo modo le risorse spese tornano subito disponibili per il giocatore successivo. Invece, secondo me, le risorse dovrebbero essere maggiormente contese. Come si potrebbe fare? Riducendone il numero generale, aumentando la capienza base dei vassoi e soprattutto aumentando la richiesta del numero di pezzi necessari per soddisfare ogni tavolo. Così sarebbe più difficile collezionare e comprare immediatamente, ma i giocatori tenderebbero ad immagazzinare per almeno un round. Occorrerebbe a quel punto introdurre un “jolly”, come in Splendor, per evitare stalli? Diventerebbe troppo simile a quel gioco? Non lo so, però qualcosa in questo senso lo farei. Anche dotare ogni giocatore di una coppia di dadi, per tirarla subito a fine turno, ridurrebbe un po' il downtime, rispetto a fare il tiro all'inizio.
Ho come la vaga impressione che se la leghi al dito e mi trascina a giocare a Quoridor, in cui è esperta. Alla prima partita mi straccia e mi spiega che di solito è meglio non piazzare barriere davanti a se stessi. La seconda va leggermente meglio e Tania mi lascia anche l'illusione, per un paio di mosse, di poter quasi vincere. Nella terza mi sembra davvero di aver capito, metto su una spiazzante strategia difensiva, faccio mosse brillanti e infatti alla fine vince lei.
Gioco davvero molto carino, semplice ma con spunti notevoli.
La sera del sabato, dopo la cena Goblin (più di 100 persone, con Mac Gerdts, Jeroen Doumen e Joris Wiersinga), rigiochiamo a Secret Hitler con i due autori olandesi della Splotter Spellen. Esperienza bella e divertente, con il solito clima da famiglia che si respira tra i goblin e in cui i due oriundi – vincitori del Magnifico 2016 con Food Chain Magnate – si calano subito.
Unico acquisto della giornata: Runewars Miniature Game, che in serata assemblo e provo velocemente: ottime idee e splendidi materiali, necessita di ulteriore approfondimento, ma si candida seriamente a riempire il vuoto lasciato nel mio cuore dal fu Warhammer Fantasy.