Finita la fiera non resta che tornare a casa e giocare le tante novità comprate. Sicuri di non voler mai lasciare la nostra bellissima comunità di giocatori mi accingo dunque a scrivere il report sui giochi provati nell’ultimo giorno di questa Essen 2015.
Prime Time: Gioco cinematografico come The Producer in cui dovremo gestire il palinsesto televisivo durante diverse settimane di rappresentazioni serali cercando di catturare il maggior numero possibile di spettatori. Il sistema principale si basa su un meccanismo di aste attraverso cui accaparrarsi i migliori programmi ed il personale televisivo più in voga. Finita la fase asta occorre gestire in quali giorni mandare in onda le rappresentazioni preparate facendo attenzione a catturare almeno il minimo indispensabile quantitativo di pubblico per non farsi cancellare il programma. Poiché programmi diversi richiedono pubblico diverso (cubetti di legno di colori differenti), e poiché il pubblico è limitato per numero e tipologia, questa fase è molto complessa e delicata e stabilirà di fatto il vincitore dei diversi round di gioco.
Il sistema è carino e molto ben calato nell’ambientazione tuttavia controllare attentamente le caratteristiche dei programmi e dei giorni della settimana per ogni giocatore al tavolo e capire se si riuscirà ad ottenere l’agognato pubblico è piuttosto complicato e difficile da leggere durante la partita. Questo problema trasforma l’esperienza di gioco in qualcosa di un tantino macchinoso e frustrante e poteva essere gestito molto meglio. Peccato, alla fine ne emerge un titolo gradevole ma poco fruibile.
Voto per tipo di gioco: 6,5
Voto personale: 6
Favor of the Pharaon: Gestionale di dadi molto simile al vecchio Um Krone und Kragen in cui lanciando inizialmente tre dadi si possono comprarne molti altri compresi effetti utili a gestirne i risultati. Il tutto finalizzato ad ottenere 7 o più risultati uguali in un turno per chiudere la partita. Ogni round è possibile lanciare il proprio set di dadi e bloccarne almeno uno per poi rilanciare gli altri. Facendo determinati risultati (tris, full, poker e via dicendo....) si possono acquistare nuovi dadi, la capacità di modificarne il risultato, ecc. ecc..
Una versione evoluta dunque di titoli precedenti con molti bei dadi (alcuni dei quali personalizzati) e buone componenti. A chi piace il genere sicuramente non disdegnerà questo gestionale dadoso che purtroppo era in fiera ad un prezzo piuttosto elevato. Carino
Voto per tipo di gioco: 7,5
Voto personale: 7,5
My Village: Altro gestionale di dadi che prende nome ed ambientazione dal successo di Village degli scorsi anni ma declinandolo in modo quasi totalmente diverso (meccanica dei morti e ambientazione a parte).
Ogni turno il primo giocatore lancia un pool di dadi per poi sceglierne due applicandone gli effetti, e così via tutti gli altri giocatori prendendo una coppia di dadi fra quelli rimasti. Tramite questi dadi è possibile attivare azioni sulla propria plancia, comprare nuove possibili attività e tessere per ingrandire il proprio villaggio, guadagnare direttamente punti, ecc. ecc.. Molto carino il meccanismo dei punti che vengono messi in uno spazio intermedio che rischia di dimezzarli al sopraggiungere di una ciclica invasione di topi, a meno che non si siano spese specifici dadi per portarli “al sicuro” in casa. Ogni azione come per il progenitore costa tempo, che ogni tot fa morire un proprio abitante del villaggio avvicinando la nuova invasione di topi e rendendo inutilizzabili alcune zone della propria plancia. Anche a questo è possibile porre rimedio tramite azioni che istruiscono un nuovo membro della comunità alle mansioni lasciate vacanti dal dipartito.
Tutto sembra molto ben realizzato lasciando la possibilità di perseguire la vittoria in diversi modi. I materiali sono ottimi e la grafica bellissima come molto appagante è la sensazione data dal proprio villaggio che si ingrandisce sempre di più. Tutto questo è anche realizzato tenendo molto basso il costo del gioco che non fa mai male. Per me uno dei titoli migliori fra i gestionali di dadi e in generale nel panorama dei giochi mediamente impegnativi. Ben fatto.
Voto per tipo di gioco: 8
Voto personale: 8
Steam Works: Titolo ad ambientazione steampunk (in realtà sostanzialmente astratto) in cui ci si trova a realizzare complesse macchine che attivate tramite i propri lavoratori forniscono i più svariati modi di fare risorse e punti vittoria. Ogni giocatore preleva parti di macchinario da alcune track sul tabellone e le combina sapientemente sul tavolo per farne dei capolavori di meccanica che attivati possono dare risorse, nuove parti di macchinario, soldi e punti. Mano a mano che la partita prosegue i macchinari sono sempre più complessi e occuperanno sul tavolo una notevole quantità di spazio. Ovviamente nel costruire i propri prodigi della tecnica ingegneristica ci sono tutta una serie di vincoli da rispettare.
Il gioco è ben pensato e con ottimi materiali. Alla fine della partita la quantità di macchine di varia grandezza che occuperà il tavolo sarà notevole creando qualche difficoltà di lettura (occorre poter guardare gli effetti anche delle macchine realizzate dagli altri poiché è possibile utilizzarle con i propri lavoratori regalando un punto al proprietario). Il gioco dura relativamente poco e costruire i propri macchinari è divertente ed appagante. Non fa gridare al miracolo per inventiva o tensione al tavolo ma non posso che lodare questo titolo. Buono
Voto per tipo di gioco: 7,5
Voto personale: 7
Pocket Imperium: Titolo di esplorazione e battaglie in 4x davvero minimalista e compatto. Con un sistema di azioni molto essenziale e semplice rende piuttosto bene l’ambientazione di una corsa all’esplorazione e conquista dello spazio con materiali tutto sommato davvero gradevoli. La semplicità delle meccaniche non deve ingannare su una relativa complessità del titolo anche se siamo comunque difronte ad un astratto molto semplice. Forse il suo peggior difetto sta nella durata (poco inferiore all’ora senza pensatori al tavolo) che lo rende una troppo semplice alternativa ad altri giochi medi e di una durata un tantino eccessiva per collocarlo tra i riempitivi.
Interessante
Voto per tipo di gioco: 6,5
Voto personale: 6,5
Tutte le cose belle prima o poi devono finire ed anche questa volta con la tristezza del cuore dobbiamo lasciare i padiglioni della fiera per darci appuntamento al prossimo anno.
Non sono molti i titoli che mi hanno davvero colpito tuttavia devo dire che la qualità media dei giochi provati è piuttosto alta. Bisogna però considerare che alla base di ciò vi è una notevole attività di scrematura preventiva e selezione basate sulla lettura di oltre 100 regolamenti. Inoltre con il gruppo di Essen si discuteva del fatto che ormai siamo giocatori molto “navigati” per cui titoli che nei primi anni ci avrebbero impressionato molto di più ora si ritrovano ad essere trattati con più freddezza anche in base ad ingenerosi paragoni con i “mostri sacri” delle loro categorie di appartenenza. Paragone che ai primi tempi non avevamo le conoscenze per fare. Nel complesso rimane una buona annata caratterizzata da un elevatissimo numero di nuove uscite che fa ben sperare per un trand del nostro mercato che pare in forte crescita.
Menzione speciale infine va fatta alla fortissima presenza di titoli italiani a questa edizione 2015, tutti di ottima qualità per altro.
Aggiungo anche che alcuni giochi di notevole interesse per me come Lignum, Inhabit the Earth, DrCongo, Nippon, Signorie e Burano non sono riuscito a provarli per mancanza di tempo ed occasione. Altri invece, come Mombasa, Small City, Ships e Dojo Kun li ho direttamente comprati a scatola chiusa per cui non ho avuto interesse a provarli in fiera.
Alla fine però ho provato ben 32 titoli, un numero superiore a quello degli anni passati per cui posso dirmi molto soddisfatto.
Ci vediamo ad Essen 2016, sperando di fare sempre cosa gradita a tutti voi.