Resoconto di Lucca Comics & Games 2023

pennuto77, TdG

E dopo Essen, non poteva mancare Lucca!

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Manifestazioni

Anche quest’anno sono andato al Comics. Anche quest’anno il fatto di avere casa a venti minuti dalla splendida città che ospita l’evento è stato un fattore determinante per decidere di andare. Questa volta, poi, siamo andati in fiera tutti e quattro insieme: io, mia moglie, e i due figli (Maya di quasi 12 e Marco di 13). Siamo stati praticamente tutta la mattina al padiglione Carducci dove ci sono i giochi da tavolo, per poi passare il pomeriggio in giro per altri padiglioni, complice il figlio maggiore che aveva interessi videoludici.

Purtroppo, come saprete, il tempo è stato sempre brutto e la cosa non aiuta affatto poiché con la pioggia la gente si è riversata nel padiglione Games che è il più grosso e comodo in caso di intemperie. A questo si deve aggiungere il fatto che ormai la fiera è sempre più orientata alle masse e sempre meno verso noi giocatori (giustamente dati i numeri che fa), per cui c’erano pochissimi tavoli dove provare giochi e ancora meno dove provare titoli per esperti (ad esempio quest’anno la Cranio non aveva tavoli dimostrativi).
I problemi logistici inoltre non accennano a diminuire e io, per evitare file immense paventate da chi è andato già il primo giorno, sono andato appositamente nel tardo pomeriggio di mercoledì alla Japan Town per prendere facilmente i braccialetti ed evitare inutili file. Con questo espediente il giovedì sono entrato praticamente senza fare fila al padiglione dei Games ma non tutti potevano procurarsi prima i braccialetti e le file per prenderli (avendo già preso il biglietto!!) erano davvero lunghe. Peccato.

In compenso il giorno dopo siamo andati all’ottima ludoteca organizzata dai ragazzi della Tana la sera fuori le mura per cui qualcosa siamo riusciti a provare anche in quell’occasione.

Sono quindi riuscito a provare qualche gioco di cui vi riporto le impressioni qui sotto:

King of Monster Island

Con figli al seguito e un tavolo libero ci siamo fiondati subito su questa versione cooperativa di King of Tokyo.

I materiali sono belli e le meccaniche ben pensate. I giocatori si alternano a svolgere il loro turno con il mostro che ogni volta agisce prima di ognuno di loro. Il cattivo selezionato tra tre (con due livelli di difficoltà per ognuno) tira dadi dal vulcano, si muove e attiva i servitori nello spicchio di isola raggiunto e fa danni in giro. I giocatori dopo il mostro svolgono un solo turno alla volta tirando i soliti dadi e applicandone gli effetti. Se mostro e aiutanti fanno tre torri di cristallo vincono, se uccidono uno dei giocatori anche, come pure se devono mettere altri aiutanti in campo e sono finiti. I giocatori, invece, vincono se sconfiggono il mostro portando a zero i suoi punti salute. Al proprio turno con i risultati dei dadi che, come al solito, possono essere ritirati, si può muoversi tra le zone dell’isola, si può attaccare il mostro o i suoi aiutanti se ce ne sono (obbligatoriamente prima questi del mostro), mettere in campo navi di supporto, curarsi o attivare poteri speciali.

Il gioco lo abbiamo vinto facilmente ma probabilmente perché abbiamo affrontato il mostro più semplice con difficoltà bassa per giunta. Comunque, il titolo è carino ed ha divertito tutti. Promosso per il suo target family.

Voto: 7,5

 

Pyramidice

A questo gioco feci tempo addietro alcune partite di playtest ma era tanto che non lo giocavo e non avevo più visto la versione finale, anche per quanto riguarda grafica e materiali.

In pratica ogni giocatore parte con un’asimmetria dettata dalla carta Scarabeo che prende a inizio partita e deve gestire i dadi per ottimizzare i punti. Si prendono dal pool comune tanti dadi quanti lavoratori si posseggono e, una volta lanciati, si spendono a seconda del risultato uscito, per comprare carte potenziamento, attivare poteri ottenuti in precedenza e, soprattutto, per costruire le piramidi, la fonte principale di punti.

Purtroppo, costruire la piramide ha due grossi prerequisiti da soddisfare. In primo luogo, si devono spendere lavoratori, sia in base a quanto è alto il valore del dado speso (più alto significa più punti ma comporta una spesa maggiore in lavoratori), sia in base al piano della piramide che si vuole costruire. Inoltre, per poter usare un dado per le piramidi esso dovrà essere bianco, ovvero un tipo di dado non comune che si ottiene solo tramite certi bonus oppure se nel pool comune qualcuno l’ha usato per altro invece che per costruire. Cosa piuttosto rara in partita.

Se non si hanno abbastanza lavoratori (perché spesi nei turni precedenti) si può scegliere di riposare per prendere una tessera da un pool comune che da diverse risorse, tra cui anche loro. Esistono anche i gatti che si spendono per modificare di uno il valore di un dado. Lavoratori, gatti e dadi bianchi ottenuti si mettono in una riserva che ha solo otto spazi, costringendoti ad ottimizzare i turni e a non poter accumulare troppo, pena non avere spazio per ottenere nuove risorse.

Il gioco dura abbastanza poco, è tutt’altro che banale, molto ri-giocabile e vario, grazie alle carte che danno poteri e che escono in un mercato comune sempre diverso, ed a materiali e grafica molto gradevoli.

In definitiva è un gioco medio, con regole semplici ma che poi nasconde una notevole profondità, per cui difficilmente vincerà chi si limiterà a tirare i dadi sperando nel risultato migliore. Va tutto pianificato e giocato con attenzione per incastrare al meglio le combinazioni e per ottimizzare i turni ed il punteggio.

Voto: 8-

 

Twister Air

Giochino da fare con il supporto di un televisore in cui i due contendenti si mettono cavigliere a bracciali che, “letti” da una telecamera fornita nella scatola, e con l’ausilio di una app, permettono di giocare facilmente a chiunque.

In pratica sullo schermo compariranno bolle da scoppiare colpendole con il braccio o la gamba corretta (ogni sensore ha un colore diverso) e dando vita a balletti e movimenti più o meno scoordinati. Si tratta di una sorta di Just Dance semplificato che ha l’enorme pregio di essere immediato, facilissimo da giocare e poco costoso, là dove invece i concorrenti più blasonati necessitano di console e controller di ben altra fascia di prezzo.

Ovviamente la precisione non è paragonabile ma è più che sufficiente per divertirsi e farsi una sana sudata!

Voto: 7-

 

Trio

Il gioco del Memory in versione 2.0.

In pratica si parte con una serie di carte in mano da dover sistemare in ordine di valore e poi una serie di carte coperte sul tavolo. Lo scopo è riuscire a giocare tre tris.

Al proprio turno si può chiedere ad un avversario di mostrare la sua carta più alta o quella più bassa, oppure girare una delle carte coperte sul tavolo. Si possono fare due di queste azioni a turno, anche due volte la stessa. Se con le carte che si possiedono in mano e quelle voltate da terra o mostrate da un avversario si fa un tris si cala. Al terzo si vince.

Detto così sembra stupido e sicuramente non è uno spacca-cervelli, però si devono ricordare le carte a terra e quelle mostrate dagli avversari e si deve riuscire così a chiudere prima degli altri. Un giochino simpatico ma che non credo farà breccia poi così tanto nel mare magno dei filler di carte cui appartiene.

Voto: 6

 

Taco Gatto Capra Cacio Pizza

Avete presente Tappo, o Merda o qualunque sia il nome che davate a questo gioco? Quello in cui si girano carte e quando sono del tipo giusto tutti devono metterci la mano sopra e chi lo fa per ultimo prende tutto? Ecco questo è uguale ma ha qualcosina in più.

In pratica ci sono cinque tipi di carte, come indicato dal titolo del gioco: i Tacos, i Gatti, le Capre, il Cacio e la Pizza. In questo ordine ed una carta a turno dal proprio mazzo personale, i giocatori girano una loro carta e la mettono nella pila al centro dicendo il nome seguente (si parte da Taco, poi Gatto… ecc ecc). Se la carta corrisponde alla cosa detta, allora si deve mettere la mano sul mazzo, chi lo fa per ultimo si prende tutte le carte. Chi finisce prima le carte vince. Ci sono però anche alcune carte speciali che, indipendentemente da quando escono, richiedono di fare il gesto corrispondente e poi di mettere tutti la mano. La scimmia richiede di battersi il petto, il narvalo di fare le corna, ecc ecc.

Tutto super semplice eppure, posso dirvi che diverte e se si vuole tenere una compagnia di ragazzi ad un tavolo per una serie infinita di partite e risate questo titolo non deluderà affatto. Un gioco eccellente nel suo target.

Voto: 8

 

Minatori Imperiali

Uno dei giochi più strutturati che ho provato in fiera si è anche rivelato una delle delusioni maggiori.

In questo gioco dobbiamo costruire una piramide rovesciata di carte quadrate da giocare un turno alla volta. Le carte del primo livello (quello più alto) si possono giocare dove si vuole, quelle dei due livelli successivi devono avere prima alcune carte sopra a supporto. Le carte si giocano a piramide rovesciata per cui una sotto dovrà essere giocata a metà delle due carte sopra di essa.

Ogni carta dà dei benefici quando giocata che dipendono anche da soldi o condizioni particolari (in genere carte già presenti nella propria miniera) e attiva anche le carte dei livelli precedenti ad essa (una per livello in un ipotetico percorso nella miniera fino all’uscita). Inoltre, in cima ci sono anche tre condizioni da poter attivare (una sola per turno) che permettono di pescare nuove carte, fare soldi, ecc.

Quando si pescano carte si può scegliere il loro livello dato che ci sono quattro mazzetti di quattro livelli corrispondenti, ma sono coperte per cui non si sa cosa si andrà a pescare. Molti degli effetti di gioco fanno avanzare il proprio segnalino su una delle tre track presenti su un tabellone apposito, ognuna delle quali si concentra si determinati tipi di bonus. Ma si può passare ad un’altra track solo una volta arrivati in cima a quella scelta per prima. Ci sono anche dei punti bonus dati dalle adiacenze tra le carte giocate nella propria miniera dato che queste hanno dei carrelli di gemme sui lati pieni o vuoti da far coincidere con le carte vicine. Inoltre, ad ogni inizio turno, si girerà un evento dall’apposito mazzo che avrà degli effetti particolari su tutti i giocatori.

Alla fine, tutto viene deciso molto dalle carte che si pescano che possono generare combo a cascata molto forti oppure non fare quasi nulla. Un gioco che mi è parso davvero troppo casuale e ripetitivo e che non mi ha detto nulla di nuovo.

Voto: 6

 

Art Gallery

Di questo gioco avevo letto le regole prima di Essen e mi era sembrato molto interessante nella sua semplicità. Ci giochiamo noi quattro anche se il titolo regge fino a sei giocatori (probabilmente il numero ottimale per gli scontri a suon di aste ma preoccupante per la durata).

In pratica siamo ad una galleria di quadri e dobbiamo accaparrarci il maggior numero possibile di dipinti e di cartolino con i particolari degli stessi. Ogni giocatore avrà nove carte in mano ed ognuno dei quattro turni di cui si compone un round di gioco dovrà giocarne una per muoversi e una per fare un’asta.

I quadri e le cartoline sono disposti circolarmente. In mano si hanno nove carte che variano da "0" a "8" come valori. Ogni turno una carta ci farà spostare in senso orario o anti-orario di un numero di passi esattamente uguale al suo valore e poi una seconda carta verrà posta davanti ad un quadro (o al negozio delle cartoline), segnando con un proprio cubo il fatto di averla posta lì. Quando il processo si sarà ripetuto quattro volte si avranno pile di carte con i cubi ad indicare chi ha messo quali ed in quale ordine (dato che le carte vengono poste coperte).

Si gira una pila alla volta e si vede chi ha giocato il totale più alto (in caso di più carte lo "0" vale "10", altrimenti da solo non vale nulla). Chi ha giocato il valore maggiore si aggiudica il quadro, nel caso del negozio il numero più alto sceglie per primo tra pile di cartoline prendendone una o due in base al valore giocato).

Dopo ogni asta i giocatori recuperano le carte utilizzate in ordine di piazzamento, chi ha messo la prima carta sceglierà per primo quale carta recuperare per il turno successivo dalla pila di quelle giocate per ottenere il quadro da tutti i partecipanti. La carta non usata per le aste ed il movimento deciderà l’ordine di turno per il round seguente (la più alta gioca per prima).

La partita finisce se si esauriscono tre pile di cartoline o se finiscono i quadri. Le cartoline a fine gioco varranno un punto ciascuna oppure tre punti se il loro possessore si è aggiudicato anche il dipinto di cui esse ritraggono un particolare. I quadri invece devono essere posti uno alla destra dell’altro nell’ordine in cui vengono presi e daranno punti per gruppi di icone adiacenti maggiori. Infatti, su ogni quadro a sinistra ci possono essere da due a quattro icone di tipo diverso, ponendo più icone uguali vicine i loro valori si sommano. Chi ha fatto il totale maggiore vince.

Il titolo ha pochissime regole ma turni tesi e sempre interessanti. Prendere i giusti quadri (quelli con le icone utili in quel momento) è cruciale e più importante che andarsi a prendere tanti quadri con le icone che non sono consecutive (e che quindi varranno poco o nulla). Anche le cartoline danno tanti punti ma abbinarle non è semplice e più quadri si prendono più sarà facile riuscirci.

Le lotte per i quadri sono tese e il meccanismo di recupero delle carte rende strategico anche perdere l’asta ma con il giusto tempismo. Un titolo molto carino e con buoni materiali che ha come unico difetto quello di durare forse un pochino troppo.

Voto: 7,5

 

Bonsai

Nuovo titolo della Ghenos che francamente avevo giudicato molto poco interessante dalla lettura delle regole. Sembra un peso medio-leggero per cui a fine serata in ludoteca lo intavoliamo per vedere com’è. Devo dire che ha favorevolmente sorpreso tutti perché con un tema originale e ben rappresentato, grafica gradevole e ottimi materiali questo family fa benissimo il suo dovere con una manciata di regole e 60 minuti massimo di durata.

In pratica ogni turno si deve scegliere se prendere una carta che mediamente incrementa la tua capacità di ingrandire il Bonsai o da altri bonus oppure se far crescere il proprio alberello in miniatura posizionando nuovi esagoni su di esso.

Tutti i giocatori partono con un vaso ed un esagono tronco attaccato ad esso, più qualche esagono iniziale in base all’ordine di turno. Gli esagoni possono essere di tronco, di foglia, di fiori o di frutti. I tronchi devono toccare altri tronchi, le foglie devono toccare i tronchi mentre i fiori devono toccare una foglia. I frutti devono essere posizionati tra due foglie.

A fine partita i punti saranno dati dagli esagoni messi (in modo diverso, ad esempio i frutti daranno punti per quanti spazi vuoti avranno introno a loro), mentre durante il gioco si potrà decidere di prendere delle tessere bonus una volta soddisfatti i requisiti (ce ne sono diverse ed ogni partita se ne usano tre tipi). Il gioco ha una serie di finezze strategiche che rendono le scelte sempre interessanti e le partite tese fino alla fine.

Si può decidere di prendere subito i bonus minori ma si dovrà rinunciare a prendere quelli maggiori della stessa categoria poiché si possono collezionare massimo un bonus per tipo. Meglio pochi punti sicuri o mirare al bersaglio grosso? Inoltre, ci sono carte punteggio tra le carte da poter scegliere ed altre che ti permettono di potenziare la crescita del tuo albero o il numero di esagoni da poter mettere in riserva prima di essere costretti a svolgere un round di crescita. Si possono mettere poche cose alla volta subito mirando ai bonus prima degli altri o attendere per fare poche crescite molto grandi dopo essersi potenziati.

Insomma, devo dire che era da tempo che non vedevo un family così ben fatto da tutti i punti di vista. Senza contare un prezzo contenuto ed una scatola piccola, cosa sempre gradita in ristrettezza di spazio come sono io.

Voto: 8

 

Lucca è sempre una fiera bella e particolare che è una specie di carnevale. Ci si va per la bella atmosfera e per vedere amici provenienti da tutta Italia. Ci si va per i cosplayer e per la bellissima cornice urbana. Purtroppo, il brutto tempo rovina gran parte di questo divertimento ma la bella ludoteca serale è sempre piena e gestita benissimo dai Goblin del luogo. Non so se il prossimo anno ci andrò nuovamente, ma i miei figli sono stati benissimo e se dovessi tornarci sarebbe soprattutto per le serate di gioco in ludoteca e per farsi un giro per la città (tempo permettendo). Chi tra noi non è mai stato a Lucca dovrebbe farlo una volta nella vita, specie se con il bel tempo e per girare per la bellissima città a godersi la più grande fiera di settore d’Europa.

Commenti

Ancora meglio evitare quella carneficina, incontrare gli amici a casa e andare a vedere quella splendida città in tranquillità durante il resto dell'anno. 

Reljef scrive:

Ancora meglio evitare quella carneficina, incontrare gli amici a casa e andare a vedere quella splendida città in tranquillità durante il resto dell'anno. 

Come dire che è meglio andare a vedere Venezia un giorno qualsiasi invece che durante il carnevale, dipende da cosa cerchi...

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