Ci eravamo lasciati con un articolo dedicato a cinque giochi potenzialmente papabili per i giudici del Goblin Magnifico 2024.
Prima di parlare di questi cinque, che invece mi sono parsi tranquillamente trascurabili e non candidabili, faccio una dovuta premessa: quest'anno mi sono preso un anno di pausa dalla giuria, per cui i pareri che esprimo in questi articoli sono solo miei e in ogni caso non avranno voce in capitolo sulla scelta finale, né degli 8, né tanto meno del vincitore.
Al solito, considero cinque giochi che, per peso, profondità e complessità, possono rientrare nelle potenziali valutazioni.
Hoplomachus
È un solitario, che ha una buona varietà di nemici e situazioni, ma fondamentalmente tende comunque a diventare parecchio ripetitivo nel corso dell'avventura, un po' troppo prolissa per la sfida che offre. Anche il sistema di combattimento è abbastanza classico e fortunoso, probabilmente risentendo del fatto che il gioco è tratto dal primo titolo di questa particolare casa editrice.
> Recensione.
Magnificabilità: bassa. Non è fatto male, ma questo mi pare un anno particolarmente ricco di bei giochi e già in questa prima metà se ne sono visti parecchi che meritano maggiore attenzione di questo Hoplomachus. Forse, in un altro anno avrebbe potuto farcela, ma non nel 2023.
Mosaic
Ma anche il resto del gameplay è poco soddisfacente, a partire dall'aspetto militare, relegato a semplici maggioranze, fino a un'ergonomia poco aiutata dalle scelte fatte.
> Recensione
Magnificabilità: bassissima. Mi è parso un prodotto pompato solo nella parte legata ai materiali, ma con un gameplay assolutamente insufficiente, oltre che un tema solo apparentemente sviluppato.
Oranienburger Kanal
Questo preso perché mi pareva Rosenberg avesse ritirato fuori qualcosa di buono, poi perché volevo riprovare la sua rotella delle risorse (idea effettivamente sempre brillante), infine perché dal connubio con la Spielworxx mi aspettavo qualcosa di ottimo.
E invece Oranienburger Kanal penso sia uno dei giochi più piatti e scontati degli ultimi anni. Lineare come pochi, si tratta sempre di cambiare x risorse per ottenerne x+y, comprando un nuovo edificio o piazzando un ponte. Se non ci riesci, devi andare banalmente a prendere risorse, che diventa una sorta di azione di ripiego.
Diciamo che, nonostante i mazzi aggiuntivi per cambiare le conversioni, dopo un paio di partite hai già visto tutto, o meglio, il principio monostrategico del gioco è sempre quello e si tratta solo di ottimizzare ogni singola mossa in tal senso.
Il gioco probabilmente non voleva nemmeno essere troppo pesante, ma anche di questo peso ci sono titoli mille volti più profondi e interessanti.
Non trovate la recensione perché è uno di quei giochi così anonimi che non mi ha nemmeno lasciato la voglia di rigiocarlo un po' per farne una negativa. Che dal mio punto di vista è ancora peggio.
Magnificabilità: medio-bassa. Non penso che, a fronte di tanti giochi euro validi usciti quest'anno e in confronto ai capolavori di Uwe Rosemberg, questo possa avere qualche chance. Ma non si sa mai.
Skytear Horde
Dopo aver provato il prototipo, avevo maggiore fiducia in questo gioco. Che intendiamoci, non è così male come qualcuno lo dipinge, ma non è nemmeno il classico gioco che ti invoglia a rimetterlo sul tavolo ed approfondirlo.
Non ha probabilmente la profondità che mi aspettavo e tende presto a diventare ripetitivo, oltre a essere un po' troppo macchinoso, in confronto a ciò che poi restituisce.
Anche di questo non trovate la recensione, per lo stesso motivo. Peccato, perché all'inizio ci credevo abbastanza.
Magnificabilità: bassissima. Non penso nemmeno sia reperibile più di tanto, perciò già questo lo lascerebbe fuori dai giochi. Per il resto, non vedo motivi per includerlo nella lista.
Masters of the Universe: Fields of Eternia
Purtroppo, pur essendo grandemente affezionato all'ambientazione, qui ho trovato la stessa poco rappresentata e, soprattutto a livello di gameplay, il gioco non è all'altezza.
> Recensione
> Articolo di confronto
Magnificabilità: bassissima. In parte per il costo elevato, ma soprattutto perché non ha quella complessità, quella profondità, quella solidità, quell'eleganza e quella rifinitura nelle meccaniche che sono necessarie per essere un candidato al Goblin Magnifico.
Terminata dunque questa carrellata di “no”, magari torniamo la prossima volta con altri cinque “sì”, visto che qualche bel nome ce l'ho già. In ogni caso ormai Essen è vicina e sono sicuro che qualcosa spunterà pure lì.