Premetto, conosco Vigiak della Pendragon, per cui non ho fatto il kickstarter ma ho comprato la Colossus retail, 170€ circa.... Ma quando è uscito il kickstarter, io che sono proprio negato in inglese (Vi ringrazio che grazie a voi ho scaricato un sacco di traduzioni) ho scaricato e letto il regolamento. Leggendo il regolamento mi sono convinto che mi piace
Ho preso Mosaic su Kickstarter per due motivi:
- Glenn Drover è l'autore di Empires: Age of Discovery (riedizione del suo Age of Empires III: the Age of Discovery), uno dei primi ibridi euro-american della storia del gioco e tutt'oggi ottimo gioco di controllo territorio e piazzamento lavoratori. Vero è che Drover, dopo questo gioco, non ha più fatto nulla di davvero notevole, ma la speranza che si ripeta c'è sempre.
- I giochi di civilizzazione mi incuriosiscono sempre, soprattutto quando, come questo, promettono di restare entro le due ore e di essere comunque completi. Anche qui, c'è già The Golden Ages che ricopre egregiamente questo ruolo, ma è sempre possibile migliorarsi.
Mosaic: A Story of Civilization è un eurogame di civilizzazione, competitivo, per 1-6 partecipanti, della durata compresa tra 120 e 180 minuti, basato su meccaniche di draft, maggioranze, collezione set.
Come si gioca a Mosaic
Ciascun giocatore inizia con un diverso leader che dà risorse e abilità speciali e cinque Tecnologie di partenza, che può immediatamente giocare dalla propria mano, se in possesso dei prerequisiti.
Si piazza una città a testa dove si vuole e poi si procede con una singola azione a giro, fino alla fine della partita. Al proprio turno è anche sempre possibile reclamare tessere Golden Age o Traguardo della Civiltà, se se ne posseggono i requisiti.
Le otto possibili mosse permettono di:
- produrre cibo, pietra o idee pari al valore della propria produzione, più la popolazione;
- incrementare la popolazione pagando cibo, prelevando una carta Popolazione dal display;
- costruire una città, un villaggio o un progetto, pagando le risorse richieste. Le città e i villaggi servono per il controllo della regione, i villaggi anche per qualche risorsa, i progetti danno punti vittoria a fine partita a seconda dei simboli Progresso accumulati;
- costruire meraviglie. Ce ne sono diverse disponibili, costano pietre e cibo e danno diversi sistemi per ottenere punti vittoria a fine partita;
- ottenere una carta Tecnologia, pagando cinque idee. Queste carte portano benefici di vario tipo, ma soprattutto forniscono svariati simboli Progresso. Sono nove simboli tondi in vari colori, che rappresentano campi della conoscenza umana e sono un prerequisito per giocare tutte le altre carte, ottenere remunerative tessere Golden Age e giocare dalla mano le stesse carte Tecnologia;
- ottenere soldi da Tasse e Dazi. È un mazzo di carte in cui sono presenti carte Tassa (i soldi si ottengono da simboli Stato, popolazione e livello di tasse) e Dazio (i soldi si ottengono da merci raccolte sul tabellone, numero di città e livello di dazi). In entrambi i casi si accumulano punti Malcontento che sono negativi a fine partita (diverse tecnologie permettono di annullarli);
- arruolare nuove truppe, pagando soldi, e muoverle di regione in regione, sempre pagando soldi. In questo gioco le truppe non sono mai fisicamente in un esagono, ma si piazzano accanto a una regione e qui, a ogni carta Punteggio, entrano nel calcolo delle maggioranze per assegnare punti vittoria. Non esiste una fase di combattimento, ma alcune carte Tecnologia permettono di attivare le unità, o reclutarne di nuove e distruggerne qualcuna del nemico;
- prendere una tessera Governo. Si devono possedere i prerequisiti in simboli, se ne paga il costo in idee e se ne ottengono così i benefici, che sono un'abilità speciale e un bonus in una specifica branca di punteggio (ad esempio, la Monarchia aumenta la tua produzione di cibo e pietra e il punteggio ottenuto con le Meraviglie). Si può avere un solo Governo alla volta e, se si cambia, la vecchia tessera va restituita e torna disponibile per gli altri giocatori. Un governo permette anche, una volta per partita, di scartare un'intera fila di carte dal suo display e sostituirla (e quindi di accelerare la fine del gioco).
Ogni volta che ne esce una sul relativo display, il giocatore di turno finisce la sua attivazione, poi, in ogni regione, si calcolano le maggioranze, dovute a città, villaggi, meraviglie, unità militari e altri eventuali bonus dati dalle Tecnologie. Il primo prende tre punti più un punto per ogni città (di chiunque) presente, il secondo due punti secchi.
Dopo aver calcolato la terza carta Punteggio, si termina il round in corso, se ne fa un altro intero e poi si passa al calcolo finale dei punti.
In alternativa, la partita termina, con la stessa procedura, quando sono esaurite due pile tra le tessere Golden Age, Traguardi della Civiltà, Meraviglie.
A fine partita si prendono punti per:
- Città (2 PV) e villaggi (1 PV);
- Meraviglie possedute;
- tessere Golden Age, che si ottengono con sei simboli Progresso dello stesso tipo e danno 6 PV ciascuna;
- tessere Traguardo della Civiltà, che si ottengono costruendo o accumulando varie cose (es: truppe, risorse, edifici, ecc) e danno 6 PV ciascuna;
- alcune carte Tecnologia;
- alcune carte villaggio, se si posseggono le merci da esse indicate (5 PV);
- si sottraggono i punti Malcontento.
Chi ha più punti vittoria è il vincitore.
Materiali
Ora, il problema di questi giochi con tanta plastica è sempre uno: o fai miniature come si deve, che possano attirare anche un modellista (come Black Rose Wars, Ankh e altri) o rischi che tutto sembri un enorme giocattolo, dall'aspetto decisamente pacchiano e ipercolorato, con soldatini blu, rossi, verdi, ecc. Qui si ottiene esattamente questo secondo effetto, con l'aggravante di avere tutto sovraprodotto, mastodontico, a partire dalla scatola enorme, per finire col pezzo forte: un segnalino primo giocatore in legno, brutto come pochi, spesso due centimetri, alto, ingombrante, scomodo e bruttissimo (l'ho già detto, lo so).
Il gioco è ergonomicamente ingombrante anche nella versione standard, date le dimensioni della mappa e la quantità di materiale. Nell'edizione Colossus, ancora di più.
I simboli sono chiari, ma è scomodo sistemare tutte le carte in ordine, occupando altro spazio. In ogni caso il gioco non è indipendente dalla lingua, con testo praticamente un po' su ogni carta, per cui consiglio la versione italiana.
Ambientazione
Sufficiente. Ci si limita a esplorare l'epoca antica, ma con un grosso limite: il mazzo Tecnologia è unico e mescolato casualmente, quindi non c'è nessun ordine nelle scoperte fatte. Anche le forme di governo sono praticamente intercambiabili.
Data poi la natura di corsa agli obiettivi che si ha nel gioco, l'aspetto di civilizzazione si va a perdere ulteriormente, e l'astrazione nella gestione degli eserciti gli dà il colpo finale, facendo scendere questo aspetto alla mera sufficienza.
Considerazioni
Cose che "vanno":
C'è una buona differenziazione tra le Tecnologie e in generale tra tutte le carte, con una grande quantità di combo che si possono ottenere mescolando tecnologia, meraviglie, governi, progetti.
L'idea di inserire le carte Punteggio nei vari mazzi è bella e ha senso, perché spinge chi è in vantaggio a cercarle, anche a costo magari di fare mosse meno efficienti... rischiando però così di farsi rimontare dagli inseguitori.
… e cose che "non vanno":
Il setup è da monster game, con tantissime pedine da posizionare casualmente, prima coperte, poi da girare, poi eventualmente da rimuovere (quelle vuote). Preparazione e ingombro da monster game ma profondità da gioco family (anzi, ci sono dei giochi per famiglie che danno una pista a questo Mosaic).
La durata non è comunque commisurata alla profondità delle scelte. Sembra sempre durare troppo, anche quando dura poco, con parecchia sensazione di trascinamento. Il downtime si fa sentire, soprattutto in cinque o sei partecipanti, nonostante ci sia una sola mossa a turno.
Dal punto di vista dei materiali, l'edizione Colossus è assolutamente sproporzionata, come prezzo e ingombro, alla caratura del gioco. Si ha l'impressione di far girare il motore di una 500 nella carrozzeria di una Ferrari. Che poi questo Mosaic Colossus è soltanto grosso e pacchiano, per nulla bello da vedere e da toccare.
Secondariamente, Meraviglie e Governi danno altri punti e ci indirizzano su particolari strategie di gioco. O meglio: tendiamo a scegliere Meraviglie e Governi che ci danno più punti in base a come ci siamo mossi in precedenza.
Il punto è che, comunque, si deve correre costantemente a collezionare simboli o risorse per fare queste cose, aspetto che non dà per nulla la sensazione di sviluppo di una civiltà armonica, con tutte le sue implicazioni strategiche, ma semplicemente di una gara a chi arriva primo.
La parte bellica è totalmente insufficiente e astratta. Ci potrebbe anche stare, se non fosse che spesso diventa, anche qui, una noiosa escalation in cui, al tuo comprare due truppe io rispondo allo stesso modo, fino a esaurire i soldi da parte di entrambi o perdere tempo prezioso per le altre “corse” agli obiettivi. O fino a quando non spunta una carta Tecnologia che dà un vantaggio militare al primo che la compra.
La civilizzazione – ovvero il focus stesso del gioco – si va totalmente a perdere nella colonizzazione della mappa, dato che si possono costruire città e agglomerati praticamente ovunque, senza alcun collegamento, spezzettando il proprio impero a macchia di leopardo. È brutto concettualmente ma anche meccanicamente, perché diventa soltanto più un gioco di maggioranze e di raccolta risorse, anche queste buttate a caso sulla mappa a inizio partita, senza proporzioni e senza logica. Se per rendere il gameplay variabile l'espediente deve essere questo, anche no.
Elementi di civilizzazione
Arco storico e parabola narrativa */***
C'è solamente la parte della storia antica, peraltro poco caratterizzata, dato che le civiltà sono parecchio astratte e anche i personaggi di partenza non sono storici, ma generici “mestieri”. Rimangono le meraviglie storiche.
Esplorazione ed espansione territoriale */***
Di fatto la mappa è nota e costruita fin da subito. L'espansione poi avviene a macchia di leopardo, costruendo città dove più conviene, senza alcuna contiguità territoriale e senza altra logica se non quella dei punti o delle merci da prendere. Ne risulta un tabellone "arlecchinato" e una civilizzazione a toppe.
Economia e commercio **/***
Manca la parte di scambio con gli altri giocatori, ma la differenziazione tra tasse e dazi è ben fatta, anche se poi l'applicazione delle stesse dipende dalle carte presenti sul display (due alla volta, per questo mazzo). Diverse carte Tecnologia influiscono su questa voce.
Scienza e Tecnologia **/***
Le carte sono molte e diversificate, probabilmente l'aspetto meglio trattato e sviluppato del gioco... se non fosse che costituiscono un unico mazzo senza una logica storica e sequenziale (ancora ricordo di aver inventato la ruota sul finale di partita...) e che spesso, più che per l'effetto, si prendono per collezionare simboli Progresso e fare la corsa alle carte punteggio.
Politica e diplomazia **/***
Alcune carte Tecnologia riguardano il governo della propria civiltà, inoltre ci sono le forme di governo da scegliere e sfruttare per i punti e altri effetti. Manca una parte diplomatica di alleanze e trattati.
Guerra e forza militare */***
Ben sviluppata nel concetto iniziale con eserciti, carte Tecnologia dedicate e spostamenti, ma ampiamente insufficiente nella sua applicazione finale, che si riduce a un mero gioco di maggioranze, totalmente astratto, spesso noioso e privo di mordente.
Cultura **/***
Ha carte Tecnologia dedicate e i Traguardi della Civiltà, così come le Golden Age, possono intendersi come progressi culturali di una civiltà.
Religione */***
Viene inclusa direttamente nella cultura. Ci può stare, trattandosi di ambientazione antica.
Conclusione
In ambito di giochi di civilizzazione, non credevo si potesse fare peggio di Tapestry. E invece questa colossale produzione aggiunge all'astrattezza del pessimo predecessore, anche una faticosa pesantezza e una eccessiva linearità che trasformano ciò che doveva essere semplice e snello in piatto e banale.