Il mondo degli editori dei Giochi da Tavolo (maiuscole d'obbligo) è in particolare fermento, con una serie di nuovi attori che si stanno affacciando sul mercato cercando di trovare la loro collocazione; particolare ecosistema è quello focalizzato sui giochi dedicati per i più piccoli fra noi, imberbi giocatori tesi alla ricerca del loro primo German o di un semplice piazzamento lavori con cui farsi le ossa.
Seguendo il percorso tracciato nei nostri precedenti appuntamenti, è quindi arrivato il momento di conoscere Little Rocket Games, casa editrice romana che sta proponendo una serie di titoli che calzano al pennello con la nostra rubrica Saranno Goblin e che, come potrete leggere, ha in serbo delle sorprese che crediamo potranno portare qualche piccolo goblin al tavolo. Buona lettura!
Tsam: Grazie per l'intervista! Per iniziare, potete presentarvi ai nostri lettori? Da dove nascete, a quale target puntate e come siete organizzati?
LRG: Grazie a voi per l’opportunità, è per noi un immenso piacere rispondere alle vostre domande.
Tsam: Il mondo dei giochi da tavolo sta vivendo un periodo di grosso fermento, soprattutto nel numero delle proposte che annualmente vengono messe sul mercato. Quali sono i punti di forza su cui puntate per trovare il vostro posto "al tavolo"?
LRG: Trovare un posto “al tavolo” non è semplice, ci sono case molto più esperte e organizzate di noi, ma questo non ci scoraggia, anzi, dobbiamo carpire quanto gli altri hanno da insegnarci e cercare di farci strada con umiltà, raccontando le nostre storie inedite, mettendo sul tavolo tutta la nostra passione e la nostra sconfinata fantasia. Abbiamo sicuramente qualcosa di molto interessante da raccontare e con il lavoro costante siamo certi che ci riusciremo.
Tsam: Avete sicuramente un grosso focus sui giocatori "verdi": quale sono le accortezze che bisogna avete per produrre un buon titolo per le fasce d'età più giovani?
LRG: I contenuti vanno presi con le dovute attenzioni, senza lasciarsi andare a licenze che potrebbero essere fraintese. Dobbiamo sempre avere bene in mente che abbiamo di fronte dei bambini che possono avere diverse sensibilità, anche nella stessa fascia di età; ma dobbiamo ricordare anche che abbiamo di fronte dei giocatori, che vogliono una sfida e vogliono riuscire a vincere una partita contro i genitori senza dover essere aiutati.
Tsam: Qual è il processo che vi porta alla proposizione di un nuovo titolo all'interno del vostro catalogo? Sviluppate tutto internamente o scandagliate il mercato alla ricerca di qualche titolo che vi accenda la classica lampadina?
LRG: Sviluppiamo quasi tutto internamente, abbiamo moltissime idee, ovviamente non tutte sono valide ma, comunque, nascono tutte dal profondo desiderio di creare qualcosa di unico, un diverso punto di vista della realtà.
Ci arrivano anche molte proposte da autori esterni che prendiamo seriamente in considerazione; quando riteniamo che siano particolarmente valide allora instauriamo un rapporto collaborativo, ed è proprio in questo modo che un paio di menti fanno ormai parte del nostro staff in pianta stabile.
Tsam: Dal punto di vista dei materiali, punto fondamentale per i più piccoli, come vi comportate? Prevedete delle scelte particolari rispetto a questo tema?
LRG: La scelta dei materiali è fondamentale, ovviamente ne utilizziamo solamente certificati come da normativa, ma non solo, cerchiamo di essere anche un gradino sopra; giocare con delle carte che cominciano a deteriorarsi dopo cinque partite non è gradevole per i grandi ne tantomeno lo è per i piccoli giocatori.
Tsam: Come vi comportate per il playtest dei vostri titoli? In base a quali criteri identificate l'età di riferimento?LRG: Per quanto riguarda i giochi destinati ad un pubblico di giovanissimi, si parte innanzitutto da una base teorica: rispettare lo sviluppo cognitivo dei bambini ha sempre un riscontro concreto; poi si passa alla parte pratica, e qui viene il complicato: i nostri primi tester, come puoi ben immaginare, sono i nostri figli e i loro amici, spesso gli proponiamo un gioco pensando di avere fatto centro, invece ci accorgiamo di avere sbagliato approccio; ma è questo il modo in cui capiamo quale strada intraprendere per creare qualcosa che piaccia e diverta veramente tutta la famiglia.
Tsam: All'interno del vostro catalogo sono presenti anche dei "libri-game", un altro dei graditi cavalli di ritorno di questo periodo; potete raccontarci qualcosa al riguardo? Come è nato il vostro progetto? Sono titoli inediti?
LRG: Tutto nasce dalla progettazione di un gioco che stiamo sviluppando e che dovrebbe uscire a primavera 2021: CHILD WOOD RPCG. Il gioco narra le vicende di quattro adolescenti che si inoltrano nel maestoso bosco di Child Wood nella contea di Seattle per dimostrare il loro coraggio, ma da lì non faranno più ritorno. Partendo da questa base ci siamo chiesti cosa succeda nella cittadina durante questo avvenimento, come abbia reagito la comunità, quali misure le autorità locali abbiano adottato; qui nasce il personaggio di Ron Stephenson: guardiacaccia capo del bosco, che impersoniamo nel libro, che mette tutto se stesso nella ricerca dei quattro ragazzi e che scoprirà inquietanti segreti sepolti nelle fondamenta della comunità stessa.
Creiamo serie inedite, ma, per il futuro, non possiamo escludere gradite sorprese…
Tsam: Uno dei temi ricorrenti nel mondo dei giochi da tavolo per i più giovani è il riuscire ad arrivare concretamente ad attrarre la loro attenzione; quali sono a vostro modo le migliori strategie da adottare?
LRG: I giovanissimi vanno coinvolti, hanno bisogno di vivere un’avventura ed hanno bisogno di stimolare la loro fantasia. Bisogna trovare il giusto equilibrio, proporgli una sfida che non sia troppo semplice ma, al contempo, che non sia insormontabile. Farli sentire cavalieri che possono sconfiggere il drago senza l’aiuto di nessuno.
Tsam: Quali canali comunicativi prediligete per raggiungere il vostro target? Ritenete il modello "fiera" vincente da questo punto di vista? Prevedete una collaborazione anche con gli istituti scolastici?
LRG: Il modello fiera è sicuramente vincente da questo punto di vista, il contatto diretto con il giocatore è il nostro motore e il nostro termometro, sono quasi trent’anni che la nostra attività principale è quella di interagire con l’utente finale e questo non cambierà mai. Ci dovrebbero essere più fiere importanti e ben organizzate del settore, ne abbiamo decisamente bisogno.
Tsam: Per chiudere, potete anticiparci qualcosa dei vostri prossimi progetti?
LRG: Con vero piacere! Entro la fine dell’anno sono previste tre nuove uscite: Black Bones in collaborazione con Marco Salogni e Castle Rooms, due titoli dedicati ai più giovani, due giochi basati sulla logica e la strategia che impegneranno non poco anche i genitori, come è di nostra consuetudine. Siamo poi in attesa del secondo capitolo della saga di CHILD WOOD: il destino del cerbiatto rosso, abbiamo puntato molto su questo titolo, abbiamo alzato il tiro e siamo ansiosi di conoscere le impressioni dei lettori.
Per la primavera del 2020 stiamo concentrando tutte le nostre risorse sul progetto ETEREA, un gioco dedicato ad un pubblico adulto e con il quale vorremmo sorprendere i giocatori al prossimo PLAY-MODENA. Oltre a nuove stuzzicanti novità dal mondo di CHILD WOOD, sulle quali ci riserviamo ancora un pizzico di mistero.