complimenti a Federico... e al suo papà! :clap:
Natale 2014,
“Babbo Natale” porta a Federico (allora 5 anni) una scatola marrone, in primo piano in copertina due topi guerrieri con uno sguardo fiero e in sottofondo un topo mago che abbaglia un gatto con il suo incantesimo. Niente di più accattivante per attirare lo sguardo di un bambino che da pochi mesi è stato “iniziato” ai giochi in scatola.
Gli dico: “Federico guarda Babbo Natale ti ha portato Mice and Mystics”! Gli brillano gli occhi e da li a poco già ha battezzato il gioco “topini”.
Ormai è più di 1 anno che lo giochiamo, come minimo 1 volta a settimana e non solo il week end ma può capitare anche per un dopo cena, quell’oretta prima di andare a letto.
Ovviamente, come è da aspettarsi per un bimbo di 5 anni, ha esplorato il gioco in tutti i suoi aspetti. All’inizio ha maneggiato i personaggi, i mostri, i formaggi, i cuoricini, è sempre un bene come primo approccio fargli prendere confidenza con il materiale. Poi è passato alle carte, a quei disegni di pergamene, armi e pozioni che ancora oggi lo attirano inesorabilmente a fare “ricerca” appena può.
Ho cercato di indirizzarlo un poco, il giusto per fargli capire le regole che ha appreso alla velocità della luce. All’inizio è rimasto un poco restio a seguire la storia, troppo preso alla novità di spostare le miniature e tirare quegli strani dadi piuttosto che ascoltare il racconto. Ovviamente l’ho lasciato fare, ogni bambino ha bisogno del suo tempo per far suo il gioco.
Ad oggi abbiamo mille (eh scherzo! Vi è preso un colpo eh?), 3 modalità di partita.
La prima è quella ufficiale, ma è la meno usata! Per ora siamo arrivati al quarto capitolo.
La seconda, la più gettonata, è una storia di “fantasia” riportata su un quadernino (ovviamente da me) dove trascrivo fedelmente quello che Federico si inventa, dalla missione che libera un topino dalla grinfie dei cattivoni, alla missione dove Maginos (il suo preferito in assoluto) deve raggiungere a tutti i costi il suo laboratorio per riprendere una preziosa pergamena. Qui nascono le cose più divertenti.
Ne riporto 2 per farvi sorridere: alla fine di una missione quasi suicida dove gli unici superstiti non catturati sono stati Lily e Maginos (stranamente), sembrava di essere veramente in un film quando Federico ha preso Lily e l’ha posizionata accanto al mago, mi guarda e mi fa: “papà, la prossima volta facciamo che Nerè è la figlia di Lily e Maginos!” Mi ha veramente stupito sia per l’immaginazione che per il trasformare i personaggio del gioco in una “famiglia”.
La seconda è il formare delle regolette di casa…le cosiddette “houserules”. Visto che per Federico è sempre poco fare l’azione “ricerca” (si abbiamo vissuto un mesetto in cui si era fissato e aveva ormai raggiunto metà mazzo nella sua sacca in barba alla regola dei 3 oggetti per fortuna sono riuscito a convincerlo…) ci siamo inventati che ad ogni ratto sconfitto (nelle storie di fantasia) lanciamo un dado da 10, se esce 10 il topino di turno può pescare una carta dal mazzo, se escono 8 o 9 trova un formaggio ma se esce 1 il ratto si rialza! Era solo svenuto un attimo!
Tornando alle modalità di gioco infine c’è la terza, per quando abbiamo poco tempo e soprattutto è un modo per lui di fare quello che vuole …. in totale libertà. Allora lo vedi armeggiare con la scatola, felice di poter posizionare le parti del tabellone come vuole, di piazzare topini, ratti, blatte dove e soprattutto di crea le “squadre”. Iniziamo così spesso e volentieri a giocare una battaglia con i topini alleati con il millepiedi e il ragno (presi ovviamente sempre da lui) che partendo da un settore e devono sconfiggere l’esercito di “papà” formato dai restanti nemici.. una specie di “skirmish”!
Ho voluto raccontarvi questo per farvi partecipi di tre consigli che possono aiutarvi nel far approcciare i bambini ai giochi da tavolo.
Il primo è “usare il gioco da tavolo come strumento per incentivare la fantasia”. Sono, siamo ormai troppo abituati a essere solo recettori di informazioni (da tv, tablet, console, computer) che il solo inventarsi un gioco (soprattutto da fare da soli) che non sia “elettronico” e impegnare il cervello è diventato molto difficile. Aiutateli e spronateli a utilizzare il materiale che hanno davanti anche per inventare cose nuove.
Il secondo è “fate provare ai vostri bambini tutto quello che attira la loro curiosità”, che sia il gioco più banale del mondo o il più complicato, esiste sempre un modo di giocarlo per loro divertente.
Il terzo è “non sempre l’età sulla scatola è vincolante”. Mice and Mystics è da 7 anni ma tranquillamente un bambino di 5 anni, poco a poco che ci gioca, lo può padroneggiare nella sua versione ufficiale. L’unica limitazione è il testo ma quello per loro è facilmente soppiantato dalla memoria visiva. Appena vede una carta sa subito il suo effetto basta dirglielo una sola volta (recentemente sperimentato con Summoners War!).
Giocate con i vostri figli, aiutateli a far crescere la loro fantasia che è l’arma più forte che potranno mai avere!