Ci troviamo di fronte ad un classico gestionale per due-quattro giocatori, pensato per un pubblico esperto. L'autore è Gianluca Piacentini, mentre l'editore è la Ghota Games.
In Tadmor i giocatori sono ricchi mercanti che devono guadagnare prestigio espandendo le rotte commerciali, contribuendo alla vita politica e religiosa della città di Palmira, che in termini di gioco diventa accumulare merci rare, soddisfare le missioni reali, costruire il tempio e la torre. Quindi le possibili strade da percorrere per raggiungere la vittoria sono diverse e ad occhio bisogna concentrarsi su una o due da massimizzare il più possibile.
Il gioco
La partita si svolge in tre ere, ognuna composta da tre turni; ogni turno è composto da quattro fasi:
La prima fase è quella di piazzamento. Ogni giocatore a turno prende dalla propria riserva, e piazza, un cammello o una nave a seconda dell’azione che vuole compiere successivamente. Segue poi la fase predoni: questi ultimi compiono un’incursione in una regione della mappa annullando le azioni selezionate dai giocatori. La regione viene scelta nel turno precedente dal giocatore che ha selezionato l’azione predoni (la stessa regione non può essere scelta per due turni di seguito), ma viene rivelata solo in questa fase al turno successivo. Questo dovrebbe generare interessanti dinamiche di gioco.

- migliorie, per acquistare tessere che vanno a sviluppare il proprio motore di gioco;
- costruzione, con azioni che puntano a perseguire le strade che forniscono punti vittoria, includendo anche un’azione che serve a rallentare un altro giocatore. Queste azioni sono: costruire la torre in due spazi differenti (quanti si vuole o solo due livelli); traditore, che permette di distrugge un certo numero di livelli costruiti della torre di un altro giocatore (a seconda dell’era); costruire il tempio; acquistare merci rare divise in tre gruppi a seconda del colore (grigie, gialle, rosse); missioni del re per pescare o soddisfare le relative carte.
- azioni del regno: torre di prestigio: quest'azione a differenza delle altre si attiva automaticamente, senza nessun piazzamento, e dona punti al giocatore che ha la torre più alta ma solo se possiede una delle quattro specifiche migliorie; approvvigionamenti in guerra: si guadagnano punti in base alla differenza fra il livello della propria torre e quella più bassa in gioco; esattore delle tasse: si è esenti dal pagare le tasse alla fine dei turni nella seconda e terza era; primo giocatore.
Quanto alle azioni che si possono svolgere in qualsiasi momento, esse sono: prendere risorse; mercato: si possono effettuare quanti scambi di merce si vogliono, fra quelli consentiti; carovana: se si raggiungono determinati traguardi è possibile aggiungere un quarto e quinto cammello a propria disposizione; nave: se si raggiungono determinati traguardi è possibile aggiungere una terza e quarta nave; dono di pace: a seconda dell’Era si guadagna un valore variabile di punti prestigio.
Ai giocatori già esperti viene consigliato di svolgere tutta la fase risoluzione in contemporanea per ridurre i tempi di gioco.
La quarta e ultima fase è quella di fine turno: si scartano le merci in eccesso, avanza il turno e, se si entra in una nuova era, cambiano le migliorie e si guadagnano punti in base al livello della propria torre.

Prime impressioni
Premetto che sono fra quelli che apprezzano l’alta interazione e la possibilità di tirare colpi bassi, e qui siamo veramente a livelli spinti: possibilità di annullare le mosse avversarie e di distruggere i livelli già costruiti di una torre avversaria.
Sfortunatamente però il primo impatto che ho avuto è stato dei peggiori, tutto mi dava una sensazione di indigesto e vecchio stile. A partire dalla scelta pretenziosa del (bellissimo) dipinto di inizio Novecento raffigurante la regina Zenobia, seguita dalla prima pagina occupata per intero da cenni storici sulla città di Palmira, per poi presentare un tabellone freddo ed essenziale fatto di riquadri (per nulla ambientato) che mi ha ricordato molto quello di Republic of Rome dell’Avalon Hill. Il tutto unito ad un’ambientazione abusata e alla sola meccanica di piazzamento lavoratori declinata senza nessun twist particolare. La lettura non ha mai fatto decollare il mio interesse: un vero peccato.
A questo punto ci vorrà una prova su strada per capire veramente quanto mi divertirà e se entrerà o meno in collezione.