Top & Flop: vacche in scatola e scatole svaccate

Dopo un po' di assenza, torna la nostra rubrica sugli ultimi giochi provati

Editoriale
Giochi

Era un po' di tempo che non trovavo il tempo di scrivere un Top & Flop, un po' perché, fortunatamente e con un po' di attenzione, i giochi veramente flop si riescono ad evitare, un po' perché avevo iniziato a scriverla come traino per le omonime puntate del Goblin Show, mentre ultimamente ho dato la precedenza ad altro.
Però, visto che se ne ripresenta l'occasione, eccoci qui.

I giochi di cui parlo oggi sono entrambi gestionali, arrivati sul tavolo ultimamente, giocati con due gruppi diversi. Uno è un gestionale puro, che anzi utilizza la meccanica più classica possibile: il piazzamento lavoratori. L'altro è un gioco di civilizzazione, che usa soprattutto l'open draft - ovvero il draft di carte da un display comune (qui più di un display) - e le maggioranze.

Il primo l'ho completamente snobbato, quando è uscito di Kickstarter e, forte di alcuni pareri positivi fidati, l'ho recuperato successivamente, da un privato. Il fatto di finanziare un gioco di piazzamento lavoratori, con una parte di mercato economica e un tema non eccezionalmente accattivante (eufemismo), non era esattamente in cima alle mie priorità, dato che ciò che cerco principalmente nel crowdfunding è avventura, miniature, epicità, campagne, dungen crawler, ecc.

Il secondo, invece, l'ho finanziato, peraltro nella sua versione più lussuosa, con miniature e mega-scatola, interessandomi i giochi di civilizzazione, essendo curioso di un gioco che prometteva di realizzarla entro due ore, in parte fiducioso nell'autore, visto l'apprezzamento, da parte mia, del suo gioco più famoso, ovvero Empires: Age of Discovery.

Fatto sta che, alla prova del tavolo, il primo ha retto alla grande, diventando anzi uno dei gestionali più interessanti provati ultimamente, vincendo tutte le riserve che avevo sulle sue meccaniche già note e già viste, mentre il secondo è stato un flop totale, rivelandosi non solo piatto e lineare come gameplay, ma mancando anche quegli obiettivi tematici che si era posto e che prometteva.

Top: Union Stockyards

Gioco di piazzamento lavoratori ambientato nella Chicago della macellazione bovina, suina e ovina. Astenersi amanti degli animali facilmente impressionabili: se ad Agricola potete provare a giocare senza uccidere bestiame, qui è impossibile. La parte di piazzamento è stretta e sempre combattuta, come si conviene a un piazzamento lavoratori. Quasi tutte le azioni sono esclusive, a parte un paio, che però sono fortemente di ripiego. 

Poi c'è una parte che potremmo considerare di costruzione rete, mista a piazzamento tessere (dei polimini in legno, in questo caso), che è comune a tutti e in cui si compete ferocemente, per rubarsi terreno, spazi, edifici e bonus.

Infine una parte di mercato comune, molto semplice, rapida da applicare, che però si rivela altrettanto importante per influenzare i risicati guadagni dei giocatori e la disponibilità futura dei diversi tipi di bestiame.

Insomma un gioco che non porta chissà quali novità, ma che con due regole semplicissime e un tempo di partita veramente contenuto riesce a fornire un'ottima profondità, scelte difficili e anche un po' di sana cattiveria.

Flop: Mosaic: A Story of Civilization

Un gioco che promette civilizzazione e invece fa:
  • una gran confusione di sviluppi tecnologici, mescolati tutti assieme senza un criterio;
  • un gran caos sul tabellone, permettendo ai giocatori di far nascere città ovunque, senza vincoli, creando imperi frammentati e schizofrenici;
  • un blando sistema militare in cui non si combatte mai davvero, ma che si basa su un controllo astratto delle truppe e uno scialbo sistema di maggioranze. 

Ha anche qualche buona idea, come le carte punteggio nascoste nei mazzi, con la durata della partita decisa in parte dai giocatori stessi. Ma alla fine, più che allo sviluppo di una civiltà, pare di assistere a una gara per collezionare risorse e simboli, in modo da raggiungere per primi le varie carte che danno punti vittoria. 

Al tutto si aggiunge un'ergonomia poco pratica e un'opulenza nei materiali che va a stridere poi con l'elementare gameplay.


Finito il nostro articolo, vi lascio con la puntata andata in onda ieri sera al Goblin Show proprio per la rubrica Top & Flop: ospiti Tania-94 e Pigro.

Commenti

Union Stockyards ha convinto anche me. Ottimo gioco.

In Union Stockyards mi ci sono imbattuto per caso su KS e ho fatto il pledge (io non sono abitudinario in KS, anzi). Mi ha colpito la parte storica e lo studio fatto per rimanere il più possibile vicini al l'ambientazione e poi il regolamento mi dava buone sensazioni. A gioco consegnato devi dire che è stata davvero una piacevole sorpresa: durata contenuta gioco per niente banale nonostante non porti chissà quali novità. Giocato sia in 3 che in 4, in 4 già molto più stretto in 5 credo sia davvero cattivo 😉

ah non si era capito che non ti fosse piaciuto Mosaic :-D

 

Si sa se Union Stockyards verrà localizzato? Grazie!

The Simo scrive:

Si sa se Union Stockyards verrà localizzato? Grazie!

Per ora non si è fatto avanti nessuno. La Maldito Games lo ha portato in spagnolo (è la versione che ho io), sappi che per quanto riguarda il gioco in sé, è solo icone, indipendente dalla lingua. Ti serve conoscere la lingua straniera solo per il regolamento e i dati storici del gioco (parte davvero ben fatta, sto scrivendo un articolo a riguardo).

Occhio, non è completamente indipendente, ci sono alcune carte Year che hanno un minimo di testo, molto semplice, ma ce l'hanno. Per il resto solo icone molto chiare

Infinitejest scrive:

 

The Simo scrive:

 

Si sa se Union Stockyards verrà localizzato? Grazie!

 

 

Per ora non si è fatto avanti nessuno. La Maldito Games lo ha portato in spagnolo (è la versione che ho io), sappi che per quanto riguarda il gioco in sé, è solo icone, indipendente dalla lingua. Ti serve conoscere la lingua straniera solo per il regolamento e i dati storici del gioco (parte davvero ben fatta, sto scrivendo un articolo a riguardo).

spero lo tradurranno, sarà un german ma il ricco flavour text di contesto meriterebbe la localizzazione. Aspetto e spero

s83m scrive:

Occhio, non è completamente indipendente, ci sono alcune carte Year che hanno un minimo di testo, molto semplice, ma ce l'hanno. Per il resto solo icone molto chiare

Giusto, mi correggo: basta uno al tavolo che traduca l'effetto dell'anno o usare il traduttore  sullo smartphone.

De gustibus, io lo adoro Mosaic, come Clash of Cultures ed Era of Tribes, pure Nations, mentre non mi piace Through the Age 

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