[Tutti contro Tutti] Love Letter

Nuovo appuntamento per il Tutti contro Tutti. Stavolta protagonista Love Letter, un filler edito in mille versioni in tutto il mondo, tanto da spingere qualcuno a collezionarle tutte. Sarà davvero un bel gioco? Scopriamolo...

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Love Letter

Nuovo appuntamento per il Tutti contro Tutti. Stavolta protagonista Love Letter, un filler edito in mille versioni in tutto il mondo, tanto da spingere qualcuno a collezionarle tutte. Sarà davvero un bel gioco? Scopriamolo...


 [Kobayashi]
Partiamo da una premessa: io sono per i giochi opulenti. Adoro aprire una scatola e annegare nei materiali, riempirmi le narici dell’odore del cartone nuovo, bearmi alla vista di una dotazione sovrabbondante, passare serate a imbustare, defustellare, ziploccare.
Con Love Letter partivo quindi prevenuto. Eppure questo microgioco (sedici carte, un sacchettino, una manciata di segnalini minuscoli – subito sostituiti con delle gemme di vetro colorate, qui non ce l’ho proprio fatta) mi ha conquistato. Meccanica semplicissima: peschi una carta, scarti una carta, applichi l’effetto della carta scartata.
È tutto quello che sta a valle, che conta.
Otto tipologie di carte, ciascuna presente in un numero definito e conosciuto da tutti i giocatori. Una carta eliminata, coperta, all’inizio del round, per annullare il determinismo matematico. E si parte in un crescendo di bluff, ragionamenti e dichiarazioni. Ciascuna carta ha un effetto speciale che quasi sempre interagisce direttamente con un altro giocatore, con l’obiettivo di fargli scartare la carta in mano e quindi eliminarlo dal gioco. Vince un segnalino chi alla fine del mazzo resta in gioco con in mano la carta dal valore più alto. Chi arriva a possedere un numero di segnalini fissato in base a quello dei partecipanti vince la partita.
Banale, assolutamente slegato dall’ambientazione (Tempest) cui vorrebbe ispirarsi, financo ripetitivo nello svolgimento. Eppure dannatamente intrigante (Chi mi conviene attaccare? Che carta può avere in mano?), nonché un perfetto grimaldello per babbani. L’ho giocato con colleghi, con amici, in famiglia. Ormai la classica apertura è con mia figlia che mi guarda beffarda e dichiara “Papà è…il Barone!” (da noi immediatamente rinominato “il Malvagio BaVone”). Così, al brucio. E spesso ci azzecca, la fetente, in barba a qualsiasi statistica.
Micro in tutto, non lo nego: nei materiali, nelle meccaniche, nel tempo da dedicargli (20-30 minuti). Ma quel tempo ha per me un rapporto qualità-prezzo elevatissimo. Unica pecca: da giocare esclusivamente in tre o in quattro, perché in due non vale molto.


Giudizio complessivo: 8

 


 [Linx]
I filler che mi piacciono sono rari. I giochi in cui si bluffa o si cerca di capire chi è chi li detesto abbastanza. Quindi il fatto che Love Letter mi piaccia non è concepibile neanche per me. Meno ancora il fatto che l'abbia comprato e portato proprio io nel gruppo! Potere dei consigli altrui. Cosa mi piace?
Il fatto che il tempo di preparazione è nullo, ad esempio, e che si giochi un pugno di minuti. Così pochi da non portare realmente via tempo impiegabile con giochi migliori. Il gioco poi non richiede chissà che conversazioni fra giocatori per convincere gli altri di chi si è o non si è (anche perché cambi personaggio quasi ad ogni giro): ti arriva una carta e decidi chi vuoi essere in base a pochi parametri. Talvolta nessuno, come quando sei obbligato dalle regole a scartare specificatamente una delle carte in tuo possesso, spesso concedendo grandi indizi agli altri giocatori. Nonostante le scelte siano estremamente poche e che moltissime partite sono decise da persone che tirano ad indovinare, io lo trovo divertente. Anche quando vengo eliminato al primo giro da una guardia che mi accusa di essere un vescovo: la dichiarazione più inutile che ci sia. Mi diverte proprio l'assurdità della situazione. Tanto in 4 minuti la mano è finita e ne fai un'altra.
E i cuoricini in legno mi piacciono.
Odioso invece il fatto che non sarebbe possibile giocarlo in più di 4. Noi spesso bariamo e lo facciamo uguale. Tanto che cavolo di bilanciamento vuoi sballare!?


 

Giudizio complessivo: 8


 [Sava73]
Materiali (ovvero carte, sacchetto e cubetti - cuoricini per l'edizione italiana) decisamente sovrapprezzo: aprire la scatola e trovarci 16 carte lascia davvero interdetti. Graficamente invece il gioco è curato e ben realizzato. La grafica mi piace davvero molto e rende molto l'idea di trovarci a corte in mezzo agli intrighi. Regolamento molto light, ben scritto e senza punti oscuri. Il gioco gira bene in 4 e in 3... in due non ha senso, ma farei altro in ogni caso. È possibile giocarci anche in 5, senza acquistare un'altra copia, grazie ad una variante pubblicata anche in Tana. È un gioco di carte: bisogna davvero parlare di rigiocabilità? Alta: quanto permette l'incrocio fra i vari ruoli presenti e le capacità dei partecipanti di arricchire la partita con bluff e decisioni imprevedibili. Di sicuro però non stiamo parlando di un gioco profondo che si presta all'analisi o all'elaborazione di strategie diverse. Il gioco non aggiunge nulla a quanto già visto in quel particolare segmento, rimane però una valida alternativa a The Resistance o Coup superandoli quando il numero dei giocatori cala.



Giudizio complessivo: 7

 


 [Agzaroth]
La versione che avevo io prima di regalarla, consisteva in un mazzo di carte da imbustare e in una manciata di “cubetti d'amore”, ovvero cubi rosa. L'ambientazione è abbastanza pretestuosa, per un gioco di pesca e gioca, comunque discretamente originale. Scalabilità bassa, visto che si arriva massimo a 4 e in 2 è decisamente triste: troppo limitato per quello che dovrebbe essere una sorta di party game. Rigiocabilità ai minimi storici e originalità rasente a zero: è un pesca e gioca con poteri variabili. Interazione ovviamente alta, altrimenti non avrebbe proprio nulla: nessuna originalità, meccaniche abbondantemente viste e riviste. Strategicamente inesistente; anche la tattica si riduce alla scelta tra due carte. Nel complesso a metà tra un filler (piatto) e un party game (triste), ha avuto un enorme successo e infiniti spin-off per la sua riadattabilità, abbordabilità, costo contenuto e forse l'illusione di potersi davvero trombare, alla fine, una bella principessa. 


 

Giudizio complessivo: 4


 [Aibindrye]
A me piacciono i giochi partoriti da quei geniacci di giapponesi. Mi piace la loro filosofia, il loro approccio al gioco, la semplicità unita spesso ad un tocco geniale. E quindi su Love Letter avevo ben pochi dubbi: potremmo definirlo uno dei rari casi di prOgiudizi, .
Bene. Poi l'ho provato. Ed è stata una delusione fortissima. Love Letter è un gioco pensato male, realizzato peggio, playtestato... forse, ma venduto tanto, tantissimo, pure troppo!!! Riciclato in tutte le salse è diventato una sorta di punto di riferimento per la categoria dei giochi di bluff, a mio modo di vedere inspiegabilmente.
Love Letter non diverte, non può farlo perchè non ha mordente, non ci si immedesima nei personaggi o nei loro compiti e non ha uno scorrimento in-game che porti ad un livello di pathos/coinvolgimento tale da provare un brivido d'emozione, alcuna.
La meccanica di bluff, dicevamo, è tremendamente piatta, inconsistente se non involontaria.
Le scelte tattiche (ma quale strategia... ma dove???) possono essere pressoché nulle, il più delle volte ripeti meccanicamente un'azione dovuta a circostanze obbligate e tiri avanti finché non succede qualcosa... un meteorite... un incendio... gli alieni... la fine della partita... l'annuncio dell'ennesimo spin-off da provare assolutamente!!!
Insomma, per me, Love Letter è un gioco brutto, per nulla originale ed anche noioso. Bocciato.
Amici del Sol Levante, sarà per la prossima...



Giudizio complessivo: 3

 


 

 

Intrighi a Corte, Bluff e controbluff, infamate e colpi di scena... tutte doti del suo compagno di banco. Love Letter, la più grande delusione "da quanno l'omo inventò er cavallo" (cit.).
Partiamo con i pregi così ce li togliamo subito: in una confezione portabilissima si trovano ben 16 carte ben illustrate, qualche token regolamento breve e chiaro. Fine.
Veniamo ora alla lista di cose che me lo hanno fatto apprezzare come una cartella esattoriale di equitalia.
Ambientazione: pervenuta solo grazie ai disegni, poteva essere tranquillamente ambientato durante la sagra del carciofo di Ladispoli.
Scalabilità: nulla, da 4 secco.
Originalità: dice di essere un pesca e gioca con una spruzzata di bluff. Proprio quest'ultimo aspetto mi ha stranito parecchio. Io amo i giochi di bluff, adoro la tensione che generano intorno al tavolo e il divertimento quando riesci a fregare un amico come Asso con il Marsigliese. Beh qui il bluff è non pervenuto. O meglio è quasi retroattivo, nel senso che finita la partita ti giri verso un amico e gli dici "hai presente al secondo turno quando pensavi avessi la guardia? Non era vero" e lui ti risponde "Mmh, mi passi la birra?". 
Di strategia e tattica lasciamo perdere, troverete la stessa profondità di una pozzanghera.
Insomma, un acquisto sicuro...per il vostro acerrimo nemico

giudizio finale: 3

Commenti

Penso che Aibindrye e Agzaroth siano stati troppo generosi con la valutazione.
Una cosa è divertirsi e una cosa è un gioco in scatola. Ieri sono andato a bere una birra con amici e abbiamo riso tutta sera. Non per questo se dovessi valutare la birra come gioco in scatola gli darei un 8.
Ecco io la vedo così, a love letter è capitato (tra l'altro non spesso) di divertirmi, a volte perché il tavolo era brillo e quindi bastava fare un peto o indovinare chi aveva la carta principe per far scoppiare le risate.
Ma il gioco rimane un non gioco. A questo punto possiamo anche direi che giocare a la carta più alta tutto sommato non è così male e ci si riesce a giocare più volte che a Mega Civilization quindi è un gioco migliore.

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