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Bella recensione.
Ho giocato gli altri titoli della serie, gli ultimi due sono in attesa di potersi reincontrare, questo mi manca!
Corpo di mille balene, quei due filibustieri di Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino ne hanno fatta un’altra delle loro!
Deckscape Ciurma vs Ciurma: L'isola dei pirati è l’ottava uscita della serie Deckscape (un milione di copie vendute nel mondo, disponibile in 14 lingue diverse - ma non compratelo in polacco per risparmiare 74 centesimi!), l’escape room tutta italiana targata dV Giochi (che ringrazio per la demo copy). Come al solito, gli autori sono quei due topi di sentina di Martino Chiacchiera e Silvano Sorrentino, che stavolta hanno davvero cambiato le carte in tavola: quella che troveremo a giocare non sarà più la solita lotta contro il tempo, ma contro altri giocatori. Ebbene sì, siamo di fronte a una escape room competitiva! I partecipanti alla sfida si troveranno a impersonare avidi pirati alla ricerca del tesoro di Barbanera, in un duello all'ultimo enigma; i giocatori necessari al tavolo vanno quindi da 2 a 6 e saranno divisi in due squadre, l'età consigliata è di 12-99 anni (purtroppo, anche stavolta il vostro bisnonno ultracentenario non potrà prender parte alla partita).
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un fiorire di escape room da tavolo: qua in Italia, abbiamo visto arrivare tra le prime Exit, Unlock e proprio Deckscape, andando avanti con Escape Room, Escape Tales e via dicendo. Il dubbio amletico che attanaglia i giocatori è: qual è la migliore? La risposta non è semplice e, credo, semplicemente non esiste in senso assoluto. Sicuramente ci sono escape room con enigmi più o meno complessi e più o meno ben architettati, con storia e trama più o meno coinvolgenti, con app o senza app e via dicendo, ma tutto sta nel trovare la giusta sfida per sé e i propri compagni di gioco. Per prima cosa, se non aveste ascoltato questo podcast andate subito a colmare la vostra lacuna, e di corsa! Aye? Aye! Se invece voleste qualcosa da leggere, c’è sempre questo articolo di Agzaroth.
Effettivamente, Deckscape cerca solitamente di coniugare il più possibile le due componenti, evitando la potenziale frustrazione che i giocatori possono avvertire in partita. Rispetto ad altre escape room, gli enigmi non sono mai davvero troppo elaborati o complicati (ma non intendo dire che non siano sfidanti, anzi!): si ragiona, si cerca di arrivare ad una conclusione e si gira la carta, che spiegherà nel dettaglio la soluzione - per dire, una cosa che odio è cercare sul sito della casa editrice la soluzione per capire come mai la soluzione sia proprio quella o dover spulciare su BGG per vedere se qualche altro malcapitato ha passato un brutto quarto d'ora come me a lottare con un certo enigma, riuscendo però a trovare il bandolo della matassa.
Una particolarità di Deckscape è che non è presente un vero e proprio regolamento: una volta aperto il mazzo di carte, si inizia a leggere la prima carta e si seguono le indicazioni, che possono variare leggermente da uscita a uscita. Solitamente, si segna l’ora di inizio della partita e si iniziano ad affrontare gli enigmi: una carta ci chiederà di arrivare ad una soluzione condivisa tra i partecipanti (enigmi matematici, di colpo d’occhio, prendendo in considerazione altre carte…) e, una volta raggiunta, come già detto si gira la carta per vedere se s’è beccata la risposta giusta o meno. Se si è risposto in maniera corretta ci si congratula con gli altri giocatori, se si è risposto male probabilmente si prenderà un malus (una crocetta da segnare e che ci farà perdere “tempo” in punteggio a fine partita): in ogni caso, si continua a seguire le indicazioni presenti sulla carta e si prosegue. Arrivati alla fine dell’escape, si vede quanto tempo ci si è messo, quanti errori sono stati fatti e ci verrà detto quanto siamo stati bravi.
Tutte le escape room, di base, hanno il solito funzionamento: i giocatori uniscono i loro cervelli in una lotta contro il tempo e contro il gioco per risolvere tutti gli enigmi proposti. In questo caso (ancora unico, per quanto ne sappia) ci troviamo invece di fronte a una escape room competitiva: i giocatori si divideranno in due squadre e giocheranno l’una contro l’altra: solo una ciurma porterà a casa la vittoria finale.
Spoilerando davvero poco o niente, in questa Deckscape la squadra rossa lotterà contro la squadra blu in una dozzina di sfide, in cui solitamente chi arriva per primo alla soluzione riceverà “un premio”. Per una volta il tempo non sarà imposto da un timer, ma sarà la rapidità di pensiero altrui a metterci pressione per la risoluzione degli eventi. Non mancheranno “enigmi” diversi (quasi dei mini-giochi) e molto più “pirateschi”, ma lascio a voi il piacere della scoperta. Ovviamente, le grandi assenti saranno le carte con gli aiuti scritti al contrario: stavolta è davvero tutto in mano ai giocatori, nel bene e nel male!
La durata della partita si attesta intorno all’ora - ora e mezzo come per le altre Deckscape, a meno di ciarle e sfottò tra un enigma e l’altro. Davvero, vorrei poter andare oltre e raccontare anche velatamente qualcosa accaduto in partita ma rischierei davvero di dire troppo, e in questo genere di giochi l’effetto sorpresa è sicuramente una parte importante del divertimento.
È complicato riuscire a parlare di una escape room da tavolo senza spoilerare e dovendo fidarsi solo delle proprie sensazioni alla prima - e unica - partita. Nel mio caso, vista la condizione sanitaria mondiale attuale, la sfida è stata 1 vs 1 e senza esclusione di colpi: l’ho portata a casa con un grosso ribaltone proprio all’ultima sfida, peccato non aver avuto uno schioppo o un cannone caricato a salve per festeggiare degnamente.
Penso che la configurazione ideale sia 2 vs 2, così da mantenere da una lato la possibilità di collaborare (e avere anche più spunti di risoluzione) e aumentare la possibilità di divertimento competitivo. Ovviamente, visto che siamo in tema piratesco, ci sta anche farsi uscire qualche affermazione per sviare gli avversari in potenziale ascolto! È anche possibile giocare in configurazioni dispari o in più di 4, ma da amante della simmetria e dei tavoli ristretti torno a puntare tutto sul 2 vs 2. Volendo, si può decidere di assegnare un bonus ad una squadra se ritenuta svantaggiata (magari perché ha meno giocatori), ma davvero vogliamo far sentire qualcuno come l’ultimo scelto a calcetto?
Qua a casa Fedellow, per dire, l’escape room da tavolo che va per la maggiore e vince sempre è sicuramente Unlock, per “l’effetto wow” che riesce a dare ogni volta, tra enigmi e nuove genialate dell’app. Quest’ultima Deckscape ha però fatto breccia nel mio gradimento, facendola balzare al gradino più alto sul podio delle Deckscape finora uscite, seguita da Dietro il sipario e Fuga da Alcatraz, per quel che mi riguarda. Da amante del gioco competitivo, mi sono ritrovato sorpreso nel vedere come abbia funzionato in questo campo una tipologia di gioco che è da sempre cooperativa; mi ha convinto il giusto equilibrio tra sfida degli enigmi proposti e sfida con l'avversario, con le meningi in azione per cercare di capire come valutare gli elementi presenti sulle carte e un occhio sull'avversario, per capire se più avanti di noi o meno. Trovo sia un esperimento davvero più che riuscito e spero ce ne siano altre, sebbene i due autori cerchino sempre nuove vie per le loro creazioni.
Per cui, se avete voglia di mettervi in competizione all’interno di una escape room da tavolo, questo Ciurma vs Ciurma è sicuramente l’occasione giusta… e non sia mai che si riesca a convincere Silvano Sorrentino e Martino Chiacchiera a tirarci fuori un’altra escape competitiva!
Bella recensione.
Ho giocato gli altri titoli della serie, gli ultimi due sono in attesa di potersi reincontrare, questo mi manca!
Bellissima Escape giocata 2 vs 2. Numero effettivamente ideale.
Enigmi simpatici e vari e sistema di squadra contro squadra molto ben riuscito.
Noi l'abbiamo apprezzata un sacco.
Quellamdei pirati è una delle mie ambientazioni preferite.
Titolo da provare... ma quando???
Provata ieri, enigmi carini ma nel complesso non ci ha entusiasmato. Detto questo, sicuramente il sistema di gioco a squadre è qualcosa di innovativo e funziona bene.
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