Ambientazione
Ok, lo ammetto, ho comprato Attika ad occhi chiusi solo perché mi piaceva la copertina e la grafica dei palazzi... e quando ho provato il gioco sono stato piacevolmente sorpreso. Non perché non mi aspettassi un buon gioco, ma perché non mi aspettavo un gioco di questo tipo.
Attika infatti, nel suo profondo, non è un gioco di costruzione, né un gioco di civiltà in espansione o cose simili, ma un gioco di piazzamento strategico che ricorda per profondità i grandi classici come "Tigri ed Eufrate" e, addirittura, l'inamovibile "Go", il tutto ambientato nell'antica Grecia.
Il Gioco
Lo scopo dei giocatori è quello di piazzare sulla mappa i propri edifici in modo tale che questi uniscano due templi che si trovano ai lati opposti della stessa (in caso si giochi in tre o in quattro, vi saranno tre o quattro templi agli angoli di un triangolo/quadrato rispettivamente). Si può vincere anche piazzando tutti gli edifici sulla mappa, ma questa condizione di vittoria è rarissima a realizzarsi. La mappa è composta modularmente da alcuni esagononi a loro volta composti da sette esagoni più piccoli, riportanti alcuni simboli risorsa.
Ciascun giocatore parte con alcuni edifici ed alcune carte risorsa, e ad ogni suo turno può o pescare due edifici dalle sue quattro pile degli edifici ancora da ricevere (ed eventualmente piazzarli), o costruire 3 edifici già ricevuti e "messi da parte". Ciascuna di queste azioni può essere sostituita dal pescaggio di una carta risorsa, per cui ad esempio un giocatore può pescare un edificio (piazzandolo o meno) e pescare una carta risorsa, oppure piazzare un edificio già ricevuto e pescare due carte etc.
Per piazzare un edificio sulla mappa il giocatore deve spendere alcuni punti risorsa, indicati sulla tessera edificio stessa. I punti possono venire dalle carte risorsa in mano al giocatore, o dalle risorse stampate sulla mappa: infatti ogni edificio può usare (per essere piazzato) tutte le risorse nello spazio in cui lo si vuole piazzare e in quelli adiacenti, a patto che non vi siano già sopra altri edifici.
Gli edifici poi hanno una certa "gerarchia": sette edifici sono "di base", mentre gli altri sono legati fra loro e a quelli base attraverso uno schema di dipendenze. Il significato di questo schema è che un giocatore può piazzare un edificio direttamente collegato ad uno già edificato sulla mappa, a patto che venga messo ad esso adiacente, senza spendere punti risorsa. Pertanto il gioco premia chi riesce ad organizzarsi in maniera tale da riuscire a piazzare il maggior numero di edifici gratuitamente. Inoltre chi riesce a piazzare collegati tutti gli edifici "figli" di un certo edificio base riceve in premio un'anforetta, che in pratica gli permette di eseguire un'azione extra una volta nella partita.
Ho citato in precedenza inoltre il fatto che il giocatore ha 4 pile di edifici: una pila ha dentro gli edifici base, le altre tre hanno al loro interno tutti gli edifici "figli". Anche le pile giocano un loro ruolo nella gestione del gioco però: quando una pila si esaurisce, il giocatore può aggiungere alla mappa un nuovo esagonone, aprendosi nuove vie verso i templi.
Considerazioni
La spiegazione suona complicatuccia, ed in effetti il gioco non è immediatissimo, soprattutto perché, come molti giochi di piazzamento, tende ad essere un po' "arido". Ma, presa la mano, ci si ritrova per le mani un gioco che offre una sfida mentale notevole, e che richiede un certo impegno per essere giocato bene, due cose che forse potranno scoraggiare alcuni ma che sicuramente saranno gradite agli amanti dei giochi un po' meno "leggeri". Un gioco bellissimo, ma sicuramente non per tutti.
P.S. - La recensione fa riferimento alla versione tedesca del gioco, non sono al corrente di eventuali cambiamenti rispetto a quella americana del gioco. Tra l'altro il gioco è completamente indipendente dalla lingua, per cui potete acquistarlo in versione tedesca senza problemi.
Giochi collegati:
AttikaScritto da NeuroNiky il 20/01/2004
Voto recensore:
6,7Pro:
Impegnativo, intelligente, intrigante. veloce, nonostante il "brain power" richiesto dal gioco. Veste grafica lussuosa, anche se i disegni sono un po' piccolini.Ottimo tanto in due quanto in quattro.
Contro:
Un po' arido, un po' troppo astratto, un po' troppo impegnativo per alcuni. Giocare in due è praticamente un prerequisito per poter poi giocare in quattro con una certa consistenza di risultati.La componente fortuna legata al pescare le carte e le tessere mina un po' un gioco così di riflessione.
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