Il gioco originale in breve
Bohnanza - che in italiano è stato pubblicato come Semenza - è un gioco di carte in cui vince chi guadagna più soldi vendendo le proprie coltivazioni.
Le carte raffigurano diversi tipi di legumi, ortaggi o chicchi accomunati dalla stessa radice semantica (in tedesco Bohn - da qui il gioco di parole col celebre telefilm) e disegnati in modo molto ironico e divertente. Nella parte superiore delle carte è indicato il numero di carte di quel tipo presenti nel mazzo, nella parte inferiore troviamo il valore economico di vendita in base al numero posseduto; sul retro è raffigurata una moneta.
Quando una piantagione viene venduta, alcune delle carte giocate restano come monete guadagnate, mentre tutte le altre carte si scartano.
La partita termina quando finisce il mazzo di pesca, dopo aver rimescolato due volte gli scarti.
La versione Duel
Nelle successive edizioni del gioco base era presente una variante per due giocatori derivata dall’espansione Al Cabohne, ma si è rivelata un adattamento non entusiasmante: per questo è nata questa versione specifica per due giocatori.
La meccanica di base è rimasta pressoché invariata: si giocano una o due carte dalla mano, poi si scoprono le carte dal mazzo di pesca e inizia la fase di scambio (o regalo); quando si vuole, si può convertire una piantagione in monete.
Sono state inserite alcune interessanti modifiche:
- i giocatori partono già con tutti i tre campi disponibili;
- su ogni campo è consentito avere più coltivazioni differenti, a condizione che siano posizionate in numero crescente (per esempio la carta col numero 20 può essere messa dopo la carta col numero 8, ma non viceversa);
- dal mazzo di pesca vengono scoperte tre carte, anziché due;
- è stata aggiunta la fila dei regali, composta da una carta per ogni tipo di coltivazione, che modifica la meccanica dello scambio di carte. Dopo che il giocatore rivela le tre carte, parte una fase di “regalo”, in cui il giocatore di turno deve offrire una carta all’avversario: se questi accetta, riceve la carta e la fase finisce; se la rifiuta, tocca all’avversario “ricambiare” l’offerta. Si continua finché non viene regalata una carta. Si può anche bluffare, offrendo una carta che non si possiede; ma, nel caso venga scoperto il bluff, il giocatore che ha “imbrogliato” deve dare all’altro una moneta;
- la partita termina dopo che si è esaurito la seconda volta il mazzo di pesca.
Considerazioni
Parto dicendo subito che il titolo sicuramente è più divertente nella versione originale in più partecipanti (da cinque a sette), ma anche quest’adattamento a due ha il suo perché. Regala un’esperienza di gioco piacevole e non banale; è facilmente trasportabile, ma non può essere intavolato ovunque perché necessità di un po' di spazio fra la fila del regalo e lo spazio per le coltivazioni.
La meccanica del “regalo forzato” è stuzzicante e può rivelarsi cattivella quanto basta.
Per quanto riguarda gli obiettivi, personalmente avrei preferito una versione più difficile, cioè che si potessero realizzare solo in base alle proprie coltivazioni. Nonostante non diano molti punti vittoria potrebbero comunque fare la differenza e, così come sono, rappresentano una componente aleatoria abbastanza forte: il loro valore va da dieci a cento e dipendono dalla fortuna nella pesca, oltreché da come ha giocato l’avversario le sue coltivazioni.
In sintesi un buon gioco che consiglio soprattutto agli amanti del gioco classico che non riescono ad intavolarlo per questioni... numeriche.