Sono in attesa di Hallertau, che provo a brevissimo
Biografia apocrifa del Signor Darcy:
Uwe Rosenberg nasce nel 1970 in Bassa Sassonia a seguito di un basilare desiderio di maternità dei suoi genitori. Inizia a interessarsi ai giochi ai tempi della scuola, durante una verifica di matematica in cui il suo compagno di banco secchione coltiva il suo orticello e lui – affascinato – si prende un quattro e salta la cena. Durante gli studi riesce a farsi pubblicare Bohnanza, gioco sui fagioli ispirato a una nottata tormentata dopo una cena in birreria. Si laurea in statistica con una tesi sulla distribuzione delle probabilità nel Memory (che sostanzialmente dimostra che non importa quanto ti impegni, vince comunque tua sorella).
Nel 2000 fonda la Lookout Games e si guadagna da vivere propinando assurde espansioni di Bohnanza mentre si dedica ai giochi di carte – almeno fino a quando non viene duramente cazziato da Hubert dell’osteria Edelweiss per essere uscito con un sette singolo.
Un giorno sua madre gli chiede di andare al mercato per comprare una zucca e lui torna con una carriola di terra, una bustina di semi e un contadino sulle spalle; salta ancora la cena, ma ha l’idea per il gioco che gli cambia la vita. Agricola è un successone, tanto che col tempo arriva a superare Puerto Rico in testa alla classifica del più importante sito per la comunità dei giochi da tavolo – quello senza categorie strane, intendo. L’anno successivo il successo viene replicato da Le Havre, gioco con un solo lavoratore sempre affamato e sedici diverse risorse da gestire in cui Uwe descrive perfettamente la realtà della pubblica amministrazione.
Nel frattempo Uwe si sposa con Susanne: sarà un caso, ma da allora pubblica quasi solo giochi sempre più complicati e con sempre meno interazione – c’è di buono che almeno c’è qualcuno che gli cucina qualcosa.
Nel 2013 pubblica Caverna , al solo scopo di rompere le palle ai posteri che non potranno fare a meno di confrontarlo con Agricola, mentre quest’ultimo sta conoscendo più aggiunte, tagli e modifiche della cattedrale di Kingsbridge.
Nel 2020 dicono che è uscito Hallertau; ma lui giura di non saperne niente.
Negli ultimi anni Uwe ha la fissa del piazzamento polimini, sviluppata durante un interminabile pomeriggio passato a riempire di oggetti di forma indefinibile il saccone blu dell’Ikea. Il capolavoro in tal senso è Patchwork, gioco in cui si deve cucire una coperta che a Uwe verrà buona durante la vecchiaia per osservare i cantieri nei monasteri dei trappisti.
Uwe vive a Gütersloh e si diverte a fare ordini bendato su spielmaterial.de acquistando carriole di componenti sparsi che poi rivende allo Spiel di Essen inseriti a csa in una scatola con un titolo evocativo. Tipo, che so, Gütersloh.
La produzione ludica del teutonico Uwe è a dir poco enorme e ad oggi in continuo aggiornamento. Sicuramente un paladino dei giochi german, ha spaziato nelle meccaniche sperimentando diverse soluzioni e realizzando giochi che tengono impegnati i giocatori in una spremuta di meningi. Ma non ha disdegnato anche di creare prodotti per rilassanti e fugaci appuntamenti ludici di coppia.
Tra le caratteristiche che lo contraddistinguono vi sono una certa predilezione per le ambientazioni a tema contadino, l’uso e l’abuso di lavoratori e di polimini, l’utilizzare una sola meccanica in svariati giochi fino a ridurla all’osso soprattutto negli ultimi anni. Abbiamo dedicato un podcast intero alla sua produzione e ne sono stato portabandiera nei ludi dei Gladiautori, per quanto gloriosamente per una sola tornata.
Tra i titoli più noti, oltre a quelli che seguiranno, ricordo Semenza (o Bohnanza) il gioco di gestione di una mano di carte, e quando dico gestione intendo che anche l’ordine di pesca è un fattore importante visto che queste non possono essere mescolate una volta in mano. Ricordo le ruote di Ora et Labora e Glass Road, la corsa tra semine e raccolti di Alle Porte di Loyang, i mastodontici La Festa per Odino e Fields of Arle, per non dimenticare i piccoli Mamma mia! e Nottingham, fino ai recenti piazzamenti tessere di Nova Luna, Sagani, New York Zoo. L'ultimo, Hallertau, sembra aver ripreso la via del piazzamento lavoratori e della gestione di carte. Dovendo scegliere tre titoli dalla sua produzione, per quanto questa sia a dir poco pantagruelica, la scelta non è stata difficile. Ecco quindi i tre imperdibili di Uwe Rosenberg.
Agricola
Se tu che leggi conosci l’autore di questo articolo, questa scelta ti starà sorprendendo quanto può stupire uno dei consigli di Studio Aperto durante il periodo estivo. In questo gioco vi ritroverete a gestire una povera (ma audace) famiglia contadina, partendo da due piccole stanze di legno, qualche acro di terra fertile e una manciata di pane. Nell’arco dei quattordici turni di cui è costituita una partita piazzerete questi baldi contadini negli spazi azione a disposizione, raccogliendo la preziosa legna (che contraddistingue chi regna), seminando campi da coltivare (dice il saggio: “nel dubbio, ara un campo”) e perché no, dandoci dentro ogni tanto per far aumentare la propria prole, sia umana che animale. Ai giocatori sono date inoltre sette carte relative a piccole migliorie per la propria fattoria e sette aiutanti che potranno, al prezzo di un tozzo di pane, darvi un non indifferente supporto.
Tutto questo se le cose andranno bene. La fame è dietro l’angolo e se non sarete bravi a portare il pane e il companatico alla vostra tavola dovrete mendicare, e saranno punti negativi per voi.
Perché dovreste giocarci
Agricola è il gioco di piazzamento lavoratori per eccellenza, un gioco che si presenta amichevole ma che, se non sarete in grado di gestire, vi porterà all’esasperazione. Pochi giochi sono appaganti o frustranti come questo. Le carte vi daranno una grande variabilità, rendendo ogni partita un’esperienza diversa. Combinarle con le azioni a disposizione e con la brutale concorrenza degli altri seduti con voi al tavolo sarà un arduo compito, ma ne varrà la pena. Che siate da soli o in quattro/cinque (in base all’edizione che avete) ci sarà sempre da divertirsi. Attenzione: l’ultimo turno arriva che non te ne accorgi.
Perché non potrebbe fare al caso vostro
Se siete deboli di cuore e non reggete il peso delle scelte che il gioco vi richiede, oltre alla fatica contadina, allora passate pure a qualche hobby più leggero, come osservare uccelli o alzare pollici. La coperta corta del gioco potrebbe essere una barriera non facile da superare, anche se Uwe è buono e ne ha fatto anche una versione per famiglie che vogliono passare le serate in leggerezza.
Le Havre
Se Agricola sa essere cattivo, Le Havre può risultare dannatamente crudele. Dalla tranquilla vita dei campi si passa a un attivo centro portuale francese, dove le merci arrivano e scaltri affaristi le utilizzano per produrre beni di alto valore. Vi mancano i soldi? Nessun problema, avrete a disposizione una banca disposta a farvi credito, ovviamente con una piccola usura sopra. In Le Havre i giocatori avranno sostanzialmente due azioni da scegliere durante il proprio turno: prendere le merci da uno dei magazzini; attivare un edificio, anche di un avversario. Tutto qua (salvo azioni extra gratuite). Dietro questa apparente semplicità si nasconde un capolavoro di gioco dove sarà fondamentale riuscire a costruire gli edifici giusti e mantenere i propri lavoratori alla fine di ogni turno. Gli edifici andranno in combinazione tra di loro, se sarete bravi, oppure vi ritroverete ad avere dei capannoni buoni solo a prendere polvere. Non dimenticate di prenotare anche qualche bel viaggio in nave! L’obiettivo finale sarà avere il maggior numero di Franchi, sia in moneta che in valore degli edifici.
Perché dovreste giocarci
Le Havre è un gioco profondamente strategico, dove le abilità di decisione dei giocatori sono messe a dura prova, che fornisce una sfida che pochi giochi hanno. Serve quasi più tempo a fare il setup che a imparare le regole e la rigiocabilità è molto elevata. Molto godibile in solitario e in due giocatori.
Perché potrebbe non fare al cosa vostro
Se Agricola è troppo per voi lasciate perdere Le Havre. Qui le partite possono risultare molto, ma molto più lunghe, tanto che in cinque non sono consigliate se non con tutti esperti del gioco. Oltre a questo se non vi piace osare, perché qui si deve osare nelle scelte, passate a titoli più tranquilli, che non vi lasciano il mal di testa alla fine (anche se al contempo meno appaganti). Magari Le Havre: ancora in porto, la versione per due giocatori molto più light, veloce e rilassante.
Patchwork
Dai, non vi lascio solo con titoli dove la fame e il lavoro sono padroni, e aggiungo alla lista il caldo e tenero abbraccio che solo una coperta fatta di cartoncini può dare. Nel 2014 Uwe tira fuori dal cilindro questo piccolo gioco per due giocatori, intenti a raccogliere tessere, altresì dette polimini, per creare delle coperte, forse alle volte un po’ appariscenti e talvolta piene di toppe (del resto, si deve creare un patchwork). Il gioco è semplicissimo, a turno il giocatore più indietro nel tracciato del tempo sceglie una delle tre tessere a disposizione seguenti la pedina indicatrice, poste in un tracciato circolare. Queste tessere, che ricordano quelle del tetris, vanno poste in una plancia personale a formare la propria coperta. I bottoni sopra raffigurati sono l’energia del gioco e sarà vostro obiettivo averne di più a fine partita. Attenzione però a non lasciare troppe aree non coperte, altrimenti saranno punti in negativo (e Sava ne sa qualcosa).
Perché dovreste giocarci
Patchwork è immediato, veloce e divertente. E scala pure ottimamente! Una partita non si nega mai, l’unica scusa per non giocarci è che non siete mai soltanto in due al tavolo ma non mancheranno certo i volontari. Mezz’ora di divertimento assicurato, di lanose carognate e piogge di bottoni.
Perché potrebbe non fare al caso vostro
Se non amate i filler ovviamente non fa al caso vostro, ma nel caso avete i due titoli precedenti pronti per voi. Per il resto non vedo altri motivi per non giocarci.
Biografia apocrifa a cura di Daniel "Renberche"
Uwe Rosenberg (e sottolineo RoseNberg non RoseMberg, come ReNberche e non ReMberche) nasce nel vicino 1970, ad Aurich, città nota ricorsivamente per aver dato i natali a uno dei migliori autori di giochi da tavolo.
Fin dalla tenera età mostra i primi segnali della sua grande passione. Narra infatti la leggenda che le sue prime parole siano state "piazzamento" e "lavoratori", e che subito dopo abbia sputacchiato delle pastine a forma di polimini addosso alla madre. La quale lo segnò per la vita minacciandolo di non dargli più da mangiare e rifilandogli tre schiaffi. Un'esperienza traumatica che lo segnerà per sempre.
Ancora studente la Amigo gli pubblica Bonhanza (1997), noto in Italia col titolo di Semenza, un gioco da avere in ogni ludoteca che si rispetti. Acquisita la laurea in Statistica si butta a capofitto nella creazione di giochi, creazione di case editrice (Lookout Games), vendita di case editrici (Lookout Games alla Asmodee, ciameo mona).
Lista giochi principali
1997 Bohnanza
1998 Bargain Hunter
1999 Klunker
1999 Mamma Mia!
2000 Babel
2001 Limits
2002 Bean Trader
2003 Yellowstone Park
2004 Sole Mio!
2006 Nottingham
2007 Agricola
2008 Le Havre
2009 At the Gates of Loyang
2010 Merkator
2011 Ora et Labora
2012 Agricola: All Creatures Big and Small
2013 Glass Road
2013 Caverna: The Cave Farmers
2014 Patchwork
2014 Fields of Arle
2015 Hengist
2016 A Feast for Odin
2016 Cottage Garden
2017 Nusfjord
2017 Indian Summer
2018 Reykholt
2018 Spring Meadow
2019 Robin of Locksley
2019 Nova Luna
2020 Fairy Trails
2020 Sagani
2020 New York Zoo
2020 Hallertau