Materiali
Eccezionali. Tutto il cartoncino è spesso e resistente: dalle plance al segnapunti, fino ad arrivare alle tessere. Semplicemente tutto. Troviamo anche un carretto tridimensionale da montare e una grafica coloratissima che non crea mai confusione. Il regolamento risulta molto chiaro e semplice e non lascia spazio a dubbi.
Il gioco
Essendo una recensione e non un confronto con altri giochi simili (sì, ok, mi sto riferendo a Patchwork) vorrei evitare di sottolineare eventuali somiglianze o differenze (ci sarà tempo più tardi per questo), ma semplicemente parlarvi del gioco.
I giocatori sono dei giardinieri che si sfideranno nel piantare sulle proprie aiuole dei bellissimi fiori colorati dalle forme più variegate: l’obiettivo consiste naturalmente nell’adornare il proprio cottage e far sfigurare gli avversari.
Ogni giocatore prende due aiuole (plance a matrice) che terrà girate una sul lato più chiaro e l'altra su quello scuro, due gattini (occupanti un singolo spazio), un segnapunti (tavolo da lavoro) con due distinte track (per vasi e serre) e sei cubetti, di cui tre arancioni per i vasi e tre blu per le serre, da mettere sui relativi spazi 0.
Si posiziona al centro del tavolo il vivaio da dove verranno colti i fiori per le proprie aiuole. Si tratta di una plancia 4x4 dove verranno poste sedici tessere fiori estratte a caso. Attorno al vivaio, in maniera circolare, si mettono i restanti fiori e la carriola come capofila.
Sui bordi del vivaio troviamo delle icone che aiutano i giardinieri nello stabilire l’ordine di turno; sul bordo stesso viene posizionato il dado verde (giardiniere) girato sul numero 1. Tranquilli, il dado non si tira mai, funge semplicemente da conta turni.
Nel proprio turno il giocatore può solamente prendere un fiore dal vivaio sulla relativa riga o colonna corrispondente al dado o, in alternativa, prendere un vaso: qualunque sia la scelta, essi andranno posizionati in una delle proprie aiuole. I fiori, così come i vasi, non possono essere sovrapposti e non possono sporgere dall’aiuola (ricordatevi del famoso detto “seminare fuori dal vaso”: diceva così?). Se nella propria riga/colonna ci sono meno di due fiori, si prendono i primi fiori posizionati davanti alla carriola e si posizionano in ordine negli spazi vuoti fino al riempimento (cioè il primo fiore subito dopo la carriola va nel primo spazio vuoto più vicino al dado e così via). In qualsiasi momento del proprio turno si può anche mettere uno o più gattini nell’aiuola (non daranno punti vittoria ma aiutano nel completamento degli spazi).
Appena
riempiti tutti gli spazi di un’aiuola si passa al calcolo dei punteggi, contando i vasi visibili (ne troviamo diversi stampati sulle aiuole ma potrebbero essere stati coperti con dei fiori) e le serre: muoveremo di uno spazio uno dei nostri cubi arancioni per ogni vaso visibile e uno dei nostri cubi blu per ogni serra (da notare che gli spazi delle serre regalano due punti ciascuno). Il primo giocatore che riesce a portare un cubetto nell’ultimo spazio del tracciato prende la tessera che riporta la figura di due alveari (fornirà due punti a fine partita e verrà utilizzata per gli spareggi), mentre il secondo giocatore prende quello raffigurante un solo alveare (uno stesso giocatore non può avere due tessere alveare); vi ricordo che i cubi punteggio sono 6 e quindi potenzialmente potrebbero tutti finire nell’ultimo spazio del tracciato.
A quel punto si volta l’aiuola sul lato più scuro o se ne prende un’altra (se quella in nostro possesso era già stata girata), si posizionano i fiori dell’aiuola intorno al vivaio dietro alla carriola (nell’ordine in cui si vuole) e i gattini e i vasi vengono rimessi nella riserva comune. I gattini possono essere presi solo oltrepassando con un cubetto la linea marcata sulla track punteggio, ma in ogni caso non si possono mai avere più di due esemplari a fine turno; in caso di eccedenza, andranno posizionati nelle aiuole prima di passare il turno al giocatore successivo.
Dopo aver seminato un fiore/posizionato un vaso ed aver effettuato l’eventuale calcolo del punteggio (non si può passare), il dado viene spostato sulla riga/colonna successiva e ha inizio il turno del giocatore che ci segue in senso orario. Ogni volta che il dado passa per la casella iniziale si incrementa di uno il numero girandolo sulla faccia relativa;
nel momento in cui il dado arriva al numero sei si svolge l’ultimo turno. Per prima cosa tutte le aiuole con meno di due fiori piantati vengono rimosse dal gioco; si continuerà con le rimanenti, qualora ve ne siano. All’inizio di ogni turno, se il giocatore ha davanti a sé ancora un’aiuola da completare, è costretto a perdere due punti: deve cioè far indietreggiare di due spazi un cubetto arancione o di uno spazio un cubetto blu (gli alveari non si perdono). Se non possiede aiuole, sposta soltanto il dado sulla casella successiva. Il gioco termina solo quando tutte le aiuole sono state coltivate.
Varianti
Il titolo è giocabile da uno a quattro giocatori e ogni configurazione ha le proprie varianti.
Nella versione in solitario, il dado giardiniere parte dalla faccia riportante il due e si sposta sempre di due caselle alla volta: questo fa sì che si giochi solo con la prima e la terza colonna/riga.
In quattro giocatori, essendo il vivaio un quadrato 4x4, si conosce sempre la riga o la colonna del vivaio dalla quale si possono prendere i fiori (anche in diagonale una volta per turno).
La medesima condizione di certezza non è invece presente in tre giocatori, in quanto ad ogni giro completo del dado si cambiano le corrispondenti righe/colonne.
Conclusioni
La somiglianza con Patchwork è identificabile solo nella meccanica, per quanto centrale, del posizionamento delle tessere (fiori in questo caso) sulle proprie plance (qui sono aiuole).
I punti si fanno in modo molto diverso: in questo caso si contano i vasi e le serre visibili, ci sono i sei cubetti punteggio sui relativi tracciati e si possono prendere vasi che, oltre a riempire spazi scomodi, valgono comunque un punto.
Parliamo quindi di un gioco migliore? No. L’ho trovato molto meno strategico rispetto al suo fratello più anziano. Il problema più grande da me evidenziato consiste nel riempimento del vivaio quando mancano tessere: riempi la riga/colonna vuota ma non hai la possibilità di scegliere l’ordine dei fiori tra quelli proposti. In poche parole, si prende il primo fiore davanti alla carriola e lo si mette nel primo spazio vuoto più vicino al dado; sceglieremo quindi quello migliore o il meno peggio (o il vaso). Devo ammettere che, per ovviare a questa caratteristica, ho applicato una piccola house rule, consistente nella possibilità di scegliere dove posizionare le relative tessere. Ritengo che ciò almeno regali un’altra piccola dose di ragionamento sulla scelta: mettere un determinato fiore sullo spazio per il turno successivo oppure evitare di posizionare un fiore che dà punti sullo spazio di un giocatore più avanti nel punteggio. Tuttavia, a mio modesto parere, ogni volta che si sente la necessità di applicare una house rule a un gioco è la sconfitta del gioco stesso.
Inoltre, mai come in questo caso, può valere il detto “coltivarsi il proprio orticello” con un’interazione prossima allo zero e un peso strategico quasi nullo. A differenza di Patchwork, qui è il gioco che determina cosa scegliere per il proprio orticello.
Voto per gamer: 5
Voto per neofiti: 7