Goblin Racing #03 - motoGP The Board Game

La Clementoni esce con quello che, a mia memoria, è almeno il terzo gioco a licenza ufficiale MotoGP. Questa volta sarà un titolo che rende giustizia al marchio?

Giochi collegati: 
motoGP The Board Game
Voto recensore:
7,0

Premessa sulla rubrica “Goblin Racing”

Questo è il terzo articolo di quella che vuole essere una serie dedicata ad un genere fin troppo ignorato: i giochi di corse. Se ci pensate bene è un genere capostipite dei giochi da tavolo (alla fine il Gioco dell’Oca è una corsa) e assai prolifico: ogni anno escono numerosi titoli basati su meccaniche o ambientazioni di corse, eppure sono ben poche le recensioni o gli approfondimenti che li riguardano.

Rilancio anche facendovi notare che se chiedete a qualcuno di dirvi il suo genere preferito difficilmente vi sentirete rispondere “Giochi di corse!” eppure sono molto diffusi e giocati (a volte con immotivata vergogna!). E’ tempo di porre fine a tutto questo: spazio quindi a “Goblin Racing”, la rubrica dedicata ai giochi di corse!

Introduzione al gioco

motoGP The Board Game pista
Come avrete letto dall’occhiello ci sono stati altri giochi di moto a licenza ufficiale MotoGP e, per essere gentili, diciamo che non brillavano particolarmente come meccaniche poiché erano stati realizzati palesemente con l’intento di sfruttare la licenza in un tipico gioco da scaffale del supermercato.

Capirete quindi la mia perplessità (e le mie scarse aspettative…) quando ho saputo da Agzaroth che aveva fra le mani una copia per la recensione e che io, da ovvio appassionato di giochi del genere, ero stato scelto come vittim…. ehm, recensore.

Ad ogni modo ho accettato l’incarico perché, come dico sempre, per apprezzare i giochi belli bisogna anche giocare quelli veramente brutti per rendersi conto della differenza.

Il gioco è edito da Clementoni ed è stato creato dalla rodata coppia Luca Bellini e Luca Borsa.

Meccaniche

I giochi di corse, nella stragrande maggioranza dei casi, si dividono in due categorie: dice driven o card driven, ovvero il movimento è controllato tramite dadi oppure carte (o anche entrambi). Su questo punto motoGP regala la prima sorpresa: il movimento delle moto avviene tramite “righelli”.

motoGP The Board Game carte
I giochi a righelli, ovvero quelli dove le macchine (o moto in questo caso) percorrono ad ogni turno una distanza marcata da tasselli di cartone di varie lunghezze, sono molto più rari dei tradizionali dadi e/o carte. Uno degli esempi più noti degli ultimi anni è VektoRace, ma ai giocatori più “anziani” anche Dragon Riders ricorderà qualcosa.

Non è mia intenzione lanciarmi in una disamina della meccanica o in un confronto con i classici dadi o carte, ma ovviamente il righello ha una determinabilità assai superiore e questo, almeno teoricamente, potrebbe appiattire la gara. Questa la ragione per cui la meccanica è solitamente abbinata a una regola che impone la scelta del righello “ad occhio”, senza poter misurare con dita, mani, righe del maglione o altri trucchi creativi, così da lasciare qualcosa all’incertezza e premiare l’esperienza.

motoGP non si porta dietro questa pratica, nel senso che non ne ha bisogno: essendo un gioco dedicato ad un pubblico casual il righello viene deciso tramite un tiro di dado. Purtroppo è proprio così e qui il mio hype iniziale per i righelli ha avuto un deciso tonfo, ma poi ho notato che oltre al dado c’erano le carte e dei cubetti

Per farla breve motoGP fa un collage di meccaniche in cui si tira un dado per determinare il righello da usare, ma poi è possibile ritirare (spendendo cubetti) o modificare/scegliere il risultato tramite le carte sempre acquistabili con la risorsa “energia”, ovvero i cubetti. Quindi la fortuna c’è, ma ci sono anche diversi modi di aggiustarla quando serve davvero.

motoGP The Board Game pista
Ovviamente le carte possono fare altre cose, dai classici boost a qualche dispetto agli altri concorrenti, ma più interessante il sistema di acquisto delle suddette. Ci sono due mercati: uno di carte appena uscite dal mazzo e uno degli scarti, dove comprare da quest’ultimo costa una risorsa in più, ma ovviamente permette di sfruttare quanto è stato usato dagli altri giocatori.

Sempre perché il gioco è assolutamente di taglio family non ci sono grandi aspetti simulativi, tanto che si fa un solo giro di pista e non sono previste collisioni o altri imprevisti, ma avendo la licenza ufficiale ci sono le carte pilota e ciascuno di loro si porta dietro un’abilità che si può sfruttare in gara.

In ultimo, ma non meno importante, le piste sono costruite tramite tessere ad incastro, non fisse come ci si aspetterebbe in un gioco di questa fascia, e sul manuale si è fatto davvero uno sforzo encomiabile per fornire i layout di una grande quantità di circuiti ufficiali.

Considerazioni

Come ho anticipato all’inizio le mie aspettative su questo gioco erano, togliendo la diplomazia, sotto lo zero visti i precedenti e ammetto che dopo aver letto del lancio di dado per scegliere il righello mi è uscito un forte “ma perché??”, tuttavia ho poi inquadrato la scelta nel target del titolo e ho apprezzato le meccaniche delle carte e dei mercati. Alla fine non mi vergogno a dire che giocandolo l’ho decisamente rivalutato.

motoGP The Board Game pista
La partita scorre bene, l’uso dei righelli e delle carte non è macchinoso e ovviamente essendo un titolo family lo svolgimento della gara punta a non lasciare nessuno troppo indietro né ad essere punitivo. Questo non vuol dire che siano previsti bonus espliciti per garantire una rimonta, non ci sono affatto e questo per me è un bene, ma recuperare da un errore non è difficile: basti pensare che i righelli stessi hanno le estremità stondate e questo permette alle moto delle curve ad angolo acuto che nemmeno Automan…

Però il gioco c’è ed è divertente perché si battaglia davvero molto in inseguimenti e sorpassi al limite del cordolo!

Se mi si permette un paragone che farà drizzare i capelli a molti, ad oggi viene osannato come capolavoro un certo gioco di macchine che dà continui calci nel sedere a chi è dietro per farlo stare in gara e dove è possibile calare continuamente carte a caso e giocarsi lo stesso il podio (tralasciando il discorso piste non variabili…), quindi non vedo perché dovrei bastonare questo perché è semplice e non punitivo esattamente come l’acclamato cugino.

A mio avviso motoGP si colloca alla perfezione nel suo target e fa quello che si propone di fare, senza pretese di essere un capolavoro né un titolo dalle meccaniche sopraffini o altamente simulative. Questa la ragione dietro al mio voto, che sono sicuro farà alzare molti sopraccigli, ma ritengo sia un giusto riconoscimento ad un gioco introduttivo di corse (e di moto, poco comune!) che riesce ad abbinare bene tre meccaniche, seppur in modo prettamente casual.

Conclusioni

motoGP è un titolo assolutamente family che va benissimo come introduttivo non solo ai giochi di corse, ma anche ai giochi di movimento tramite righelli e non è cosa da poco.

Ovviamente non soddisferà gli appassionati del genere che cercano qualcosa di tecnico o simulativo, ma sarà un buon titolo da intavolare in famiglia per una gara veloce dove il cervello va comunque tenuto acceso.

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Commenti

Bella disamina presidente! Non lo conoscevo e mi ha suscitato l'interesse di provarlo. Decisamente un titolo "inusuale" in una collezione "family",  il che per me è un pro!

PS. La velata critica è a Heat - Pedal to the bum? 🤭

Perfettamente d'accordo con Jones, anzi, addirittura io gli darei anche mezzo voto in più.

Personalmente, quando mi siedo al tavolo per giocare, ciò che voglio fare prima di tutto è divertirmi, e questo gioco riesce a farlo, nonostante io sia un appassionato di corse (ma non di moto, in effetti...).

Il dado può anche farti muovere poco, ma compensa con l'energia, che ti permetterà di comprare carte e, usandole, recupererai terreno. Non ci sono artifizi o regole "strane" per rendere le gare equilibrate. Le carte sono là a disposizione di tutti, trovare il momento giusto per comprarle (e quindi toglierle agli altri) e soprattutto usarle, sta alla bravura e alla sensibilità del giocatore.

E poi, anche in caso di poca bravura, sfortuna o continui errori, il gioco non dura tanto... rimane il tempo per cambiare il gioco o, perchè no, fare la rivincita.

@Marhault: sì, mi sembra chiaro il riferimento a Heat.

Ogni riferimento a Heat è puramente voluto

Ciao Jones, intanto ti scrivo qui nel caso domani non riusciremo a incrociarci a Play.

Grazie per l'onesta, simpatica e bella recensione del gioco. Sei andato oltre i preconcetti iniziali e hai apprezzato le finalità del gioco, sicuramente più adatto a giocatori casual e famiglie che agli esperti, ma questo era l'obiettivo.

Per gli altri goblin, visto che qualcuno ha scritto che voleva provarlo, avviso che a Play sarà possibile farlo allo stand Clementoni e all'area demo della Tana. Magari lo proverà anche chi, mentre qualche ora fa stavano censendo il gioco, ha detto "Lo ha fatto la Clementoni, già mi sta sui...", senza sapere che gli stavo di fianco :)

ciao Jones,

grazie per l'articolo.

nel bene e nel male, i giudizzi hanno sempre una componente soggettiva dettata dal gusto personale e quindi come autore cerco di accogliere le critiche con serenità e gli apprezzamenti con equilibrio: in questo caso specifico le valutazioni positive mi fanno aprticolarmente piacere perchè sono contestualizzate nell'analisi più ampia del genere oltre che del gioco in se ed a maggior ragione visto che hai accennato alla perplessità con cui lo avevi approcciato. bene così.

unSorriso, Luca

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