Hera & Zeus

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Hera and Zeus
Voto recensore:
6,9
Il gioco (chiamato Hera and Zeus nell’edizione Rio Grande Games) fa parte della serie per due giocatori della Kosmos e ne è autore quel Richard Borg conosciuto soprattutto per Battle Cry (Avalon Hill/Hasbro). A quanto sembra nacque come “Stratego con le carte”, ma essendo stato rifiutato dalla casa editrice di quest’ultimo, Borg ne ha cambiato l’ambientazione e, in parte, qualche meccanismo finendo per realizzare uno dei migliori giochi della citata serie di prodotti.

I due giocatori vestono i panni di Zeus e della consorte Era: entrambi si sono visti rapire l’amante dall’altro (rispettivamente Io e Argus) e vogliono quindi tentare di liberarlo. Ogni giocatore possiede un mazzo di 43 carte identico a quello dell’avversario ed una pedina in legno con l’effigie della divinità che rappresenta. Le carte raffigurano vari miti come Medusa, Poseidone, Pegaso, ecc. (certe carte sono presenti in più esemplari) e sono più o meno suddivise fra “soldati” con un valore di combattimento compreso fra 2 e 7 e i personaggi mitologici ognuno dei quali possiede un certo potere da sfruttare durante la partita. Alcuni di questi personaggi hanno anche un valore di combattimento da 0 a 1 a seconda dei casi. I tipi di carte e i poteri mitologici sono parecchi per cui una spiegazione dettagliata richiederebbe troppo spazio; basti sapere che i soldati vengono principalmente utilizzati per eliminare dal gioco i soldati avversari, mentre i personaggi mitologici hanno anche la funzione di permettere azioni speciali al momento dell’utilizzo della carta corrispondente.

Prima di iniziare ogni giocatore mescola il proprio mazzo, prende le prime nove carte e ne sceglie tre da schierare coperte sul tavolo e da contrapporre alle tre posate dall’avversario, mentre le rimanenti sei costituiscono la sua dotazione iniziale. Durante tutta la partita ogni giocatore può piazzare le proprie carte nel suo “campo” su tre colonne e ognuna di esse può avere al massimo quattro file (in pratica un massimo di dodici carte). Il numero di colonne (anche se composte da una sola carta) possedute all’inizio del proprio turno, determina quante azioni quel giocatore dovrà effettuare. Con ogni azione si può pescare una nuova carta dal mazzo, piazzare una carta coperta sul tavolo in una posizione a scelta (eventualmente “scalando” all’indietro le carte già presenti per far posto alla nuova carta), giocare un personaggio mitologico dalla propria mano e applicare subito l’azione legata ad esso oppure scoprire una delle proprie carte in prima fila e sfidare la carta avversaria che vi si trova davanti. In quest’ultimo caso si confrontano i valori di combattimento e la carta più alta elimina quella più bassa e in caso di parità vengono scartate entrambe. I posti lasciati liberi vengono occupati dalle carte della stessa colonna fatte scivolare verso avanti.

Una partita si può vincere in vari modi: eliminando dal tavolo la carta Io o Argus (a seconda dei casi) che si trovava nel campo dell’avversario, sottraendo la stessa carta dalla mano dell’altro grazie all’uso dei personaggi mitologici oppure (la conclusione più abituale) eliminando tutte le carte dal campo dell’avversario e lasciandolo di conseguenza con zero azioni da poter effettuare al suo turno e ciò significa sconfitta immediata.
Pro:
Si tratta di un gioco meno semplice di quanto può sembrare a prima vista: poiché ogni giocatore pesca da un mazzo mescolato ogni partita avrà svolgimenti molto diversi e i giocatori dovranno continuamente adattare le proprie strategie alla situazione del momento.

I vari personaggi mitologici hanno abilità molto variabili consentendo accorgimenti tattici sempre diversi e, poiché le carte vengono inizialmente posate coperte sul tavolo, subentra anche una certa componente di “bluff”. Prima o poi i giocatori si troveranno in mano la carta Io o Argus e perderla significherebbe la sconfitta. Qui la scelta tattica migliore può essere quella di schierarla in campo, tenendo conto che va strenuamente difesa con le carte soldato, ma senza far capire all’avversario in quale fila si trovi; tenerla in mano, invece, la può esporre ad un attacco diretto da parte dell’avversario.

Un’altra strategia, se supportata dalle carte giuste, prevede il cercare di ridurre a zero le carte in gioco dell’avversario e sconfiggerlo così per mancanza di azioni. Grafica molto bella.
Contro:
Non è un gioco da tirar fuori una volta ogni tanto: le abilità delle varie carte sono parecchie e ci vogliono alcune partite per impararle a sufficienza in modo da sfruttarle bene e per lo stesso motivo non è semplicissimo da insegnare a chi non lo conoscesse già. Inoltre le partite sono piuttosto imprevedibili: possono durare 10 minuti o anche mezz’ora, possono terminare dopo una strenua lotta oppure grazie ad un colpo di fortuna se si riesce a “beccare” la carta prigioniero dalla mano dell’avversario. Questa influenza della fortuna può non piacere a quei giocatori che preferiscono un maggior controllo sulla partita.
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