My City il legacy edile

Sembrava la solita città di frontiera uguale a mille altre e invece, aggirandomi tra gli edifici, scoprii un piccolo tesoro celato a un primo fugace sguardo

Giochi collegati: 
My City
Voto recensore:
7,3

Candidato allo Spiel des Jahres 2020, My City (2-4 giocatori) rappresenta il primo esperimento legacy del Doktor Knizia, impegnato nell’ultimo decennio più a sperimentare con meccaniche già note che a proporre vere novità in campo ludico. Con coefficienti di complessità e durata piuttosto ridotti (20-30 minuti a episodio), si basa sul piazzamento tessere su griglia (alla Patchwork) con un sistema di regole e punteggi in continua evoluzione partita dopo partita.
In My City saremo in competizione con altri giocatori nel tentativo di sviluppare la nostra piccola città nel corso di varie epoche, ognuna con esigenze architettoniche specifiche, come, ad esempio, l’età dell’oro, quella delle miniere o l’epoca delle ferrovie.
La campagna legacy è strutturata in otto capitoli tematici, ciascuno diviso in tre episodi legati tra loro da un filo conduttore comune; all’inizio di ogni capitolo i giocatori prenderanno la busta relativa che spiegherà le regole specifiche e fornirà eventuali elementi fisici (adesivi da apporre alle plance, nuove tessere, eccetera) da integrare mano a mano nel gioco. È presente anche una modalità eterna che permette rigiocabilità potenzialmente infinita tramite un lato delle plance appositamente dedicato.

Le regole

Ogni giocatore riceve una plancia personale di forma quadrata divisa in una griglia 11x11 che rappresenta il terreno su cui potrà costruire il proprio villaggio: le caselle possono essere di pianura, montagna o foresta e possono contenere altri elementi come, ad esempio, il fiume, alberi o rocce.
Prende anche la sua dotazione di edifici, composta inizialmente da 24 pezzi sagomati in stile tetris, divisi in tre gruppi di colori differenti da otto pezzi ciascuno e imposta il suo contatore di punti sul dieci.
Si mette al centro del tavolo un mazzo di 24 carte che corrispondono proprio ai pezzi a disposizione dei giocatori e si è pronti per partire.

In ogni turno si estrarrà la prima carta dal mazzo e tutti i giocatori dovranno piazzare l’edificio corrispondente contemporaneamente sulla propria griglia, rispettando alcuni limiti di piazzamento.

Nel primo episodio le restrizioni da osservare sono le seguenti:
  • i pezzi possono essere ruotati in qualsiasi direzione (ma non capovolti);
  • il primo pezzo deve essere adiacente al fiume;
  • tutti i pezzi successivi devono toccare almeno un lato di un pezzo già presente;
  • il fiume non può essere attraversato dal singolo pezzo (ma può essere strisciato e guadato da pezzi successivi);
  • si può costruire solo in pianura, non in montagna né sulla foresta;
  • è possibile costruire in pianura anche sugli spazi che contengono le rocce o gli alberi.

In alternativa al piazzamento, il giocatore può decidere di scartare il pezzo perdendo un punto e continuando con l’episodio, oppure di terminare definitivamente la propria partecipazione senza perdere ulteriori punti.

Quando il mazzo sarà finito, oppure tutti i giocatori avranno terminato volontariamente la loro partecipazione, si andranno ad aggiungere punti secondo una tabella specifica che cambierà di volta in volta; ad esempio, sempre riferendosi all’episodio 1, saranno:

  • +1 punto per ogni albero rimasto visibile sulla plancia;
  • -1 punto per ogni roccia visibile;
  • -1 punto per ogni spazio di pianura non occupato da edifici.

Il giocatore con più punti nel singolo episodio annerirà due simboli progresso, da segnare nel contatore generale, ma otterrà anche un malus (ad esempio nuove rocce da incollare su uno spazio pianura), il secondo classificato annerirà un singolo simbolo progresso, mentre gli altri rimasti a mani vuote avranno come compensazione un bonus (ad esempio alberi da attacare sulla plancia). Nelle partite a due giocatori non viene considerato il punto per il secondo classificato, che invece riceverà la compensazione dell’ultimo posto.

Gli adesivi incollati rimarranno permanentemente sulla plancia e influenzeranno anche tutti gli episodi successivi dei giocatori, creando man mano situazioni di asimmetricità che renderanno praticamente impossibili le cosidette giocate a specchio.

All’inizio di ogni nuovo episodio si leggono le nuove regole e la partita prosegue. 
Vince l’intera campagna chi alla fine di tutti i 24 episodi avrà annerito più simboli progresso.

Considerazioni personali

Tutto qui?
Se dopo aver letto la descrizione delle regole questa è la domanda che vi siete fatti, sappiate che siete in buona compagnia.
L’ennesimo gioco di polimini particolarmente gentile nella sua non-interazione con un sistema di punteggio apparentemente insipido: che combini, caro Reiner?

Se il mio giudizio preventivo era stato abbastanza severo alla lettura, è proprio perchè Knizia è il mio autore preferito e, anche se nella mia top ten assoluta probabilmente inserirei il solo Modern Art, il numero di titoli del Doktor che mi piacciono molto supera sicuramente i venti.
Nonostante questo, so bene che tra i suoi seicento giochi ce n’è una buona percentuale assolutamente trascurabile e questo My City, dopo averne letto il regolamento, rischiava di entrare pienamente in quella categoria. Mi sembrava mancare quella caratteristica tipica dei suoi capolavori, la tensione data dal rischio e dal peso di ogni singola mossa, quella che ha elevato titoli come Samurai o Ra nella storia del nostro stupendo hobby.
Spinto, però, dalle opinioni positive sul gioco raccolte sul web, dalla nomination allo Spiel des Jahres e, non meno importante, dall’ottimo prezzo che mi ha fatto il buon Fedellow (grazie mille!) ho deciso di dargli una chance: sorpresa, My City si è rivelato molto più interessante e avvincente di quanto mi potessi aspettare.

Se da un lato il sistema dell’incastro dei polimini è visto e rivisto, la componente legacy con la sua continua integrazione di regole e pezzi nuovi, che aumentano la complessità e la profondità del gioco, crea dipendenza e, tramite piccoli colpi di scena, invoglia a fare un episodio dopo l’altro.
Vorrei poter descrivere un po’ più accuratemente alcune parti che mi sono piaciute particolarmente, ma vi rovinerei l’eperienza, dato che dovrei sicuramente spoilerare qualche passaggio: mi limito semplicemente a dire che è uno di quei casi dove il risultato finale è di gran lunga superiore alla somma delle parti e l’esperienza ludica, che poi è la cosa che realmente conta, è stata assolutamente positiva.

Ho giocato l’intera campagna di 24 episodi in appena due settimane, nella configurazione due giocatori, insieme a mio fratello, un terribile palato fine che mi boccia almeno il 60% dei già selezionatissimi giochi che gli propongo, ma che, invece, con grande sorpresa, si è lasciato trascinare con entusiasmo nella costruzione della città e lo ha promosso senza riserve.
Per la cronaca, ho perso la campagna con un tiratissimo 52 a 47, rimasta in bilico fino al penultimo episodio, anche se ho vinto 13 dei 24 episodi singoli: i bonus alternativi che ti fornisce il gioco di capitolo in capitolo, infatti, sono fondamentali per il risultato finale e trascurarli significa procedere verso probabile sconfitta.

Elementi di sintesi

Qualità delle meccaniche

Nonostante la meccanica di base dell’incastro dei polimini sia solida ma non brilli certo per originalità (già utilizzata più volte dallo stesso Knizia, tra l’altro), è anche vero che il sapore finale ha una sua personalità e non crea drammatici deja-vu.

Il sistema di recupero che regala bonus agli ultimi e malus ai primi è molto ben congegnato e funzionale e porta a ondate di vittorie e sconfitte con ribaltoni inaspettati; le regole in evoluzione creano capitoli con sensazioni sufficientemente differenti, che premiano un approccio maggiormente tattico (ed ecco le mie 13 vittore) oppure strategico (ed ecco la mia Caporetto finale!) a seconda degli episodi.

La componente legacy non è particolarmente spinta con incredibili colpi di scena, ma è gestita sapientemente da un punto di vista meccanico, e prova a regalare un po’ di sana ambientazione a un gioco che sarebbe altrimenti assolutamente astratto: ci riesce un pochino, ma l’astrattometro rimane settato sul livello Knizia.

Scalabilità

Pur avendolo giocato solamente nella configurazione in coppia, sono ragionevolmente certo che il gioco sia perfetto anche in tre e quattro giocatori, dato che il sistema di piazzamento contemporaneo non crea praticamente tempi morti. Probabilmente da un punto di vista del sistema dei punteggi, brilla comunque un pochettino di più con il tavolo completo.

Rigiocabilità

Ventiquattro partite garantite dalla campagna sono già un ottimo punto di partenza per gli standard odierni di giochi usa e getta, il fatto che sul retro delle plance sia data la possibilità di giocare all’infinito senza componenti legacy (in una situazione che corrisponde circa all’episodio 10 della campagna) è un ulteriore punto a favore della rigiocabilità di My City.
Giocando in due oltretutto è possibile con pochissimi accorgimenti fare due campagne complete.

Estetica, materiali e regolamento

I disegni di Michael Menzel sono funzionali, ma certamente non memorabili, i materiali sono nella norma: non è per queste caratteristiche comunque che sceglierete My City.
Il regolamento è scritto abbastanza bene, ma qualche piccolo dubbio durante la campagna l’ho avuto e, a giudicare dai numerosi post a riguardo sul forum di BoardGameGeek, significa che si poteva essere più chiari talvolta.

Target di riferimento

Anche se il target per cui è stato pensato è certamente quello family, funziona egregiamente anche come filler per giocatori scafati che non vogliono necessariamente bruciarsi le meningi ogni volta. Le scelte sono sempre e comunque interessanti e la fortuna, seppur non assente, non influisce in maniera distruttiva sull’impianto strategico. Certo, se siete abituati a giocare solo cinghialoni, allora lasciate perdere

In definitiva

My City supererà la prova del tempo? Anche se personalmente credo che difficilmente possa entrare nella storia dei giochi da tavolo, è un titolo che surclassa la maggior parte delle uscite annuali in questo target e regala esattamente quel divertimento e quella spensieratezza di cui abbiamo bisogno e per cui continuiamo imperterriti a svuotare il nostro portafoglio.

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Commenti

bella recensione!

se non avessi il portafoglio vuoto causa marvel champions / arkham horror ci avrei fatto un pensiero sicuramente

Curiosità: la modifica della plancia si sarebbe potuta rendere usando delle tessere o dei token che occupano gli spazi (e magari fotografando la situazione) invece che degli adesivi? 

Grazie per la recensione! Hai riacceso una scimmia sopita.... quindi ritiro il grazie XD 

Sì. Ma riposizionare i pezzi nei posti giusti ad inizio partita avrebbe probabilmente richiesto la metà del tempo che ora passi a giocare, facendoti passare la voglia di apparecchiare il gioco per una nuova partita.

quanto dura mediamente una partita?

Normalmente 20/30 minuti ogni singolo episodio, anche a seconda delle regole specifiche

Hai risvegliato la scimmia per questo gioco tristemente fermo nel mio backlog... confido di poterlo giocare presto!

Ottima recensione! Sono stracontento che il gioco abbia avuto una seconda vita, sarebbe stato un peccato lasciarlo là a deperire sapendo che poteva dare ancora emozioni ad altre due persone :D

Anche qua è piaciuto davvero tanto, abbiamo fatto una media di 6 partite a sessione, ovvero 2 capitoli a botta. C'è stato qualche passaggio un po' più moscio nella parte iniziale (l'investitore, tanto per dire, non ci ha colpiti più di tanto), ma poi certi passaggi sono stati davvero ispirati. Molto molto bellino, una bella campagna legacy, ma probabilmente non l'avremmo mai più giocato "liscio" con la modalità prevista da usare a fine campagna.

Fedellow scrive:

Ottima recensione! Sono stracontento che il gioco abbia avuto una seconda vita, sarebbe stato un peccato lasciarlo là a deperire sapendo che poteva dare ancora emozioni ad altre due persone :D

Anche qua è piaciuto davvero tanto, abbiamo fatto una media di 6 partite a sessione, ovvero 2 capitoli a botta. C'è stato qualche passaggio un po' più moscio nella parte iniziale (l'investitore, tanto per dire, non ci ha colpiti più di tanto), ma poi certi passaggi sono stati davvero ispirati. Molto molto bellino, una bella campagna legacy, ma probabilmente non l'avremmo mai più giocato "liscio" con la modalità prevista da usare a fine campagna.

Gli episodi con l'investitore credo di averli vinti tutti, il suo pensionamento è stata la mia rovina😅

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