Veramente bel gioco.
Questo titolo del 2020 esce ora in Italia localizzato dalla Cranio Creations. Si tratta dell’opera prima di una coppia di autori esordienti, uniti nella creazione di questo gioco, come nella vita: Min & Elwen. È un gioco per 1-4 giocatori, di complessità media e durata dichiarata di 30-120 minuti.
Come si gioca ad Arnak
Le rovine perdute di Arnak (da adesso in poi solo Arnak), è un gioco che si inserisce nel filone dei “deck-building con mappa”, che vanno tanto di moda adesso, dopo l'enorme successo di Terraforming Mars. In questi anni ne sono usciti diversi e di diverso peso, dal citato gioco marziano a Clank; Arnak si inserisce in questa categoria e si ritaglia il suo spazio grazie ad alcune caratteristiche interessanti.
Una delle meccaniche principali è la gestione e creazione del proprio mazzo di carte, motore principale del gioco, cui però è affiancata anche la classica meccanica di piazzamento lavoratori sul tabellone.
Durante i soli cinque round di gioco, si pescano cinque carte dal proprio mazzo, si svolgono azioni a turno fino a passare, e ci si prepara per il round successivo fino alla fine della partita.
Lo scopo del gioco è collezionare punti vittoria, obiettivo perseguibile in due modi principali: l’esplorazione della mappa, l’acquisto di carte (che valgono sempre punti) e la ricerca nell’apposito tracciato.
L’acquisto di carte si fa tramite soldi o bussole (le due valute principali del gioco) scegliendo tra le sei carte sempre disponibili sul mercato, che si dividono in due macro-tipologie: le carte artefatto (che costano bussole) e le carte oggetto (che costano monete). Gli oggetti appena comprati finiscono in fondo al proprio mazzo di pesca, mentre gli artefatti vengono utilizzati immediatamente dopo il loro acquisto. Entrambi faranno poi parte del nostro mazzo per il resto della partita.
Il primo round di gioco vedrà la presenza di un solo artefatto e di cinque oggetti sul mercato. Tale rapporto cambierà a favore degli artefatti di un’unità per turno passando a due artefatti e quattro oggetti al secondo turno e così via.
L’esplorazione è la seconda meccanica del gioco e avviene tramite il piazzamento sul tabellone dei nostri due lavoratori.
Al nostro turno, e per un massimo di due volte a round di gioco, potremo piazzare uno dei nostri due esploratori sui luoghi disponibili del tabellone per ottenerne i benefici. Ad inizio partita ci sono cinque luoghi immediatamente disponibili, sempre gli stessi, che danno ricompense note, ovvero le cinque risorse del gioco: monete, bussole, tavolette, punte di freccia e gioielli. È poi possibile esplorare ben dodici luoghi diversi, sparsi sul tabellone e che daranno ricompense variabili che scopriremo solo visitandoli. Questi dodici luoghi dovranno essere esplorati una prima volta pagando tre o sei bussole una tantum a secondo della loro “distanza”. Chi li esplora per la prima volta li “sblocca” per il resto della partita ma ottiene in cambio delle tessere idolo che valgono punti e un bonus spendibile una volta a partita. Il luogo esplorato fa prendere una tessera da una pila coperta che definirà i benefici ottenuti nel piazzarsi lì per il resto della partita ma farà anche posizionare su di esso un “mostro guardiano”, anch’esso pescato a caso da una pila coperta di mostri, da sconfiggere spendendo determinate risorse. Se si sconfigge il mostro del luogo visitato se ne prende la tessera che varrà cinque punti a fine partita e darà un bonus una tantum. Altrimenti, ogni volta che si finisce il round in un luogo in cui è ancora presente il guardiano, si deve pescare e aggiungere al proprio mazzo una carta Paura che ingolferà il nostro mazzo e varrà un punto vittoria in meno a fine gioco.
L’ultima delle azioni principali a nostra disposizione è la ricerca, che permette di avanzare uno dei due segnalini a disposizione del giocatore sul relativo spazio successivo del tracciato presente sulla destra del tabellone. Ogni spazio raggiunto costa risorse e dona vantaggi quando raggiunto oltre che punti a fine partita. Carina la meccanica per cui i due segnalini a disposizione, una lente di ingrandimento e un diario, danno ricompense diverse quando salgono sul tracciato ma il libro non può mai superare la lente. Inoltre, ci sono bonus per il primo che raggiunge alcuni livelli e molti punti se si arriva in cima.
Oltre a ciò, ci sono una serie di altre azioni a disposizione tra cui quelle presenti su molte carte acquistabili, alcune ottenute da tessere di gioco, e la possibilità di passare e terminare il round.
Materiali ed estetica
La scatola di Arnak è piuttosto grande a causa dei numerosissimi e lussuosi materiali che contiene. C’è il tabellone principale che è grande, molto ben illustrato e a doppia-faccia. Uno dei lati presenta un tracciato di ricerca più ricco, mentre l’altro risulta più difficile e punitivo.
Ci sono poi le quattro plance giocatore dove tenere lavoratori, risorse, mazzo di pesca e scarti. A questo si uniscono le tessere sito da esplorare, le tessere mostro, i mazzi di carte iniziali dei vari giocatori, quello delle carte Paura, delle carte Artefatto e delle carte Oggetto.
Ci sono poi i segnalini lente, libro e lavoratore nei quattro colori dei giocatori e una moltitudine di risorse e segnalini di gioco. Una menzione speciale va fatta per le punte di freccia, i gioielli e le tavolette che sono in plastica e davvero pregevoli. Tutto ciò rende i materiali di Arnak eccellenti, e anche la parte grafica è molto bella e dona un colpo d’occhio al tavolo notevolissimo.
Ambientazione
L’ambientazione è in stile Indiana Jones, mostra paesaggi inesplorati, animali guardiani, artefatti e oggetti tipici di questo genere di filone narrativo. Saremo una spedizione di esploratori, giunti in barca in un’isola misteriosa, ricca di pericoli, luoghi sconosciuti e oggetti misteriosi. Le meccaniche sposano bene l’ambientazione e ci si sente davvero esploratori alla ricerca di manufatti rari, specie quando si va per la prima volta a sbloccare un luogo ancora sconosciuto sul tabellone. Le carte, poi, sono un mezzo sempre molto utile a dare aderenza all’ambientazione, riportando svariati effetti di gioco e illustrazioni a essi attinenti.
Meccaniche
Come descritto sopra si tratta di un gioco che ha una doppia natura di deck-building e piazzamento lavoratori.
La parte principale del gioco è data dalla gestione del proprio mazzo di carte, che è però particolare, in quanto le carte oggetto acquistate vanno in fondo al mazzo e, salvo azioni particolari, non si possono pescare se non successivamente. Le carte artefatto invece si usano subito, inoltre i loro effetti sono gratuiti appena ottenute ma pescate in round successivi costano invece sempre una tavoletta per essere attivate.
Le azioni date dalle carte sono il principale motore di gioco e andranno ottimizzate e gestite al meglio come in tutti i deck-building. I due esploratori, giocabili in tutto dieci volte a partita (i round ricordo essere solo cinque), vanno gestiti al meglio perché forniscono le scarse risorse di gioco e costano molto quando mandati in esplorazione. Tuttavia, il loro utilizzo è cruciale e sblocca nuove azioni, fornendo anche grandi ricompense, sia in termini di risorse che di punti a fine partita. Infine, il tracciato della ricerca è una corsa a chi arriva prima per i bonus relativi e fornisce molte risorse e azioni bonus, oltre che punti a fine gioco.
Ai primi round, dato il mazzo iniziale molto scarso e le poche azioni sbloccabili, sarà tutto molto semplice e veloce. Tuttavia, mano a mano che si costruirà in modo sempre più performante il proprio motore di gioco, i round si faranno più lunghi, complessi, ricchi di azioni e soddisfacenti. Si tratta di uno di quei titoli che esplode nel finale di partita ma risulta sempre stretto, facendoci desiderare di avere sempre un round in più quando invece la partita sarà inesorabilmente conclusa.
Pregi e difetti
Arnak è un gioco fluido, di durata non eccessiva (la scatola riporta 30-120 minuti) e con grafica e materiali molto accattivanti. Le meccaniche sono semplici, le regole ben fatte e comprensibili, ha poche eccezioni ma presenta un’ottima profondità sia tattica che strategica. L’alea è presente ma non risulta mai fastidiosa o preponderante sull’esito della partita. Sicuramente ci si trova a gestire in modo tattico i vari round di gioco e la strategia a lungo termine è impostabile solo sul tracciato di ricerca e nella costruzione del mazzo tramite l’acquisto delle carte. Devo dire che mi pare molto ben bilanciato, forse anche troppo.
L’unico difetto che posso trovargli è proprio che alla fine le mie partite si sono sempre concluse con punteggi vicinissimi tra loro, quasi a far sembrare tutto più o meno equivalente. Tuttavia, a causa del Covid, non sono riuscito a intavolarlo così spesso, per cui potrebbe essere un’impressione che verrà smentita dal tempo e da un numero più elevato di prove sul tavolo da gioco.
Altro difetto, se così si vuole chiamare, è l’assenza di spunti davvero originali, sebbene alcune trovate ci siano e tutto risulti comunque amalgamato in qualcosa di abbastanza particolare e con un gusto molto ben focalizzato e preciso.
Conclusione
In definitiva mi sono avvicinato a questo titolo senza grandi aspettative, quasi annoiato e scettico di fronte all’ennesimo deck-building con mappa. In effetti, Arnak è esattamente questo, ma è anche un prodotto molto ben realizzato, costruito con cura e che fa magnificamente il suo lavoro. Ne emerge un titolo fresco, onesto e molto divertente.
Gli autori, pur essendo alla loro opera prima, hanno dato vita a un titolo ben ambientato, bilanciato e coerente, che secondo me avrà un notevole riscontro da parte del mondo ludico. Forse si poteva osare di più ma sicuramente quanto fatto è stato realizzato con mestiere.