Io consiglio di giocare contro 2 automata contemporaneamente
Recensione facente parte del concorso "Gran Fava d'Aronne II - Memorial Mirko Biagi"
Parlare oggi di Scythe sa quasi di vintage per chi è appassionato di giochi da tavolo. Ma ho pensato che poteva essere interessante parlare della modalità in solitario, affiancandola all’ottima recensione di maestro Azgaroth.
Innanzitutto capita che, come mai in questo periodo, io debba rassegnarmi al gioco in solitaria pur di sfogare i sani (o malsani??) istinti atavici di giocatore da tavolo, quel prurito alle mani che… Sì, lo so. Mi potete capire. Ed ecco che parto a caccia, guardo tutte le scatole che ho: 2-4, 3-5, 2-7 giocatori… L’ansia sale. E questo? No, ancora 2-4 giocatori. Non ho voglia di giocare contro un altro me stesso; già faccio fatica a gestire la mia partita. Ed ecco che l’improvviso spuntano due scatole molto interessanti e una di queste è lui: Scythe! (e l’altra è l’altrettanto gustosa scatola di Terraforming Mars). Modalità in solitaria, contro un automa. Pare quasi ambientato… E sia, buttiamoci nell’ucronico mondo di Scythe (ringrazio Marco per l’aggettivo).
Come funziona
A differenza di un avversario umano, per l’avversario robotico va preparata solo la plancia fazione. L’automa si limiterà – per modo di dire – a occupare territori, laghi compresi, con il proprio personaggio, con i Mech e con i segnalini popolazione, toglierà incontri dalla mappa e una carta fabbrica appena riesce a raggiungerla. Vi muoverà guerra (o si difenderà), guadagnerà monete e accumulerà stelle. La sua popolarità rimarrà fissa a dieci, guadagnando di conseguenza a fine partita le monete connesse per i territori che avrà conquistato.
Giocando con l’automa, prima di tutto va posizionata la carta tracciato stelle; tra le disponibili dovremo sceglierla in base al livello di sfida che vogliamo affrontare. Il segnalino che posizioniamo all’inizio del tracciato avanza durante la partita se indicato sulla carta del mazzo automa. Ogni casella indica anche quando le unità dell’automa acquisiscono la capacità di muoversi oltre il fiume, se l’automa guadagna stelle reputazione e specifica quando dobbiamo aumentare al livello II l’aggressività delle sue giocate (ruotando le carte del mazzo automa di 180° per utilizzare la sezione colorata di rosso al posto di quella verde). Come nel gioco normale, l’automa parte dalla base della sua fazione, con i segnalini lavoratore posizionati nei due territori adiacenti.
Dopo aver effettuato il nostro consueto turno, tocca all’automa: si scopre una carta del mazzo automa e si applica quanto appare.
Infine, al centro della carta, può apparire o meno la stella. Se appare dovrete far avanzare il segnalino nell’apposita carta tracciato dei turni, come anticipato.
Anche per risolvere le battaglie si usa lo stesso mazzo automa: innanzitutto dobbiamo dichiarare con che forza combattiamo e poi scopriamo la prima carta automa che sarà usata solo per stabilire la forza che ci oppone e poi scartata. In una tabella apposita (visibile ruotando la carta di novanta gradi) vi verrà mostrato con che forza combatterà l’automa e se e quante carte combattimento userà.
L'avventura
Quando preparo un gioco sul tavolo (tra parentesi, con Scythe ci si mette un pochino), cerco di entrare con la mente dentro al gioco, lasciarmi trasportare, provo ad immaginare le meccaniche come azioni-reazioni reali: insomma provo a “leggere” il gioco come se fosse un libro. E devo dire che in questo caso ci sono molti elementi che aiutano a farlo: illustrazioni, miniature, scarsità di risorse da ottimizzare, progressione tecnologica, ecc.
Cominciamo a raccogliere quello che i nostri territori ci offrono e nel giro di qualche tempo riusciamo a costruire il primo Mech. Funziona!! Dopo i festeggiamenti cominciamo ad organizzare gli scavi per il tunnel che dalla montagna ci farà superare il fiume e ci avvicinerà al nostro obiettivo. Pianifichiamo ogni mossa, ci prepariamo alle battaglie perché sappiamo che non siamo soli. Le nostre vedette hanno avvistato altri Mech, diversi dai nostri. Sembrano delle navi. Mi hanno raccontato di averle viste uscire da un lago e camminare sulle zampe. Anche quelli sembrano insetti.
Sono passati ormai molti anni da quell’avvistamento. Abbiamo combattuto contro quelle macchine e abbiamo quasi sempre vinto. Abbiamo anche conquistato la fabbrica e costruito mulini, monumenti ai caduti, caserme per i soldati. Alla fine siamo riusciti a vincere e ormai la guerra è alle spalle. Abbiamo stretto un patto e la guerra è finita. Possiamo dirlo: siamo tornati il popolo che eravamo.
Sì, alla fine ce l’ho fatta, anche con i Sassoni (che probabilmente non so usare), sono riuscito a vincere. Non vi dico dopo quanti tentativi…
Considerazioni finali
La modalità solitaria di Scythe funziona bene, riesce a darti molte delle sensazioni che si provano giocando con altre persone (beh, a parte il vero gusto del gioco come momento sociale, ovviamente). Richiede un pochino di tempo, va detto, per impratichirsi sul concetto di vicinanza che serve per far muovere mech e popolo dell’automa ma dopo un po’ tutto fila liscio.
Vi consiglio davvero di provarlo. Vi ritroverete a passare circa due ore immersi in una sfida non banale, tattica, strategica, a lottare per ottimizzare le mosse e cercare di raggiungere prima dell’automa l’obiettivo finale. Sarà a volte frustrante, a volte appagante ma appena terminata la partita vi verrà voglia di riprovarci. Spero di avervi lasciato la curiosità di giocarlo in questa modalità, ammesso che non l’abbiate già fatto. Alla prossima.