Dovesse rivelarsi bello il caro Agzaroth ne sarà felice, e io con lui. Questi ragazzi (Ashes a parte, da quanto ho letto) i giochi li sanno fare.
"All'insalata fatta col tuo seno ci voglio aggiungere un po' di cervello;
ma il tuo - scusa e arrabbiati con Dio - non mi sembra del più bello e ce ne aggiungo un po' del mio."
Alberto Fortis, Nuda e senza seno
Lo capisco.
Ti intrippa il tema e vuoi farcelo capire. Metti cinque paragrafi di pura ambientazione sulla prima pagina del regolamento, spiegandoci che vent'anni dopo i fatti narrati nel romanzo di Mary Shelley un sinistro benefattore con le cicatrici vuole compagnia, e allora organizza una gara tra studiosi reclutati con mezzi non sempre del tutto legali.
Subito dopo, non pago, ci metti pure una bella citazione in grassetto. Io comincio a pregustarmelo, il gioco; e leggo con interesse. Poi, quando ormai senti il gusto della carte putrefatta sotto le narici, con nonchalance - visto che siamo a Parigi - e giusto perché in fondo devi, mi sbatti in faccia un "piazzamento lavoratori strategico e gestione oculata delle risorse".
È lì che io rinsavisco. Mentre l'ambientazione muore.
Il gioco in breve
Nel nuovo titolo della Plaid Hat Games (Summoner Wars, Mice and Mystics, Dead of Winter, Crystal Clans - non gli ultimi arrivati, insomma) a firma di Dan Blanchett i giocatori - da due a quattro - impersonano gli eminenti studiosi di cui sopra. Come lavoratori dispongono inizialmente di uno studioso e di due assistenti, ma nel corso del gioco potranno arrivare ad averne rispettivamente quattro e tre; la differenza è che i primi possono accedere a spazi azione esclusivi e che, peraltro, anche in quelli aperti agli assistenti hanno in genere effetti maggiorati.
Nel laboratorio ci sono un po' di cose simpatiche: intanto il tavolone su cui montare il mostro - due gambe, due braccia, il torso, la testa: sapete come funziona, no? - e poi cercare di dargli vita; di ogni pezzo va prima attaccata la muscolatura, poi la pelle. Infine si dà corrente e si vede quel che succede. I pezzi - senza entrare nel dettaglio - vanno costruiti in una specifica fase del round utilizzando le quantittà di risorse indicate dalle carte anatomia che ogni bravo studioso di cadaveri ha con sé. Quasi tutte queste risorse - muscoli, organi, sangue e animali - vanno conservate in un tracciato di deterioramento a quattro livelli e, in funzione dell'elemento più deteriorato che si utilizza, si guadagna un certo valore di punti vittoria. Ho scritto "quasi tutte" perché le ossa, come insegnano i fossili dei dinosauri e le grigliate con le costine, non si consumano.
(A questo punto però meglio che inquadri un po' il tutto, se no io continuo e voi fate la faccia di Boris Karloff che fa il mostro. Ogni round si compone di quattro fasi: l'evento, su cui torno dopo; la fase azioni, che bene o male ho già descritto; le operazioni nel laboratorio, che i giocatori possono svolgere simultaneamente; infine il ripristino, che ha il suo momento principale nella decomposizione, in cui tutti i cubetti - perché di questo parliamo: cubetti - scalano di uno sul tracciato di deterioramento: vanno rimossi i cubetti che escono dal quarto spazio o - il secondo per il sangue, che va a male più veloce del latte fresco. Il gioco termina alla fine del round in cui almeno uno dei mostri prende vita nella sua interezza, oppure alla fine del dodicesimo round. Con un'insalata di punti. Del resto parliamo di insalata di cadaveri.)
Una volta assemblata una parte anatomica e ricopertola di pelle si può provare a darle vita: per ogni bottiglia di Leida svuotata (massimo tre) si possono lanciare due dadi - modificatori acquistabili a parte. Per ogni risultato occhio una parte prende vita, mentre per ogni saetta si danneggiano alcune parti - con due danni le parti degradano. quelle vive muoiono, quelle con la pelle la perdono, quelle solo muscoli si disintegrano. Ci sono altri risultati collegati a uno dei tre indicatori a quadrante del laboratorio - umanità, reputazione, perizia (quest'ultimo requisito per montare i pezzi stessi) - sui quali glisso pressoché totalmente: sappiate solo che, in qualche modo, vanno anche loro a dare punti.
(Se avete letto questo paragrafo e non vi siete fatti domande sulle bottiglie di Leida, male. Comunque sono degli antichissimi condensatori elettrici inventati probabilmente da Pieter van Musschenbroek, fisico olandese del diciottesimo secolo originario di Leida, città che ha dato i natali anche a Rembrandt.)
Altri spazi azione peculiari - ci sono poi i soliti spazi subottimali per risorse varie tipici di quasi tutti i titoli con questa meccanica - sono il porto, che permette di assoldare briganti che riforniscono di pezzi di cadavere, e il mercato, dove - tra le altre cose - si possono acquistare le bottiglie di Leida e i blocchi di ghiaccio (che - mica roba da poco - permettono di evitare il deperimento della roba del laboratorio per ben due round e poi si possono usare per servire un Bloody Mary che è la morte sua.)
Un accenno - almeno per la fantasia dell'autore - lo merita anche lo spazio omicidio, in cui - esatto - uno degli scienziati (non gli assistenti - si badi bene: queste cose richiedono la mano ferma) va in giro a procurarsi un carrello pieno di frattaglie varie subendo - la severità della legge! - un segnalino polizia. Con due segnalini non si può più passare per i vicoli bui a fare queste brutte cose. Ma niente paura: tre franchi di multa e passa la paura. Esatto: basta pagare tre volte quello che paghereste per un blocco di ghiaccio e ci si ripulisce la fedina penale. Ah, questi francesi, sempre così romantici!
Ultima cosa, che invero ho citato parecchi cadaveri fa, gli eventi. Sarò brevissimo, giuro. Il primo di turno prende la prima carta dal mazzo, se riguarda tutti lo dice e tutti insieme appassionatamente si risolvono gli effetti; altrimenti, se è un incontro, sceglie segretamente un luogo ed in seguito appioppa la carta al primo giocatore che ci piazza lì un suo omino. Collegati agli eventi sono anche le esecuzioni di cui sopra (a differenza degli altri luoghi dove si raccolgono cadaveri, la piazza non si...ehm, rifornisce a ogni fine round).
Prime impressioni
All'inizio ho fatto lo spiritoso; e in realtà sono abbastanza convinto che l'ambientazione, al netto dell'assemblamento dei cadaveri (che quanto a eleganza non hanno nulla da invidiare a quelli di Fuggi Fuggi) e ai testi in corsivo spalmati perfino sulle facce dei dadi, alla fine non emerga dalle meccaniche. Ma sarò onesto: sulla carta il tutto mi sembra più che valido. Sono il primo a esserne stupito, sia chiaro.
I pregi e difetti maggiori penso di poter dire che siano bene o male quelli della meccanica stessa: interazione indiretta il minimo sindacale (comunque stemperata da quel minimo di scalzamenti permessi), scalabilità bene o male garantita dalla preparazione iniziale variabile, decisa predominanza della strategia sulla tattica (che, al netto delle carte evento, non ha molto ragione d'essere), prevedibile - e probabile - corsa ai lavoratori aggiuntivi.
In secondo luogo la scelta di affidare a un elemento del tutto casuale - il dado - l'esito della scarica elettrica riversata sull'accrocchio di pezzi di cadavere: è una soluzione che può far storcere il naso a qualche purista tedesco, ma appare decisamente funzionale a rendere in maniera semplice e immediata l'aleatorietà della cosa. (Pur con ambientazione del tutto diversa, è comunque una soluzione non certo nuova: basti pensare ai dadi per le azioni di caccia e di raccolta risorse di Stone Age.)
Terzo - e poi per pietà vostra mi fermo - il trash estremo della grafica e delle scelte editoriali: i pezzi di cadavere di Esplorando il corpo umano stampati sui polimini di Uwe Rosenberg sono francamente una roba deliziosamente oscena.
Chiaro, un po' di roba l'avrei forse sfoltita: qualcosa sulle tre ruote indicatore e forse sugli obiettivi comuni (sono quattro in ogni partita e regalano punti solo al primo che li soddisfa); poi alcuni mazzi secondari (carte umanità e ricerca, su cui sorvolo); e, sicuramente, molte cose dell'insalata di punti finale - in un certo senso avrei sviluppato il gioco come una corsa in cui a vincere - peraltro in maniera coerente con la gara di cui nell'ambientazione - sarebbe stato il primo a dare vita al mostro.
Poco male, comunque: il gioco - ripeto - sembra bello. Staremo a vedere il prezzo, le prime indicazioni sulla profondità di gioco e il tempo che intercorrerà tra l'acquisto e la rivendita da parte del caporedattore della Tana dei Goblin.