Gran film Point Break la scena del paracadute fu una figata colossale. La storia del cinema di Keanu inizia qui e su questo attore ed il suo modo di porsi ci sarebbero tante cose da dire e da raccontare. In assoluto uno dei miei preferiti (insieme a Brad Pitt che tu non apprezzi).
Brava IJ anche il gioco è molto interessante.
Jim Carrey in The Truman Show parlava così delle Figi: "non puoi spingerti più lontano senza dover tornare indietro". Proprio su un'isoletta di questo arcipelago così remoto per noi è ambientato il gioco che vi propongo oggi: Tavarua (2016, 1-6 giocatori), che usa gestione mano e push-your-luck per ricreare nelle meccaniche la scelta delle azioni per cavalcare l'onda perfetta e rimanervi in equilibrio.
Vado subito alla nota dolente: il gioco risulta al momento esaurito ed è quasi introvabile eccetto nell'usato, però ho contattato l'autore ed editore Cody Miller (la Far Off Games è lui) che mi ha risposto che a breve dovrebbe essere pubblicata una nuova edizione.
Ogni giocatore ha a disposizione un meeple e due mini tavole da surf del proprio colore, una lunga e una corta, una plancetta con il disegno delle due tavole, una sul fronte e una sul retro, e un segnalino per indicare il punto di equilibrio su codesta tavola.
Il tabellone mostra in basso la zona "Shore", il punto di partenza, a destra la parte "Channel", dove pagaieremo spostandoci in avanti o indietro sulle caselle e aspetteremo che l'onda raggiunga il point break, al centro la parte "Wash", dove finisce chi non riesce a mantenersi in equilibrio sulla tavola da surf, a sinistra la parte "Break", dove le tessere onda si muoveranno di turno in turno verso riva e i meeple cavalcheranno l'onda che ha raggiunto il punto di rottura.
Potremo scegliere se usare di volta in volta la tavola lunga o quella corta, quest'ultima più difficile perché presenta meno punti di equilibrio; avremo una mano di cinque carte azione con un valore numerico e un indicatore di direzione che in alcuni casi ci farà sbilanciare sulla tavola da surf, fino a farci cadere e finire in wipeout.
Il flusso di gioco in breve:
- fase advance/play: le onde si muovono verso la riva e si scelgono le azioni in simultanea, giocando le carte a faccia in giù ai lati della plancia (ad ogni lato corrisponde un'azione);
- fase resolve: si girano le carte e si risolvono le azioni;
- fase wave/score: si gira la prima carta del mazzo onde e tutti quelli che stanno surfando spostano il segnalino dell'equilibrio di conseguenza. Chi ha completato un'onda segna il punteggio sulla relativa plancetta e, se rimangono carte nel mazzo onde, comincia un altro round, altrimenti la partita termina. Al che si determinano i campioni della tavola lunga e di quella corta in base al miglior punteggio e chi di loro ha il punteggio migliore sull'altra tavola, è dichiarato il Grand Champion e vince la partita.
Segnalo che esiste la variante in solitario con una modalità carriera, in cui avremo un calendario di eventi a cui partecipare virtualmente.
Il mondo dei surfisti è stato poco esplorato anche dal cinema, cito il superclassico Un mercoledì da leoni (Big Wednesday, Milius, 1978); Soul Surfer (id., McNamara, 2011) che racconta la storia vera di Bethany Hamilton, che nonostante un braccio amputato a causa di un attacco di uno squalo, è diventata una delle migliori surfiste; il film d'animazione sul pinguino che vuole andare ai tropici per partecipare a una gara di surf Surf's Up – I re delle onde (Surf's Up, Buck/Brannon, 2007); Lords of Dogtown (id., Catherine Hardwicke, 2005) che trovo interessante in quanto racconta del gruppo di surfisti che reinventò lo skateboarding negli anni Settanta a Santa Monica; non dimentico i documentari View From a Blue Moon (id., Florence/Kueny, 2015) che vi mostra le spiagge più belle del pianeta e Under An Arctic Sky (id., Weiland, 2017) per chi preferisce vedere surfisti in condizioni estreme nel freddo mare d'Islanda.
Mi concentro però su Point Break - Punto di rottura (Point Break), diretto nel 1991 da Kathryn Bigelow, prima donna dietro la macchina da presa di film ad alto contenuto di adrenalina e testosterone; per gli amanti del gossip riporto che all'epoca era ancora moglie di James Cameron.
Il regista all'origine avrebbe dovuto essere Ridley Scott, gli attori Charlie Sheen nel ruolo di Bodhi e qualcuno a caso tra Johnny Depp, Matthew Broderick, Val Kilmer nel ruolo di Johnny Utah. Per fortuna il progetto venne accantonato da Scott e ripreso da Bigelow, la quale lottò per avere il semi-sconosciuto Keanu Reeves nel ruolo principale, rivelando le sue doti da star del cinema d'azione, e Patrick Swayze - noto per i ruoli romantici in Dirty Dancing e in Ghost - in quello dell'antagonista.
La storia è imperniata su un ex quarterback diventato agente dell'FBI, Johnny Utah, il cui compito è quello di infiltrarsi in un gruppo di surfisti rapinatori di banche, che agiscono col volto coperto dalle maschere degli ex presidenti USA, guidati dalla filosofia zen del loro carismatico leader Bodhi.
Sembra un film da guardare senza pensieri, in realtà ci sono molti aspetti degni di nota.
Primo, la regia è eccellente e innovativa: addirittura le scelte di regia si apprezzano già dai titoli di testa, in cui i nomi del protagonista e dell'antagonista si fondono, a preannunciare quello che succederà, inoltre per le scene di azione sono state usate per la prima volta delle pogo-cam con lente snorkel lunga, sviluppate dalla regista e da un collaboratore e posizionate direttamente addosso agli attori, così da mostrarne al meglio le prodezze atletiche.
Poi ci sono diversi generi cinematografici che si intersecano: il buddy movie, nelle battute di Reeves con il suo capo Gary Busey, che dirige l'operazione; il caper movie, con l'idea dei rapinatori mascherati che verrà copiata più volte, anche di recente, come nella fortunata serie La casa di carta (La casa de papel, 2017); il western, la stessa Bigelow definì il film come un wet-western, dove la terra da esplorare è la vastità dell'oceano, in cui Keanu Reeves è lo sceriffo con la stella (non posso fare spoiler, dico solo: guardate bene la scena finale), dove alla fine c'è una resa dei conti epica.
In ultimo, Point Break è innovativo anche per la concezione di genere decisamente fluida per essere all'apparenza un film tutto muscoli: Keanu Reeves è stato scelto per il suo aspetto delicato e Swayze per le sue movenze da ballerino, il personaggio di Utah è sì attratto da Tyler (nome abitualmente maschile), sua insegnante di surf interpretata dall'androgina Lory Petty, però è evidente il fatto che subisca il fascino di Bodhi e del suo stile di vita libero e anticonformista, accettando le sfide che costui gli propone incondizionatamente, anche quando giocano a carte pericolosamente scoperte. L'erede riconosciuto di Point Break infatti è Fast and Furious (The Fast and the Furious, Rob Cohen, 2001), con il poliziotto Paul Walker, che si infiltrerà nel giro delle corse clandestine di Los Angeles e verrà attratto dal mondo e dal carisma di Vin Diesel... ma questo, è un altro film.
Colonna sonora consigliata: qualsiasi cosa dei Beach Boys o dei The Mamas & the Papas a coprire gli anni Sessanta e Settanta, Melissa Auf der Maur Followed the Waves del 2004; MGMT Electric Feel del 2007; Xavier Rudd Follow the Sun del 2012.