Al ragazzo della foto col cellulare in mano non deve essere piaciuto ..... 😅
Ciao a tutti voi Goblin!
In questo nuovo appuntamento della nostra rubrica vi parlerò di Betrayal at the House on the Hill (Terza edizione), un titolo a tema horror da 3 a 6 giocatori, cooperativo con possibile traditore/i, edito da Avalon Hill (Hasbro). Vi anticipo che eviterò i paragoni con le precedenti edizioni, non avendole mai giocate. Il gioco utilizza meccaniche di esplorazione, tiro dadi, pesca di carte-eventi, scenari multipli, poteri variabili.
Dopo l'introduzione generale, passiamo come di consueto a valutare la qualità dei materiali. Ecco, qui va subito detto che siamo molto più in basso rispetto ai titoli di cui vi ho parlato in precedenza: miniature morbide e poco dettagliate; carte leggere che vanno protette subito da bustine per non sciuparsi o addirittura piegarsi al primo utilizzo; tessere e token che si sfogliano già togliendoli dai tray. Addirittura, alcune tessere della mia copia presentano annerimenti nella stampa che all'inizio pensavo fossero voluti, ma poi mi sono reso conto essere dei veri e propri "misprinted" che ne pregiudicato in parte la lettura. Va anche detto che il costo è ben diverso da quello dei crowdfunding "tripla A" (passatemi il termine videoludico) descritti in passato, però di sicuro si poteva fare di meglio. Gli artwork, pur molto semplici, fanno il loro dovere e la copertina della scatola restituisce il giusto alone di mistero e inquietudine. Il manuale è comprensibile e chiaro, pur senza scendere troppo nel dettaglio: ne ho apprezzato la parte finale, che restituisce un po' di lore legata a ciascuno dei personaggi.
Ok, mi direte, ma cosa succede prima dell'attivazione di questi scenari? Sostanzialmente NIENTE. Si scoprono ambienti e si tenta in modo del tutto randomico di potenziarsi, sperando di pescare un numero sufficiente di carte Evento e Oggetto prima di quelle Presagio. In questa fase non si può neanche morire. Il rischio di ritrovarsi nella condizione descritta dalla canzone vincitrice di questo Festival di Sanremo (a questo paragone Agza mi mena :-) è molto alta, se non ci si immedesima nelle proprie controparti e si ricama sui piccoli trafiletti forniti dalle carte: una musica ambientale adeguata, alla "Profondo Rosso", può aiutare.
Nella successiva fase di "Infestazione" (allo scattare dello scenario) l'eliminazione del giocatore invece è una realtà più che concreta e può avvenire anche in modo subitaneo, portando uno o più giocatori a girarsi i pollici fino alla conclusione della partita. Cosa vuol dire questo? Che Betrayal va giocato con la compagnia giusta: una compagnia che sappia appassionarsi e improvvisare sull'esile trama che si viene a formare, prediligendo l'aspetto narrativo e la tensione che si crea al tavolo (se tutti contribuiscono) al susseguirsi degli eventi: in breve, se si trasforma la partita in una esperienza ruolistica.
Per intenderci, il primo gruppo di amici cui ho proposto Betrayal (arrivato alla sua terza edizione, l'unica che abbia giocato) mi ha bocciato il gioco blastandolo completamente con termini quali "noioso, insulso, antiquato, punitivo", tanto da crearmi remore nel riproporlo ad altri. Quando finalmente mi sono deciso ad intavolarlo con amici diversi, ci siamo divertiti da matti. In nuove occasioni, alcuni giocatori lo hanno apprezzato fino al momento della loro eliminazione, che li ha lasciati basiti; altri invece sono rimasti al tavolo parteggiando animatamente per la "squadra" cui appartenevano. Insomma, l'approccio al gioco di chi si mette al tavolo può essere più variabile degli scenari del gioco stesso; quindi, se volete intavolare questo titolo, scegliete accuratamente i vostri compagni di avventura.
Questo è tutto, quindi arrivederci e alla prossima "americanata" !