Queste malattie per fortuna non le conosco perchè sono stato vaccinato subito senza volerlo..il mio primo e ultimo kickstarter è stato unbroken...mai piu entrato neanche nel sito per dare una sbirciatina. Non voglio piu provare queste amare delusioni sulla mia pelle!
Come promesso, eccoci alla seconda parte della disamina ironica sulle patologie d’acquisto, tutte quelle che sono nate grazie a Kickstarter e che colpiscono esclusivamente i suoi finanziatori. In alcuni casi sono ceppi evoluti e più virulenti di malattie già esistenti, mentre in altri si parla di virus completamente nuovi:
La sindrome di Maria De Filippi o per quelli meno giovani di Pippo Baudo
Questa è stata la prima malattia comparsa con l’avvento dei giochi su Kickstarter. Dapprima è stata confusa con La ricerca dell’Arca Perduta, in realtà presenta peculiarità proprie e quello che le accomuna è solo il far leva sul sentimento di scoperta dell’ignoto.
Innanzitutto a differenza della succitata malattia, questa può colpire indistintamente qualsiasi appassionato e permette la proliferazione delle altre malattie che tratterò successivamente.
I sintomi si manifestano con un istinto irrefrenabile al mecenatismo, più noto oggigiorno come Talent Scout e da questo il nome della malattia. La serotonina generata dall’essere fra i pochi eletti che per primi hanno creduto nel prossimo imperituro capolavoro è impagabile: per questo motivo, e perché non viene riconosciuta ancora come patologia, non viene studiata a dovere e contrastata. Ma è evidente a tutti i ludologi ed in realtà studiata in segreto dagli psicologi dei gamer, che ne vendono i risultati al marketing dei neo-editori.
All in
Un recente ceppo particolarmente virulento del Completismo si sta diffondendo e prende il nome di All in, riferito al pledge più costoso comprensivo di Add-on di una campagna di kickstarter. Colpisce esclusivamente i finanziatori con disponibilità finanziarie nell’immediato e genera un sottobosco settario di credenti del “Tutto o niente”, che in qualche modo salvano il paziente da una preoccupante deriva.
Porta effetti devastanti di dimagrimento finanziario e di perdita di volumetria della casa, c’è una buona possibilità che con il tempo si trasformi in Big Money Strategy, per cercare di recuperare un po' di peso.
Un’opinione diffusa spinge a credere che l’origine del ceppo sia da rintracciarsi in America e più precisamente ad Alpharetta in Georgia.
Finora solo la povertà si è rivelata efficace come cura.
Fan Boy 2.0
Non poteva mancare nella lista anche una versione specializzata di questo virus.
A differenza del precursore mirato verso giocatori d’esperienza, questo colpisce quasi tutti i finanziatori di un progetto in maniera più o meno grave. Molto spesso viene confuso con l’ Hype Addicted, a causa dei sintomi di esaltazione molto similari che la caratterizzano. Non necessariamente si manifesta in modo eclatante e non dà particolari problemi nel breve termine, al di fuori dell’inquinare la classifica BGG o l’opinione del sentire comune sul quel gioco in particolare.
Non viene contrastata attivamente se non in rarissimi casi di Anime oscure, e non ci sono ancora casistiche valide a riguardo sul lungo termine. Personalmente reputo, però, che per il suo inquinamento silenzioso sia quella che dovrebbe essere contrastata maggiormente e mi auspico interventi maggiori, soprattutto dalla setta dell’Io gioco classico.
Big Money Strategy
Questa malattia è la naturale evoluzione del R A R O ed anche in questo caso c’è una versione positiva ed una negativa della malattia.
Il ceppo positivo risulta essere molto più aggressivo e con cifre molto più elevate perché, diamine!, parliamo di vero rischio d’impresa: hanno bisogno di vendere prima che il gioco in questione venga bollato come orribile ed ad un prezzo equivalente al prezzo del pledge da 6X riservato ai negozianti (che loro sono riusciti ad ottenere grazie alla partita iva del cugino tabaccaio). Per questo motivo risultano anche essere affetti sempre da Fan Boy 2.0.
La versione negativa si è scoperta essere circoscritta principalmente ai possessori del Cromosoma Z detto comunemente Vorrei ma non pledgio. Nonostante l’emorragia assicurata, la patologia risulta meno grave perché si riduce per lo più al salasso del singolo gioco.
La mancanza di casi mortali e la giustificazione del rischio di impresa ha fatto si che i tentativi di contrastare la malattia siano stati scarsi e deludenti.
Plastic is fantastic
Questa è una nuova malattia che colpisce esclusivamente i giocatori American. Il sintomo più evidente è trovarli a pledgiare a cuor leggero l’ennesima vagonata di miniature sulle note di I’m a Barbie Girl in a Barbie world degli Aqua.
Quando arriveranno le scatole, queste andranno a incrementare il muro divisorio in costruzione per creare la stanza dei giochi in quell’ampio open space che tanto piaceva prima, tutto ciò naturalmente con enorme disappunto della compagna.
A questa malattia non esiste una vera cura, non importa il gameplay, si collezionano miniature al pari di Action figure e Gunplan e solo la mancanza di spazio o più probabilmente di soldi vi pone freno.
La patologia è ancora molto recente e non c’è una casistica molto vasta, ma si vocifera di guarigioni miracolose sulla via di Damasco e di pentiti dei Kickstarter che ora rinnegato tutto si ritrovano a giocare solo i classici Twilight Imperium, Starcraft, Gears of War…
Finchè la barca va
Come la Saudade dei Brasiliani, questa nuova malattia influenza lo stato d’animo delle persone che ne sono affette. Colpisce le persone sensibili, quelle che si sono lasciate trasportare troppo emotivamente durante campagna e quelle che hanno creduto alle promesse elettorali di “un milione di nuove miniature in tre mesi”.
I sintomi iniziano a comparire al primo update di aggiornamento, dopo quello di ringraziamento per aver partecipato a questa campagna di successo. Se contiene frasi: tipo stiamo playtestando le espansioni, aspettando le prove per le miniature o i nuovi disegni, ecco che iniziano i primi sudori freddi; ma anche quando tutto sembra andare per il meglio si può notare uno spettro sul povero malcapitato.
Quando poi dopo mesi o anni di ritardo si arriva al fatidico momento in cui la mail annuncia che il container è stato caricato sulla nave ad Hong Kong ed è in viaggio, il sistema nervoso è stato talmente provato da: sondaggi sul gioco, prove andate a male, cambi di aziende o materiali, aumento delle tasse, il Capodanno cinese…da non fidarsi nemmeno dei loro occhi quando possono rintracciare la nave su Google maps. E poi già sanno che dovranno affrontare ancora i tempi della Dogana e quelli dell’HUB.
Per fortuna, la malattia è circoscritta al singolo progetto ed una volta ricevuto l’oggetto scompaiono tutti i sintomi…fino a nuovo progetto.
Per i casi gravi, in cui in itinere si arriva a livelli di sopportazione non più tollerabili, la cura consiste unicamente nell’affidarsi a pratiche rilassanti e seguire l’esempio dell’Asceta che raggiunto il Nirvana ludico clicca e poi si dimentica completamente di aver finanziato quel gioco, ignora le mail e i flame sui social.
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Siamo arrivati alla fine della disamina, se vi siete persi la prima parte potete recuperarla qui.