Complimenti per l'articolo, è la parte che mancava a quanto avevo scritto, per avere un quadro completo al 100%. Correggerei solo una cosa: allo stato attuale delle cose, c'è più di un'azione legale contro gamezone o per essere precisi ludofilia, società che contiene gamezone.
HeroQuest 25 Anniversary Edition, per gli amici HQ25AE o anche solo HQ25 (ma te lo puoi permettere solo se sei un backer) è il caso editoriale più discusso degli ultimi anni. Ho scritto questo articolo per esprimere il mio parere di finanziatore su vari punti dell'argomento, ma ho pensato fosse più interessante pubblicarlo con una controparte, un “avversario” che la pensa in modo diametralmente opposto a me. Troverete quindi, affiancata alla mia, anche l'opinione di Andrea Angiolino.
Tanto si è già detto e scritto su questo caso editoriale che non ci sarebbe da aggiungere molto. Tuttavia vorrei riassumere la vicenda sotto tutti i punti di vista, alcuni dei quali sono a volte passati un po' in sordina o sono stati poco analizzati.
La questione legale
Agzaroth
Ricordiamo un attimo perché su Kickstarter fu chiusa la prima campagna, perché alcuni in giro continuano a fare confusione e tirare in ballo soggetti o questioni che non c'entrano nulla. Il marchio HeroQuest, negli USA, è registrato attualmente da Moon Design, che lo usa per i suoi giochi di ruolo. Il cease&desist al crowdfunding di GameZone venne quindi effettuato da Moon Design, dato che la ditta iberica stava usando su una piattaforma americana un nome che, in quel contesto, non le apparteneva. La stessa ditta statunitense contestava inoltre a GameZone il fatto che il prodotto di GameZone potesse portare confusione sul mercato, confondendo il nuovo HQ25 con i giochi di MD. A chi obiettava che difficilmente un appassionato avrebbe confuso un GdT con un GdR, Moon Design rispondeva che presto avrebbe lanciato il suo gioco da tavolo ambientato nell'universo di HeroQuest. Mai visto, ovviamente. In ogni caso i due soggetti non trovarono un accordo e la campagna si spostò su una piattaforma spagnola (il nome HeroQuest, in Spagna, è registrato da GameZone), Verkami, che però, per paura, abortì immediatamente la raccolta fondi. Infine fu la volta di Lanzanos, altra piattaforma spagnola, sulla quale il gioco venne finanziato per più di 600mila euro.
Certamente un processo che blocchi tutto per anni, indipendentemente poi dalla vittoria finale, sarebbe comunque già un risultato per gli haters e naturalmente un grosso smacco per i backers (a meno di non ricevere il gioco prima, nel qual caso tanti saluti). Il punto focale, secondo me, è che nonostante i mille avvocati improvvisati del web, per i quali a GameZone non sarebbe nemmeno stato concesso di terminare la raccolta fondi, finché non c'è un processo e una condanna (in questo caso, ad oggi, nemmeno una denuncia...), nessuno può dire cosa GameZone sia legittimata a fare o non fare, sul piano legale.
Angiolino
In realtà è possibile giudicare se un comportamento sia legittimo o no anche molto prima di un processo e di una condanna. Se vedo un'auto passare con il semaforo rosso, so con certezza che il guidatore ha violato il codice della strada anche prima che venga multato e anche se non verrà multato per niente, per un motivo o per l'altro. Chi infrange la legge può evitare la condanna per i motivi più diversi: non è detto che venga perseguito e anche se questo avviene può cavarsela per amnistia, per prescrizione o per tante altre situazioni che comunque non lo rendono innocente. Semplicemente, gli evitano di subire la pena prevista. Ma quello che ha fatto resta illecito. Questo ha anche conseguenze legali sui terzi: se io compro merci provenienti da un furto, posso essere condannato per ricettazione anche se per quel furto non c'è stata una condanna e magari nemmeno una denuncia.
Moon Design ha acquistato da Greg Stafford i diritti di sfruttamento del marchio Heroquest, da lui registrato in America per giochi di ruolo e prodotti collegati. La prima a riconoscere che GameZone avrebbe dovuto ottenerne il permesso per pubblicare un gioco con quel nome è stata la GameZone stessa, che infatti il 31 luglio 2013 ha chiesto a Moon Design l'autorizzazione per l'uso del marchio Heroquest. Moon Design ha posto una condizione: vedere la licenza del gioco concessa da Hasbro a GameZone. Un'ovvia prudenza per evitare di ritrovarsi complice di un illecito, qualora tale licenza non vi fosse. GameZone non ha fornito prove della licenza e così Moon Design ha negato il permesso. GameZone ha deciso di procedere comunque con il Kickstarter, che su richiesta di Moon Design è stato sospeso. A quel punto GameZone non ha fornito i chiarimenti necessari e così il Kickstarter è stato cancellato.
Il blocco del crowdfunding su Verkami è dovuto, secondo il loro comunicato, alla scarsa chiarezza del progetto che avrebbe potuto trarre in inganno il pubblico. E visto il livello della comunicazione di GameZone, non gli si può dare torto.
La questione GameZone
Agzaroth
“Con Hasbro è tutto a posto”. Molti partono da questa frase del patron di GameZone, Dionisio Rubio Gil – per gli amici semplicemente “Dio” - per denunciare l'inaffidabilità di GameZone. In realtà al tempo del crowdfunding, di GameZone si sapeva ben poco (facevano miniature alternative, anche molto belle, per Warhammer e altri giochi) e il “tutto a posto” si riferiva semplicemente al fatto che avendo acquisito il nome HeroQuest in Spagna. GameZone si sentiva a posto, sia legalmente che moralmente.
Certamente lo sviluppo del gioco, i mancati aggiornamenti, le polemiche, la segretezza, i ritardi – soprattutto i ritardi – hanno esasperato non poco il clima di diffidenza e sfiducia attorno alla ditta iberica. Già l'aria è stata tesa sin dal primo momento, con scontri in rete su tutti i fronti e l'atteggiamento cospiratorio e incurante di GameZone ha solo esacerbato i toni.
Trovate tutto perfettamente riassunto e narrato qui ma il succo è che Dio sia un individuo eccentrico e particolare, secondo il quale aggiornare i finanziatori sia solo tempo perso, che lui pensa a fare il gioco, che quando lo riceveremo saremo contenti, che ci sono dei ritardi ma il gioco si farà. Anche qui, occorre tenere separati i due concetti e non confonderli: una cosa è il diritto di GameZone a fare HQ25, un'altra è il loro modus operandi, la (poca?) serietà con cui stanno portando avanti questo post campagna e i rapporti con i finanziatori.
Angiolino
Il diritto di GameZone a fare HeroQuest 25° Anniversario non esiste. Tutto ciò che ha fatto GameZone è registrare il nome HeroQuest in SpagnaGameZone nelle sue affermazioni è andata ben al di là di un semplice "con Hasbro è tutto a posto". Ad esempio, come si può leggere da varie parti fra cui La Tana dei Goblin (vedi sul forum ), il 27 novembre 2013 ha scritto a vari potenziali backer che chiedevano quali fossero gli accordi fra Hasbro GW e GameZone, preoccupati di possibili blocchi dell'operazione su Kickstarter: "Hasbro own ALL HQ rights. GW was outsourced for the making of the miniatures. We got the permissions from Hasbro, so there is no C&D risks". GameZone ha dunque dichiarato esplicitamente di avere un accordo con Hasbro. Ovviamente un patto del genere, per essere valido, deve avere forma scritta ("No use of Hasbro's Intellectual Property or products is authorised unless you have received a letter from Hasbro authorising the use and have signed and returned this 'consent letter' agreeing to the terms of use", come chiunque può leggere sul sito Hasbro in questo documento). È questo accordo, sbandierato in più occasioni da GameZone, che Moon Design ha chiesto invano di vedere sia inizialmente che a dicembre 2013, per acconsentire al proseguimento del Kickstarter. Ma a quel punto, GameZone ha addirittura cominciato a negare di aver bisogno di permessi. Si veda ad esempio l'intervista al sito Jugamostodos del 3 dicembre 2013, nemmeno una settimana dopo aver rassicurato i backer sull'esistenza dell'accordo. La contraddizione è palese, l'inaffidabilità pure.
La questione gioco
Agzaroth
Fatto sta che negli ultimi tempi gli aggiornamenti si sono fatti molto più frequenti e precisi. C'è un beta del regolamento che gira, ci sono anteprimeInsomma, il succo è che 'sto gioco occorre aspettare a giudicarlo quando lo avremo sul tavolo e in ogni caso la comunità Goblin sarà in grado di fornirvi un regolamento e delle avventure da giocare, comunque vadano le cose, questo ve lo garantisco.
Qui rispondo ai sofisti per cui “se è uguale a HeroQuest è plagio, se è diverso non è HeroQuest”. Beh, nessuno vuole un HeroQuest identico, l'importante è che la base sia quella, il target suppergiù lo stesso e poi ben vangano svecchiature e maggiori possibilità. Tutti i backers desiderano un HeroQuest seconda edizione, per cui, davvero, mettetevi l'anima in pace che questo “problema” se lo pongono solo gli haters.
La questione morale
Agzaroth
Questo è il punto che mi preme di più e che trovo anche più interessante. Al di là dei diritti, della burocrazia, del gioco, della serietà del pelato, era giusto o no fare HeroQuest 25 Anniversary Edition?
Secondo me sì e vi spiego perché.
HeroQuest è il gioco che più di ogni altro ha segnato una generazione. Generazione che ora ha figli e che vorrebbe giocare con loro le stesse avventure della propria infanzia.
HeroQuest è un gioco raro, reperibile ormai fuori mercato a prezzi da collezione e, diciamocelo, ha meccaniche un po' datate e troppo semplici per i ragazzi di oggi. Una riedizione è stata da sempre chiesta a gran voce dai giocatori, anche con una petizione.
Hasbro ha sempre fatto orecchie da mercante, non solo, non si è nemmeno degnata di dire “no”, preferendo un indifferente silenzio e l'ennesima riedizione di Monopoli. Neanche la possibilità di un crowdfunding (zero rischi, spese subito ammortizzate) li ha smossi.
Allora, mia opinione, tale indifferenza e menefreghismo verso i giocatori e verso un suo stesso gioco, non meritano il mio rispetto. Moralmente trovo Hasbro colpevole e moralmente appoggio GameZone per aver tentato di riportare il gioco sul mercato. Poteva chiedere l'appoggio dell'autore o quanto meno la sua benedizione? Verissimo, avrebbe fatto meglio a provarci, ma da quanto ne so non l'avrebbe comunque ottenuta, essendo lui alle dipendenze di Hasbro.
Non è un diritto dei giocatori avere un gioco, ma è un loro diritto richiederlo, buon senso ascoltarli e ancora loro diritto comprarlo da chi è in grado di offrirlo. Tenere “congelato” un gioco del genere solo per ignavia, menefreghismo o altro, mi autorizza moralmente a pensare che all'editore in questione dei giocatori non importi nulla, che il rispetto per i giocatori storici sia andato perduto e dunque mi autorizza moralmente a mostrare la stessa mancanza di rispetto per tale editore, rivolgendomi altrove.
Angiolino
Era giusto fare HeroQuest 25° Anniversario, ma non così. Ci sono tanti giochi classici della Hasbro e della Games Workshop, rimasti fuori produzione da tempo, che sono stati ripubblicati in nuove edizioni aggiornate per la gioia di appassionati vecchi e nuovi: Survive!, Inkognito, Fury of Dracula, Talisman, DungeonQuest, Merchant of Venus, il gioco di ruolo di Warhammer... L'elenco potrebbe continuare a lungo. I vari editori americani o europei che hanno deciso di ripubblicarli hanno chiesto una licenza ai titolari dei diritti e l'hanno ottenuta. Hanno così potuto realizzare le loro riedizioni con tranquillità, senza rischi di blocchi dell'attività. Cambiando regole e materiali se e come ritenevano opportuno per migliorare il prodotto, senza sentirsi forzati a cambiare per cambiare nella speranza di evitare grane legali.
Un'azienda come la Hasbro può avere tanti motivi per non ristampare molti loro vecchi giochi, ma non sembra aver mai voluto ostacolare chi li voleva ripubblicare: non risulta che abbia mai negato un permesso o che abbia tenuto "congelato" nulla. GameZone poteva seguire la stessa strada di tutti gli altri suoi colleghi - domandare una licenza. Non lo ha fatto e così a mio parere ha perso ogni possibilità di considerare il suo comportamento "morale".
GameZone ha dato una sola, flebile giustificazione per le scorciatoie prese: la fretta di completare il gioco entro il Natale 2014, per avere così un gioco entro il 25° anniversario. Scusa pretestuosa, dato che i fan avrebbero comunque gradito una riedizione indipendentemente dalla ricorrenza. "It was now or never", recitava il comunicato della GameZone per lanciare il crowdfunding. Invece la ditta si è presa anni e anni, dopo essersi venduta un vuoto nome, per mettere assieme i materiali e le regole del gioco. In questi stessi anni c'era tutto il tempo per ottenere anche la licenza mendacemente sbandierata agli inizi e sprezzantemente definita inutile subito dopo. Bastava seguire i passi di ogni altro rispettabile editore che abbia ripubblicato giochi della Hasbro.