Grazie! Metto Altiplano e Parlay in lista desideri :D
Siamo al giro di boa ed il venerdì si dimostra una giornata meno congestionata di quanto temessi, mentre il sabato è stra-pieno come sempre, ma non mi faccio scoraggiare e tra file lunghine - e fortunati tavoli inaspettatamente liberi anche oggi - i giochi provati non sono pochi e tutti di un certo spessore.
Venerdì
Una serie di fortunate coincidenze con tavoli che si liberano al momento giusto ed incontri fortuiti mi permettono di provare diversi giochi e tutti fra quelli che avevo messo in lista (tranne uno a dire il vero ma per seguire Ditadinchiostro e le sue folli idee ci ritroviamo anche davanti ad una barca in cartone a tre piani…) ma andiamo con ordine:
Pulsar 2849
Prima dell’apertura della fiera decido con la mia compagnia di amici di sedermi a provare la nuova creature della CGE: Pulsar. Si tratta di un titolo che utilizza una riserva di dadi per far compiere le diverse azioni ai giocatori, con una meccanica davvero bella di gestione della scelta dei dadi e relativi pagamenti a seconda di cosa si va a prendere. Le azioni, poi, permettono tutta una serie di combinazioni di poteri e punteggi molto carine e ben incastrate, che fanno scorrere la partita in modo leggero e lineare, permettendo sempre di scegliere fra tanti possibili effetti, ma senza mai spaesare o dare la sensazione di girare a vuoto. Il gioco è pensato bene, anche se devo dire che, oltre all’idea della gestione dei dadi con il “baricentro” che ne determina il costo, c’è poco altro di originale. Tutto però fila via liscio e senza sbavature, rendendo questo Pulsar un gioco sicuramente piacevole e che lascia la voglia di intavolarlo nuovamente.
- Voto per tipo di gioco: 8
- Voto personale: 7½
The Sanctuary: Endangered Species
In questo titolo si deve gestire un parco di animali in estinzione, cercando di ottimizzare il piazzamento dei due lavoratori a disposizione su un ferro di cavallo di carte. Leggendo le regole (o l'anteprima del signor Darcy) la meccanica di piazzamento in cui, sulla riga, si compiono tute le azioni secondarie a disposizione intorno ai propri lavoratori fino a che la fila non si interrompe per un omino altrui era molto intrigante. Purtroppo, però, alla fine risulta girare piuttosto male e spesso si incastra in azioni non utilizzabili, peraltro generando un'incontrollabile interazione che, invece di essere divertente, risulta più che altro frustrante. A causa delle molte catene di azioni, se qualcosa va male ci si ritrova a non fare quasi nulla, senza per questo riuscire a tamponare la cosa in alcun modo. Peccato, perché il gioco sembrava promettente; ma evidentemente andava sviluppato di più e meglio. Un’occasione mancata dunque.
- Voto per tipo di gioco: 6
- Voto personale: 5½
Ms Batory
Trascinato da Ditadinchiostro al tavolo di questo titolo scenografico mi sono ritrovato a giocare l'ennesimo deduttivo, questa volta ambientato su una nave da crociera di tre piani, assemblati in cartone. La nave fa sicuramente un’ottima figura al tavolo e la possibilità di fare domande sul colpevole agli altri giocatori, per poi risalire a tutti gli indizi, è già vista, ma si arricchisce della componente spaziale e tridimensionale - anche perché occorre muovere in continuazione i personaggi sulle varie zone del battello per poter utilizzare al meglio le carte necessarie per avere le giuste informazioni. Purtroppo proprio la mastodontica barca è il tallone d’Achille del gioco perché, per quanto bella sia, è davvero scomoda e disfunzionale al gioco. Le carte ed i personaggi sul tavolo non si vedono bene e occorre continuamente alzarsi e spostarsi per avere il colpo d’occhio utile a ciò che occorre fare in quel momento. Pertanto, la migliore trovata del titolo e l’unica che lo facesse uscire dall’anonimato dei tanti deduttivi del genere, è anche il punto debole che mi fa bocciare il gioco. Peccato
- Voto per tipo di gioco: 7½
- Voto personale: 6
Loot Island
La What's Your Game ci ha abituato a cinghiali setolosi ed impegnativi, ma quest’anno si presenta con un gioco da un’ora scarsa composto di qualche segnalino, una plancetta e qualche decina di carte. Sicuramente un gioco per famiglie e giocatori alle prime armi; ma non fatevi ingannare: alla prova su strada mostra una profondità e un gameplay tutt’altro che banali e poco impegnativi. La gestione delle carte e dei malus accumulati durante la partita è interessante e costringere a riflettere sulla mossa migliore da fare, spesso correndo ai ripari davanti ad inaspettate mosse degli altri che ce ne hanno fatto accumulare troppi. Un titolo pensato per giocatori principianti, ma che farà divertire tutti al tavolo da gioco. Sicuramente non il mio genere; ma non si può negare sia un ottimo gioco per la fetta di pubblico cui è rivolto. Per chi fosse interessato, rimando all'anteprima scritta dai Giullari.
- Voto per tipo di gioco: 7½
Voto personale: 6½
Calimala
Gioco ideato da un italiano residente all’estero, questo Calimala è un gestionale con una meccanica di risoluzione delle azioni impilate e ripetute davvero molto intrigante e profonda. L’asciuttezza del titolo (vedasi l'anteprima di Agzaroth) non permette sbagli e costringe a riflettere bene su ogni mossa, anche perché le fasi di punteggio sono molto frequenti e, una volta conteggiata, una zona del tabellone diviene sostanzialmente inutile e le mosse ivi spese risultano inutili se non hanno portato punti. Calimala è un buon gioco dalla durata contenuta e da una buona interazione tra i giocatori. Mi rimane qualche dubbio sul bilanciamento delle posizioni iniziali al tavolo; ma tutto sommato, se anche non fosse perfetto, poco toglierebbe a questo tedesco di pregevole fattura. Non è scattato l’amore, personalmente; ma mi sento di consigliarlo a quanti cercano un tedesco mediamente impegnativo, strategico e dalla breve durata.
- Voto per tipo di gioco: 7½
- Voto personale: 7
Clans of Caledonia
Uno dei titoli che bramavo maggiorente di provare a questa fiera, anche per l'anteprima di Agzaroth. Questo bucolico gioco permette tante possibili strade per vincere e permette ai giocatori di costruire diversi motori produttivi. Diverse idee sono prese da giochi precedenti (ad esempio da Terra Mystica), ma sono ben amalgamate e ambientate. Materiali eccellenti e abbondantissimi, tanto che davvero non so come possano entrare in una scatolina dalle dimensioni inferiori alla media. Il gioco diverte e convince, offrendo molta profondità in una durata che pare accettabilissima. Personalmente la prova fatta (due-tre turni in tutto) è stata rovinata dalle spiegazioni, che sono state fatte a pezzi durante i diversi turni, senza prima darci tutte le informazioni necessarie a prendere le decisioni; e dire che si trattava niente meno che di Paul Grogan… Gioco comunque promosso.
- Voto per tipo di gioco: 8
- Voto personale: 8
Exodus Fleet
Si tratta di un gioco spaziale, la cui meccanica principale è basata sul principio delle azioni di Puerto Rico, per cui anche gli altri giocatori fanno l’azione scelta da chi è di turno. Tuttavia in questo caso ogni azioni scelta dà il via ad un’asta secca a rilancio, in cui il primo giocatore ha il vantaggio di avere l’ultima parola. Solo le tre offerte maggiori compiranno l’azione, e con un grado di potenza maggiore a seconda di chi ha offerto di più. Il giocatore con l’offerta più bassa invece non potrà fare l’azione e prenderà solo una piccola compensazione in soldi e risorse. Si possono costruire nuove navi con poteri sempre maggiori, estrarre risorse dai pianeti, trasportare passeggieri che daranno punti nelle tre fasi di punteggio alla fine di determinanti turni; oppure semplicemente raccogliere le preziose monete del gioco, indispensabili nelle tantissime aste. Il titolo scorre piuttosto bene, anche se personalmente non amo moltissimo le aste, specie se a puntata singola come queste. Comunque rimane un gioco interessante e divertente da giocare, che forse avrei anche preso se non fosse per le numerose scritte piccolissime, che davvero rendono quasi impossibile seguire il gioco e i poteri accumulati dagli altri giocatori. Purtroppo la pessima ergonomia mi rende il titolo più indigesto di quanto non sarebbe.
- Voto per tipo di gioco: 7
- Voto personale: 6½
Sabato
Altiplano
Titolo che è una sorta di seguito del celebre Orléans che, premetto, a me non è piaciuto per nulla, a causa non tanto della meccanica del bag-building, che mi piaceva, bensì di tutto il resto. Altiplano ha la stessa meccanica di gestione del sacchetto per fare le azioni, ma tutto il resto cambia - ed è notevolmente migliore. Ero partito scettico (si veda l'anteprima di Agzaroth), ma mi sono dovuto ricredere. Altiplano è un gioco molto più profondo ed interessante del suo predecessore, e offre tantissime possibilità strategiche, richiedendo di contro uno sforzo ben maggiore per essere giocato bene. A oggi (e la fiera è praticamente finita) si tratta del titolo migliore che ho provato: mi spiace solo fosse già esaurito, altrimenti lo avrei acquistato immediatamente. Bellissimo.
- Voto per tipo di gioco: 8½
- Voto personale: 9
Parlay
Si tratta di un gioco a ruoli nascosti, in cui si bluffa e si possono fare grandi bastardate. Si devono far svolgere battaglie fra sei nazioni in cui, con un voto tramite carte, i giocatori daranno forza alle tre nazioni attaccanti contro le tre che difendono. Vincere le battaglie fornisce punti alle nazioni vittoriose, più ulteriori bonus dovuti ai territori precedentemente conquistati adiacenti alla battaglia appena svolta. I giocatori devono così cercare di far salire la nazione cui sono segretamente affiliati con una carta data a inizio partita. Occorre però non parteggiare in modo troppo aperto per la propria nazione, pena vedersi rifilare la carta di accusa giusta che fa perdere molti punti. Ci sono diverse altre meccaniche carine in questo gioco, che è fresco e piacevole e regge fino a sei giocatori ottimamente. Peccato per il prezzo altino, dovuto ad una produzione poco meno che casalinga, altrimenti ci avrei fatto un pensierino. Molto carino pur non rientrando a pieno nel mio genere.
- Voto per tipo di gioco: 7½
- Voto personale: 7
Cosmogenesis
Gioco di ottimizzazione di mosse e risorse, in cui si è chiamati a creare la vita sui pianeti del sistema solare di appartenenza. Ogni giocatore deve creare la vita nel proprio sistema tramite l’utilizzo di meteoriti, pianeti, comete e giganti gassose, che interagiranno fra loro in modo estremamente realistico, poiché il creatore del gioco è un esperto della materia. Lo spunto principale del titolo è che ogni round è compiuto da quattro azioni che, ogni volta, possono essere affiancate anche ad un’azione secondaria quando possibile (richiede alcune risorse). Proprio cercare di saltare meno azioni secondarie durante il gioco è una delle principali chiavi della vittoria e richiede un’oculata gestione delle risorse. Gioco semplice, con ottimi materiali, una forte aderenza al tema e durata in linea con il peso del titolo, che è una via di mezzo tra il gioco impegnativo e quello per famiglie. Molto carino, peccato sia esaurito molto presto.
- Voto per tipo di gioco: 7½
- Voto personale: 7
Montana
Titolo per famiglie in cui occorre sbrigarsi a chiudere la partita prima che lo facciano gli altri, gestendo al meglio le azioni a disposizione. La corsa a costruire negli spazi migliori di una mappa comune rende tese le partite e difficili le scelte, semplici ma non banali, che il gioco offre. Temo che, troppo spesso, in quattro giocatori la mossa di qualcuno possa avvantaggiare o danneggiare altri, senza che la cosa sia voluta ed è una caratteristica che mi piace poco nei giochi, anche se leggeri come questo. Come titolo da due, invece, diventa più interessante e cattivo; ma io difficilmente gioco in due persone (a differenza dei Giullari, che hanno scritto l'anteprima). Titolo promosso, ma con riserva.
- Voto per tipo di gioco: 7
- Voto personale: 6
Noria
Dopo tre-quattro turni è davvero difficile riuscire a giudicare questo titolo, che è complesso (provare per credere leggendo l'anteprima di Agzaroth) e pieno di azioni che si influenzano a vicenda. Non si capisce facilmente quanto sia profonda e influente la gestione delle azioni sulla ruota, né come e quando convenga influenzare i valori dei tracciati dei punteggi. Francamente, il sistema di premi e penalizzazioni sui tracciati dei punti non mi convince del tutto, perché potrebbe finire per premiare o affossare qualcuno solo per caso, o per eccessiva fretta di un giocatore. Però c’è molto da pensare, così come da gestire, e la grafica ed i materiali sono assolutamente ottimi. L’idea della ruota della azioni è interessante ed innovativa e dona ulteriore fascino ad un gioco che voglio assolutamente approfondire, perché mi sento di averlo scalfito appena.
- Voto per tipo di gioco: 7½
- Voto personale: 7½
Natives
La sera riusciamo a fare una partita intera a questo giochino di carte che si spiega in tre minuti e si gioca in venti. La fortuna sicuramente può dire la sua, ma il titolo appare davvero interessante e divertente da giocare. Il rapporto divertimento e durata è ottimo e, a oggi, è uno dei migliori riempitivi che mi vengono in mente per chiudere una serata in modo gradevole. Le scelte non sono banali e la semplicità del titolo non toglie nulla alla bontà dell’idea che, con una diversa produzione (è un gioco quasi fatto in casa), avrebbe sicuramente venduto tonnellate di scatole. Per fare un paragone, lo trovo superiore a Sushi go o ad altri filler di carte simili. Promosso a pieni voti per il suo pubblico di riferimento.
- Voto per tipo di gioco: 8½
- Voto personale: 8
Fiera che ha evidenziato moltissimi buoni giochi, ma pochi davvero nuovi e che facciano gridare al miracolo. Alcuni dei migliori giochi di quest’anno risultano miglioramenti di titoli precedenti - il che non ne diminuisce la bellezza, ma sicuramente non fa fare bella figura alla capacità innovativa degli autori di giochi da tavolo. Un mercato sempre più ampio richiede titoli a scadenze via via più ravvicinate e, probabilmente, questo toglie tempo al fondamentale playtest dei titoli. Mai come questa fiera ho avuto l’impressione di trovarmi di fronte a titoli che potevano essere molto migliori con qualche mese in più di lavoro e test alle spalle. Peccato.