The Golden Ages è un gioco di civilizzazione che potremmo definire di peso medio, a confronto ad esempio di Through the Ages o Clash of Cultures.
Il grosso vantaggio di
The Golden Ages rispetto a questi titoli più corposi è che riesce a portare a compimento un gioco di civilizzazione in
circa due ore senza rinunciare praticamente a nessun elemento importante, anzi implementando una serie di idee (la mappa esplorabile e sempre diversa, il cambio di civiltà nel corso della partita, ecc) che a volte manca ai giochi più blasonati.
Passare per primi
L'idea è invero presente già in Troyes: chi passa per primo prende due soldi ogni volta che ritocca a lui, nell'attesa che passino anche gli altri.
In The Golden Ages la cosa ha una motivazione anche tematica forte: la civiltà che smette di compiere azioni entra nella sua età dell'oro, ovvero un tempo di benessere tale per cui lo sforzo creativo e adattativo si adagiano e si smorzano, perché il benessere raggiunto è il massimo possibile e si sfocia nell'indolenza.
Così, mentre gli altri continuano a svilupparsi ed espandersi, noi guadagniamo soldi, che pure sono un'importante risorsa di gioco, per nulla abbondante. Non solo: il primo a passare sceglie anche una delle cinque carte giudizio della Storia disponibili per la partita: se ne attiveranno solo quattro prima del termine, ciascuna scelta a fine era (sono quattro ere di gioco) da, appunto, il primo che passa.
Son carte importanti perché stabiliscono un bonus di punteggio finale in base a determinati elementi.
Pur essendo quindi una meccanica marginale e accessoria, questa dell'età dell'oro aggiunge al gameplay una forte sensazione di urgenza, di giusto tempismo, di mosse da non sprecare e tarare in base anche agli avversari. Assieme ad altri piccoli tocchi di classe nel game design, contribuisce ad elevare il gioco decisamente sopra la media.