Sono contento siate riuscite ad andare alla fine, sul fatto che vi sareste divertite poi non avevo dubbi! Bel report
Anche quest’anno sono andata a Play con Benny, in “solitaria” senza il marito, che ci va per lavoro.
Però sembrava che Play fosse nata sotto una cattiva stella per noi: stavolta che avevamo prenotato l’albergo per tempo, sempre “accodate” a TdG Lodi (che ringrazio per sopportarci e supportarci), abbiamo dovuto disdire perché lei aveva la gara di ginnastica. Tristess infinita…
Poi, salta tutto e la gara non si fa più: tragedia sua al pensiero che si sarebbe persa inutilmente la fiera, a me vi lascio immaginare… Provo con una minima speranza a chiamare Nymeria: miracolosamente la stanza c’è! Si va e si va pure in macchina con Paperinik! Alééé!
Poi, arrivano i tristi eventi che conosciamo e sorge il dubbio se fosse il caso di andare e con la bambina. Alla fine andiamo ed è stata un’esperienza bellissima!
Giovedì
Quest’anno la Tana aveva il compito di gestire tutto il padiglione C: una nuova sfida ottimamente superata, al punto che scherzando ho suggerito di rinominarlo padiglione G. Entrando, subito si vedeva il nostro faccione rotante e poi la distesa di tavoli: uno spettacolo di magnificenza!
I primi momenti come sempre sono stati festosi in un tripudio di baci e abbracci: vedersi dopo un anno è una gioia! E quante coccole per la mia Benny!
La goblinina girava tra tavoli e stand portando braccialetti e sistemando scatoline, e appena finito si è messa a spuzzillare i giochi del Prestito. Poi dritti a cena e infine in hotel: domani la fiera apre e bisogna dormire un po’, ma Shadows_Son tira fuori il giochino meccanico dell’atleta e Benny non lo mollava più!
Venerdì
Avevamo il primo turno alla Visibility: mentre io davo il meglio di me nella vendita, zia Bubu stampava la tesserina Volontario col nome a Benny, conquistandola per sempre!
Finito il turno, siamo partite per i tavoli per provare giochi nuovi e un elenco di titoli suggerito da papà.
Ci fermiamo nell’area per 2 a provare Sobek, un filler ambientato in Egitto in cui i giocatori lavorano per costruire il tempio del dio. Su una griglia di tessere 6x6 si sposta il segnalino Ankh per prenderne una, che possono essere vendute in gruppi da tre: a fine partita si riceveranno punti vittoria dalle tessere vendute.
Il gioco è carino e ci è piaciuto, da tenere in considerazione se si trovasse in offerta.
Il gioco è simpatico, ma non è adatto a noi.
Abbiamo deciso di spostarci in area Prestito e abbiamo preso Jamaica, un titolo di corsa a tema piratesco in cui bisogna circumnavigare le isole per arrivare per primi a Port Royal e raccogliere i tesori.
Io l’avevo provato quand’era uscito e ricordavo fosse carino, a Benny è piaciucchiato. Un altro eventuale acquisto se si trovasse in offerta.
Subito dopo un altro grande classico: Dominion, il capostipite dei deck-building. Stavolta il gioco lo conosciamo entrambe ed entrambe lo adoriamo, a casa sta diventando uno dei titoli più intavolati. La partita è stata combattutissima, ma alla fine mi ha stracciato senza pietà (e senza che la facessi vincere) e per il resto della fiera ha continuato a vantarsene con chiunque.
Il primo giorno di fiera volge al termine e arriva uno dei momenti per me più immancabili: la cena col presidentissimo Jones.
Sabato
Gli altri giorni di fiera avevo deciso di mettermi al secondo turno, così da riuscire a sederci ai titoli più ricercati e ci rechiamo a provare Overbooking: gioco di carte, in cui si guadagnano punti vittoria occupando le stanze degli alberghi con frati, soldati, cameriere e cortigiane. Come spesso capita, devo far capire che Benny è sì una bambina di 8 anni, ma abituata a giocare e, quindi, capacissima di superare l’età anagrafica indicata sulla scatola. Ma stavolta è stato più semplice perché il dimostratore ha capito subito con chi aveva a che fare, proponendole un titolo adatto. E infatti il gioco ci è piaciuto e ci siamo divertite, potrebbe essere un possibile acquisto.
Francesco ci spiega le regole, molto semplici e immediate: si compone un cestino a formare una griglia di tessere 5x4, ogni tessera è divisa in due come quelle del domino e bisogna cercare di non schiacciare la frutta leggera con quella più pesante. Ognuno parte con una tessera bonus e Benny come azione iniziale la gioca subito, togliendo dal pool di acquisto la tessera migliore e costringendo tutti a prendere quelle che potrebbero portare un malus: con questa giocata da esperta giocatrice conquista subito il rispetto degli avversari, che non se la aspettavano da una bambina! Infatti, io ho vinto e lei seconda a pochissima differenza, i due VIP stracciati con distacco. E anche stavolta nessuno al tavolo ha cercato di facilitarla!
Il titolo è molto carino e veloce, ma abbiamo già in collezione titoli simil domino e non lo prendiamo.
Mentre girovaghiamo, troviamo posto al tavolo di Shards of Infinity, un deck-building a tema spaziale che proviamo con l’espansione. Ci piace tantissimo perché, come detto, amiamo questa meccanica e lo consigliamo anche a Paperinik, a cui lasciamo il tavolo dopo di noi.
Questo sarà l’unico acquisto fatto in fiera.
Veniamo intercettate da un dimostratore che ci invita a provare dei giochi in solitario, tipologia che Benny faceva già molto tempo fa. Inizia con Caccia al fantasma, in cui bisogna posizionare delle tessere con la torcia per illuminare i fantasmi: il livello facile è stato visto-e-non-visto per la velocità con cui l’ha risolto, è passata poi a quelli più difficili ma li ha risolti giusto con qualche minuto in più.
Ci siamo spostate al titolo considerato più difficile, Temple Connection, ed è partita già dai livelli difficili: risolti in pochi istanti.
I titoli non sono male, lo chiarisco subito, ma per mia figlia che è abituata a cose più complicate non vanno per nulla bene. Ma li consiglio a chi non li ha ancora provati come genere o ha bambini più piccoli.
Ci avviamo nel nostro padiglione perché prima del turno ci sarebbe stata la premiazione del Goblin Magnifico (NdA: spoiler per chi ancora non lo sapeva: ha vinto Carnegie!) e, mentre io inizio il turno, lei sta nel retro dello stand con Stefano, il figlio di Triade, a giocare a Villa Paletti. Vederla che di anno in anno ritrova i figli di Goblin amici con cui è sempre più in confidenza mi rallegra il cuore e mi dà una certezza: li stiamo crescendo bene!
Tra una “pesca” e una vendita il turno scorre veloce ed è già ora di tornare a giocare: nell’area giochi a 2 proviamo Hive. Lo scopo è intrappolare la tessera dell’ape regina avversaria con le tessere raffigurante gli altri insetti, sia nostre che dell’avversario. Titolo celebre, ma non ci conquista.
Camminando per lo stand, ammiriamo il Risiko! gigante: veramente un bel colpo d’occhio.
Troviamo posto al tavolo di Funny Lines: è un collaborativo in cui a coppie si deve indovinare cosa disegna l’altro. Uno dei due giocatori “acquista” quante figure geometriche vuole/può e l’altro le usa per disegnare la figura da indovinare. All’inizio Benny disegnava più figure di quelle che avevo acquistato, poi ci ha preso la mano. Molto carino, ma sul genere “disegno” preferisco Doodles.
Girando nell’area giochi da due, avevo visto dei piattini con tazzine da caffè che mi avevano incuriosita e, vedendo il tavolo libero, mi fiondo su Espresso doppio: lo scopo è spostare tazzine, piattini e cucchiaini per soddisfare le carte obiettivo con determinate posizioni raffigurate. Il gioco scorre veloce e i materiali in ceramica sono accattivanti, ma spostare di posizione la roba non è il mio forte, infatti anche stavolta perdo miseramente. Se ricordo bene, io ho soddisfatto tipo 3 obiettivi e Benny 9!
Un’isola con tartarughine in legno che ci girano attorno: Mahè ci ispira già per i materiali e i colori vivaci. Si tira un dado per il movimento e, se la tartaruga finisce su una casella già occupata, sale sull’altra tartaruga per farsi portare: la partita scorre veloce, ma il titolo è troppo simile a Corsa dei maiali che già possediamo.
Arriva l’ora di cenare e stavolta scegliamo il ristorante dell’albergo, così si va a dormire prima.
Domenica
Come detto sopra, anche domenica l’idea era di posizionarci subito ai tavoli, ma i giochi puntati sono stati sotto assedio già dall’apertura e ci siamo trovate a giocare a Tranquility: molto simile a Zefiria, preso l’anno scorso, facciamo la partita con il dimostratore. È un collaborativo in cui bisogna mettere in sequenza numerica le carte: presentato come difficile da vincere al pari di The game (titolo a cui non abbiamo MAI vinto), riusciamo invece a vincere e anche abbastanza velocemente…
Adocchio uno skirmish su un tavolo ed è un genere che Benny non ha provato. Tra i vari Unmatched a disposizione, scegliamo Cappuccetto Rosso VS Beowulf: nonostante lei in molti giochi sia aggressiva, il genere è troppo per lei e non le piace molto, non è propensa a rigiocarci.
Mentre vendo, mi giro e la trovo con la parrucca verde fluo di Max Drago: STRE PI TO SA!!!
Infine giunge il momento di ripartire: pianti infiniti della bambina, che riesce nell’arduo compito di commuovere anche i Goblin più tosti. In macchina letteralmente collassa al sonno per quasi tutto il viaggio, io fatico a stare sveglia e per un po’ mi abbiocco anch’io.
Il bilancio finale di questa Play è positivo, la fiera è andata benissimo per la Tana che anche stavolta si è rivelata una delle carte vincenti. Noi ce ne siamo tornate soddisfatte di aver giocato ben 16 titoli e soprattutto di aver rivisto, abbracciato e goduto della compagnia di Amici di quelli con la A maiuscola con cui il tempo passato insieme è sempre troppo poco.
Sono tanti, troppi da nominare tutti, ma un pensiero e un Grazie speciale li rivolgiamo agli zii Yoghi e Bubu, Fitch e Nymeria, Signor_Darcy.
Ora un po’ di meritato riposo e attendiamo Play 2024.