Polska!

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Gli italiani non sanno fare la fila. Uno dei popoli che invece riesce ad aspettare il turno con un ordine impeccabile, è quello polacco.

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Kolejka

Gli italiani non sanno fare la fila. Dopo ventun anni di lavoro in aeroporto, lo posso affermare con certezza: la fila all'italiana è "a imbuto": uno davanti, dietro altri due o tre singoli, poi a coppie, poi quattro insieme e così aumentando e litigando su chi è arrivato prima. Uno dei popoli che invece riesce ad aspettare il turno con un ordine impeccabile, è quello polacco.

Kolejka: oggetti da comprare... forse
Kolejka: oggetti da comprare... forse
Oggi vi parlo di Kolejka, titolo che significa "coda" in polacco, un gioco competitivo di Karol Madaj per 2-5 giocatori, pubblicato nel 2011 con il patrocinio dell'Istituto della Memoria Nazionale. Attualmente, purtroppo, è esaurito, ma si trova in print & play.

Impersoniamo i membri di una famiglia polacca, che, turno dopo turno, si dovranno piazzare nella postazione migliore davanti ai vari negozi per poter avere la possibilità di comprare... sempre che al negozio arrivino i rifornimenti.

Ogni famiglia ha una lista della spesa dove è scritto quanti oggetti per ogni negozio dovremo comprare per vincere; avremo alcune "settimane" per riuscirci (ogni "settimana" è divisa in cinque "giorni").

Il flusso del gioco tipico di ogni giorno è il seguente:

  • mettersi in coda: piazzare un membro alla volta della nostra famiglia in fila davanti a uno dei negozi che ci interessano; una volta esauriti tutti i componenti della famiglia di tutti i giocatori, si piazzano anche gli speculatori (pedine nere);
  • consegna delle merci: scoprire le carte del mazzo delle merci in arrivo, nel numero dei giocatori;
  • saltare la coda: pescare tre carte fila dal proprio mazzo, per apportare modifiche all'ordine attuale delle pedine; questa fase apporta notevole interazione, in quanto le carte fila (che sono uguali per tutti) consentono grandi cattiverie;
  • Kolejka: carte per saltare la coda
    Kolejka: carte per saltare la coda
    apertura dei negozi: ogni pedina che può acquistare la merce disponibile torna a casa con essa, se invece è uno speculatore ad aver comprato, la merce andrà sullo spazio del mercato all'aperto;
  • scambio delle merci al mercato all'aperto: le pedine appostate in coda in questo spazio, ora possono scambiare la propria merce con quella disponibile al mercato in rapporto 2:1, per ogni merce presa, ne dobbiamo lasciare due; solo la pedina che è l'operatore di mercato può scambiare con rapporto 1:1;
  • PCT (tempo di preparazione dalla chiusura): fase di pulizia, di preparazione al "giorno" successivo.

Oltre a tutto questo, alla fine del quinto turno/giorno, scatta la fase del sabato, ovvero:

  • si riordina il tabellone;
  • le carte fila scartate vengono riconsegnate ai rispettivi giocatori;
  • le carte consegna merce che erano state messe nel bidone dei rifiuti vengono mescolate e messe sullo spazio consegna;
  • la pedina dell'operatore di mercato (che di giorno in giorno si sposta) viene posta di nuovo sul primo spazio.

Il gioco termina immediatamente quando uno dei giocatori ottiene tutti gli oggetti della propria lista, ed è quindi dichiarato vincitore.

Tutti i componenti del gioco
Tutti i componenti del gioco
Il manuale di Kolejka racconta sinteticamente la storia polacca del XX secolo, dall'indipendenza del 1918, agli attacchi tedesco e sovietico del 1939, alla repressione della rivolta di Varsavia nel 1944, all'imposizione della dittatura comunista di stampo sovietico, agli scioperi che hanno portato alla nascita di Solidarnosc. Il gioco si propone l'obiettivo di raccontarci le difficoltà di approvvigionamento durante la crisi economica durata da metà anni Settanta alla fine degli anni Ottanta, dovuta a un'economia pianificata, basata su principi non realistici.

Prima di scrivere questo articolo, ho fatto una lunga chiacchierata con Iwona, nata e cresciuta a Varsavia fino a metà degli anni Ottanta, quando si trasferì in Italia.

Iwona si ricorda bene di quegli anni di cibo razionato con le tessere: la prima per lo zucchero nel 1976, poi per tutto il resto; la tessera purtroppo non ti dava garanzia di ottenere alcunché, a volte la commessa apriva il negozio e non c'era stato rifornimento.

Si ricorda i negozi chiamati Delicatessen (dei mini-market), dove si faceva la fila per ogni reparto, ma per fortuna ci si dava una mano l'un l'altro, chiedendo di tenerci il posto. Si ricorda della volta che era andata al negozio di cancelleria ed era arrivato un carico di carta igienica: ne comprò cento rotoli, che la sua famiglia barattò in parte con una zia che abitava dall'altra parte della capitale e che aveva comprato caffè in abbondanza.

Varsavia, code negli anni Ottanta
Varsavia, code negli anni Ottanta
Gli scambi di merce avvenivano comunemente sia coi parenti sia con i vicini di casa, mentre rivolgersi al mercato nero non era frequente. Era invece più frequente chiedere aiuto ai contadini e agli allevatori in campagna, che vendevano illegalmente e a loro rischio e pericolo patate e carote per tutto l'inverno, maiali e vitelli macellati e pronti da mettere nel congelatore. Perché rischio? Perché il cibo doveva andare tutto in Russia!

La carne era la merce più ricercata, perché il razionamento era più ristretto: solo alcune categorie avevano diritto ad avere più carne, come i minatori e i militari. Insomma, negli anni Ottanta, che noi italiani ricordiamo come periodo di abbondanza, la Polonia, che è uno dei Paesi europei con più pascoli e agricoltura, era costretta in ristrettezze alimentari.

C'erano negozi dalle vetrine coperte, in cui poteva entrare solo chi aveva la tessera del partito. C'erano tessere per tutto, anche per poter comprare alcoolici, sigarette, scarpe (no, i vestiti no: per quelli si andava dalla sarta).

E non dimentichiamo le auto: un tipo solo, Fiat 125 prima e Fiat 126 poi: agli iscritti al partito davano un talon (buono) per il prezzo agevolato (prezzo deciso dallo Stato); alcuni di quelli che la compravano, la rivendevano al mercato nero a prezzo doppio o triplo.

Tango
Tango
Il primo abbinamento cinematografico non è con un film, ma con un cortometraggio d'animazione, vincitore dell'Oscar nel 1983: Tango (id., Zbigniew Rybczynski, 1980). la grafica di Kolejka sembra proprio ispirata da quella di Tango, dove, in una stanza, vediamo un accumularsi di personaggi (trentasei in tutto) che compiono lo stesso gesto, a ripetizione, però con una cura maniacale nella gestione dello spazio angusto, in cui nessuno dei suddetti personaggi interagisce con un altro. In questo microcosmo si nasce, si muore, si ruba, si mangia, ci si veste, si gioca, a ritmo di tango, ognuno da solo, ognuno intento a interpretare un ruolo... il finale lascia la porta aperta alla speranza e alla condivisione.

Cold War (Zimna wojna, 2018) diretto da Paweł Pawlikowski, vincitore della Palma d'Oro a Cannes per la miglior regia, racconta invece la travagliata storia d'amore di Wiktor, direttore di coro e Zula, una delle sue coriste. Si prenderanno e si lasceranno innumerevoli volte, sullo sfondo dell'Europa degli anni Cinquanta e Sessanta, divisa dal muro di Berlino.
Lui borghese e intellettuale, lei bellissima e proletaria, non a caso lei a detta di alcuni critici impersona la Polonia stessa, da cui Wiktor cerca di tornare incessantemente. Non si tratta solo di un film romantico: la musica è un'altra chiave per comprenderlo appieno. Wiktor è andato nei paesini dell'entroterra polacco per studiare le canzoni folk e per tramandarne la bellezza facendole cantare al suo coro, ma è costretto dai politici a far cantare anche le canzoni che celebrano Stalin e la riforma agraria.

Cold War
Cold War
Oh, come sono permeabili le frontiere umane!
quante nuvole vi scorrono sopra impunemente,
quanta sabbia del deserto passa da un paese all’altro,
quanti ciottoli di montagna rotolano su terre altrui
con provocanti saltelli![...]

Solo ciò che è umano può essere davvero straniero.
Il resto è bosco misto, lavorio di talpa e vento.

(da Salmo, Wislawa Szymborska)

Bel film, Cold War, davvero, e denso di significati. Però adesso vi piazzo il gran finale, uno dei classici-intramontabili-evergreen, un capolavoro: il meraviglioso Vogliamo vivere! (To Be or not to Be) di Ernst Lubitsch datato 1942.

Lubitsch, regista tedesco naturalizzato americano (vedi il precedente articolo "Sinfonia del chiaroscuro") noto per aver dato il via alla commedia sofisticata - tra i suoi titoli ricordo almeno Mancia competente (Trouble in Paradise, 1932) – dirige in piena seconda guerra mondiale una commedia che con leggerezza ed eleganza ha il coraggio di prendere per i fondelli Hitler e i nazisti, con gag che a noi posteri fanno venire in mente l'ironia di Taika Waititi e del suo Jojo Rabbit (id., 2019).

Vogliamo vivere!
Vogliamo vivere!
Il film racconta di una compagnia teatrale che a Varsavia nel 1939 cerca di mettere in scena una satira sul nazismo, ma viene interrotta dall'invasione dei tedeschi in Polonia ed è costretta a ripiegare sull'Amleto di Shakespeare. Segue una trama a base di intrighi e di spionaggio, stemperata da situazioni spassose e brillanti scambi di battute.

L'arte del teatro e la forza dei drammi shakespeariani col monologo del Mercante di Venezia Shylock come salvezza dalle brutture della guerra sono da mettere in parallelo con il salvifico cinema di Quentin Tarantino in Bastardi senza gloria (Inglorious Basterds, 2009).

Merita senza dubbio una menzione e un ricordo l'attrice principale: è Carole Lombard, diva degli anni Trenta e Quaranta del cinema muto prima e della screwball comedy poi, qui nella sua ultima apparizione prima di morire a 33 anni in un incidente aereo.

 

PS: Ringrazio Cristiano, che ha suggerito l'abbinamento Kolejka Cold War.

Commenti

A Dublino vidi per  la prima volta persone in fila indiana per l'attesa e la salita sul pullman...per me, scioccante. Tornato in Italia ho cercato, invano, di capire come e dove trovare una cosa simile qui da noi...

Complimenti Elena

Ho provato 1 sola volta Kolejka di un amico e mi aveva positivamente colpito, non un capolavoro ma un buon gioco. Già la scatola con l'immagine del giornale ed il tema era senza dubbio interessante. Sull'aspetto grafico , in tema con l'ambientazione non c'è da dire molto (a me non piace però ripercorre quegli anni) ma sull'idea si: A mio avviso un buon modo di far conoscere la situazione e far rivivedere alle nuove generazioni un momento storico particolarmente duro per la polonia, tuttavia alcuni nonni lo ricorderanno, anche in Italia c'è stato un periodo dove si andava a comprare i viveri con la Tessera. 

Un buon esempio di un gioco da tavolo che sia educativo, ambientato e tramite/memoria storica . 

Attenzione che, per quanto spesso dia adito a comportamenti deprecabili, il nostro modo più "smart" ed elastico di fare la fila alle volte è anche più funzionale.
Ricordo sempre con un sorriso che in germania se sei in fila per prendere la colazione e chi è davanti a te aspetta un cornetto, tu non puoi andare avanti visto che ti serve solo il caffé che è dopo nell'ordine. Così ci si mette il doppio e tutti aspettano l'unico "imbuto" che ferma le cose.

Diciamo che, come in tutto, "nel mezzo sta l'ottimo"... :-)

Vedessi i giapponesi come fanno le file... Mi sentivo enormemente fuori luogo...così perfette che anche dentro la fila di vedeva che eri italiano

 

@Pennuto77: beata ingenuità! :)) Si vede che non hai mai assistito a risse causate da code insbrogliabili! Ovviamente mi riferisco a quei loschi figuri che, per guadagnare qualche metro in avanti, fanno finta di non capire dove finisca la fila, credendosi più furbi degli altri.

@MMGrizzly: sono stata anch'io in Giappone, conosco la sensazione di sentirsi "elefante in una cristalleria"... però resta il viaggio più bello che abbia fatto, che nostalgia! 

Io rispetto sempre la fila e non butto mai niente per terra anche se devo fare chilometri con un fazzoletto in mano e sono sempre stata cosi' fin da piccola. Non ho notato questo disastro italiano sinceramente. Chi supera poi non e' solo italiano ma proviene un po' da tutto il mondo, incluso la Polonia. Dipende dalle persone anche qui in Belgio. Gli italiani, e lo vedo bene vivendo all'estero, hanno un po' la fissazione di sparlare di se stessi. Vi assicuro che altrove non e' spettacolare, neanche all'aeroporto di Bruxelles dove abbiamo l'imbuto all'incontrario: 80000 mila persone davanti per cui attendo sempre di alzarmi all'ultimo momento quando non c'e' quasi piu' nessuno. I giapponesi fanno caso a se, ma hanno i loro difetti come tutti e , quando vivono all'estero, non si comportano correttamente neanche loro (incluso andare in bici sui marciapiedi a tutta birra o scrivere sui muri della cupola del Duomo di Firenze)

Bellissimo articolo . Incipit centratissimo è tristissimamente vero. Come al solito superinteressanti le suggestioni cinematografiche, non ho visto nessuno dei tre film ma sicuramente li guarderei stravolentieri adesso

In Polonia hanno fatto la fame, mi raccontavano che la sera mangiavano molto spesso pane e cipolle. 

Bella recensione!

Infinitejest scrive:

@Pennuto77: beata ingenuità! :)) Si vede che non hai mai assistito a risse causate da code insbrogliabili! Ovviamente mi riferisco a quei loschi figuri che, per guadagnare qualche metro in avanti, fanno finta di non capire dove finisca la fila, credendosi più furbi degli altri.

@MMGrizzly: sono stata anch'io in Giappone, conosco la sensazione di sentirsi "elefante in una cristalleria"... però resta il viaggio più bello che abbia fatto, che nostalgia! 

Lascia perdere... me lo sogno tutte le notti... non vedo l'ora di tornare T-T

Gran bell'articolo.. Mi è piaciuto molto leggerlo..


Peccato solo per Kolejka.. Un gioco con un'ottima idea di fondo ma che, alla fin fine, non diverte poi così tanto..

Delia scrive:

In Polonia hanno fatto la fame, mi raccontavano che la sera mangiavano molto spesso pane e cipolle. 

pane e cipolle comunque è l'oppio dei popoli...... salvo per la vita sociale

dove posso trovare i file per stampare il gioco? grazie

Sausan scrive:

dove posso trovare i file per stampare il gioco? grazie

Trovi tutti i file proprio qui in Tana, se usi il motore di ricerca in alto a dx (la lente d'ingrandimento), basta che scrivi Kolejka nella casella "cerca nel sito" e selezioni download nella casella "tipo di contenuto". C'è sia la versione ITA sia quella ENG.

.... Quanta tanta roba Elena

Gran bell'articolo, complimenti. Letto con molto piacere

la sera mangiavano molto spesso pane e cipolle.

Pane O cipolle. Però chi aveva la fortuna di possedere dollari (chissà come...) poteva trovare di tutto senza dover ricorrere al mercato nero: una catena di negozi statali si dedicava alla vendita di beni, anche di lusso, esclusivamente in valuta pregiata (bell'esempio di coerenza...). 

Incontrare un articolo del genere in questo posto è stato una bella sorpresa. Complimenti!

Grazie! Bell'articolo! E' davvero un gioco da ricordare.

Kolejka lo abbiamo in collezione, ci siamo molto affezionati e lo abbiamo giocato più volte. Anche se qua e là ha qualcosina che non torna, lo abbiamo comunque proposto tanto, per il tema e per le sensazioni che restituisce. E anche per come è nato. La grafica tutta particolare per noi ha il suo fascino.

Molto apprezzato: nella scatola gli spazi sono tutti pensati bene, il regolamento è fornito in moltissime lingue, se non ricordo male conteneva anche degli adesivi per non avere solo scritte in polacco!

 

 

 

 

 

@TeresaStrauss

Sì, è vero, lo dice anche TeOoh! nella sua Recensione Minuta, hanno messo nella scatola il regolamento in diverse lingue con all'interno gli adesivi per localizzare il gioco in modo simpatico e immediato.

 

@tutti

Ringrazio per i tanti complimenti!

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