Addirittura IL MALE! Suvvia, diciamo che è il prodotto dei suoi tempi. Poi sta a noi evolverci, se vogliamo e ne sentiamo la necessità, verso vette più alte. I difetti ci sono tutti (forse anche un paio in più...), ma, come in tutte le cose, anche in fatto di boardgame si può ben dire che, man mano che il tempo passa, la produzione migliora, si specializza, tende ad attenuare od eliminare i difetti. Io non direi che la FIAT 500 prodotta negli anni '50 del XX secolo è il male solo perché, paragonata ad un'auto dei nostri giorni è piena di difetti. Non che non li abbia, certo. Ma all'epoca c'erano tutti i limiti culturali, tecnologici, ecc. che han fatto sì che la si realizzasse in quel modo.
Se poi c'è chi crede che non siano mai più state fatte automobili dopo la FIAT 500, mi dispiace ma è un problema suo.
So che non mi attirerò simpatie con questo editoriale, ma qualcuno doveva dirlo. Già solo il nome mi dà fastidio, con quel punto esclamativo finale e si sa, “mettere i punti esclamativi è come ridere alle proprie battute”. RisiKo! è IL MALE del gioco da tavolo e ve lo dimostrerò.
Anche questo nome, che è solo nostro, quando tutti gli altri hanno Risk! E non solo: abbiamo voluto cambiare (in peggio ovviamente) pure qualche regola. Per cui il difensore tira tre dadi invece di due e i pareggi sono a suo favore. Come ingessare e allungare un gioco già brutto e lungo. Solo in Italia si fanno 'ste cose, come quando si scambiano – solo da noi, ancora – i nomi a Vega, Bison e Balrog o come quando si ha la sconsideratezza di trasformare “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” in “Se mi Lasci ti Cancello”, facendo pure un trailer che lo passa per una commedia leggera.
Ma questo è il meno. Facciamo pure finta che non esista l'altro Risk!, che tanto è solo un po' meno pessimo, ma è brutto pure lui.
Mi sono riguardato la sezione dei difetti dei giochi da tavolo nella Goblinpedia (→ link) e RisiKo! riesce nella straordinaria impresa di centrarne ben sette. In ordine sparso abbiamo: bash the leader, dato che chi è in testa andrebbe bastonato; bookkeeping, poca cosa in realtà, ma fastidiosa comunque in un gioco di quella semplicità; eliminazione giocatore, che si commenta da sola; kingmaking, con un giocatore che può indebolirti un avversario in un territorio chiave; runaway leader, dato che non c'è nessun meccanismo di compensazione, anzi, più inizi a conquistare, più diventi forte; sbilanciamento negli obiettivi e anche nella posizione casuale di partenza delle armate; downtime, specie quando si è in cinque o sei al tavolo; turtling, quando si barrica un continente ormai nostro, potendo lasciare le truppe concentrate solo al confine, favoriti dal combattimento che aiuta il difensore. Tutto questo senza considerare la durata eccessiva, il tiro di dadi prono allo sculo, la pesca fortunosa delle carte, la distribuzione iniziale dei territori che può aiutarti o segarti le gambe.
Mi direte che non è giusto, che il nostro RisiKo! si è comunque evoluto, che c'è la versione da torneo, che bla bla bla. Vero, tutto vero, ma il RisiKo! che la stragrande maggioranza dei giocatori e soprattutto le famiglia hanno in casa è quello dello scaffale del supermercato o del negozio di giocattoli sotto casa. È quello con l'illustrazione a riquadri, con i sei eserciti, con i carrarmatini e le bandiere, con “conquistare 18 territori con 2 armate”, “Asia e Africa”, “distruggere le armate rosse”.
Faccio ancora l'avvocato del diavolo: ma tanti di questi difetti non sono riscontrabili anche in giochi moderni? Beh, così tanti insieme no e poi c'è una differenza fondamentale: un gioco può anche avere un difetto, l'importante è che lo compensi con i pregi, con quello che restituisce, superando quello che chiede con quello che restituisce. RisiKo! no, chiede sempre molto più di quel che dà.
Ma bastasse solo questo, sarebbe solo un brutto gioco e non IL MALE. RisiKo! è il male del nostro hobby perché ne ha tarpato lo sviluppo, ha monopolizzato l'interesse delle masse facendo loro credere che ci fosse solo quello per decenni, che fosse il massimo dell'evoluzione ludica, che anzi l'evoluzione non esistesse proprio, in questo hobby. RisiKo! è il simbolo sotto la cui egida si raccolgono Monopoli, Trivial Pursuit, Ludus e tutti quei giochi da scaffale della grande distribuzione. RisiKo! è il male perché simbolo dell'immobilismo ludico e della non-cultura del gioco che ha ammorbato l'italia fino a pochi anni fa e che ancora stenta a dissolversi. Ne avete la prova quando dite a qualcuno che il vostro hobby sono i giochi da tavolo e la risposta, immancabile, è "ah, tipo RisiKo!?".
Ce l'abbiamo tutti in casa, in un angolo, in alto, un po' nascosto, ci abbiamo giocato tutti, da piccoli, anche divertendoci, perché credevamo fosse il massimo del divertimento possibile. Un inganno svelato è tanto più doloroso quanto più è grande. Ce l'abbiamo tutti, o meglio, ce l'avete tutti. Il mio non c'è più. Quando mi sono reso conto della sua natura l'ho tirato giù dal suo angolo polveroso, l'ho infilato in un sacco nero e l'ho destinato all'unico posto che gli compete.