ha deluso molto anche me
un tema letteralmente sprecato
La Plaid Hat Games propone un gioco spaziale sui generis, dove si affrontano nulla di meno che dei robot samurai
La seguente anteprima è basata sulla sola lettura delle regole e, in nessun modo, ha valore di recensione
Starship Samurai è l'ultima creatura della prolifica e capace Plaid Hat Games e si gioca da 2 a 4 partecipanti, per 75 minuti di durata, destinato ad un pubblico abituale (14+). Si basa su meccaniche di scelte multiple, gestione mano, poteri variabili e maggioranze.
Si allestisce un tabellone di gioco in base al numero di giocatori, con plance raffiguranti un pianeta con sette spazi influenza e una carta bonus casuale. Ogni giocatore ha a disposizione due samurai robot, draftati a inizio partita, otto caccia e un carrier, più due carte azioni iniziali uguali per tutti.
Al proprio turno il giocatore prende per prima cosa i bonus di ogni pianeta su cui ha truppe in maggioranza, rompendo i pareggi con l'ordine di turno. Poi gioca una delle quattro azioni disponibili piazzandovi sopra un segnalino di valore da uno a quattro. Tale numero determina la potenza dell'azione, che è possibile aumentare ulteriormente anche spendendo denaro.
Le quattro azioni consentono di:
Quando tutti hanno esaurito le quattro azioni a loro disposizione, su ogni pianeta avviene una battaglia. Ogni giocatore usa una carta azione con la chiave “battle”, se ne ha, e la risolve poi in ordine di turno. Chi alla fine ha la maggioranza di truppe sul pianeta si aggiudica la carta bonus (che servirà per incrementare i punti vittoria a fine partita, tramite collezione set) e rimette tutte le sue truppe in riserva; gli sconfitti lasciano invece le truppe sul pianeta. Infine ogni giocatore prende punti vittoria per i clan minori che ha portato dalla sua parte.
La partita finisce quando si esaurisce il mazzo di carte azione e, a quel punto, chi ha più punti vittoriaè il vincitore.
Avevo molte aspettative per questa immensa cafonata spaziale (in senso buono) di Plaid Hat Games: robot samurai che combattono nello spazio profondo come novelli Gundam, con tanto di miniature in plastica per non lasciare nulla all'immaginazione.
Bella la meccanica per cui puoi selezionare le azioni a diversa potenza (anche potendo ripetere la stessa più volte), ma il resto è ampiamente già visto e molto più tattico che strategico.
Non c'è un deckbuilding: le carte azione pescate sono a uso singolo: una vota usate, vanno scartate e non è detto di pescarne di utili alla propria situazione. Il sistema per cui il vincitore di una battaglia abbandona il pianeta è funzionale alla compensazione ed evita il problema di un giocatore in fuga; ma certo è poco tematico. Anche i clan minori sono dei segnalini punti, al pari dei culti di Terra Mystica: qualcosa di puramente meccanico.
Quindi non che non possa essere un buon gioco (escono mille giochi solo a Essen, abbiamo davvero bisogno di giochi solo “buoni”?), ma mi aspettavo sinceramente molto di più.
ha deluso molto anche me
un tema letteralmente sprecato
Ho capito il discorso della scarsa originalità e della prevalenza della tattica (un po' vecchia maniera, alla Magblast, mi par di capire?...). Ho capito meno l'aspetto della scarsa tematizzazione, che in un titolo così sarebbe un problema rilevante: le questioni dell'abbandono dei pianeti del vincitore e del punteggio dei clan vorrei vederle dal vero, non riesco a immaginarmi bene come funzionano.
Io lo tengo d'occhio, poi chissà che fascia di prezzo avrà'...?
Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito
Accedi al sito per commentare© 2004 - 2023 Associazione Culturale - "TdG" La Tana dei Goblin
C.F./P.IVA: 12082231007 - P.le Clodio 8, 00195 Roma
Regolamento del sito | Archivio | Informativa privacy e cookie | Contatti
La Tana dei Goblin protegge e condivide i contenuti del sito in base alla seguente licenza Creative Commons: Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo, v.4.0. Leggi il testo sintetico, oppure il testo legale della licenza.