Quando si parla di giochi di civilizzazione, non si può non parlare di Through the Ages, quello più famoso, più apprezzato, più premiato di tutti.
Ma ultimamente è tornato a far parlare di sé anche Clash of Cultures, per via della nuova edizione che riunisce gioco base ed espansione, stavolta anche in lingua italiana.
Vediamo le maggiori differenze tra i due, in modo che ciascuno possa scegliere quello che più si adatta ai suoi gusti.
Differenza macroscopica 1: 4X VS gestionale
La prima differenza da capire tra i due titoli è in termini di tipologia:
Con Clash of Cultures parliamo di un 4X, ovvero un gioco in cui la sequenza di ciò che si fa è sempre identica: si esplora, ci si espande, si sfrutta ciò che si trova potenziandosi, infine si combatte (non sempre). Quindi parliamo di un gioco in cui le posizioni topologiche e relative sulla mappa hanno grande importanza, sia tra i giocatori, che tra giocatori e bot (barbari/pirati). In questo senso la buona riuscita della partita è misurabile, a spanne, guardando la quantità degli elementi sulla plancia.
Con Through the Ages la prospettiva con cui si guarda la partita è più alta, più lontana, più astratta. Si considera un intero sviluppo civilizzatore da una posizione privilegiata e dominante. In Through the Ages si vanno a gestire diversi e complessi equilibri tra le parti di produzione, consumo, consolidamento, produzione secondaria e, infine, gestione del rischio, nell'arco storico di un'intera civiltà. L'approccio che si deve avere con Through the Ages è molto più difficile e opaco, rispetto a quello di un 4X, in cui il nome stesso suggerisce cosa fare: qui hai la massima libertà, anche – però – di sbagliare.
Differenza macroscopica 2: tattica VS strategia
Nel giocare a Clash of Cultures, rispetto a Throught the Ages, si ha un po' la sensazione che si prova paragonando il tiro dadi alla gestione dadi, come ho fatto tempo addietro in questo articolo.
In Clash of Cultures tu fai i tuoi sviluppi, la tua espansione, le tue scelte, poi peschi una carta Obiettivo che può o meno collimare con quello che fai validandolo o invalidandolo e costringendoti a cambiare strada. Oppure peschi un evento insignificante, che non ti intralcia la strada o, viceversa, uno che ti costringe a una brusca sterzata. Lo stesso dicasi con le carte Azione, che possono darti un bell'aiuto così come essere completamente inutili. In sostanza, la sensazione che si ha in Clash of Cultures, quando si è tutti bene o male allo stesso livello e si arriva in fondo alla partita con pochissimi punti di distacco, è quella che a determinare il vincitore sia stato un “tiro di dadi”, in uno dei tanti momenti tattici del gioco.
In Through the Ages, si ha a disposizione una serie di scelte ampia ma circostanziata e si decide in autonomia su quale indirizzarsi e come far procedere la propria partita. Per farlo occorre avere un piano in mente, sicuramente a breve, spesso a medio termine. Questo piano reagisce sempre alle nove carte che si presentano nella fila, ma lo fa sempre a posteriori: è al giocatore che viene lasciata l'ultima parola.
Quando si arriva alla fine di una partita di Through the Ages e si perde, si ha sempre la sensazione (e spesso la consapevolezza) di aver fatto uno o più errori fondamentali e/o che chi ha vinto abbia giocato meglio di noi.
Differenze di Civilizzazione
Veniamo ora all'aspetto di civilizzazione, che fornisce il tema a entrambi i giochi. Lo analizziamo scomponendolo nelle sue parti principali.
Arco storico
In Clash of Cultures si parte dall'antichità, per arrivare... all'antichità. Clash of Cultures, in questo senso, è molto più orientato all'essere un 4X, che non un gioco di civilizzazione. È un po' l'Age of Empires II del gioco da tavolo, laddove Through the Ages è il Civilization.
Through the Ages passa da epoca antica a Medioevo, a Rinascimento, per approdare infine alla contemporaneità. Ovviamente ci sono anacronismo e ucronie, nel corso della partita, ma l'arco storico riesce a essere completo e percepibile.
CoC VS TTA = 0-1
Esplorazione ed espansione
Qui Clash of Cultures fa valere la sua natura di 4X e presenta un intero territorio inesplorato, da scoprire avanzando con le proprie truppe, caratterizzato da diversi tipi di terreno.
Through the Ages rimane a un livello molto più astratto e generico, relegando le nuove scoperte territoriali alle carte Colonia, che vengono contese dai giocatori a colpi di valore di esplorazione e forza militare e poi forniscono i bonus più disparati.
Per chi ama la concretezza della mappa fisica e preferisce osservare visivamente l'espansione della propria civiltà, Clash of Cultures, qui, prende un sicuro vantaggio.
CoC VS TTA = 1-1
Guerra e conflitto armato
Le unità belliche, in Clash of Cultures, sono solamente quattro per tutta la partita: fanteria, cavalleria, elefanti e leader. Le tattiche sono estemporanee e giocabili una singola volta, prima della battaglia. Le tecnologie servono per lo più alla creazione e alla mobilitazione di tali truppe, più che alla loro differenziazione.
In Through the Ages abbiamo fanteria, cavalleria e artiglieria, che però evolvono parecchio durante la partita. Inoltre ci sono alcuni leader militari, ciascuno con diversa funzione e, in epoca moderna, anche l'aviazione. Le tattiche possono evolvere e sono sempre legate strettamente al tipo di esercito costruito e anche a quelle sviluppate dagli avversari.
Ma se questa è una vittoria marginale, dove Through the Ages vince nettamente è nel ruolo che ha la guerra nel corso del gioco. Se in Clash of Cultures questa ha un ruolo a volte difensivo necessario e solo occasionalmente di vera conquista e resta limitata a piccoli eserciti da massimo quattro pedine che si muovono in pochi esagoni, in Through the Ages il conflitto armato esercita una pressione costante su tutti giocatori e lo fa in forma variegata, dal saccheggio ai raid, alle piccole aggressioni, fino alle guerre dichiarate vere e proprie. Inoltre il suo impatto può ripercuotersi su un sacco di fattori, come scienza, cultura, produzione, risorse.
Insomma, la guerra, in Through the Ages è elemento vivo, dinamico, che si muove e si evolve con la storia stessa delle civiltà. In Clash of Cultures ha un qualcosa di più statico e definito, probabilmente anche più in linea con il periodo storico ristretto raffigurato.
CoC VS TTA = 1-2
Politica, governi e diplomazia
Clash of Cultures ha tre forme di governo possibili, ciascuna sviluppabile in quattro caratteristiche. È anche però possibile non svilupparne mai nessuna. Ha inoltre un sistema di morale pubblica indipendente da città a città, con le “faccine felici” guadagnate da una moltitudine di tecnologie diverse e spese poi con un'azione specifica per modificare l'umore delle città possedute. Si può cambiare forma di governo liberamente, pagando un prezzo minimo e trasferendo tutti i miglioramenti sviluppati per uno direttamente sull'altro, ma la cosa non è assolutamente necessaria ai fini della buona riuscita della partita.
In Through the Ages la cosa è più complessa. Una forma di Governo è sempre presente e il cambio di forma di governo, almeno una volta per partita, è quasi sempre necessario. Questo cambio può avvenire pacificamente, pagando molte risorse, o tramite rivoluzione, con la conseguenza di saltare un turno. La forma di governo stabilisce il numero di azioni militari e civili eseguibili, più qualche altro piccolo bonus.
Ma la cosa non si ferma qui: ogni giocatore, al proprio turno, esegue una fase politica. E questa ha come conseguenza quella diretta di aumentare il prestigio nazionale (punti cultura) e indiretta di inserire un evento nel relativo mazzo, evento che solo il giocatore conosce e al quale può – sperabilmente – prepararsi per tempo.
In alternativa, il giocatore può giocare un'aggressione o una guerra (già visto nel paragrafo sul militare), un territorio da colonizzare (esplorazione) o un patto. Qui risiede la parte diplomatica del gioco: in almeno tre giocatori (il numero ottimale per Through the Ages), è possibile stringere patti di vario genere con gli altri giocatori, oltre naturalmente alla normale “diplomazia libera” al tavolo, presente anche in Clash of Cultures.
CoC VS TTA = 1-3
Religione
Una delle colonne tecnologiche da quattro sviluppi, in Clash of Cultures, è dedicata all'aspetto religioso. Di solito non è una di quelle fondamentali, a meno che non vogliate a tutti i costi Teocrazia come forma di governo.
In Through the Ages, la parte dei templi e della religione è sviluppabile tramite una serie di carte e produce un misto di felicità e cultura.
CoC VS TTA = 1-4
Scienza e tecnologia
Sicuramente uno dei punti di forza di Clash of Cultures, se non altro per il fatto che tutto il suo albero tecnologico si riferisce, in qualche modo, al “progresso”. Certo, in questo caso, andando più strettamente a individuare i miglioramenti che attingono a scienza e tecnologia, dobbiamo lasciar fuori tutte le voci che invece riguardano politica, religione, economia e quant'altro. Un altro limite è dato dall'arco storico considerato, che circoscrive molto il tipo di progresso ottenibile.
In Through the Ages la scienza è uno dei tre indicatori cardine del gioco (gli altri due sono cultura e forza militare). Come tale, il giocatore è invogliato a mantenere la produzione di scienza sempre a un buon livello, legandola a doppio filo con ciò che produce: per fare molta scienza servono carte dedicate alla sua produzione e la sua produzione servirà a giocare sempre più carte, sempre più forti.
CoC VS TTA = 1-5
Cultura e dominio culturale
In Clash of Cultures la cultura è prodotta da una serie di diverse tecnologie, sotto forma di gettoni, che poi verranno spesi per una serie di effetti, per lo più legati alle carte Evento o Azione. Un altro utilizzo dei punti cultura è quello della conquista culturale, con cui si “rubano” pezzi di città agli avversari, sottraendo loro non la funzione, bensì i punti di fine partita.
In Through the Ages la cultura è il punteggio del gioco. La tesi di fondo è quella per cui una civiltà può prevalere su un'altra con vari mezzi, ma alla fine la cultura dominante sarà ciò che farà sopravvivere un modo di pensare all'altro, nel tempo a venire.
In questo senso, ci sono edifici, meraviglie, tecnologie, leader che producono direttamente cultura, ma ci sono anche altri mezzi per ottenerla, come la conquista militare e l'affermazione con la forza della propria civiltà.
CoC VS TTA = 1-6
Qui val la pena spendere un paio di parole per quella che potrebbe essere considerata la
Differenza macroscopica 3: la condizione di vittoria
Clash of Cultures è il classico gioco in cui un po' di tutto concorre a fare punti, alla fine. Tutte le tecnologie, le carte Obiettivo soddisfatte, le città edificate o conquistate, le meraviglie costruite. Probabilmente è per questo che spesso le vittorie arrivano per pochi punti di distacco (tra giocatori di pari livello ed esperienza) e qualche pesca più o meno fortunata può fare la differenza.
Through the Ages è invece agli antipodi di questo flusso allargato di punti vittoria: solo la cultura dà punti e tutto il tuo gioco deve essere in teoria indirizzato alla produzione della stessa. Il fatto è che, essendo fatto bene, c'è una continua tensione tra la produzione della cultura e tutto il resto: la scienza è necessaria per giocare le carte con cui edificare il tuo impero, la forza militare serve a proteggersi e a non essere depauperato di tutto, occorre mantenere una buona produzione di risorse per fare edifici, occorre il cibo per aumentare la popolazione, altrimenti non avrai forza lavoro. Insomma, il gioco è complesso anche per questa struttura: puoi fare tante cose, anzi ne devi fare molte, ma alla fine non puoi mai permetterti di scordare l'obiettivo finale.
Economia e commercio
In Clash of Cultures c'è una branca degli sviluppi tecnologici legata all'aspetto economico. Non è indispensabile svilupparla, ma è certamente una delle più utili, perché contribuisce ad accelerare la produzione. Per il resto, il gioco ricorda maggiormente i videogiochi alla Age of Empires II, dato che in questo caso si attiva una città e si raccolgono le risorse immediatamente circostanti. Molto lineare.
In Through the Ages, la cosa è più delicata e complessa. Ci sono due risorse rappresentate da cubi: la forza lavoro e le merci. Nel primo caso, serve cibo per produrre forza lavoro, poi questa può essere impiegata nei vari edifici costruiti (con le merci) e mantenuta felice, accumulando la risorsa felicità man mano che si aumenta la popolazione. Inoltre il consumo di cibo aumenta all'aumentare della popolazione, rendendo sempre più arduo il mobilitare nuova forza lavoro. Anche in virtù del fatto che alcuni cubetti vengono rimossi in automatico nel passaggio delle ere, a simboleggiare le esigenze sempre più sofisticate del popolo.
L'altra risorsa sono le merci. Queste hanno un altro meccanismo regolatore interno: la corruzione. Se vengono prodotte in grande quantità e accumulate, una parte andrà fisiologicamente persa, a causa della corruzione del meccanismo burocratico. L'occasione fa l'uomo ladro, dopotutto.
L'altra risorsa economica è apparentemente nascosta, e sono i punti azioni civili e militari. A differenza di Clash of Cultures, in cui ogni giocatore ha sempre a disposizione tre azioni fisse, qui il cambio di governo, le tecnologie, il costo incrementale sul display comune, i diversi costi, rendono tutto il turno del giocatore più complesso e flessibile.
CoC VS TTA = 1-7
Altri parametri considerabili
Qui ci distacchiamo dal tema ed entriamo nell'aspetto più tecnico, considerando un po' di voci normalmente importanti per i giocatori.
Materiali
Clash of Cultures ha materiali mediamente migliori, dato che Through the Ages è praticamente composto di sole carte. Anche se probabilmente a livello di immagini e disegni, è superiore Through the Ages.
Attenzione a non sopravvalutare il fatto che in Clash of Cultures ci siano le miniature, aspettandovi qualcosa di molto scenico. Se siete abituati alle moderne produzioni Kickstarter (ma anche gli ultimi giochi retail della Fantasy Flight sono decisamente all'altezza), rimarrete parecchio delusi dalla plastica molle, poco definita e giocattolosa dei pezzi di Clash of Cultures.
Innegabile però che sul tavolo faccia più figura di Through the Ages.
CoC VS TTA = 2-7
Scalabilità
Qui Clash of Cultures prende meritato vantaggio, perché funziona da 2 a 4, con ovvio aumento di durata.
Through the Ages ha come numero ottimale i tre giocatori, che consentono di giocare con i Patti (assenti in due), di non dare capitale importanza alla guerra (fondamentale in due) e di non allungare a dismisura tempo di gioco e downtime (come in quattro).
CoC VS TTA = 3-7
Durata
Anche qui Clash of Cultures ha un vantaggio, assestandosi sui 45 minuti a giocatore (qualcosa meno con le regole opzionali di fine partita).
Through the Ages dura almeno 75 minuti a giocatore alle prime partite, arrivando a circa 60 quando si sa giocare bene e non si cade troppo in paralisi da analisi.
CoC VS TTA = 4-7
Regole e difficoltà di apprendimento
Clash of Cultures rimane più abbordabile, avendo un flusso molto più lineare e una serie di regole che sono incluse nelle singole tecnologie, piuttosto che nel gioco generale.
Through the Ages ha meccaniche meno intuitive e più interconnesse, oltre a un maggior numero di tipi di carte.
CoC VS TTA = 5-7
Complessità di gioco
Through the Ages, come si evince anche dalla descrizione degli elementi di civilizzazione, è un gioco decisamente più complesso, in cui i giocatori inesperti possono trovarsi in difficoltà, in cui gli errori si pagano maggiormente, in cui gli equilibri interni ed esterni sono decisamente più delicati.
Clash of Cultures può essere approcciato da una quantità di giocatori maggiore ed è molto meno punitivo.
CoC VS TTA = 5-8
Profondità di gioco
La quantità di scelte e le loro ripercussioni a lungo termine è decisamente maggiore e più incisiva in Through the Ages che non in Clash of Cultures. Questo però comporta un maggiore rischio di paralisi da analisi, downtime e una curva di padronanza più ripida.
CoC VS TTA = 5-9
Asimmetria di sviluppo
Qui la situazione è meno districabile, per via del funzionamento diverso dei giochi.
Clash of Cultures, con espansione, dà ai giocatori un indirizzo iniziale su come differenziare le proprie civiltà, dato che le quattro specifiche di fazione vanno a esaltare aspetti diversi del gioco. Però, in linea di massima, qualsiasi singolo sviluppo ha poi un peso minore sul gioco e a volte si ricercano alcune tecnologie solo per soddisfare carte Obiettivo (e ottenere punti vittoria), che non per l'effetto fornito.
In Through the Ages tutti devono fare bene o male le stesse cose: produrre risorse, scienza, militare, cultura. Il fatto, però, è che le carte e i percorsi possibili per farlo sono molteplici e si creano diverse sinergie tra le carte, attraverso le quattro epoche del gioco, con differenziazioni molto forti a lungo termine.
In questo senso mi sentirei quindi di attribuire un punto a entrambi i giochi, anche se per motivi diversi.
CoC VS TTA = 6-10
Conclusione
Clash of Cultures è un gioco più semplice, più abbordabile, più remunerativo, più tattico, più classico nelle meccaniche (anche se più recente) e nello svolgimento.
Through the Ages è più ostico, meno accessibile, meno intavolabile, più punitivo, più completo, più complesso e profondo, più geniale e unico nelle meccaniche.