Stesse tue sensazioni, anche per noi è stato abbastanza deludente, soprattutto se paragonato con l'altro titolo, quello bello :p
Dopo aver apriscatolato entrambi i titoli di Ritorno al futuro usciti nel 2020 (anno da cui tutti vorrebbero fuggire o che vorrebbero provare a modificare, tornando in qualche punto specifico del passato per modificare il continuum tempo-spazio) ed essermi lasciato anticipare da MMGrizzly la recensione del titolo bello, sono qui a parlarvi di Back to the Future: Dice Through Time, ovvero quello uscito in italiano grazie a Ravensburger, dove da due a quattro giocatori cercheranno di cooperare utilizzando la propria DeLorean per riportare gli oggetti sparsi nelle varie epoche in quelle corrette.
Hai costruito una macchina del tempo… con una DeLorean?
Le regole sono scritte come fossero sul manuale delle istruzioni della bella automobile del film e le relative quattro miniature in plastica dai colori sgargianti saltano subito all'occhio incastonate nell’inserto arancione. A completare il set di ciascun giocatore, troviamo quattro dadi per ciascun colore delle macchinine e i player-aid di buon cartone e grandi abbastanza da fungere pure da plance personali.
Invece che con miniature di dubbio gusto, i quattro Biff delle relative epoche (uno però si tratta di Buford "Canepazzo" Tannen) sono in cartoncino e ci vanno applicati gli standee trasparenti che servono anche a nascondere l'anno di riferimento che è indicato proprio nell'estremià inferiore... fortuna che sono facilmente identificabili dal colore dello sfondo. Il quinto standee va utilizzato per il segnalino Outatime che indicherà se siamo in una situazione critica che potrebbe portarci alla fine della partita se raggiungerà lo spazio di Game Over.
Ci sono poi le numerose carte - quasi già incollate tra loro - di cartoncino spesso, ma abbastanza scarso: saranno da imbustare. Io non ho trovato le bustine adatte e ho dovuto rifilarle una a una (le bustine, non le carte).
Completano il contenuto della scatola da ventisei centimetri per lato i segnalini con l’orologio dell’omonima torre e quelli con il cane Einstein.
Tutto inizia nel futuro, ovvero nel 2015...
Ogni turno inizia con la pesca da tre a otto carte evento, in base al numero di giocatori. Queste, nella maggior parte dei casi, andranno posizionate in punti specifici del tabellone e tavolta assieme al Biff relativo a quell’epoca. Altre carte evento danno vantaggi o svantaggi per il turno in corso.
Ciascun giocatore lancia i propri dadi e, dal primo di turno in senso orario, vanno spesi eseguendone le azioni associate al risultato ottenuto. Ci si può spostare in un’altra epoca con il flusso canalizzatore, in un diverso luogo dello stesso anno con la freccia, dare un pugno a Biff per posizionarlo altrove, ritirare i dadi rimasti con il fulmine o rimuovere gettoni paradosso con Doc.
I dadi vanno anche utilizzati per risolvere le carte evento posizionate qua e là sul tabellone, così da poter raccogliere un oggetto disperso in quell'epoca e riconsegnarlo poi nel luogo e nell'anno corretti.
Al termine del turno di gioco, si verifica quale epoca ha il numero superiore di carte e segnalini orologio spostando il segnalino “Outatime” sul relativo tracciato di quel valore. Poi si aggiungono ulteriori segnalini orologio nei luoghi che ci hanno portato allo spostamento del segnalino.
Riconsegnando tutti gli oggetti prima che il tracciato "Outatime" raggiunga il numero finale, si è vinta la partita.
Il twist interessante e parzialmente ambientato di questo gioco è la possibilità di lasciare sul tabellone, in uno specifico luogo, un dado che uno dei nostri compagni potrà poi utilizzare in quello stesso luogo a patto che non si trovi nel passato. Quindi, se ne lascio uno nella piazza di Hill Valley nel 1955, potrà essere speso, sempre in piazza, dal 1955 al 2015, ma non nel 1885.
Ritorno al 1985?
Sì, perché se già la lettera di Doc Brown vi aveva fatto capire che non rivivrete la storia di Marty nella trilogia, presto vi ritroverete a ignorare quasi totalmente le immagini e i flavour text delle carte, trasformando ogni turno in un “questa va qua, quest’altra qua, poi uso questo dado per spostarmi giù, quest’altro per andare qui e poi sposto Biff di qua così posso risolvere… cos’è? sì, con pugno e il dado che mi hai lasciato prima”.
Non impersonerete un personaggio, ma cercherete di muovere la vostra DeLorean colorata da un punto ad un altro cercando di ottimizzare al meglio l’utilizzo dei dadi che avete lanciato in precedenza.
Sia chiaro, non che questo debba per forza essere un difetto. I giocatori che prediligono i gestionali rispetto ai giochi American (cerchia di cui generalmente faccio parte anche io) potrebbero comunque rimanere soddisfatti, ma è meglio che non si aspettino chissà quale profondità strategica o tattica: tiro i dadi, cerco di sfruttarli al meglio e verifico se uno di essi può tornare utile a un mio compagno.
Però, ecco... se cerco un titolo con un’ambientazione, vorrei che fosse perlomeno ambientato.
Dove hai imparato a sparare così? A Disneyland!
Vi state ancora chiedendo perché il mio voto non ha raggiunto la sufficienza?
Queste carte evento sono tendenzialmente tutte allo stesso livello: necessitano uno o due dadi specifici per essere risolte e alcune spostano Biff in quel luogo, obbligando i giocatori a utilizzare un ulteriore dado per mandarlo via. Ciò che ne può aumentare o diminuire la difficolta potrebbe essere il loro posizionamento lontano da tutti gli altri, in pila sopra ad altre già piazzate, oppure, all'estremo, dove già c'è una DeLorean. Questo significa che la strategia a lungo termine non esiste: è pura tattica atta a risolvere la situazione creatasi con le pesca all'inizio di quel round... e non c'è mai realmente un "twist" che faccia cambiare l'andamento delle cose improvvisamente (in meglio o in peggio): stai lentamente affogando e devi semplicemente cercare di resistere alle nuove ondate d'acqua sperando di riuscire a drenarla finché non ne arriverà più o finché non morirai annegato.
Ci può essere ansia quando il segnalino Outatime è vicino al Game Over? Sì, ma è già troppo tardi e non puoi fare altro che continuare con ciò che stai facendo dall'inizio del gioco, perché non puoi sperare di cavartela in altro modo, magari rischiando un po' di più. Se la partita non finirà quel turno, terminerà sicuramente in quello successivo quando ci saranno ancora più orologi sul tabellone.
Vediamo quindi a chi consigliare Back to the Future: Dice Through Time, mettiamo da parte, dopo gli amanti dell'ambientazione, anche coloro che amano i giochi competitivi: questo è un cooperativo puro che, come detto, soffre del possibile giocatore dominante, visto che tutte le informazioni sono visibili.
La poca profondità, citata nel paragrafo precedente, ci porta a valutare un panorama più family e in tal caso andrebbe considerato il fattore longevità: a differenza di Back to the Future: Back in Time, dove la difficoltà di gioco è fissa, mi aspettavo fosse un pregio di questo titolo la possibilità di variarla in base all’esperienza, aumentando il numero di oggetti dispersi in ogni epoca. Dopo averli provati entrambi e aver compreso quanta difficoltà e soddisfazione ci abbia dato il primo, mi sono invece reso conto che la soluzione adottata per quest’ultimo è invece un modo per non bilanciarlo... oppure per rendere i giochi abbastanza semplici e non frustrare eventuali avventori occasionali. Questo sono riusciti a farlo.
Ecco quindi il target a cui consiglierei questo titolo: gruppi di gioco occasionali con la predilezione per i gestionali cooperativi, che non abbiano un giocatore alpha e che siano più o meno appassionati di Ritorno al futuro.
Tanto l'aver visto il film non conta nulla...