Ciao! Molto interessante. Io ho la vecchia edizione ed è uno dei giochi piu giocati. Dove è possibile quindi prendere le espansioni senza dover per forza acquistare la nuova versione? Le altre le hai giocate? Confermo che in 2 lo trovo ottimo, in 3 ancora buonissimo ma in 4 si allungano troppo i tempi di attesa.
L'uscita ormai quasi insperata della nuova edizione rivista-non-troppo di Die Burgen von Burgund, immarcescibile gioco di Stefan Feld, nell'anno peraltro della riedizione di un'altro capolavoro dell'Alea, ovverosia Glen More, ha fatto accendere i riflettori sulle espansioni del suddetto.

Così, senza una reale motivazione, mi è venuto in mente di parlare di due di queste, che ho e che utilizzo, anche perché di solo base ho giocato decine di volte e insomma, i giochi da tavolo sono come i bagni: se vengono usati molto una ventata di aria nuova non fa mai male.
Der Lustgarten
Inedita in italiano, almeno per la vecchia edizione, questa espansione - la numero 5, del 2014; il nome tradotto è "giardino del piacere" – introduce appunto i giardini, il nono tipo di edificio e comprende dunque nuove tessere beige e nere, da mischiare a quelle del gioco base e in numero identico a quello degli altri edifici.
L'effetto del giardino è quello di poter svolgere, nel proprio turno in corso, una nuova azione utilizzando il numero mostrato dal dado bianco – si possono ovviamente utilizzare i lavoratori per modificare il valore.
Si tratta dunque di un'espansione minimamente invasiva a livello di meccaniche: sostanzialmente si tratta solo di azioni aggiuntive, peraltro vincolate. il reale effetto sul gioco lo si ha in un leggerissimo allargamento del gioco, proprio conseguenza di queste azioni aggiuntive (raramente più di due o tre a partita, e comunque rinunciando ai bonus di altri edifici).

Si tratta di un'espansione che – lungi dall'essere necessaria (io se ricordo bene l'avevo inclusa anni fa per completare un ordine proprio su BoardGameGeek) – è però decisamente buona, tanto che da allora non l'ho più tolta.
Trade Route
Quest'altra espansione, invece, me la sono ritrovata a sorpresa, inclusa nella scatola di Notre Dame (altro gioco dell'autore tedesco decisamente consigliabile).
Le vie del commercio (espansione 8, anno 2017) sono invece un po' più invasive, se non altro nel modo di impostare la partita. L'espansione è formata da un mazzo di dodici carte, ciascuna di queste contentente tre spazi merce nei sei colori improbabili del gioco base. In base al numero di partecipanti (due, tre o quattro), ognuno se ne dispone allineati davanti a sé cinque, quattro o tre, in modo da formare – con una notevole fantasia - una strada. Ogni volta che si vendono merci, queste vanno piazzate nel primo libero di questi spazi - ovviamente le merci che si vendono insieme si tengono impilate. Se il colore di tali merci coincide con quello del riquadro sottostante, ecco allora che si ottiene il simpatico bonus raffiguratovi (che so: la possibilità di una nuova vendita, punti vittoria, la possiblità di tirare un altro dado).
(Le merci ovviamente garantiscono sempre punti e pepite, vengono sempre conteggiate con le tessere conoscenza che permettono di ricavare punti in base alle vendite, non sono mai del numero che si vorrebbe.)
Trade Routes, l'avrete capito, influisce parecchio sul gioco in almeno due modi: il primo, più evidente anche solo dalla lettura di queste poche righe, è proprio la possiblità di garantirsi nuovi bonus e, talvolta, anche di creare combo decisamente lunghe, soprattutto se la prima vendita è magari frutto del posizionamento di un castello – o, perché no, di un giardino.

I due effetti insieme, peraltro, determinano un potenzialmente considerevole aumento dei tempi di gioco e, di pari passi, di attesa durante il turno degli altri giocatori - accentuando il fatto che il numero ottimale di giocatori per godersi Die Burgen von Burgund è due.
Due parole sulla nuova edizione, già che ci sono
Queste due espansioni, insieme a tutte le altre, le trovate dunque nella nuova edizione del gioco. Edizione che, lo premetto, a vedere le foto non mi piace: la trovo meno ergonomica e meno intuitiva a livello di icone – senza contare che, soprattutto nelle prime partite, avere gli effetti delle tessere ricordati sulla plancia invece che su un aiuto giocatore facilita parecchio.
(Sono però curioso dei pareri che spero arriveranno sui lievi cambiamenti al regolamento, in particolare per i punteggi di alcune delle tessere conoscenza che so essere stati modificati: dovessero essere positivi, potrei farci un pensierino anche per la mia buona, vecchia edizione.)
Ora: di per sé non sono un motivo sufficiente a farvi optare per questa edizione – che pure non sembra avere un prezzo fuori scala, a differenza di Glen More II. Però, se ci sono, male non fa; certo, l'invito è sempre quello di giocare prima ai giochi base, così come sono stati pensati - o almeno così come venivano ancora pensati quando a comprarli erano giocatori e non vacche da mungere.