The Crew: il tressette nello spazio

Riuscirà a stupirvi un gioco di prese?

Voto recensore:
8,5

Un gioco di prese... ma continuate a leggere...

I giochi di carte tradizionali: un patrimonio ludico che ogni giocatore dovrebbe conoscere, anche se il pubblico dei giocatori da tavolo, sbagliando, è spesso snob a riguardo. Ovviamente sono conosciuti dagli autori che spesso, anche ben camuffate, ne riprendono le dinamiche inserendole nelle loro creazioni.

Diverso è il caso in cui si presenta una vera e propria “rielaborazione” dei classici: a fronte di pochi esperimenti riusciti (Tichu merita una menzione speciale), sono troppi i flop: anche il buon Wallace si è cimentato nel rielaborare la briscola (Lo Hobbit), con scarsi risultati; per cui si giunge alla conclusione che in fin dei conti è meglio giocarsi I classici…

Per queste premesse, quando nella lista di BGG per le uscite di Essen 2019, ho visto comparire The Crew, dalla descrizione è passato nel giro di pochi secondi nella casella “Not interested”, che, per me, significa “morire nella pila dei 1200 titoli…”. La prima posizione nella famosa classifica della Fairplay ha solleticato il mio interesse, ma è stata solo la segnalazione di un caro amico (posso citarlo senza problemi, Mauro Di Marco, direttore di ILSA) a convincermi a provarlo: da allora il problema è stato smettere.

Come si gioca

Partita
Sono partito dall’epilogo: riavvolgendo il nastro Die Crew: Reist gemeinsam zum 9. Planeten (o The Crew: The Quest for Planet Nine nell’edizione inglese di prossima uscita) è un gioco di prese. Ha una fittizia ambientazione sull’esplorazione spaziale, che non meriterebbe più di due parole se non per il fatto che alla Kosmos devono crederci veramente al punto da costruirci una storiella, con tratti di insperato lirismo:

“Il 24 agosto 2006, ricordi bene. Dopo anni di discussioni, l'Assemblea Generale dell'Unione Internazionale di Astronomia ha deciso di ritirare lo stato di Plutone come il nono pianeta del tuo sistema solare. Da un giorno all'altro, solo otto pianeti orbitavano attorno al tuo sole, con Nettuno l'ultimo.

Negli anni seguenti, una sporca teoria iniziò a farsi strada: ai margini del sistema solare, doveva essere localizzato un corpo celeste sconosciuto e gigante…”

Tolta la storiella, che occupa 2/3 del manuale, le regole del gioco le apprendete in due minuti se, come si spera, avete dimestichezza con i giochi di presa tradizionali.

Si gioca con un mazzo di 40 carte, con quattro semi principali con carte da uno a nove, più un seme speciale, i razzi, ovvero la briscola del gioco, con valori da uno a quattro. Le regole di presa prevedono che il giocatore che cala la prima carta (il giocatore con 4 di razzo inizialmente, poi chi ha effettuato l’ultima presa) stabilisce il seme dominante, gli altri sono obbligati a rispondere allo stesso seme, a meno di non averne esaurite le carte. La carta più alta del seme dominante effettua la presa; eccezione se ci sono briscole, ma anche i razzi possono essere giocati solo se non si hanno carte del seme dominante.

Componenti
Fin qui tutto nella norma, lo spiazzante twist di The Crew è che è un gioco cooperativo: si assegnano delle missioni a ciascun partecipante che consistono nell’effettuare determinate prese. Per lo scopo si utilizza un mazzo di carte più piccolo con le stesse carte (esclusi i razzi): la missione è vinta se ognuno effettua le specifiche prese. Funziona in tre, quattro e cinque giocatori, con una variante anche per due; tendenzialmente il gioco aumenta di difficoltà all’aumentare del numero di giocatori, quattro è il tavolo ideale.

Il sistema di comunicazione che il regolamento offre è: potete comunicare un’unica carta (attivando il vostro comunicato radio, sempre nell’ambientazione spaziale…), specificando se questa carta è la più alta, più bassa, o se è l’ultima carta di uno specifico seme. Il gioco prevede 50 missioni con difficoltà crescente e, nell’intento dell’autore andrebbe giocato in modalità campagna, partendo dalla prima missione fino alla 50, segnando per ciascuna il numero di tentativi necessari: in tal modo più basso è il punteggio complessivo e più la ciurma è stata brava.

Passate le prime missioni, che sono un semplice riscaldamento, le cose si complicano con l’aumentare delle prese assegnate, con l’introduzione di vincoli nell’ordine delle prese (la scatola fornisce dei segnalini per tenerne traccia), con missioni alternative, tipo “un giocatore non deve effettuare prese”. Il gioco richiede un feeling tra i partecipanti (rispettando le regole!) che ricorda sicuramente le dinamiche dei giochi a carta in coppia; come in tutti i giochi di carte c’è anche fortuna nella pesca delle carte e delle missioni assegnate, ma per quelle di livello superiore è importante sbagliare il meno possibile.

Una brillante idea di design

Liquidarlo come una variante del tresette o della briscola, alla fine, è limitante; più corretto dire che The Crew rielabora i tradizionali giochi di presa per creare un cooperativo a informazione perfettamente codificata. I canoni del gioco cooperativo sono completamente ribaltati: scordatevi l’alpha player, qui tutti devono fare la loro parte e basta un giocatore che non interpreti correttamente la mano, a volte anche per la scelta di una carta, a mandare a monte una missione. L’informazione codificata funziona in maniera egregia e costituisce una delle scelte più incisive da valutare nelle missioni avanzate.

Ci avevano provato altri giochi, sicuramente va citato Hanabi, ma The Crew è, a mio parere, a un livello superiore. Per chi come me solitamente non apprezza i cooperativi è una sorta di rivoluzione copernicana, una delle più brillanti idee di design degli ultimi anni. Posso dire di averlo provato con gli amanti dei giochi cooperativi, con giocatori di carte e di bridge ed è stato apprezzato da tutti; non lo prendete come giochino per giocatori casual, perché, come detto, basta una mina vagante al tavolo per farlo fallire.

Difficile trasmettere meglio quanto sia geniale: bisogna semplicemente provarlo.

Pro:

- brillante idea di design;

- innovativo per essere un gioco di prese cooperativo.

Contro:

- qualità delle carte non eccelsa, obbligatorio imbustarle;

- buona e funzionale la restante componentistica.

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Commenti

Una vera droga! Peccato che al momento sia esaurito... mi tocca aspettare l'edizione inglese, che dovrebbe avere carte migliori.

Chissà se c'è già qualche editore italiano che lo ha addocchiato per localizzarlo...

"buona e funzionale la restante componentistica" è un contro? :)

 

No, volevo dire che i problemi di componentistica si limitano alle carte.

La componentistica è semplicissima, ma funzionale. Le carte lo so che le imbusteranno tutti, ma io non lo avrei fatto, se la qualità fosse stata superiore (per dire Tichu lo gioco senza protezioni)

Di Marco prende la % sulle scatole vendute :D

Ricorda molto il gioco del whist....grande gioco con le carte francesi....

Che di amrco prenda la percentuale non lo  so, però due recensioni in fila di sto gioco davvero fanno nascere sospetti. Poi oh, ognuno fa quel che vuole. E chi dice una droga, davvero dovrebbe riprendere i classici giochi di carte, da briscola a tresette, tresette con la briscola, tresette a perdere, bestia (meraviglioso), briscola in 5 (the best game ever), che si possono tutti fare con un miserabile mazzo di napoletane da tre euro. Vi è un provincialismo enorme nello snobbare i giochi classici (cosa che in questoa rticolo almeno non si fa, anzi, si mette in guardia proprio da questo rischio, però si ammette che i giocatori da tavolo lo fanno molto spesso, e traspare dalla recensione di agzaroth), o a dire che derivano dalla cultura di bar (assurdo), per poi appassionarsi a sto gioco, che magari è venduto a piú di tre euro (il che sarebbe un furto). Boh. 

forse non l'hai letta la mia recensione...perché semmai fa esattamente il contrario, con i giochi che dici. Mah...

Quando arrivano due recensioni dello stesso gioco, le mettiamo sempre lo stesso giorno. Volerci vedere della malafede, oltretutto estraendola da una palese battuta ironica, è da complottisti, te lo dico. Poi la Kosmos passerebbe la % a chi scusa? A due italiani per un gioco in tedesco, che E' GIA' ESAURITO quando le due recensioni vengono pubblicate? 

Ho giocato a tutto,

anche al bar, non c'è niente da nascondere. "patrimonio ludico", come detto nell'introduzione, mi sembra abbastanza chiaro.

@FabioZ69 provalo The crew se ti capita:)

Ragazzi, dato che vorrei ordinarlo e poi imbustarlo, sapete dirmi quante carte ci sono e di che dimensione? 
Grazie mille

Quindi aspettiamo che ripeschino Cotecio (Cotecchio) che è il gioco a prese meno vincolato alla fortuna della pesca tra tutti i giochi tradizionali, probabilmente il più complesso da giocare. Gioco che nelle osterie è ad appannaggio dei più assidui.

A me pare na rivisitazione di the game della da vinci.. 

nannynja scrive:

A me pare na rivisitazione di the game della da vinci.. 

The Game intendi quello col teschio in copertina con le carte da mettere in ordine ascendente e discendente? La dV lo ha solo localizzato, ma non è l'editore originale. Se è quello no, non c'entra nulla. The Game poi ha una longevità bassissima: personalmente lo abbiamo risolto alla terza partita e rivenduto.

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