Destinies: da oggi su PlayStore e Apple Store

copertina destinies
Rosengald

Un gioco competitivo in un crepuscolare mondo che attende la venuta dei quattro cavalieri dell'Apocalisse.

Giochi collegati: 
Destinies
Voto recensore:
4,0

Qualche tempo fa sulla chat del Magnifico comparve una citazione e un link. La citazione è per me, mentre il link è alla scheda BGG di questo gioco. È Umbez che dice che è pane per i miei denti, dopo le accorate difese a Tainted Grail. Già mi aspettavo cifre da capogiro... invece, a fronte della quantità di materiali, costa anacronisticamente poco, senza contare che le premesse di un narrativo competitivo mi strizzano l'occhio, in un modo al limite del volgare. Se ci ho messo più di un anno a finire le cinque partite che la scatola base offre e trovare la voglia di scriverne qualcosa, però, non è andato come previsto. Sto per parlavi di Destinies un gioco di Michał Gołębiowski e Filip Miłuński da 1 a 3 giocatori, per una durata di 90/150 minuti edito da Lucky Duck Games che si è occupata anche dell'edizione italiana – quella giocata da me – distribuita soltanto in Italia da Asmodee.

Ambientazione

Il clero medievale annunziava la fine del mondo. Figurarsi la delusione generale quando invece arrivò lunedì e si dovette tornare al lavoro.
Woody Allen

In un universo “alla medievale” un tanto al chilo, lo stesso di Time of Legends: Joan of Arc, ci avviciniamo alla fine dei giorni di ispirazione biblica, con i quattro cavalieri dell'Apocalisse che faranno la loro simpatica comparsata, portando fame, malattia, guerra e morte. Tra gli esseri umani, dei prescelti devono compiere varie prove per far avverare il proprio destino e dimostrare di essere più prescelti degli altri.

Il gioco

Le anime affini passano attraverso tutte le tempeste.
Rainer Maria Rilke

setup
setup
Aperta la scatola di Destinies troveremo diverse miniature molto piccole, carte luogo quadrate, un mazzo di carte standard dotate ognuna di codice QR, plance personali, dadi personalizzati a sei facce e altri segnalini vari.

Per poter giocare è necessaria un'applicazione scaricabile gratuitamente che guiderà i giocatori passo-passo nell'avventura fino alla fine. All'inizio scaricheremo una delle cinque avventure previste dal gioco base – unica scatola a cui si fa riferimento in questa recensione – collegate (forse) da un filone narrativo unico e da giocare in sequenza. Ogni giocatore sceglierà uno dei tre personaggi e leggerà sul retro della relativa carta la storia e i due obbiettivi possibili per compiere il suo destino, poi riceverà la scheda, due dadi bianchi e tre viola, un oggetto e dei segnalini di legno per indicare i valori delle tre caratteristiche. Vale la pena soffermarsi un attimo su questo punto: ogni scheda prevede tre caratteristiche, intelligenza, destrezza e forza, calcolati grazie ad altrettanti tracciati da uno a dodici. In ciascuno di esseri avremo tre o quattro dischi posizionati a valori diversi: ogni volta che si migliora una caratteristica abbasseremo il valore di un indicatore, per alzarlo ogni volta che ci sarà chiesto di peggiorarla.

L'App ci guiderà nella preparazione della mappa di gioco composta da carte quadrate, di cui solo quella di partenza è rivelata, perché le altre andranno esplorate, seguendo le istruzioni a schermo che ci diranno quali luoghi e personaggi d'interesse posizionare sulla carta.

Lo svolgimento del gioco è estremamente semplice: Nel nostro turno potremo spostarci ortogonalmente fino ad un massimo di due carte e interagire con un luogo o un personaggio. Durante le interazioni, in base alla nostra scelta, potremo fare diverse cose, come comprare oggetti, chiedere indizi sul nostro destino (cioè l'obbiettivo) o su un oggetto (inquadrando il relativo codice QR) o affrontare delle prove in cui lanceremo i due dadi bianchi e fino a tre di quelli viola che sono a consumo e si riattivano, uno alla volta, una sola volta per turno; il totale ottenuto sui dadi si confronta con la posizione dei dischi di legno sul relativo tracciato e, per ogni disco raggiunto con il lancio del dado, si ottiene un successo che, sommato agli altri, potrebbe essere utile per completare determinate prove. Si continua così finché uno dei giocatori non realizza il destino del personaggio e vince la partita.

Considerazioni

Se il bene ha una causa, non è più bene. Se ha un effetto, pure la ricompensa, pure non è bene. Perciò il bene è all’infuori della catena di cause ed effetti.
Lev Tolstoj

personaggi
personaggi
Come anticipavo all'inizio dell'articolo, qualcosa è andato storto, ma procediamo per gradi e, come faccio sempre, partirò cercando di analizzare gli aspetti positivi del gioco.

Innanzitutto la qualità dei componenti è sicuramente molto buona; per una cifra che a oggi difficilmente vi permette di portarvi a casa il classico gestionale peso medio qui avrete: diverse (piccole) miniature, dadi personalizzati, plance a doppio strato, cartotecnica di ottima qualità, inserto in plastica personalizzato con il posto per riporre tutti i componenti, un'applicazione che vi guida nella partita con la voce narrante; insomma tanta roba. L'ambientazione è suggestiva – anche se spesso meno approfondita di quello che si poteva sperare – e la commistione tra elementi fantasy, storici, tradizionali e cristiani crea un'alchimia sicuramente interessante con l'Apocalisse e i suoi quattro cavalieri a far da sfondo per dare al giocatore quel senso d'incombenza della propria cerca.

A livello meccanico, l'unica cosa ragguardevole risulta essere il sistema di successi con l'annessa gestione dei dadi viola. Come detto, ogni caratteristica ha tre o quattro blocchi di legno posizionati su vari valori tra uno e dodici; quando si affronta una prova, si lanciano due dadi bianchi (a sei facce con valore massimo quattro) a cui possiamo decidere di sommare fino a un massimo di tre dadi viola (sempre a sei facce, ma con valore massimo tre e la possibilità di fornire successi automatici) che però si rigenerano uno solo per turno. Il risultato ottenuto verrà confrontato con i blocchi raggiunti sul tracciato della relativa abilità e fornirà egual numero di successi. Se il giocatore ottiene avanzamenti in una caratteristica, abbassa la posizione dei blocchi; se ne perde, deve alzare la posizione.

Sulla scalabilità non mi esprimo. il gioco prevede da uno a tre giocatori, ma io ho affrontato tutte le partite in coppia con mrs. Rosengald: la sensazione è quella di aver giocato la configurazione migliore, perché con tre giocatori si allungherebbero i tempi morti, mentre il solitario prevede una modalità di gioco differente.

Destinies e il media utilizzato

La bellezza comincia nel momento in cui decidi di essere te stesso.
Coco Chanel

partita in corso
partita in corso
“Ma quindi questo gioco cos'è? Un librogame con supporto di carte? Un videogioco da tavolo? Un romanzo a bivi? O semplicemente un gioco da tavolo come un altro?”.
Cado nel bruttissimo errore di autocitarmi riprendendo l'inizio di un paragrafo di una vecchia recensione, ma inevitabilmente nei processi di valutazione del gioco non ho potuto fare a meno che chiedermi se il gioco da tavolo fosse il media giusto per questo titolo, e alla fine mi son dovuto rispondere in maniera negativa. Di fatto il gioco avviene quasi e solo esclusivamente sull'applicazione, con la componente fisica rilegata solo alle carte oggetto, alla gestione delle caratteristiche e ai lanci di dado, perché il resto del gioco – o, anzi, il gioco stesso – è demandato all'App con la stessa mappa fedelmente riproposta sullo schermo del vostro cellulare, tablet, computer, smart tv, ologramma, cacciavite sonico, ... avete capito. Noi abbiamo optato per l'utilizzo di un telefonino, così da potercelo passare facilmente, e ci siamo ritrovati per la maggior parte della partita a guardare lo schermo del telefono anziché il tavolo. Prima di essere tacciato di luddismo ludico, permettetemi di dire che non ho nessun preconcetto verso i giochi da tavolo che utilizzano supporti digitali, ma davanti a questo Destinies è quasi innegabile di trovarsi davanti a un supporto analogico per un'applicazione, cosa che di suo non è necessariamente un problema, ma lo diventa nel momento in cui si sceglie di venderlo come gioco da tavolo.

Se poi volessimo discutere dell'applicazione mi verrebbe da dire che anch'essa non è esente da difetti: trovo imperdonabile la mancanza della possibilità di annullare la mossa: basta un click errato per aver perso l'interazione del turno corrente. Infine, parere personalissimo e anche antipatico, nel momento in cui si decida di aggiungere all'introduzione scritta di ogni capitolo una voce narrante, avrei voluto quantomeno una lettura con un'ottima dizione e non con forte cadenza regionale.

Un narrativo competitivo. Interazione (?)

Non amo la compagnia degli imbecilli né dei geni: i primi mi danno fastidio; i secondi, ombra.
Roberto Gervaso

dal fabbro
dal fabbro
Le premesse sono quelle di un competitivo, cosa che ci porterà a misurarci con il nostro avversario per essere il primo a risolvere il proprio destino. Essendo una corsa, le tempistiche vengono scandite dai giocatori stessi che cercano di battere l'avversario più in velocità che mettendogli il bastone fra le ruote, almeno volontariamente. Già, perché, non conoscendo i destini dell'avversario, difficilmente si potrà intervenire intenzionalmente per ostacolarlo... ma anche in questo campo mi vedo costretto a muovere critiche al gioco. I destini generalmente richiedono di ritrovare degli oggetti o di fare un numero di volte una determinata cosa da determinati personaggi; andare a giro e parlare con la gente è il modo per ottenere le informazioni su dove fare queste cose. Il problema sta nel fatto che nella maggioranza dei casi conviene sempre aiutare o assecondare l'incontro se si presenta come buono o picchiarlo se si presenta come cattivo, perché la ricompensa fornisce un aiuto a prescindere dal destino del giocatore. Il problema è che, così facendo, magari si ruba un "pezzo" per il compimento del destino altrui, rendendogli molto difficile la vita, cosa che sarebbe tranquillamente legittima in un competitivo, ma che diventa frustrante in una situazione per la quale l'interazione è frutto del caso e non precisa scelta di un giocatore.

Un narrativo

Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile.
Italo Calvino

Anche su questo piano il gioco non brilla. I motivi sono sostanzialmente due: personaggi poco approfonditi dei quali non si sa nemmeno il nome e che cambiano a ogni scenario. Questo porta ad avere poco spazio per approfondirne la storia – anche se qui sembrerebbe che manchi la volontà più che lo spazio – e il conseguente scollamento tra giocatore e personaggio. Non bastasse, anche gli scenari hanno poca storia; il tutto resta molto sullo sfondo mentre i personaggi girano come trottole cercando di portare avanti il proprio destino: Di fatto non si può parlare nemmeno di narrazione, in quanto ben poco di quello che succede è legato alle azioni dei personaggi e/o a una storia in sviluppo, ma si tratta più di una serie di scene perlopiù statiche presentate in successione.

Con queste rinunce importanti, non abbiamo nemmeno come contraltare una rigiocabilità maggiore; infatti, per ogni scenario sono previsti solo tre personaggi e, giocando in coppia, solo uno rimane inutilizzato, rendendo difficilmente rigiocabile lo stesso scenario.

Per concludere...

Non accusate gli errori. Prima di diventare tali sono stati un bellissimo sogno.
Fabrizio Caramagna

In definitiva, l'esperienza non risulta esaltante, seppur con alcuni elementi d'interesse: Il voto qui sopra è il frutto di una media tra un'esperienza ludica sufficiente e un voto come gioco da tavolo gravemente insufficiente. Fino al quinto scenario ho sperato in un climax epico che lavasse via l'amaro di bocca concedendoci un grande finale di cui discutere nei giorni successivi, così come lo si fa dopo un gran film. Invece ho trovato solo il sollievo di aver fatto il mio “dovere” e finito la scatola, a cui ben presto si aggiungeranno delle nuove espansioni in italiano che porteranno nuovi scenari, ma io non sarò lì ad attenderle.

In definitiva non voglio sconsigliare Destinies in assoluto: Chi è intrigato dall'idea di un videogioco con supporto da tavolo, con qualche scelta e missioni a tempo da risolvere, può concedergli una possibilità.

Pro:
  • ottimi materiali
  • simpatico sistema di successi
  • non essendo legati gli scenari possono essere giocati sempre con gruppi diversi
Contro:
  • interazione casuale
  • personaggi piatti e poco coinvolgenti
  • giochi solo sull'applicazione
  • impossibilità di annullare il click
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Commenti

Non ho capito il titolo 🤔

Era per dire che è più un app che un gioco da tavolo

Domanda:

Ho scelto questo gioco (mai ancora intavolato purtroppo) dopo aver provato il PnP in ottica "far sedere al gioco non gamers". 

 

Secondo te il suo lavoro in questo senso lo fa? Considera anche serate associative 

Anch'io ho fatto fatica a finire la scatola base, però al contrario della recensione ho avuto un'esperienza positiva alla fine. Concordo con tutti i vari difetti elencati, per questo l'ho giocato molto con la sensazione di giocare ad un videogioco per 2 con un supporto analogico, cosa che non mi è dispiaciuta in quanto ai giorni nostri sono davvero poche l'esperienze in tal senso (videogiochi da giocare in coppia). Se appunto non dispiace questa cosa l'esperienza risulta piacevole, tanto che mi ha convinto a prendere l'espansione a tema "aladin" uscita da poco per vedere se il cambio di ambientazione possa giovare all'esperienza, come gioco da tavolo competitivo ovvio che ne esce con le ossa rotte, ma la sua immediatezza e relativa semplicità lo rende proponibile ad un pubblico più ampio rispetto ad un Case della Follia, con una durata e prezzo più contenuto.

Condivido molte delle critiche, ma a me il gioco è piaciuto, pur avendo un'app molto presente, quasi invasiva. Per me i difetti più rilevanti sono il fatto che ci sia scarso approfondimento dei personaggi e che non si possano portare avanti da uno scenario all'altro (cosa che mi aspetto da un narrativo a campagna) e che effettivamente gli incontri sono molto casuali e ti deve andare bene di beccare il luogo dove trovi quello che ti serve. Considerando che praticamente è una corsa competitiva, questo può lasciare un po' frustrati, soprattutto se ti girano male i dadi. Ultimo difetto, gli scenari e i destini sono un po' tutti uguali, mi sarebbe piaciuta un po' più di varietà negli obiettivi da perseguire.

Trovo però bellissimo il meccanismo di successi e di sviluppo delle skill. Sono curioso di provare The dark quarter che dovrebbe essere una versione migliorata (cooperativa) del gioco. Vedremo...

Rispondo a entrambi

@Azy01 probabilmente si, perché potrebbe essere un'esperienza diversa da quello che si aspetterebbero da un normale gioco da tavolo, ma metti in conto la durata

@Lz legittimo, e come ho scritto come esperienza ludica la sufficienza la raggiunge sicuramente. Poi per me il massimo del videoludico di coppia e until down e simili ma questa è un'altra storia 

 

 

 

Aggiungo my 2C: provato (e finito) sia in modalità solo sia in 3, in family mode (<14 anni).

Condivido al 100% la recensione in termini di analisi del gioco, pro e contro.  Sarei meno caustico in termini di stroncatura complessiva. Per me è un gioco molto light, che delude se si hanno aspettative elevate in termini di gameplay, di profondità (dei personaggi o della storia) o di strategia. Diciamo che è un po' bidimensionale (nonostante le mini, una del tutto sproporzionata).  

Ma pur con tutti questi caveat, secondo me deve essere valutato per quello che è: un introduttivo al genere e anche un modo per mettere attorno al tavolo giocatori non abituali che potrebbero restare piacevolemente sorpresi e in qualche modo coinvolti.  

Il tutto a un prezzo onestamente abbordabilissimo, a maggior ragione visto l'andazzo degli ultimi tempi.

All in all, per me supera abbondantemente la sufficienza, anche se resta nel mondo dei wanna-be bel gioco.

E infatti oscillo se prendere o meno l'espansione.

(ah, apprezzato la chicca del narratore con inflessione tosca....  :)

Capisco e condivido molte delle argomentazioni. Chiaramente il target in questo caso è estremamente importante. Io l'ho comprato avendo ben chiaro di aver davanti un esperimento: una trasposizione in gioco da tavolo di un videogioco punta e clicca, in formato competitivo. Avendo terminato quel capolavoro di Disco Elysium, mi sembrava particolarmente sexy. Messomi questo in testa ed essendo per me facile calarmi nell'ambientazione medievale e non avendo particolari aspettative circa l'epicità del titolo, l'esperienza è stata nel complesso ben positiva. Anche io l'ho giocato in 2 che ritengo essere l'unica configurazione possibile per i motivi ben elencati da te. La mia compagna, forse giocatrice piu light e dall'indole piu' american rispetto a me, l'ha apprezzato particolarmente. Inutile dire che se qualcuno si appassiona e trascina l'altro giocatore al tavolo, tutto viene piu' semplice. Se poi costei è chi ti sopporta quotidianamente, potremmo forse chiamarlo bias.

Tiro le somme: esperimento per me perfettibile, da vivere da una parte come una gara, puntando forte su meta gioco e ruolismo (bleffare per far finta di non essere interessati a tale punto di interesse..), dall'altra parte alla leggera, godendosi la scoperta di oggetti e interloquendo con i viandanti.

Non condivido quindi il voto avendo vissuto il tutto in maniera decisamente diversa dalla tua esperienza. Ma i gusti sono gusti ci mancherebbe.  Spero molto in the dark quarter, che mi affascina anche di piu' come ambientazione e dal quale spero piu' approfondimento introspettivo dei personaggi) e l'ho pledgiato, sperando in una versione rivista e corretta. Da una prima scorsa alla campagna di crowdfunding della espansione di Destinies (che non ho invece intenzione di pledgiare) mi sembra che poco o nulla sia cambiato rispetto alla versione base qui recensita.

Recensione condivisibile perché oggettivamente analizza il gioco per com'è. Mi ritrovo nel giudizio più coi commenti. Gioco che terrò in collezione e che consiglierò di giocare. La nostra esperienza è stata in tre abituali: padre, madre e figlia di 10 anni. Quest'ultima si è appassionata vivendola come una caccia al tesoro. La competizione è stata solo un contorno. Abbiamo giocato solo i primi due scenari e non vediamo l'ora di continuare l'avventura. 

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