Doodles è un party game per da tre a sette giocatori dalla durata contenuta di circa trenta minuti che si innesta nel filone dei giochi in cui si disegna.
Il gioco in breve
Lo scopo del gioco è
indovinare cosa hanno disegnato gli avversari e far intuire agli altri cosa abbiamo disegnato noi.
All’inizio della partita ognuno riceve il foglietto (diviso in nove riquadri), la matita e i segnalini voto del proprio colore (in tre copie numerate da uno a tre).
Si prepara il mazzo delle carte soggetto: su di esse troviamo tre parole da raffigurare molto simili tra loro, ma differenti, come ad esempio fede/credenza/religione.
Il primo giocatore prende la prima carta dal mazzo e la rivela, poi tutti pescano a caso un segnalino soggetto: sono gettoncini numerati da uno a tre e il numero indica quale parola dovrà disegnare il giocatore.
Non esistono limiti alla fantasia, ci si può sbizzarrire in tutti i modi! In una partita, ad esempio, ho visto rappresentare la parola
bullo con un bullone!
L’unico limite è che non si possono segnare numeri o lettere.
Scaduto il tempo di trenta secondi (indicati della clessidra), i giocatori assegnano un segnalino voto a ogni avversario. Dopo che tutti hanno votato, vengono rivelati i segnalini soggetto per scoprire chi ha indovinato: si riceve un punto vittoria per ogni disegno indovinato e se ne perde uno per ogni disegno sbagliato; l’artista autore del disegno guadagna un punto vittoria per ogni giocatore che indovina, ma ne perde due se nessuno ci riesce.
La partita termina dopo nove round.
Considerazioni
La votazione segreta e come guadagnare i punti vittoria mi ha ricordato Dixit, anche se più semplificato e lineare.
Il gioco lo trovo semplice e divertente da giocare. L’ho provato con curiosità al Comicon l’anno scorso: dopo aver atteso qualche minuto che si unisse qualcuno per rendere la partita più interessante, mi sono trovata al tavolo proprio i disegnatori della Scuola Comix di Salerno e, dopo il primo disegno, era palese che i miei venissero indovinati a “eliminazione”!
Nonostante la mia non ottimale performance (e sono generosa!), l’ho preso subito pensando non solo a parenti e amici non giocatori, ma anche ai miei alunni.
L’ho usato, infatti, anche a scuola (Secondaria di 2° grado) nelle lezioni in cui spiegavo che cos’è il pensiero laterale: è interessante osservare le associazioni mentali che si sviluppano, per differenziare parole simili, ma concettualmente differenti.
Il largo range indicato per l'età (da dieci a novantanove anni) ritengo sia idoneo: benché semplice da intuire, tuttavia il tempo ridotto e soprattutto alcuni termini più difficili (come ad esempio "mausoleo" o "aura") potrebbero non renderlo adatto ai bambini, ma in realtà a questo si può facilmente ovviare raddoppiando la clessidra e non usando alcune carte.
La rigiocabilità è ampia:
duecentoventi carte che spaziano da parole di uso comune come "limone", "lime", "cedro",
a nomi di cantanti come "Beyoncé", "Rihanna", "Lady Gaga",
da concetti astratti come "fra", "al centro", "in mezzo",
a stati d’animo come "rabbia", "odio", "ira".
Il regolamento è semplice, proprio due parole in croce, scritto in modo chiaro.
La dimensione compatta lo rende comodo da trasportare.
I tempi di gioco aumentano con il numero di giocatori e di caciara che può nascere nel commentare i vari “capolavori”.
All’interno sono presenti le matite, lo sottolineo perché non sempre nei giochi che le prevedono le troviamo.
Lo consiglio perché, nonostante il genere alla Pictionary sia un po’inflazionato , a parità di divertimento Doodles ha il pregio che: si gioca contemporaneamente e non a squadre e i trenta secondi non penalizzano chi non è bravo a disegnare, rendendolo facile da intavolare con chiunque.
Adatto ai gruppi per il numero di partecipanti e l’immediatezza.