I giochi della serie Exit simulano l’esperienza di una Escape Room e sono fatti per essere giocati una sola volta, prevedendo anche il danneggiamento dei materiali. In ogni caso una volta risolti gli enigmi non ha senso risolverli una seconda volta.
Questa recensione è quindi basata sull’unica partita concessa dal gioco.
Può essere importante per voi considerare che il mio gruppo di gioco era composta da 6 persone: il sottoscritto, i miei due figli di 11 e 13 anni, mia moglie e due professori. Nessuno di noi aveva giocato altri giochi della stessa serie ma la mia famiglia aveva già provato e apprezzato uno dei giochi della serie Deckscape, simile negli intenti.
Questa parte della recensione è senza spoiler
Non ho modo di spiegarvi in modo esaustivo perché nessuno di noi ha apprezzato l’esperienza senza rovinarvi almeno in parte la risoluzione degli enigmi presenti quindi riservo questa prima parte della recensione a chi non vuole incorrere in rivelazioni sgradite proseguendo nella lettura.
Il gioco utilizza un sistema di verifica della risoluzione degli enigmi basato su un mazzo di carte e un congegno a dischi cartacei rotanti . Allineando pittogrammi e simboli sul criptico sistema si visualizza un numero in una casellina che richiama una carta del mazzo. Su questa potrebbe esserci l’indicazione che avete sbagliato o un'illustrazione che ci rimanda ad un’altra carta. Sulla carta indicata dalla prima, a sua volta, potrebbe esserci scritto che avete sbagliato oppure istruzioni di pescare una o più carte da un altro mazzo per proseguire nel gioco. Dovendo il manuale spiegare come il gioco funziona senza svelare troppo… rimane abbastanza criptico lasciando al giocatore dubbi da verificare giocando. Ma distinguere fra non aver capito le regole di utilizzo del sistema e il non aver capito il primo enigma… è stato veramente frustrante. Immagino che il nostro problema sia soprattutto legato all’aver scelto questa avventura della serie Exit, per motivi che non vi posso spiegare in questa parte della recensione, prima di averne provate altre, ma trovo perfettamente normale il fatto che ciò possa accadere (da nessuna parte è scritto che è meglio provare prima un'altro titolo) e rovinare anche ad altri l’avventura.
Il mio disappunto sulla qualità del gioco è basato comunque anche su altri fattori:
- Sulla scatola è indicato che il gioco è utilizzabile anche da sei persone. Nella sostanza ciò non è vero perché i materiali e il modo in cui vengono dispensati non permettono a più di un paio di persone alla volta di lavorare sugli enigmi, al massimo affiancate da altre due (che talvolta sono più di disturbo che di aiuto). Gli altri due giocatori si lamentano e talvolta cercano, a ragione, di farsi passare il materiale per vedere se ne vengono loro a capo. Se a voi ciò pare normale, vi faccio notare che abbiamo giocato alla serie Deckscape con un uguale numero di giocatori e tutti hanno sempre avuto qualcosa da fare.
- Il gioco indica un tempo di gioco non superiore all’ora. Noi ce ne abbiamo messe 3 utilizzando quasi tutti i suggerimenti e arrivando talvolta anche all'utilizzo delle soluzioni.
- La traduzione del gioco in italiano compromette uno degli enigmi presenti nel gioco, che in pratica non può essere risolto se non per caso, sbagliando, o ricorrendo alla lettura della soluzione, che svela l’inghippo (se avete trovato prima la giusta soluzione basata sulla traduzione italiana dei termini).
- Il gioco ha un numero di enigmi limitato e ognuno di questi è composto da una fase di comprensione, che può anche essere divertente) se non fosse per la continua incertezza suscitata da indizi riferiti in realtà ad enigmi ancora non in possesso dei giocatori, che fungono da false piste e una fase realizzativa in genere noiosa dove talvolta 5 giocatori ne guardano uno che la porta a termine.
Per tutti questi motivi vi consiglio per un’esperienza di questo tipo la serie Deckscape (più enigmi, meglio gestiti, con regole più chiare e nessun materiale da deturpare) o tutt’al più un altro titolo della serie Exit (non chiedetemi quale perché non ho intenzione di provarne altri) per la diversa realizzazione del meccanismo a dischetti rotanti.
I motivi delle mie indicazioni ben espressi con qualche spoiler qua e là
Il tentativo degli autori di questo gioco è quello di immergere il più possibile i giocatori nell’atmosfera misteriosa della tomba egizia. I giocatori rimangono chiusi all’interno di una nuova area inesplorata e devono trovare il modo di uscirne, per farlo hanno a disposizione il diario (non verosimile) di un precedente esploratore pieno di cose senza un senso apparente e l’illustrazione della sala con sarcofago dove siete bloccati.
Con il primo enigma vi tedio quanto lo siamo stati noi
Dal manuale si capisce che dovete prendere la carta M che riporta un enigma all’apparenza facile: dei segni che finiscono contro una linea rossa. La cosa più facile è ribaltarli come allo specchio ottenendo quelli che potrebbero essere dei numeri. Ma cosa cavolo ci facciamo con dei numeri? L'avete vista la foto del congegno a dischi rotanti là sopra? La soluzione dovrebbe essere una serie di 3 geroglifici, dei quali l’illustrazione della camera dove siamo bloccati è piena. Ci scervelliamo in ogni modo e alla fine decidiamo di cedere e guardare il primo indizio che ci dice che abbiamo tutto ciò che ci serve e dobbiamo guardare l’illustrazione che stiamo già guardando per avere un riferimento su cosa fare. Nessuna utilità. Prendiamo il secondo (o la soluzione, non ricordo) e ci rivela che la linea fa riferimento allo specchio che c’è nell’illustrazione. Grazie molte, il segno l’avevo già ribaltato dall’inizio ma non ci faccio molto con dei numeri!
Ci viene finalmente l’illuminazione che possano corrispondere in qualche modo ai geroglifici egizi sul trabiccolo con le 3 ruote rotanti. Ma come!?!? Anche ammettendo che siano in fila qual è lo zero? E in che senso si girano le ruote? Sulla pagina di fronte all’illustrazione ci sono i geroglifici in griglia da 3x3. Anche immaginando una tastiera telefonica manca lo zero e uno dei simboli. Sfoglia e risfoglia torniamo alla pagina iniziale del diario, dove ci sono le parole dell’avventuriero possessore e notiamo i simboli posti in fila verticale. Potrebbe essere l’indicazione di qual è il numero iniziale della serie (sulle ruote non c’è un inizio e una fine della serie di simboli, essendo disposti in cerchio). Anche se ancora non sappiamo se lo zero è davanti o in fondo. E nella stessa pagina c’è un simbolo di rotazione antioraria. Avrà senso pure quello? Fortunatamente mi cade l’occhio sulla rappresentazione delle serrature: hanno lo stesso simbolo rappresentato 3 volte sul lucchetto. Sarà lo zero. Provalo antiorario (la freccia sulla pagina), provalo orario e la soluzione del primo enigma è fatta. O, più che altro, abbiamo finalmente capito come funziona il malefico meccanismo: è fatto coi numeri da 0 a 9 sostituiti ognuno da un pittogramma diverso. Per tutta la partita siamo così costretti a convertire numeri in pittogrammi. Uff.
Ora vi chiedo: non era più sensato rappresentare sulla carta la metà speculare di una serie di 3 pittogrammi? Anche per semplice coerenza con l’ambientazione! Avete voluto fare i fighi coi pittogrammi sulle ruote? Allora usateli per tutto il gioco, dico io! Solo questo enigma ci avrà fatto perdere mezzora!
Solo successivamente fra l'altro scopriamo che esisteva una soluzione pure per l'utilizzo dei dischi rotanti (a sapere che quel simbolo di enigma si riferiva a quello) e che la freccia rotante poteva portarci a piegare la pagina e far combaciare l'estremità sinistra di quella successiva dove era riportata una colonna di numeri dallo zero al nove, coi simboli su quella prima, per una più facile decrittazione. Ma noi stavamo risolvendo il primo enigma e non vedevamo motivo per cercarne altri non citati.
Sull’incertezza da multienigma e la cattiva rappresentazione di oggetti fuori luogo
L’enigma successivo (se non ricordo male) ci mette in mano una carta che abilmente qualcuno riconosce incastrarsi nello spazio vuoto di una pagina che sembra convertire lettere in numeri tramite percorsi da seguire. Teoricamente dovremmo tagliare la carta per inserirla nello spazio, ma possiamo anche farne a meno. Rimane il dubbio di come girare la carta da incastrare e il fatto che sopra ci siano ben più di 3 lettere e a noi servano solo 3 numeri. Noi abbiamo in mano una carta che ci dice che Cleopatra ama partire dal basso, una striscetta colorata con un sacco di simboli senza senso e non mi ricordo cos’altro. Parte di queste cose non servono a risolvere l’enigma in corso che è l’unico a poter essere risolto col materiale disponibile. Lo preciso perché anche nella serie deckscape abbiamo indizi per enigmi diversi contemporaneamente. La differenza è che con quel gioco possiamo effettivamente risolvere più enigmi alla volta (rendendo utili più giocatori alla volta) mentre qua e, immagino, negli altri titoli della serie Exit, no. Le carte in più non solo non servono, ma confondono. L’indizio su Cleopatra là sopra riportato, ad esempio, ci fa provare a mettere la carta al contrario o a mettere i simboli al contrario sul cifrario, ad esempio, facendoci praticamente comporre combinazioni a caso per verificare se funzionano. Cosa nient’affatto nello spirito del gioco.
Prova e riprova, sfoglia e risfoglia, alla fine troviamo una specie di triangolo per terra nella stanza del faraone che ha sopra un simbolo uguale a quello legato all’enigma che stiamo risolvendo (senza alcun motivo, fra l’altro, non è un disegno o un’incisione che si fonde nell’ambientazione ma è piuttosto come un asterisco su un oggetto di un rebus). Ma non troviamo nessun collegamento col resto. Dopo essere impazziti per un’altra mezzora diamo fondo agli indizi e scopriamo… che quel triangolo era un gelato. Il tipico gelato che si trova spiaccicato per terra in una camera del faraone, collegato ovviamente ad un misterioso enigma di una civiltà antichissima! Vi assicuro che riconoscere in quella roba un gelato era impossibile prima di aver letto che lo era sui suggerimenti! E quindi? Bah, forzando la cosa troviamo le prime tre lettere della parola gelato fra quelle scoperte precedentemente, le facciamo diventare numeri (prima sbagliando verso della carta, poi invertendo nell’inserimento per seguire l’indizio di Cleopatra e poi finalmente ignorandolo), per risolvere anche il secondo. Tempo di gioco superato e praticamente usati quasi tutti i suggerimenti possibili. Dal manuale siamo già segnati come profondamente incompetenti e non avrebbe quasi senso proseguire col gioco. Ma noi si va avanti stoici!
La genialata a cui mai arriveresti. Ovvero barare per vincere
Un altro enigma si è messo di traverso nel nostro percorso: richiedeva di avere a che fare con una carta che rappresentava una specie di pianta di un edificio, combinata con una pagina con macchie di colore da coprire in qualche modo. Pensate che io ero già così avanti (prima ancora di avere in mano tutti i pezzi per risolvere l’enigma) da aver visto nella piantina uno sviluppo 3D e formato con la riproduzione della carta un ferro di cavallo tridimensionale da usare. Ma non c’era modo di farlo. Aveva pure delle dimensioni che mal si adattavano alle macchie prima citate. Una volta avuti (credevamo) tutti i pezzi per le mani abbiamo provato a seguire le istruzioni… che non portavano comunque in nessuna direzione. Anche qua dopo minuti e minuti spesi siamo dovuti ricorrere a tutti gli indizi, fino a scoprire che il gioco barava, considerando elementi del gioco non ciò che viene indicato come "materiali di gioco", ma pure ciò che ogni giocatore considera far parte del solo confezionamento!
Certo, la trovata è stata geniale e un punto del voto dato al gioco deriva solo da questo, ma mi sono sentito decisamente preso in giro. Ovviamente quando qualche enigma più in là gli autori ci hanno riprovato l’abbiamo scoperto al volo e portato a casa l’enigma in poco tempo.
L’errore di traduzione
Per colmare la misura della nostra sopportazione ci si è messa anche la traduzione in italiano che ha reso sbagliata pure una soluzione formulata nel giusto modo, con le giuste regole, dopo aver scremato ogni falso indizio (tipo “…piace saltare la riga” in una pagina dove una riga era giusto disegnata) costringendoci ancora una volta ad arrivare fino alla soluzione solo per scoprire che i traduttori, che pure hanno fatto un gran lavoro per mantenere nel testo italiano gli stessi enigmi mantenendo in piedi la sua parte narrativa, utile a confondere il lettore, sono caduti in un piccolo errore che rendeva diversa la soluzione dell’enigma. O magari è stato solo uno zelante correttore dell’ortografia! Di fatto un altro enigma insoddisfacente.
Il resto
Dopo queste quattro cadute 4 giocatori su 6 erano già dell’intenzione di abbandonare il gioco senza finirlo. Solo l’insistenza del mio zelante figlio ha portato avanti la partita. Ma a quel punto gli enigmi erano di risoluzione facile e poco soddisfacente. Quasi portati avanti come un compitino, senza più alcuna necessità di aiuti né brivido per la loro risoluzione.
Ho ragionato parecchio sul voto da dare a questo gioco. E 5 mi è parso un'abbondante concessione. Spero le mie motivazioni vi siano giunte chiare e che capiate perché ho dovuto ricorrere a tanti spoiler per comunicarvi la nostra piena insoddisfazione.