Capolavoro tutto: la recensione, il video, il gioco.
Tutti descrivono Fantablitz come un gioco di velocità e destrezza da 2 ad 8 giocatori, ottimo per bambini e famiglie (ma non solo), in cui in base a delle carte bisogna prendere il prima possibile l'oggetto giusto tra i 5 oggetti in legno a disposizione. Siamo quasi tutti d’accordo nel dire che sia un gioco divertente, confusionario e che crea dipendenza. Quello che in pochi sanno sono le sue origini, nascoste per decenni all’interno di file criptati dei servizi segreti statunitensi. Ma io, oggi, ho il dovere di farvi sapere la verità.
Andrà tutto bene. Ricorda: Bob Newby, supereroe
Deserto del Nevada, anno 1985. Ma non siamo nel mondo che conosciamo, si tratta di un altro mondo. Quello in cui i nazisti hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale, quello in cui il Terzo Reich Eterno guidato dal feroce führer Johann Schmidt ha esteso la sua ombra oscura su tutto e tutti. È in questo mondo che si incontrano in una base sperduta nel deserto alcune tra le menti più geniali presenti in quelli che un tempo erano gli Stati Uniti d’America: il fisico teorico Sheldon Cooper, il teorico delle dimensioni parallele Dustin Henderson ed il dottor Emmet Brown, inventore del viaggio nel tempo.
Una delle figure di spicco della Resistenza Americana, il Tenente Bob Newby, si offre volontario per questa incredibile missione: viaggiare indietro fino al 20 aprile 1894, giorno in cui il piccolo Johann compì 5 anni, e da lì iniziare a riempire le sue giornate di allegria e scherzi. Non potendolo fare alla luce del giorno, fu necessario scovare una copertura adatta: quella del fantasma Balduin, che da allora sarebbe diventato il benevolo spirito infestante del castello. Canalizzando in un flusso gli 1,21 gigowatt di energia necessari al viaggio nel tempo, Bob Newby fu spedito quindi nel passato, portando con sé solo pochissimi oggetti necessari alla missione: una poltrona rossa, un libro dalla copertina blu, una bottiglia contenente un liquido di colore verde (dall’uso sconosciuto) ed un classico topo di laboratorio, dipinto di grigio.
Non ci è dato sapere il perché di queste scelte, ma sappiamo che la missione ebbe successo, almeno in parte: il mondo ha sì subìto l’orrore del nazismo, ma ne è riuscito ad uscire. È solo grazie a Bob Newby, a quegli scienziati, a quegli eroi, che possiamo vivere in questa realtà, che di loro riporta solo echi. Uno di questi è proprio Fantablitz.
Ehi tu, porco, levale le mani di dosso
In Fantascatti quello che conta è essere il giocatore con la mano più lesta nell’afferrare l’oggetto giusto tra quelli presenti sul tavolo: il fantasmino bianco, la poltrona rossa, il libro blu, la bottiglia verde o il topo grigio.
- uno degli oggetti è rappresentato nel suo colore esatto (es. poltrona rossa), per cui va preso l’oggetto in questione;
- nessuno degli oggetti è rappresentato nel colore giusto, per cui va preso l’oggetto che manca in figura il cui colore originale non è tra quelli presenti sulla carta.
Ogni volta che si fa la presa giusta si prende per sé la carta girata e si va con un’altra carta; quando si fa una presa sbagliata, a fine turno andrà consegnata una carta a chi ha fatto la presa esatta. La partita termina all'esaurirsi del mazzo di 60 carte, chi ne ha più è il vincitore.
Penso che ancora non siate pronti per questa musica... Ma ai vostri figli piacerà!
Fantascatti è un giochino geniale. Lo presi vari anni fa, ai miei primi passi in Tana, rapito da un racconto di Sava: giocavo solo german ed ancora non sapevo che invece sarei diventato il Re dei Filler. A suo tempo, per interrompere la tanto decantata imbattibilità di Sava a Fantascatti, mi toccò partire da Perugia ed arrivare a casa di Cola, a Roma: il classico veni, vidi, vici. Non so quante partite abbia fatto a Fantascatti (un paio di volte, con amanti di giochi american, DAVVERO raccontai la storia di cui sopra, dettaglio più, dettaglio meno, ridendo come dementi per 5 minuti buoni), ma avendo portato la sua scatoletta piccina picciò praticamente ovunque, direi che si parla sicuramente di un numero a 3 cifre.
Lo trovo ottimo da giocare coi bambini, magari dai 7-8 anni in su (confermando quanto indicato sulla scatola del gioco): l’ho spiegato in varie manifestazioni ed ho scovato dei piccoli fenomeni, che hanno voluto subito averlo in regalo e che, il giorno dopo, hanno chiesto alla mamma Fantascatti Cinque Minuti a Mezzanotte (un delirio: carte con 3 oggetti l’una, 9 oggetti totali in 5 colori… non pensateci neanche) perché col base già non sentivano più la sfida.
Personalmente, però, trovo che Fantascatti dia il meglio di sé quando giocato da persone adulte, quando la sfida viene sentita dentro e scatta la competizione feroce, quando temi le unghie laccate della ragazza al tavolo e finisci la partita contando le cicatrici sulle mani, oltre che le carte prese. Non c’è serata in cui, se si inizia a giocare a Fantascatti in qualche locale, non si formi un capannello di curiosi intorno che cerchi di capire perché a quel tavolo la gente faccia così tanto casino.
Per dovere etico vi segnalo anche la presenza nel regolamento di una variante di gioco in cui, se la carta rappresenta all’interno il libro, l’oggetto non va preso ma solo nominato… si vive benissimo anche senza.
Vi lascio con un video di qualche anno fa, girato con altri amici della Tana dei Goblin di Perugia: magari potrete intuire perché adori così tanto questo giochillo.