“Qualche anno più tardi,
quel bel giovanotto che chiamavano il Re,
doveva aver cantato troppe canzoni,
e gli venne un infarto o cose così.
Deve essere difficile fare il Re.”
Dal film Forrest Gump.
Approfittando della quarantena, nella speranza che quando leggerete queste righe ne saremo, almeno in parte, usciti, vi voglio parlare di un titolo molto particolare che ho avuto il piacere di giocare con altri quattro amici. Non posso propriamente definire questo articolo una recensione, sia perché non voglio fare spoiler, sia perché, pur avendo fatto ben 19 sessioni di gioco, essendo un legacy ogni partita è diversa; inoltre siamo sempre stati in cinque giocatori, quindi non so se e come funziona in meno al tavolo, né se i bivi narrativi intrapresi siano sempre diversi in base a come si sviluppa il gioco.
Premetto che al termine ci siamo ritrovati una bella dose di buste che non avevamo aperto (e mai lo faremo): questo indica che altri di voi che lo proveranno vivranno una storia un po' diversa dalla nostra.
Parlerò di The King’s Dilemma raccontandovi la nostra esperienza, le sensazioni e quello che ci ha lasciato, ma innanzitutto vi parlo di cosa troverete nella scatola: all'interno c'è il tabellone principale dove si pongono i sei segnalini dell'andamento del Regno che sono influenza, ricchezza, benessere, stabilità, morale e conoscenza. Nella parte superiore si trovano le caselle dove attaccare fisicamente gli adesivi delle Leggi prese dal Consiglio (i giocatori) con le firme della Casata che ha approvato la singola legge. Di fatto ogni giocatore inizia con uno schermo della Casata di appartenenza che funge da divisore segreto per segnalini potere e monete (le due risorse del gioco) e dove si annotano i progressi via via sbloccati da quella Casata che danno accesso a bonus di varia natura. Io ho giocato con la Casata di Wylio, gli amici con quelle di Tork, Tiryll, Solad e Crann.
Il gioco in sintesi
Ad ogni sessione di gioco si determinano, in base al prestigio, le posizioni di partenza: chi ha il segnalino Leader sarà l'ultimo a parlare nella votazione, chi invece detiene il segnalino Moderatore spezzerà i pareggi in cambio di monete e/o favori. Quindi si distribuiscono le cinque carte agenda (su sei, una - a caso - viene sempre tolta). Questa scelta è fondamentale e determina buona parte dei punti vittoria a fine sessione: queste carte sono distribuite a partire da chi è ultimo nel prestigio, che quindi sceglierà tra tutte e cinque le carte, mentre la Casata più prestigiosa dovrà giocare con la carta che le arriva senza possibilità di scelta. Sostanzialmente queste carte indicano quanti punti faremo a fine sessione in base alla posizione dei sei segnalini regno sul tabellone e alla quantità di monete rimaste al termine dietro lo schermo.
Ogni turno si svolge sempre pescando una carta dilemma che ci porrà davanti a una scelta: le casistiche e storie sono varie e alcune a tinta forte (non nel senso pornografico ma, a volte, sanguinarie o deprecabili: divieto per i minori di 18 anni?). Contribuiscono comunque alla costruzione della storia del Regno in quanto introdurranno rivolte, guerre, assassinii, nascite di religioni, tornei medioevali, scoperte scientifiche, ecc. In base alla votazione che faranno i giocatori, si sposteranno in una direzione o nell'altra i sei segnalini suddetti e, di conseguenza, il segnalino del Re.
Si vota a suon di gettoni potere mettendo i segnalini potere su SI oppure NO o PASSO! Tuttavia, si possono promettere (ed è vincolante) monete corrompendo le altre Casate, appoggiandole o rimanendo neutrali... e passando si possono recuperare questi preziosi gettoni potere.
A pesare sulla votazione c'è sia il movimento del segnalino specifico, ma non sappiamo di quanto si sposterà (e talvolta girata la carta se ne muovono anche altri a nostra insaputa), sia la firma della legge bianca o nera che darà dei bonus al firmatario da lì in poi; senza entrare in altri dettagli, il gioco prosegue prevedendo l'apertura di alcune buste numerate e l'aggiunta di carte dilemma che si mescolano al mazzetto e dal quale si pescherà una nuova carta dilemma fino a quando non si realizzeranno due delle tre condizioni che determineranno la fine della partita: la morte o la abdicazione del Re e ciò avviene, in funzione del movimento degli indicatori, quando è raggiunto uno degli estremi del tabellone dove sono riportati i vari indicatori. Una ulteriore possibilità di fine partita si verifica quando si raggiungono almeno sette carte dilemma e, girando la carta, è presente un simbolo con doppio teschio e, nuovamente, il Re muore.
“Vedi, La storia si ricorda dei re non dei soldati.” - Agamennone, dal film Troy
Al termine della sessione si procede al conteggio dei punti in base a quattro fattori:
- punti in base alla posizione dei sei segnalini regno e al loro raggiungimento di una determinata fascia specificata nella carta segreta pescata all'inizio della partita: da questi parametri si riceverà il maggior numero di punti;
- punti per la maggioranza di monete rimaste dietro allo schermo della Casata: anche questi variano a seconda della agenda scelta;
- punti per la maggioranza dei segnalini potere dietro allo schermo della Casata;
- punti per l'agenda pubblica, corrispondenti ai segnalini che sono dati a inizio sessione in base alle leggi firmate in precedenza.
Ovviamente chi ha più punti è il Vincitore... della sessione di gioco!!
Tutte le Casate a quel punto acquisiscono Prestigio o Brama in base al destino del Re (se ha abdicato o è morto) e aggiornano il retro del proprio schermo con alcuni indicatori.
“Il re deve morire perché la nazione deve vivere." - Maximilien Robespierre.
L'esperienza di gioco
Senza entrare nel dettaglio per evitare troppe anticipazioni, devo dire che The King’s Dilemma è stata un'esperienza altalenante: in alcune serate sono bastate due carte dilemma per determinare la fine della sessione, in altre abbiamo fatto ben due sessioni di gioco. Altre sono state più lunghe, ma senza mai andare oltre le due ore di gioco. Dopo le prime sessioni dell'anno scorso fisicamente intorno a un tavolo, da Marzo ci siamo organizzati online (su boardgamegeek c’è tutto l’occorrente) e, con telecamera, messaggini e fogli excel, siamo riusciti a proseguire la campagna.
Come dicevo, all'inizio il gioco non sai dove vada a parare e ti senti in balia degli eventi; poi, dopo alcune sessioni, cominci a capire come puoi cercare di influenzare la sorte del Regno anche se in alcuni frangenti non avrai molto controllo e la sorte ti sarà avversa. Ci sono state alcune sessioni memorabili che sicuramente ricorderemo a lungo, una sessione un po' particolare (direi labirintica), alcune legate con un filo conduttore per un evento o un personaggio ricorrente e altre (ahinoi!) più blande, che sapevano di poco.
Considerazioni personali
Il bello/brutto è che fino alla fine non saprete mai se conterà avere più prestigio o brama... io non ve lo dico di sicuro!
Vi posso solo anticipare che il conteggio finale vi porterà via tanto tempo quasi come una sessione di gioco e che consiglio di giocare tutte le sessioni con tutti i giocatori, non è consigliabile entrare a metà gioco o proseguire una sessione se non sono presenti tutte le Casate, diversamente da quanto si poteva ipotizzare dalla sola anteprima. Ve lo dico per esperienza personale.
Ho passato delle belle serate, complici anche gli amici vecchi e nuovi con cui ho giocato e che voglio menzionare: Damiano, Gianluca, Paolo e Lorenzo (possessore del gioco fisico). Dopo le prime partite c’è stata subito sintonia, colpi di scena, tradimenti, scambi di voti, insomma tutto quel che serve! Sembrava di essere a una puntata del Trono di Spade... e, senza anticipare nulla, facendo un "parallelo", posso dire che da noi hanno vinto i Lannister. Dal mio punto di vista devo ammettere che nonostante abbia spesso "passato", usando una tattica attendista e firmando poche leggi, ho avuto un buon numero di vittorie e serate ricche di soddisfazioni.
Alla fine sono arrivato secondo di pochi punti, ma il nostro Regno è...
Ops! non posso rivelarvelo!
In conclusione, proporrei The King's Dilemma come esperienza da fare a un gruppo affiatato di cinque giocatori che si ritrovano con continuità, così da potersi ricordare la storia del Regno e godere degli avvenimenti che si susseguono. A tratti, effettivamente, ci si sente dentro la storia e si contribuisce a crearla e rimane la curiosità di come sarebbe andata operando scelte differenti. Insomma, un what if che non sapremo mai!
"Quando si gioca al gioco del trono, o si vince o si muore. Non esistono terre di nessuno” - Cersei Lannister.