SPOILER!
Credo di averla:
"That's nice you are trying to read a strawberry"
Grande Fedellow e le sue Easter eggs!
Di quella volta che Hanabi e gli anagrammi si conobbero a una festa e si fidanzarono.
Gli ultimi due anni sono stati abbastanza felici per gli amanti di giochi basati su giochi di parole, anagrammi e simili: possiamo partire con la localizzazione di Paperback, poi passando per Just One siamo arrivati a Bananagrams ed eccoci, infine, approdare a Letter Jam.
Letter Jam è un “party game” (quelle virgolette vi saranno più chiare andando avanti) cooperativo da 2 a 6 giocatori, basato su giochi di parole e deduzione, ideato da Ondra Skoupý e portato in Italia da Cranio Creations. La durata indicativa è di 45 minuti, ma a volte può capitare di sforare. Ah, la frutta non c’entra niente, la troverete solo nelle decorazioni delle fiches numerate.
All’interno della scatola troviamo un mazzo di carte lettera (64 carte, ognuna con sopra una sola lettera + una carta jolly) e i sei supporti per tenere su le carte, un blocchetto di fogli per le ipotesi con le rispettive matite (e il temperino!), delle fiches numerate da 1 a 8, quattro carte preparazione (che variano in base al numero di giocatori) e i gettoni indizio.
Un primo easter egg: una volta comprato il gioco, non correte subito a mescolare il mazzo di carte ma scorretele in ordine, troverete un simpatico messaggio! L’ho scoperto per caso andando a spiegare la prima partita, mi sono esaltato tantissimo.
Parto subito dicendo che, le prime volte, ho trovato qualche difficoltà nello spiegare questo gioco: senza un esempio sotto mi son trovato addosso vari occhi strabuzzati, come se stessi spiegando un complesso concetto di fisica in lituano (e senza sottotitoli). Dopo aver messo le mani avanti, provo a darvi un’idea! Avete presente Hanabi, quel bel gioco cooperativo in cui ognuno vede solo le carte altrui e non la propria e ci si deve aiutare a vicenda per far capire che carte si hanno davanti pur non vedendole? Ecco, qua funziona allo stesso modo, solo che le carte sono lettere.
Inizia ora la parte di discussione: i giocatori dovranno pensare quali parole riescono a formare con le lettere in gioco che vedono, eventualmente sfruttando il jolly (che può essere usato al posto di una qualunque lettera), al fine di dare un suggerimento agli altri giocatori. Si possono dare informazioni limitate sull’indizio che si andrà a dare: ovviamente non si può dire la parola, ma si può dire solo quanto è lunga (considerando anche che le lettere visibili possono essere ripetute), quanti giocatori aiuta (non quali) e se si usa il jolly; non ci sono invece limiti sulle parole suggerimento permesse, basta che “si pensi che quella parola esista veramente”. Una volta deciso chi sarà il suggeritore, questi prenderà un gettone indizio dalla carta preparazione e porrà le fiches numerate di fronte alle lettere dei giocatori/bot in base alla posizione della lettera nella parola suggerimento pensata.
Ogni giocatore con una fiche davanti avrà quindi modo di provare a capire qual è la sua lettera: se per esempio avessimo davanti la fiche n°4 e le altre lettere che vediamo, in ordine, fossero GOB*IN, andremmo sul sicuro ritenendo di avere una L di fronte a noi. Bravo il suggeritore, sagaci noi, mettiamo giù la nostra lettera (sempre coperta) e mettiamo sul supporto la successiva. Nel caso fossimo insicuri, lasceremo la carta dove sta e aspetteremo il prossimo round per fugare i nostri dubbi, accuratamente segnati sul nostro foglio per le ipotesi. Se utilizzate per creare la parola suggerimento, le carte degli eventuali bot vengono invece scartate e rimpiazzate.
La partita procede con una serie di round simili fino a quando o tutti i giocatori credono di aver indovinato le proprie lettere o quando finiscono i gettoni indizio sulla carta preparazione. A questo punto, con le lettere che si pensa di aver indovinato va creata una parola (non deve essere necessariamente quella che ci è stata passata ad inizio partita, va bene anche un suo anagramma) e più ci abbiamo preso, più abbiamo vinto. Per i più accaniti c’è anche un sistema di punteggio.
Durante una delle partite fatte, il buon Dario ha commentato: “Questa non è caciara, questo è un brainstorming!”. Effettivamente, il primo impatto visivo col gioco è quello di trovarsi di fronte un giochetto, ma andando avanti con l’esperienza ci si rende conto che c’è ben altro nascosto dietro a quell’aspetto petaloso. Riuscire ad aiutare tutti non è cosa semplicissima, servono un buon vocabolario e creatività; è inoltre necessario che tutti si mettano alla prova nel dare indizi, sia per aumentare il numero di round a disposizione (alcuni gettoni indizio sono sbloccati solo una volta che tutti i giocatori hanno dato un suggerimento), sia per permettere di indovinare le proprie lettere a chi ha dato più suggerimenti, che resta inevitabilmente indietro. Solitamente basta un round di rodaggio e poi si è tutti là a spremere le meningi a trovare la parola perfetta, è una bella sensazione.
È importantissimo anche il gioco di squadra, come dicevo poco sopra: specie nelle fasi finali della partita è fondamentale riuscire a portare avanti chi è rimasto indietro, al costo di scervellarsi su come usare quelle dannate Q e H (e per fortuna che non sono presenti J, K, W, X, Y, che possono comunque essere inserite tramite l’uso del jolly). Stessa cosa nel corso della partita, se qualcuno zoppica è necessario dargli una mano, magari ricordandosi su quali lettere ha dei dubbi e cercando di districarglieli.
Mi è parso un pelo più complesso di altri party game cui si potrebbe idealmente associare (che so, un altro cooperativo come Just One), sia come ragionamento richiesto che come durata, e ho anche qualche dubbio sul 10+ indicato come età consigliata, specialmente per il vocabolario richiesto. Francesco, uno dei tanti giocatori che l’hanno provato al tavolo, m’ha detto di averlo poi giocato col figlio di nove anni (che l’abbia cresciuto a pane e Zingarelli?), per cui prendete le mie affermazioni con le pinze. Se invece il gioco risultasse troppo facile, visto che la Settimana Enigmistica vi fa un baffo, è sempre possibile incrementare la difficoltà aumentando il numero di lettere da indovinare, portandole da cinque a sei o, addirittura, a sette.
Segnalo un paio di cose cui spesso ci si dimentica, presi dal gioco: il prendere il segnalino indizio quando si diventa suggeritori del round e la sostituzione delle carte dei bot usate per il suggerimento; bisogna inoltre prestare un po’ d’attenzione, a fine round, su chi cambia carta e chi no, in quanto ognuno guarda un po’ le sue lettere. Basta prendersi un momento riepilogativo prima del nuovo round e la confusione è finita.
Quello che mi è piaciuto molto è che c’è un senso di crescita tra una partita e l’altra, dato dalle accortezze e finezze che si apprendono di volta in volta. Per esempio, il jolly può inizialmente sembrare un nemico perché introduce un ulteriore elemento nascosto, ma se ben usato può permettere qualche numero alla Ronaldo (quello vero, non CR7); se si riescono a finire le proprie carte, si possono usare carte extra dal mazzo che possono aiutare gli altri giocatori, sia nel mentre si prova ad indovinarle che una volta effettivamente indovinate, rendendole disponibili nei round successivi. La scelta del vocabolario si affina e si iniziano ad evitare certe parole in favore di altre.
Raccogliendo quanto detto fino ad ora, ritengo che Letter Jam sia un buon gioco, avendo dalla sua intelligenza e fattore sfida. Lo ritengo adatto sia a partite con giocatori occasionali che con gruppi scafati e abituali (a quel punto, se il Devoto Oli ve spiccia casa, basta aumentare la difficoltà), ovviamente con esperienze e rendimento diversi al tavolo. Qualche persona particolarmente timida potrebbe avere qualche problema a emergere durante la discussione per la scelta del suggeritore, ma è facilmente superabile col fatto che, prima o poi, sarà gentilmente costretta a dare il suggerimento per sbloccare turni extra. Tutte le persone che l’hanno provato si sono divertite e un paio l’hanno anche comprato per giocarlo in famiglia, se per qualcuno possa essere riprova della bontà del titolo.
Easter egg conclusivo: avete mai provato a leggere una fragola? Se voleste tentare, ce n'è una sulla copertina del gioco!
SPOILER!
Credo di averla:
"That's nice you are trying to read a strawberry"
Grande Fedellow e le sue Easter eggs!
SPOILER!
Credo di averla:
"That's nice you are trying to read a strawberry"
Grande Fedellow e le sue Easter eggs!
Beccato in pieno! ...ti manca l'altro, però!
(SPOILERONE: le carte del mazzo dicono una cosa tipo "Il mazzo è premescolato buona partita", fantastico!)
Alla frase :" Ronaldo quello vero, non Cr7", ho capito quanto accurata ed affidabile fosse questa recensione!!
Grande!!
Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito
Accedi al sito per commentare© 2004 - 2023 Associazione Culturale - "TdG" La Tana dei Goblin
C.F./P.IVA: 12082231007 - P.le Clodio 8, 00195 Roma
Regolamento del sito | Archivio | Informativa privacy e cookie | Contatti
La Tana dei Goblin protegge e condivide i contenuti del sito in base alla seguente licenza Creative Commons: Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo, v.4.0. Leggi il testo sintetico, oppure il testo legale della licenza.