Gran Gioco e Scottish Fold Spettacolare.
Piazzamento lavoratori per due, con carte e della durata dichiarata di un’ora a partita, il gioco è edito in tedesco e in inglese dalla Kosmos nel 2012 e arrivato l’anno successivo in italiano grazie a Giochi Uniti. La casa madre l’ha rieditato sei anni dopo e qui da noi... ciccia. Chi ce l’ha, si tiene la vecchia edizione dalla copertina orripilante oppure cerca di piazzarla a prezzi da argentiere.
Complice un piccolo sconto per l’acquisto della seconda edizione inglese e i commenti entusiastici di chi ha di recente riscoperto questo titolo tramite le piattaforme di gioco a distanza, ho voluto provare Targi - che si pronuncia /ˈtar.ɡʲi/ con la G dura - e ho potuto farlo grazie al buon Signor_Darcy che, giustamente, non ha avuto pietà di me.
È stato amore alla prima partita. Non per Darcy, sia chiaro: siamo già entrambi sposati e non vicendevolmente.
Componenti
Tre pedine blu e tre pedine bianche in legno, dall’iconografia simile al bagno degli uomini, impersonano i sei tuareg che andranno piazzati sul tavolo insieme ad altri quattro piccoli cilindri, chiamati marcatori tribali, dello stesso materiale e con la stessa scelta cromatica. Un altro omino, questa volta grigio, rappresenta il predone.
In cartone, da defustellare, abbiamo quindici segnalini punti vittoria, un amuleto per il primo giocatore, otto monete d’oro (ma sempre di cartone) e trenta segnalini merce equamente divisi in sale, datteri e pepe.
Chiudono il siparietto ottanta carte di discreta qualità (imbustatele) divise tra cornice, tribù e merci.
Panoramica
Come avrete capito dai componenti, l’ambientazione del tutto posticcia fa riferimento al commercio sahariano.
Ogni giocatore raccoglie una base iniziale di due merci per tipo, una moneta e quattro punti vittoria. Le carte cornice sono fisse e vanno posizionate a formare... una cornice cinque-per-cinque al centro della quale andranno posizionate a scacchiera cinque carte merci e quattro carte tribù pescate casualmente. Il predone all’inizio del primo round andrà sulla carta cornice che indica l’azione del nobile. Davanti a sé è meglio tenersi un discreto spazio, in quanto andranno calate man mano dodici carte tribù divise in tre file e quattro colonne.
Ogni round si divide in due parti.
Ciascuno posiziona un targi su una carta cornice che non faccia angolo, che non sia occupata dal predone o da un altro targi e che non ne abbia uno avversario dalla parte opposta. Ogni pedina identifica una riga o una colonna specifica e le intersezioni tra pedine dello stesso colore vanno occupate dai marcatori tribali. Quindi, al netto di rare eccezioni, ognuno avrà occupato tre carte cornice e due centrali.
Oltre al loro costo, le carte tribù raffigurano ciascuna un’oasi, un cammelliere, una donna (una targia), un pozzo o una tenda e, quando posizionata nel primo spazio libero da sinistra di una riga a piacere del nostro tableau, ognuna darà sempre punti a fine partita e, talvolta, altri bonus immediati o utilizzabili successivamente.
Se al termine delle azioni un giocatore ha più di dieci merci o più di tre monete, deve liberarsi dell’eccesso; il predone viene mosso sulla successiva carta cornice in senso orario e, al raggiungimento di un angolo, si attua la scorreria: ciascuno sarà costretto a perdere merci o punti vittoria nelle quantità stabilite dalla carta e il predone, soddisfatto, andrà a occupare subito la carta successiva.
La partita si conclude al termine del round nel quale almeno un giocatore ha piazzato la dodicesima carta tribù oppure dopo che il predone ha riscosso la quarta scorreria, completando il giro.
Si contano i punti accumulati durante la partita, quelli indicati sulle carte tribù collezionate, dai loro poteri, due punti per ciascuna fila di carte tribù di tipo diverso e quattro per ciascuna fila di tribù dello stesso tipo.
Considerazioni
Le meccaniche sono davvero semplici e, dopo un paio di turni, si riesce già a giocare senza problemi, ma non significa saperlo padroneggiare, perché c’è tanta profondità all’interno di poche regole.
Non c’è solo tattica, però. I bonus dati dalle tribù consentono strategie a lungo termine e completare il tableu per primi, magari avendo accumulato fino a quel momento più punti dell'avversario, non assicura la vittoria perché la qualità delle carte giocate conta moltissimo. Questo però devo impararlo io per primo.
Ergonomia
Altra pecca sono le descrizioni sulle carte: c’è tanto testo e questo rallenta il ritmo di partita perché, ogni volta che vengono posizionate nuove carte tribù, i giocatori devono andare a leggerne i bonus. Forse sarebbe stato possibile identificare un’iconografia per rendere il tutto più immediato eliminando il problema di dipendenza linguistica che, seppur moderata, è comunque presente.
Credo che questi problemi d’ergonomia siano il motivo principale per cui questo gioco è stato sepolto dalle dune del tempo.
Scacchi
A regalare un’esperienza simile a quella degli scacchi si aggiunge quanto accade nella prima fase di ogni round, con il posizionamento dei tuareg che regala geometrie e interessanti lotte per l’occupazione di specifici spazi del tabellone.
Ho parlato di esperienza scacchistica, perché il gioco, in sé, ha quasi nulla dell’eterno gioco con alfieri e pedoni, tranne per il numero di avversari, le geometrie e... il rischio di paralisi da analisi. Inutile dire che tutti i calcoli per far quadrare i conti ed evitare di gettare alle ortiche quella carta tribù che stavamo puntando richiedono una certa attenzione e, di conseguenza, un certo tempo per assicurarsi di avere tutto a disposizione. Attenzione quindi ai pensatori seriali: o lo siete pure voi, e quindi vi prendete entrambi tutto il tempo per valutare ogni situazione possibile, oppure mettete un bel doppio orologio coi bottoncini.
Espansione
Nel 2016 è uscita l’espansione, in tedesco, dall’ispirato titolo Targi: The Expansion e, visto il successo clamoroso, quest’anno (per i posteri: sto scrivendo nel 2020) è stata annunciata la localizzazione inglese. Visto il sovrannumero di riedizioni del base nel nostro idioma, ho poche speranze che verrà tradotta anche l’espansione.
Non penso che Targi necessiti di aggiungere complicazione a un gioco già tanto profondo e parecchio longevo, ma la comprerò, per lasciarla là e giocarla sicuramente meno dell’originale, forse mai.
Conclusioni
Nonostante la presenza di situazioni fortunose come pesca o collocamento di carte nel momento giusto, l’alea non è quasi mai determinante e un giocatore forte sarà sempre in grado di seppellire l’avversario alle prime armi, ma potrebbe esserlo con due giocatori di pari livello e sinceramente non lo trovo un difetto, perché crea un minimo di incertezza in più e ci autorizza a insultarlo.
Nonostante sia un gioco per tutti, non lo consiglierei a chiunque: richiede la presenza di un compagno a cui piaccia allo stesso modo; per esempio, non rientrando propriamente nella tipologia di gioco adatta a mia moglie, mi trovo costretto a intavolarlo virtualmente dove, tra l'altro, risolvo i citati problemi ergonomici. Bisogna però ammettere che, per la ventina di euro che costa e lo spazio relativamente contenuto che occupa sulla Kallax, è un investimento da fare perché un’oretta per una partita si riesce a trovare anche una volta ogni due mesi: le regole sono così immediate che non vi servirà neanche riprendere le istruzioni in mano.