
Mi attira molto il concetto di sandbox economico e mi piace l'atteggiamento di Draper nel progettare i giochi.
Da Jordan Draper un gioco dello scorso anno a sfondo economico
La Jordan Draper Games è famosa per fare giochi incentrati sul Giappone e per metterli dentro scatole molto piccole, zeppe di materiale. In Tokyo Tsukiji Market troviamo entrambe le cose e anche un bel gioco. Andiamo ad esplorarlo.
Tokyo Tsukiji Market è un gioco competitivo economico per 2-6 partecipanti, della durata di 60-150 minuti, per giocatori abituali, basato su meccaniche di asta cieca, commercio, investimento/azionariato.
Come si vince infatti? Con i soldi, o meglio, col profitto complessivo ottenuto da contante e pesce conservato. Ogni tipo di pesce ha infatti un valore in Risorse (abbreviato: R) e ogni R vale 100 Yen.
Si innesca la fine della partita quando un giocatore, a inizio turno, ha 5000 Yen e non è ultimo come valore di R per pesce conservato; oppure se ha almeno 50 R e non è ultimo in Yen. A quel punto tutti, compreso lui, eseguono un ultimo turno e poi si controlla chi ha accumulato il maggior profitto. Da notare che c'è un bonus finale di ben 1000 Yen per chi possiede più valore in R e una multa di 500 Yen per chi invece ne ha di meno.
In sostanza, al tuo turno puoi fare due azioni, anche ripetute, tra tre a disposizione:
A questo proposito, ci sono azioni che non costano punti azione, ma altro, ad esempio Yen, come liberare un nuovo posto barca al proprio molo (500 Yen), o accedere al mercato del salmone (400 yen). Queste azioni, non rientrando nel novero dei due punti azioni concessi al giocatori a turno, sono eseguibili a piacere, ovviamente a patto di poterle pagare.
Scatolina piccola, compatta, zeppa di roba. Il materiale è di ottima qualità, dai segnalini sagomati, alle plance di cartone spesso (addirittura a doppio strato, per i giocatori), al sacchetto di stoffa per granchi/tonni, fino alle barchette in resina.
Però capiamoci: è tutto piccolissimo. Non poteva essere altrimenti, per fare stare tutto lì dentro. Particolarmente scomodi e minuti sono i segnalini usati per i barili: attenti a non perderne qualcuno. Lo stesso dicasi per i soldi, minuscoli, che ho subito sostituito con le mie monete metalliche standard.
Discutibili anche le scelte cromatiche, spesso troppo simili tra loro (es. anguilla e calamaro, granchio e dentice rosso).
Comunque, nel complesso, le scatoline di Jordan Draper danno davvero l'impressione di avere dei gran giochi in miniatura, degli ottimi concentrati di gameplay. Per chi volesse, qua trovate il video di unboxing de Gli Apriscatole.
La prima similitudine ludica che salta all'occhio è quella col gioco di Franz-Benno Delonge e Thomas Ewert. Anche qui c'è un sistema in cui un giocatore produce qualcosa che qualcun altro deve comprare (anzi, in Container i passaggi sono molti di più). Ma mentre Container si focalizza sulle informazioni nascoste in possesso di ciascuno e fa della fase d'asta il suo momento centrale, Tokyo Tsukiji Market ha una meccanica base più semplice, ma fa poi più leva sui diversi particolari meccanismi che regolano i differenti mercati del pesce e su calcoli di spesa e guadagno noti a tutti, senza informazioni nascoste.
Quindi, al di là della somiglianza di base, i due giochi possono tranquillamente coesistere.
In questo delicato equilibrio si inserisce un palpabile seat order effect, ovvero il dipendere fortemente dalle mosse e dalle decisioni di chi viene prima di te, nell'ordine di turno. Non è necessariamente un difetto, ma se chi ti sta accanto sa giocare molto bene o molto male, inevitabilmente la tua partita ne risentirà.
Altro elemento da tenere in considerazione è il runaway leader. In diverse partite ho notato che non è semplice andare ad ostacolare direttamente chi è in testa. O meglio, è possibile con certe accortezze, ad esempio non comprando i suoi barili, oppure vendendo o pescando del pesce che si valuta progressivamente in questi due modi (es: salmone e dentice rosso), in modo da far calare il valore dei pesci che ha da parte. È quindi necessario un certo bash the leader da parte del tavolo, per limitare la fuga.
Qui si inserisce la valutazione sulla scalabilità, che reputo ottimo da 4 a 6 giocatori, con una buona variazione nelle licenze, nelle strategie e nell'offerta del pesce, mentre mi sento di sconsigliare il gioco in 2 o 3 giocatori, perché tende a ingessarsi troppo e creare spiacevoli alleanze a danno del singolo.
Un'ultima riflessione sul bonus di 1000 Yen a fine partita e sulla penale di 500, rispettivamente per chi ha più R in pesce e per chi ne ha meno.
Questa cifra ci fa capire una cosa: il valore del pesce non è esattamente identico a quello del danaro, ma lievemente maggiore. Quindi se è vero che R = 100 Yen e quindi un pesce che vale 4R equivale a 400 Yen, va anche considerato che se hai più pesce di tutti, il suo valore complessivo aumenterà di 1000 Yen. In sostanza, meglio avere 50 R che non 5000 Yen.
Questo bonus può essere stato introdotto da Draper per due motivi:
Insomma è un espediente di game design di cui tenere conto, visto che 1000 Yen (che diventano 1500, se considerate la forbice tra primo e ultimo) non sono pochi per il punteggio finale.
Come lo era stato Tokyo Metro, anche Tokyo Tsukiji Market è stata una bella sorpresa e ha confermato le buone aspettative per questo autore e i suoi giochi.
Se vi piacciono i giochi economici sandbox, è sicuramente una scelta da fare.
Mi attira molto il concetto di sandbox economico e mi piace l'atteggiamento di Draper nel progettare i giochi.
Tokyo metro era interessante. L'avevo provato ispirato e volenteroso ma...l'ergonomia del gioco era (è) terrificante, a partite dal fazzoletto/tabellone capace di spazientire pure i santi.
Questo TTM mi ispira anche di più. Ma ad ergonomia (a parte i segnalini barile) come siamo messi?
Buona, a parte le piccole dimensioni del tutto
Fra i riferimenti, metterei anche il buon Fleet (https://boardgamegeek.com/boardgame/121297/fleet), non solo per il tema, ma anche per la miscela di meccaniche (però in Fleet il pescato è venduto a prezzo fisso).
Gioco davvero carino. Ottime sagome e design ma l'ergonomia microscopica, modello formica, riduce il tutto allo snervo totale.
La grafica minimale è elegante e si rifà molto ai papers nipponici ma santo cielo...perchè fare tutto in modo così lilipuziano!? È un peccato perchè il gioco vale e come e l'espansione con molti mercati in più rende il tutto anche più gustoso. Complessa ma tutto sommato divertente la varietà delle meccaniche delle singole compravendite per tipologia di pesce.
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