Viceroy è ambientato nell’universo fantasy del gioco di carte collezionabili Berserk e ci catapulta nel regno di Laar, mettendoci nei panni di vicerè impegnati a costruire la piramide del potere che porterà il paese alla prosperità e forse ad essere ricordati nel tempo. Per farlo assolderemo Personaggi influenti dalle ricompense immediate e promulgheremo Leggi che ci forniranno risorse o punti a fine partita.
Si tratta di un gioco di
aste, gestione
risorse e
costruzione, opera di Yuri Zhuravljov per
1-4 giocatori e una durata di
45-60 minuti. Il titolo è stato lanciato da una campagna
Kickstarter e localizzato per l’Italia da
GiochiX.
Come si gioca
Il gioco si snoda in dodici round composti da due fasi distinte, l'asta e lo sviluppo.
Nella fase di asta è possibile assoldare una sola carta personaggio, tra quelle disponibili al centro del tavolo, per aggiungerla alla propria mano. Ogni carta è associata a uno dei quattro colori delle gemme.
I giocatori puntano sul relativo colore nascondendo nel proprio pugno una sola gemma tra quelle dietro al proprio schermo; simultaneamente i giocatori aprono la mano scoprendo la propria gemma, che tornerà nella riserva generale.
In caso tutti i giocatori abbiano una gemma di diverso colore, questi aggiungeranno alla propria mano il personaggio assoldato; se due o più giocatori hanno scelto uno stesso colore entrano in contesa e devono partecipare a una seconda asta (e a una terza, se la contesa persiste), perdendo la gemma puntata a ogni contesa - è possibile dichiarare il colore giocato senza comunque mostrarlo e con la possibilità di mentire. In qualsiasi asta è possibile passare, rinunciando così ad assoldare il personaggio per quel turno e ottenendo tre gemme a scelta dalla riserva.
A partire dal secondo turno i personaggi non assoldati passano in seconda linea e ne vengono scoperti altri quattro in prima linea; è possibile che a un colore siano associati due personaggi, permettendo a due giocatori di giocare sullo stesso colore senza per questo entrare in contesa.
Nella fase di sviluppo è possibile costruire fino a tre carte dalla propria mano, formando una vera e propria piramide del potere.
Il costo delle carte personaggio aumenta al crescere del livello su cui questa viene posta. Anche la ricompensa ottenuta è diversa in base al livello: si va dal prendere gemme dalla riserva, pescare ulteriori carte o avere potenziamenti per le fasi di asta o sviluppo.
Per esempio per costruire un personaggio al terzo livello, il giocatore deve pagare tre gemme (una ogni livello) dei colori in sequenza (dal basso verso l’alto) indicati sulla carta; ottiene la sola ricompensa presente in terza riga.
L’ordine di turno di questa fase, sebbene sia quasi simultanea, è dettato dal possesso della carta di minor valore nella propria piramide.
Al posto del personaggio è possibile piazzare una carta legge, la quale non ha costi di costruzione.
La costruzione della carta è vincolata solo al lato di una carta esistente, o sul lato superiore di due carte che ne formino la base, senza però superare il quinto livello.
Se piazzando una carta viene completato un cerchio di un unico colore, si ottiene immediatamente una relativa gemma dalla riserva.
Alla fine del dodicesimo turno di gioco si ottengono punti vittoria per:
- il numero e il livello di cerchi di un unico colore completati;
- i gettoni punti vittoria;
- i gettoni scienza, magia e difesa;
- eventuali bonus che amplificano il punteggio di alcuni gettoni o cerchi completati;
- i gettoni attacco che sottraggono punti a tutti gli avversari.
Considerazioni
Viceroy è un gioco che, in poco tempo, è passato in secondo piano.
La fortuna di averlo trovato ad un prezzo conveniente a Modena Play 2017 mi ha tuttavia permesso di approfondirlo meglio e di rivalutarlo.
In questo momento storico in cui si fanno una o due partite e poi la scatola torna sullo scaffale per provare altre novità, ci si approccia ad ogni gioco cercando a tutti i costi un paragone con altri giochi esistenti più famosi. Se ciò da un lato velocizza l’approccio alla partita, dall’altro rischia di snaturarlo.
Il flusso di gioco “prendo una carta e la costruisco” e il sistema di conteggio (un'insalata di punti), lo fanno sembrare una sorta di derivato di 7 wonders, mettendo il giocatore in una prospettiva di valutazione sbagliata: è vero che Viceroy ha una componente di collezione set, ma la partita la si gioca tutta nella gestione parsimoniosa delle gemme.
A causa di questo, durante le prime partite, abbiamo commesso l’errore di andare a puntare senza annunciare il colore su cui si stava puntando, come se fosse al pari di scegliere una carta dal
draft, eppure è una delle dinamiche più importanti della fase d'asta.
Un giocatore che annuncia la sua puntata pone gli altri nella scelta di giocargli contro o valutare le altre opzioni. In questa fase la
prontezza di scelta è tutto, migliorando sensibilmente l’esperienza di gioco.
C’è da dire che questa dinamica potrebbe non piacere a tutti i giocatori, specialmente agli amanti delle valutazioni di tutte le possibilità presenti nel turno.
Personalmente amo i giochi di aste e aggiungere questa
pressione di scegliere in fretta mi diverte.
Potrebbe sembrare che si possano far punti un po’ in tutti i modi - e in parte è vero -, ma solo a patto di innalzare la piramide fino al quarto livello. La gestione delle gemme è molto punitiva: se si resta senza si è costretti a passare il turno d’asta per racimolare gemme e difficilmente chi passa più di due volte ha grandi possibilità di vittoria.
Per questo la costruzione di almeno una gemma infinita è obbligata, portando i giocatori a competere per le carte personaggio che diano questa ricompensa.
La costruzione della piramide è molto dispendiosa, per ambire a costruire il quinto livello di piramide occorrono minimo quindici carte ed una trentina di gemme, ma è la chiave del successo.
La presenza di quattro colori fissi su cui puntare, indifferentemente dal numero di giocatori, crea scompensi al variare delle persone sedute al tavolo. Infatti il gioco dà il meglio di sé con tre giocatori. In quattro, benché godibile, risultano esserci troppe contese. In due si fa giocare, ma con troppo spazio di manovra nella scelta del personaggio all’asta. L’aggiunta del “giocatore virtuale” per sopperire a questo aspetto non mi ha convinto molto, in quanto crea una puntata casuale. Quanto al gioco in solitario, nonostante non ami tali giochi, questa variante mi ha riservato una bella sorpresa, ma consiglio di giocarla con un solo giocatore virtuale.
Parlando di materiali, la componentistica della versione italiana è buona; il gioco è dipendente dalla lingua per quanto riguarda le carte legge.
In conclusione Viceroy è un gioco che necessita di prontezza di scelta e capacità di adattamento tattico in base alle carte presenti nel turno; la componente strategica è bassa. Il gioco non concede troppi errori o giocate superficiali, tuttavia la tensione al tavolo difficilmente sfocia in frustrazione. L'apprendimento è rapido e le icone sono chiare: si può entrare in partita dopo pochi turni; certo, per essere competitivi serve invece una buona dose di esperienza.
Viceroy è sconsigliato a chi non ama il senso di indeterminatezza dato dalle aste e a chi ha bisogno di ponderare qualsiasi scelta.