A quando la versione retail in italiano ?
Frosthaven staziona su uno dei miei tavoli da gioco ormai da mesi. Ci giochiamo una volta alla settimana, a volte anche due, in due, tre, quattro persone. Siamo partiti curiosissimi di provare tutte le novità introdotte e soprattutto i nuovi personaggi.
Principali novità
Partiamo dalle novità.
Frosthaven è strutturato a campagna, esattamente come Gloomhaven, con un sistema di bivi narrativi per cui, a seconda delle scelte fatte, diverso sarà l'esito della storia e soprattutto differenti saranno gli scenari che andremo ad affrontare.
Per meglio gestire questo diagramma di flusso c'è stavolta un vero e proprio tabellone, composto da più parti, con tante “finestrelle dell'Avvento” che nascondono i singoli scenari sotto forma di adesivi da attaccare poi sul tabellone generale. La cosa si è rivelata molto comoda sia per visualizzare come fossero strutturati i diversi filoni di avventura percorribili, sia per tenere meglio traccia dei progressi fatti.
A livello di regole nella parte del combattimento, non cambia molto, se non qualche effetto e qualche nuova aggiunta: ci si abitua subito e molte scelte sono logica conseguenza dell'esperienza passata.
La principale e più rilevante novità è quella della gestione dell'avamposto. Qui, a tutti gli effetti, il gioco si espande e si ingrossa...forse anche eccessivamente.
Mi spiego meglio: in Gloomhaven, tra uno scenario e l'altro, quello che facevate era semplicemente leggere una carta evento con una singola scelta e risolverla. Il flavour text c'era già negli scenari e questi piccoli incontri aggiungevano giusto qualcosa in più alla storia – corposa – narrata in quel testo. Le carte evento davano quel qualcosa in più al modo in cui si svolge l'azione, ma senza appesantire, senza distogliere dal gioco giocato, lasciando in primo piano il gameplay.
Tutto questo procedimento tra uno scenario e l'altro, specie un po' avanti nella campagna, può portare via anche mezz'ora. Se prima in una serata eravamo capaci di fare anche un paio di avventure, ora è diventato impossibile.
Insomma, per quel che mi riguarda, quello che doveva essere un valore aggiunto del gioco si è rapidamente rivelato una zavorra.
Rimangono parti interessanti come appunto le pozioni, altre mediamente interessanti ma comunque macchinose come il crafting degli equipaggiamenti, ma il 90% del lotto è noiosamente procedurale.
Ecco, facciamo invece un plauso alla varietà degli oggetti trovabili e fabbricabili, davvero ampia e fantasiosa, molto più che in Gloomhaven, cosa che garantisce una maggiore personalizzazione e differenziazione delle tattiche.
Personaggi utilizzati e visti giocare finora
Venendo infine all'argomento personaggi, qui il lavoro fatto è stato eccelso.
Uno dei grandi punti di forza del sistema ideato da Isaac Childres risiede nella varietà e nella profondità d'uso del singolo personaggio. Ogni volta è una nuova sfida e un totale reset delle proprie abitudini. In Frosthaven i personaggi sono ancora più interessanti che in Gloomhaven. Il prezzo da pagare è una maggiore complessità di utilizzo e qualche regola speciale in più, ma del resto il prodotto è dedicato a chi ha già giocato il capitolo precedente, per cui giocatori esperti che padroneggiano già le meccaniche in questione.
Blinkblade
Il mio primo eroe. Più di tutti mi piacciono i personaggi furtivi che fanno tanti danni, possibilmente contro bersaglio singolo. Il tipico assassino da mischia è quello che in genere tendo a prendere in qualsiasi gioco. Blinkblade è esattamente così: rapido, furtivo, letale. Ha la caratteristica di poter usare le carte a due valori di iniziativa: lento e rapido. Per essere rapido spende un segnalino tempo, per andare lento lo riguadagna. A ciascuna delle due modalità sono anche associati effetti diversi. Tematicamente questo cambio di velocità è dato da un congegno, inventato dal personaggio, che altera il flusso del tempo. Egli infatti appartiene alla razza Quatryl, ovvero gli “gnomi inventori” nel mondo di Gloomhaven.
All'inizio ho fatto un po' di fatica a utilizzarlo, perché occorre prendere bene il ritmo e non aver fretta di essere veloci: si fanno turni di preparazione e poi si scatena la sua potenza. Una volta padroneggiato, diventa un killer letale, capace di fare azioni spettacolari e causare danni enormi.
Boneshaper
Questo l'ha usato Tania. È una necromante che praticamente fa pochissimo da sola, ma ha tantissime carte per muovere e attaccare con i suoi scheletri e altri nonmorti. Inoltre la maggior parte delle sue evocazioni non sono carte “a perdere”, ma ritornano nel mazzo, dandole grande resistenza e flessibilità. Per molti scenari è stato il nostro punto fermo e ancora di salvezza, dirottando tantissimi attacchi dei nemici grazie ai suoi scheletri.
Tania: "Boneshaper è entrata nell'olimpio dei miei personaggi preferiti del mondo di Gloomhaven senza troppa fatica. Se avete amato la Summoner in Gloomhaven, qui siamo al livello successivo. Boneshaper è un'evocatrice pura (non fa proprio nient'altro, non attacca ma ha carte per evocare e per far attaccare o muovere le sue evocazioni principalmente), ma soprattutto ha un bellissima novità: i suoi scheletri non sono evocazioni che "bruciano" la carta, cosa assolutamente unica e fantastica. Se avete in mente come con le altre evocazioni bisognasse stare attenti a difenderle per non aver bruciato per nulla una carta, gli scheletri sono l'evocazione perfetta da sacrificare in battaglia a orde. Queste caratteristiche definiscono Boneshaper come un personaggio che può non solo portare a casa un sacco di danni (immaginate 3/4 evocazioni in campo che non solo attaccano all'inizio del turno, ma che riattiverete anche con le carte), ma che crea anche bersagli per i nemici a difesa dei vostri alleati. Un personaggio entusiasmante che non fatico a definire già uno dei più forti che vedremo in questa campagna."
Drifter
Usato da Max Ethereal. Questo bestione si basa su una semplice quanto efficace meccanica: le sue carte con effetti a consumo (quelli che fanno scorrere il segnalini sugli slot, una volta usato l'effetto) possono essere ricaricate, divenendo di fatto quasi permanenti. Questa caratteristica, unita alla sua grande versatilità (puoi darti più attacco, più scudo, retaliate, movimento, ecc.), unita ai punti ferita alti e un numero di carte iniziali pari a dodici (il massimo) lo rende, a mio parere, uno dei personaggi più forti mai visti. Intendiamoci: non fa nulla in modo eccezionale, ma fa tutto molto bene (sì, si cura anche). Drifter è una roccia che ci ha salvato in tantissime occasioni, il perno del gruppo, il punto fermo attorno al quale ruotano tutti gli altri.
[Max Ethereal]: “Le prime mosse in ogni scenario sono interlocutorie. Vorresti subito buttarti nella mischia, dare immediatamente una mano al party, invece ti attardi con flemma, ti prepari, perché le carte con poteri ricaricabili sono abbastanza fondamentali per l'efficacia del personaggio ed è bene calarle subito. Puoi scegliere di fare una build più orientata al melee o al ranged, oppure essere un personaggio eclettico, una specie di coltellino svizzero. Ma, quale che sia l’impostazione scelta, anche più avanti nello scenario avrai una missione principale: trovare il modo per far tornare indietro gli indicatori del consumo del potere su queste carte, sia perché fa durare di più la tua performance sia perché è un modo per guadagnare ulteriori XP. Devi avere equilibrio, riconoscere il momento in cui vale la pena smazzare, o curare, o muoverti più veloce e quando invece deludere nell'immediato i tuoi compagni con una mossa interlocutoria che sa di attesa e recupero delle forze. Ma poi ti riveli per quello che sei: un gregario dai mille polmoni, un centrocampista di quelli rocciosi e generosi, uno che nelle avventure nelle lande di Frosthaven è sempre bene avere nel gruppo.”
Frozen Fist
Usato da Jack. Questo bestione (la miniatura è bella grossa) è un concentrato di forza bruta che però va usato con parsimonia. Ha solo otto carte per cui resistenza scarsissima, ma ha la capacità, perdendo punti vita e giocando una specifica carta permanente, di riprendere in mano una delle carte giocate, allungando così notevolmente la sua durata. La difficoltà sta tutta qui: nella capacità di amministrare i propri punti vita e le proprie poche carte in modo da arrivare in fondo allo scenario.
Per il resto il personaggio non è male, ma fa meno danno di quanto mi aspettassi e nel complesso l'ho trovato il meno interessante di quelli visti.
Deathwalker
Usata da me a da Tania. Un personaggio che secondo me meriterebbe uno scalino di difficoltà maggiore rispetto a quello indicato (3/5). La sua particolarità è quella di utilizzare dei segnalini ombra per molteplici scopi: spostarsi, attaccare, ecc. Il posizionamento e lo spostamento di tali segnalini non è facile e spesso si ha bisogno di diverse mosse per poi riuscire a fare ottime azioni. L'ho trovata abbastanza difficile, ma meno soddisfacente di altre provate.
Tania: "Personaggio da cui mi aspettavo di più. Ho trovato complesso farla funzionare e anche quando riesce a fare qualche combo, il tutto è poco efficace. Inoltre le richiede tempo e spesso i tuoi compagni non te ne lasciano per andare a buttar giù nemici il prima possibile. Probabilmente si renderà più utile in missioni dove è richiesto movimento furtivo e attacchi a grande distanza."
Pain Conduit
Usato da me. Forse la classe più strana in cui mi sia imbattuto fino a ora. È un Aesther, quindi una razza schiva e misteriosa. Il suo modo di combattere è il seguente: accumula condizioni negative (veleno, ferita, ecc.) per fare attacchi sempre più forti o per trasferire poi queste condizioni addosso al nemico. Ha anche diverse carte che fanno del male agli alleati, oltre che al nemico. In cambio, i suoi attacchi sono abbastanza potenti e può essere sviluppato in modo tale da assegnare anche molte maledizioni al mazzo dei mostri.
È un personaggio che ho trovato più difficile da ottimizzare rispetto a Blinkblade, forse per la sua natura di supporto, forse perché necessita a volte di un turno in cui non fai nulla e semplicemente ti prepari a fare molto nel successivo. Verso la fine del suo utilizzo ero già più soddisfatto e lo gestivo meglio, ma non è il tipo di eroe che mi piace manovrare.
H.I.V.E.
Usato da Tania. Era un personaggio che interessava tantissimo anche a me, un po' per la sfida (assieme a Blinkblade è uno dei pochi a difficoltà 5/5), un po' per il tema (uno sciame di insetti robot che simula gli Harrower? Fantastico!), un po' per il gameplay col suo potersi trasferire da un'evocazione all'altra, letteralmente teletrasportandosi da una parte all'altra del campo di battaglia. In partita si è in effetti rivelato molto efficace ma ostico da usare, dovendo sempre valutare attentamente pro e contro di ogni mossa e soprattutto di ogni trasformazione.
Tania: "H.I.V.E. è un altro personaggio con tante evocazioni e con una particolarità: acquisisce la modalità di una di quelle in gioco, assumendo poteri specifici e sostituendo la sua miniatura in campo. Poi tramite le sue carte può scambiarsi con le altre sue evocazioni in campo, acquisendo diverse caratteristiche (alcune danno scudi, altre curano, altre danno penetrazione ecc.). Con questi scambi si sostituisce alla miniatura dell'evocazione e fa tornare in campo quella che lascia, facendo anche una sorta di teletrasporto.
I tempismi degli scambi sono fondamentali e bisogna stare attenti alle condizioni negative che danno le sue evocazioni insieme al potere aggiuntivo (tutto ha un prezzo). H.I.V.E. inoltre ha tanti attacchi a distanza, con cui può fare una partita da dietro le quinte, anche perché ha poche vite e non può permettersi di "bruciare" carte dovendo tenerle già bloccate per le evocazioni (almeno la prima, che è obbligatorio giocare).
E' un personaggio divertente e interessante da usare, oltre a essere versatile grazie ai poteri che acquisisce dalle sue evocazioni."
Infuser
Usata da me. Questa la aspettavo fin dall'inizio e ho chiaramente barato per prenderla. È esattamente il tipo di personaggio che mi piace: veloce, espressamente da mischia, che fa tanto danno. Arrivando da Pain Conduit, che invece era molto di supporto, è stata per me un sospiro di sollievo. Può infondere, consumando elementi magici, alcune delle sue carte che diventano così dei permanenti. Questi permanenti non solo hanno un effetto continuo, ma ne hanno anche un altro estemporaneo che si attiva ogni volta che Infuser fa una nuova infusione, dando così vita ad azioni a catena. Occorre però stare molto attenti al consumo di carte (come per H.I.V.E.), perché la tentazione di utilizzare tanti di questi effetti presto in partita è molto forte, ma rischia di farti arrivare troppo corto in fondo allo scenario. Inoltre è davvero difficile da usare al meglio, dovendo molto spesso ricorrere all'utilizzo di elementi magici per essere efficace. Bello, difficile, ma rimane nel mio indice di gradimento uno scalino sotto a Blinkblade.
Conclusione
In attesa di finire la campagna e provare almeno un'altra manciata di personaggi, Frosthaven non ha deluso le aspettative per quello che è il suo nucleo: varietà e complessità dei personaggi, gioco tecnico e significativo, soddisfazione nel gameplay, maggiore varietà negli scenari rispetto a Gloomhaven. La parte nuova è invece risultata meno digeribile, procedurale e macchinosa, finendo per risultare più zavorra che valore aggiunto.