L’ambientazione in questo gioco è molto pretestuosa, ma non per questo è da scartare a priori. Con la meccanica del draft di carte selezioneremo quelle a noi più utili per produrre risorse, le quali serviranno per costruire le carte scelte e accumulare punti vittoria.
Un titolo adatto da 1 a 5 giocatori dai dodici anni in su senza troppe pretese, senza troppe pecche.
Il regolamento
Il gioco si svolge in quattro round identici tra di loro. Al termine dell’ultimo round il giocatore che avrà più punti vittoria sarà il vincitore.
All’inizio di ogni
round ogni giocatore
riceve sette carte, ne sceglie una, passa le restanti al giocatore a fianco e tutti insieme rivelano la carta scelta, dopodiché la cosa si ripete fino a quando ciascuno non avrà scelto le proprie sette carte.
Segue la fase di pianificazione, che viene svolta da tutti i giocatori contemporaneamente. Ciascuno dovrà scegliere fra le proprie sette carte quali iniziare a costruire e quali scartare per avere delle risorse immediatamente.
Infine durante la fase di produzione, seguendo l’ordine indicato sulla plancia delle riserve, si producono le risorse in base alle carte che ciascuno ha ultimato di costruire, raccogliendo quindi cubetti e posizionandoli sulle carte che ancora non sono state costruite.
Durante il gioco sarà possibile produrre cinque risorse base, corrispondenti alle cinque tipologie di carte, oppure una risorsa esotica che funge da jolly; oppure ingaggiare generali e ingegneri necessari per costruire alcune carte e fonte di punti a fine partita.
Il mio parere
Il regolamento è molto
snello e facile da spiegare a chiunque; ben altra cosa è ottimizzare il
draft iniziale al fine di produrre il giusto quantitativo di risorse, tali da costruire le carte desiderate, che daranno risorse nei prossimi turni.
Il tutto cercando di intrecciare bene i punti vittoria condizionali riportati sul alcune carte, cioè quelli che dipendono da altri fattori come il possedere carte di un certo colore, oppure generali e ingegneri.
Le meccaniche nella loro semplicità non hanno niente di innovativo, come spesso accade ultimamente. Ma la presenza di un mazzo di centocinquanta carte mi fa sperare che la variabilità sia alta e dia la possibilità di perseguire varie strade per giungere alla vittoria.
Inoltre la contemporaneità di gioco nelle varie fasi azzera quasi completamente i tempi morti rendendo tutto molto snello.
Questo It's a Wonderful World è un gioco totalmente indipendente dalla lingua, tranne i nomi delle carte che non hanno nessun effetto di gioco, con una discreta quantità di materiale, delle grafiche molto accattivanti e una ergonomia dei componenti che dovrebbe essere discreta.
In sintesi: mi sono incuriosito e voglio provarlo a tutti i costi.