
Bellissima guida, bravo. Il gioco è splendido, e dovrei giocarlo di più.
Una guida dedicata a chi gioca in quattro, ma con concetti utili anche in due o tre giocatori.
La guida non spiega il gioco, dandone per scontata la conoscenza. Se volete sapere di cosa si tratta o anche solo rinfrescarvi la memoria, seguite questo link.
Dopo aver scritto quelle per The Great Zimbabwe e Lewis & Clark, qualche anno fa, mi ero riproposto di non farne più. Una guida strategica è una cosa diversa da una recensione: nella seconda devi dare un'idea del gioco e un parere sulla sua costruzione, nella prima devi analizzare le strategie e le tattiche ed è una cosa ben più pesante e soggetta ad errori. Per questo dico sin da subito a chi rilevasse imprecisioni o volesse contribuire con considerazioni o concetti omessi a questo lavoro, di scrivermelo pure sotto l'articolo o in privato, in modo che io possa correggere e/o aggiungere.
Perché The King is Dead è particolare in quel numero di giocatori e secondo me dà il suo meglio. In quattro si gioca a coppie, intervallati agli avversari. Non si può comunicare in alcun modo, già a partire dal setup. Devi capire cosa vuol fare il compagno, assecondarne la strategia, giocare di concerto solo guardando ed analizzando quello che fa. Non ci sono segni, codici o altro. E tutte le considerazioni che valgono giocando in quattro, sono valide anche in due o tre, per cui partendo da questa configurazione, si impara a giocare anche alle altre.
The King is Dead ha probabilmente una strada preferenziale di risoluzione per ogni configurazione del tabellone. È un gioco ad informazione completa (non puoi rivedere che carte abbia giocato un altro, ma sai quante sono e, se ci metti la memoria, sai anche perfettamente quali siano), ma il numero di combinazioni è però talmente alto che la mente umana non può tenerne conto.
Man mano che la partita si avvicina alla fine, inoltre, le possibilità diminuiscono e comincia ad essere possibile ragionare più in profondità. Fin dall'inizio, però, occorre avere chiaro in mente cosa fare, altrimenti succede come a chi lo approccia con leggerezza, come ho letto un paio di volte e poi “abbiamo giocato senza ben capire cosa stessimo facendo e poi uno ha vinto... boh!”.
Certo, boh.
The King is Dead è un gioco subdolo: le regole sono pochissime, la durata è circa un'ora, le mosse che puoi fare in un'intera partita solo otto. Per cui l'errore più facile e frequente che può fare un principiante è sottovalutarlo: considerarlo un family, un gioco semplice, al massimo un casual game. Invece è uno spremimeningi, un Caylus concentrato in sessanta minuti: devi pensare, bene, tanto e subito, a partire dal setup.
La prima cosa da imparare non bene, benissimo, sono gli spareggi. Per il semplice fatto che in questo gioco non possono essere considerati tali: sono come si vince. Specie quando si è tutti al medesimo livello, arrivare ad uno o più spareggi è la prassi. Si chiamano spareggi perché dirimono una parità, ma qui non è mai una parità: è il risultato di come avete giocato otto carte. Capire quella parità e giocarci attorno è la prima cosa da fare.
Per cui il “sì ma come si vince ho capito, lo spareggio lo spieghi semmai alla fine della partita” è errato: se non capisci come si spareggia, non capisci come si vince.
La mappa di The King is Dead è simile ma non identica a quella del predecessore King of Siam. Il blu è leggermente meno chiuso inizialmente, confinando con uno stato solo che poi confina con due. Il giallo e il rosso sono più equilibrati, confinando entrambi con due stati, di cui uno in comune, laddove nella vecchia mappa il giallo confinava con tre e il rosso con due (uno in comune col giallo). Questo lascia aperte strade più paritarie per le tre fazioni ed entra in sinergia con tre delle carte che avete in mano: quelle che piazzano due cubi di un colore adiacenti a regioni con il simbolo di tale colore. Se la vostra strategia vi consiglia di puntare sul blu, sappiate che è un colore leggermente più limitato degli altri due, a inizio partita. È anche più a rischio isolamento, se una delle prime a chiudersi dovesse essere l'unica regione confinante con la sua. Giallo e rosso hanno almeno a disposizione un altro spazio.
Ho parlato di prime a chiudersi non a caso. Tre sono le cose che dovete fare, concluso il setup:
Quando si gioca in coppia, l'errore da non fare è pensare di essere alla pari. Come in Formula 1, uno corre per vincere, l'altro rompe le scatole agli avversari. Uno fa il runner, l'altro sarà un supporto, cercando aiutare il gioco del compagno (buff) ed ostacolare quello dei rivali (nerf).
Come si capisce chi corre?
Di solito corre chi gioca per primo, per il semplice fatto che, giocando “sopra” ad almeno un avversario, sarà sempre in vantaggio per un colore rispetto a lui. Può però dipendere anche dalla coppia di cubi iniziali avuta nel sorteggio.
Inoltre i colori in gara sono tre, non due. Correre per tre colori è impossibile: se lo state facendo c'è qualcosa di sbagliato nel vostro gioco e, o state perdendo voi o gli avversari hanno fatto errori imperdonabili. Usualmente succede che una coppia corre in modo netto per un colore, l'altra per un altro e il terzo è combattuto o più facilmente la prima coppia ad iniziare il gioco (quindi i giocatori 1 e 3 nell'ordine di turno) correranno anche per il terzo colore, almeno in una fase iniziale della partita (significa che l'1 corre per un colore, il 3 per un altro). Correre per due colori non deve però distrarre il supporto dal suo ruolo principale: rompere il gioco avversario.
Intanto cosa significa correre per un colore. È quello che normalmente fate quando giocate in 2 o 3 partecipanti: giocate le carte cercando di favorire un colore e prelevate cubi di quel colore in modo da rimanere in vantaggio rispetto agli altri. Se tutti ne hanno due, prendete il terzo. Se qualcuno vi raggiunge a tre, prendete il quarto e così via. Quando di corre, si ha contemporaneamente anche il ruolo secondario di nerfer, ovvero si spostano e si piazzano i cubi rivali in modo che risultino il più inutili possibile.
Mettiamo che io corra per il blu:
Tutte queste cose sono quelle che fa il supporto, con qualche aggiunta:
In poche parole, idealmente, se voi puntate ad un colore ed aumentate quello, il vostro supporto in genere ne avrà una quantità suppergiù equamente distribuita degli altri due.
Il bello di questo gioco, in quattro, è proprio questo: trovare questa intesa silenziosa, capire chi corre e chi supporta, giocare come una mente unica, il tutto in religioso silenzio, senza che voli una parola. Ho giocato delle partite a The King is Dead in cui l'unico rumore udibile era quello della goccia di sudore che scendeva sulla tempia del giocatore di turno.
E se il compagno sbaglia? Ovviamente nessuno sbaglia di proposito, a meno che non sia alle prime partite e abbia sottovalutato il gioco. La cosa da non fare, mai, è giocare una carta per correggere il suo errore: questo ristabilisce le condizioni di partenza, ma con in mano due carte in meno. Cercate piuttosto di:
In The King is Dead, passare è una mossa importante tanto quanto giocare una carta. Quando devi passare?
Quando la regione è persa. Inutile accanirsi contro una regione sulla quale avete poche speranze, a meno che non ci sia una singola carta in grado di cambiarne le sorti. Ma se dovete giocarne 2 o più, lasciate perdere.
Quando siete in vantaggio. Se la regione interessata si risolve già a vostro favore o quantomeno non a sfavore (es: per i Sassoni, o per un colore che ha ancora zero regioni, o per un colore che ormai non ha speranze di vincere), passate e costringete gli avversari ad usare carte per primi. Può a volte sembrare una buona idea portarsi avanti in altre regioni, ma fatelo solo se davvero il vantaggio è tangibile.
Nel corso della partita prenderete un totale di massimo 8 cubi. Se siete in vantaggio sul "vostro" colore, diciamo il blu, non ha senso aumentare ulteriormente la vostra riserva, usando altre carte: se avete tre cubi blu e il vostro avversario due, siete già a posto. Potrebbe valer la pena, a questo punto, prelevare invece dalla plancia un colore avversario, per due motivi:
Attenzione però: potete permettervi queste mosse solo se contate anche le carte avversarie. Una carta = un cubo.
Un altro sistema sottovalutato per non aiutare il nemico, spesso utilizzabile nella prime fasi di una partita, è quello di giocare carte di cui non puoi fare l'azione. È un controsenso, direte voi: perché vorrei giocare una carta senza eseguirla? Perché, semplicemente, quella azione non vi conviene.
Se un avversario corre nettamente per il giallo e non ci sono più cubi gialli nella riserva, potete giocare la carta che ne piazza due non mettendoli e prelevare comunque il cubo che vi serve. Se la giocaste più avanti in partita, potrebbero esserci cubi gialli in riserva (man mano che le regioni vengono risolte, i cubi tolti ritornano disponibili) ed essere così costretti a piazzare un colore che non fa il vostro gioco. Questa cosa può verificarsi anche verso metà partita, se ad esempio non ci sono più regioni con il segnalino tondo di un colore o tali regioni non ne hanno di valide adiacenti.
Questa potenzialità “passiva” può essere sfruttata anche con le due carte gemelle che piazzano tre cubi diversi, in questo caso solo nelle prime fasi della gara.
La carta che scambia due regioni bloccandone una è una delle più difficile da sfruttare bene, anche perché è l'unica a non avere un effetto contingente e subito visibile, ma lo ha a lungo termine.
Quando la usate 'sta carta e soprattutto a cosa serve:
Come dicevo all'inizio, i Sassoni sono un pericolo solo a partire dal terzo segnalino piazzato e si può iniziare a pensare di vincere con loro a partire dal secondo e solo se vi accorgete che siete indietro per le normali condizioni di vittoria.
Onestamente mi è capitato forse una volta di finire una partita in questo modo.
Il cambio di passo che si innesta è notevole, perché gli avversari saranno costretti a giocare carte e decidere a quel punto se cercare di raggiungervi sui tris (sconsigliato) o proseguire con la loro strategia. In ogni caso ci sarà un buon consumo di carte e potrebbe per voi anche riaprirsi la possibilità di vincere con un colore.
Quella dei cubi neri è un'opzione da introdurre solo una volta padroneggiato il gioco base. Per le loro regole possono cambiare pochissimo la partita (quando ad esempio una o addirittura entrambe le regioni di ingresso vengono risolte presto), oppure tantissimo, fino anche ad una conclusione prematura.
Quando sul tabellone ne finiscono tanti, parecchie carte sono già state utilizzate e siete in vantaggio, può essere il momento giusto per spingere sui neri e porre fine al gioco. È anche un buon sistema per semplicemente far bruciare carte agli avversari costringendoli ad evitare tale situazione, invece che costruire la loro partita.
L'uso dei cubi neri è esclusivamente di disturbo: li userete per nerfare la strategia avversaria o per perseguire l'arrivo dei Sassoni, se vi conviene.
Giocare a King of Siam in 4 è un'esperienza nuova rispetto al farlo in 2 o 3. Molte delle cose che apprenderete in coppia le potrete applicare anche nel gioco solitario, ma avrete sempre quello strato in più, quel brivido d'intesa che darà alla partita una soddisfazione doppia, vinta o persa che sia.
E poi potrete finalmente guardare dall'alto al basso gli accaniti giocatori di briscola del bar.
Bellissima guida, bravo. Il gioco è splendido, e dovrei giocarlo di più.
Lo possiedo e non lo gioco mai, imperdonabile. Prima o poi riuscirò a farlo...
Grande articolo per un grande gioco, complimenti!
Vorrei aggiungere un commento che non ha a che fare con la strategia... Concordo che in quattro è favoloso, mentre in tre, purtroppo, credo che soffra troppo di king making (king making is not dead). Almeno questo è quello che è successo nelle due partite che ho fatto in tre, quando negli ultimi turni il giocatore in svantaggio poteva solo scegliere chi far vincere con le sue mosse. Probabilmente questo non succede se tutti giocano allo stesso livello e l'equilibrio dura fino alla fine... Quali sono le vostre esperienze? Ho tratto troppo presto delle conclusioni?
in tre, purtroppo, credo che soffra troppo di king making (king making is not dead). Almeno questo è quello che è successo nelle due partite che ho fatto in tre, quando negli ultimi turni il giocatore in svantaggio poteva solo scegliere chi far vincere con le sue mosse. Probabilmente questo non succede se tutti giocano allo stesso livello e l'equilibrio dura fino alla fine... Quali sono le vostre esperienze? Ho tratto troppo presto delle conclusioni?
in realtà - pur ammettendo di non aver mai giocato in tre - la cosa dovrebbe essere fortemente limitata dalla regola che impedisce di giocare l'ultima carta della partita se con tale mossa non si ottiene la vittoria.
in realtà - pur ammettendo di non aver mai giocato in tre - la cosa dovrebbe essere fortemente limitata dalla regola che impedisce di giocare l'ultima carta della partita se con tale mossa non si ottiene la vittoria.
Porco cane, mi era sfuggita! In effetti questa regola aiuta...
Io adoro questo gioco e ci ho giocato molto. Personalmente, e qui mi sto accorgendo ora di essere in minoranza, lo considero fantastico soprattutto in 3. Mi sembra la sua risoluzione perfetta e quando mi dicono che si è in tre giocatori i titoli che mi vengono in mente sono sempre Maria, Carolus Magnus e appunto King of Siam.
Detto questo non dico che giocare in 4 non sia altrettanto bello, la cosa limitante è che è impossibile stare zitti per un'ora e spesso alla fine ci sono consigli o mosse suggerite, e a mio avviso ci sta, che spesso succedono alle mie latitudini.
La quida strategica mi sembra ben fatta, solo che io, quando spiego il gioco, non dico mai che un giocatore ha solo 8 mosse ma spiego che ogni giocatore può fare minimo 8 mosse, più tutti i passo che reputa opportuni che, a mio avviso, sono ancora più importanti delle mosse che prevedono di giocare una carta.
Consiglio infatti di non giocare subito tante carte, anzi, di non giocarne quasi ai primi turni se non proprio indispensabile. Sfruttare i passo e comprendere la direzione che prende la partita e poi, da ottimo politicante unirsi alla cordata che si pensa vincerà.
che titolo bellissimo, in 4 poi la tensione è fortissima... non ci ho giocato abbastanza per valutarne appieno la portata strategica (ma per annusarla, quello sì), ma al di là dello sviscerarne le strategie posso affermare di trovarlo davvero davvero divertente e soddisfacente!
Per scrivere un commento devi avere un account. Clicca qui per iscriverti o accedere al sito
Accedi al sito per commentare© 2004 - 2023 Associazione Culturale - "TdG" La Tana dei Goblin
C.F./P.IVA: 12082231007 - P.le Clodio 8, 00195 Roma
Regolamento del sito | Archivio | Informativa privacy e cookie | Contatti
La Tana dei Goblin protegge e condivide i contenuti del sito in base alla seguente licenza Creative Commons: Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo, v.4.0. Leggi il testo sintetico, oppure il testo legale della licenza.