Pillole di OdR 25 - Anno 1800

Dal videogioco al gioco da tavolo

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Anno 1800

Ieri sera io e mio fratello siamo andati dall'amico german che tira fuori Anno 1800. Non aveva ancora letto le regole, così ci penso io mentre aspettiamo l'amico americanNessuno di noi conosce il videogioco, quindi lo prendiamo per quello che è: un gioco da tavolo. Appena arriva il quarto setuppiamo la partita e, nel frattempo, mi metto a spiegare le regole, che sembrano abbastanza complicate ma che, in realtà, non lo sono poi così tanto.
Quello che davvero spiazza è che il gioco non ti aiuta e non ti guida in nessun modo: ti lascia davanti mille azioni e opzioni come costruire, assoldare lavoratori, prendere carte... ma alla fine non so da che parte iniziare e dove andrò a finire. Lo scoprirò solo finita la partita, quando magari mi renderò conto di aver imboccato un vicolo cieco.

© Giochi Uniti
Si sentono rumori di rotelle che girano attorno al tavolo e fischi di vapore che escono dalle orecchie. Alla seconda azione mio fratello sbotta e molla il gioco: troppo imballato sul non capire cosa ha senso fare. Tanto non avevamo fatto granché, quindi passiamo a tre giocatori, dato che non cambia nulla.

Pian piano cominciamo a tentare di costruire un piccolo motore, una strategia. Espandiamo l'isola, esploriamo nuovi mondi, reclutiamo contadini e, pian piano, anche ingegneri, parte qualche catena di produzione, commerciamo a tutto spiano con i nostri vicini per evitare di costruire noi delle industrie che rimarranno poi a prendere polvere.
Senza rendercene conto arriviamo ad avere la mano piena di tutto e cominciano a scarseggiare i materiali: troppo rapidamente finiscono i tratti di isola e le carte esplorazione e, improvvisamente, mi rendo conto che i cubetti rossi sono finiti. Cerco di arrangiami come posso, ma un po' mi pesa. Così mi butto sul navale e cerco di potenziarmi al massimo con un bel motore a vapore e alcuni diplomatici.

Ho ancora la mano piena di carte e le idee non molto chiare quando l'amico american dichiara: io chiudo! Troppo presto. Infilo ancora tre/quattro carte che riescono a farmi fare un'azione aggiuntiva e poi andiamo al conto finale, ma la triste verità è già sotto i miei occhi.
L'amico american, con tutti i suoi "acquisto questo", "giro quello", "scambio quell'altro", "attivo questo potere" ha superato i 200 punti. L'amico german lo segue a circa 20/30 punti di distanza, io ancora più indietro di altrettanto. I giochi di combo non sono il mio forte e, ancora una volta, l'ho dimostrato (sono più forte a Barrage!).

Sicuramente l'abbiamo tirata troppo per le lunghe, avremo sbagliato qualche regoletta e io ho pagato il fatto di non essere riuscito a prendere una direzione efficace con le mie industrie, porti e navi. Insomma, ho navigato abbastanza alla cieca!
L'interazione non è eccessiva come in Barrage, ma in tre si è sentita abbastanza.

Conclusione: il gioco è piaciuto decisamente a tutti, da approfondire adesso che abbiamo capito un po' cosa ci aspetta. Da provare assolutamente anche in quattro, che mi sembra la configurazione migliore come interazione, sperando che alla prossima mio fratello riesca e entrare nel gioco.

Commenti

Anno 1800 è un gioco controintuivo. Ti lascia costruire, abbondare, strafare, ma premia chi centellina, commercia invece di produrre quella risorsa che servirà solo una volta. Per dire, spesso più che fare lavoratori aggiuntivi può convenire prendere oro per ripristinarli. Serve essere focalizzati sull'obiettivo e sulla risoluzione di carte, che danno spinta senza sprecare azioni e fanno punti vittoria. Sicuramente un gioco che mi piacerebbe esplorare di più soprattutto in multiplayer (anche se la modalità solitario è fatta più che discretamente).

Si osanna tanto Brass io al momento preferisco giocare ad Anno 1800 lo trovo più divertente e vario.

Indispensabile avere un porta minuterie per riporre ordinatamente le tessere e velocizzare i setup.

Devo dire non mi è mai capitato di piantare un gioco una volta iniziato.... Anche se quel gioco non mi piaceva.... 🤔

Danebed scrive:

Anno 1800 è un gioco controintuivo. Ti lascia costruire, abbondare, strafare, ma premia chi centellina, commercia invece di produrre quella risorsa che servirà solo una volta. Per dire, spesso più che fare lavoratori aggiuntivi può convenire prendere oro per ripristinarli. Serve essere focalizzati sull'obiettivo e sulla risoluzione di carte, che danno spinta senza sprecare azioni e fanno punti vittoria. Sicuramente un gioco che mi piacerebbe esplorare di più soprattutto in multiplayer (anche se la modalità solitario è fatta più che discretamente).

Ottima sintesi!

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