PLAY 2016 si è appena conclusa. Anche quest’anno, dopo centinaia di mail organizzative, incontri e fatiche, il tutto si è risolto nell’arco di un weekend ed il sipario è calato. C’è sempre un po’ di tristezza quando un momento magico, questo è il solo modo di definire PLAY oggi, finisce, ma anche la consapevolezza che un po’ della magia rimane nell’aria e soprattutto nel cuore di tutti coloro che vi hanno preso parte come artefici, come incantatori, e non solo come spettatori.
Non voglio scrivere un report di soli, lunghi e asettici ringraziamenti, sarebbe ingiusto nei confronti dell’incantesimo PLAY e dimenticherei sicuramente qualcuno che non lo merita. Non voglio né posso ora darvi i numeri, perché ancora li stiamo estraendo ed analizzando per darvi un quadro il più completo possibile, ma voglio per una volta raccontarvi ciò che molti non sanno: come nasce, come vive e come finisce una PLAY, questa PLAY e dal punto di vista dei goblin coinvolti. Sì, ho detto raccontare, quindi…
PLAY nasce mesi prima delle code all’ingresso. PLAY nasce nelle prime lettere di intenzioni che iniziano a girare nell’autunno che la precede, ma è ancora un'idea sussurrata. A Gennaio, durante quel raduno di folli goblin, PLAY inizia a prendere forma più concreta nella testa di molti di noi, quando in quella di molti amici dell’ordine del Treemme è già una realtà pressante. Perché la prima verità da sapere è che le basi per l’incantesimo PLAY vengono tracciate da altri e solo a Gennaio i goblin iniziano ad unirsi all’organizzazione.
Non voglio però dilungarmi troppo in tutti quegli episodi che la precedono e quindi salto direttamente ad uno dei momenti più importanti nella nascita dell’incantesimo PLAY: il Venerdì. No, non per la gloriosa cena, quella è una tradizione Goblin consolidata da ormai vent’anni, ma qui si parla di PLAY ed il Venerdì iniziano le fatiche per montare ed allestire ciò che molti vedranno il giorno dopo. Qui dei veri campioni entrano in gioco. Guerrieri goblin possenti che vengono chiamati Unni e coi nomi di battaglia più disparati, da uno Yoghi, a Fich, passando per un Dimo. Vi posso assicurare che sono così temibili che una volta scatenati nel turbine della gestione logistica, dell’appendere gli striscioni, del sistemare corde e tavoli nemmeno un Jones qualsiasi riesce a fermarli, e quelle poche volte che ci prova perché lui o Bubu hanno un idea diversa (e tutto per colpa delle istruzioni di Pupina!) ecco che si scatenano venti minuti di palle di fuoco!
Solo tre? No, per fortuna più Unni si sono dedicati a quest’ingrata mansione ed anzi sono venuti goblin fin dalla lande di Varese ad aiutare! Nel pomeriggio, poi, arriva anche il sommo responsabile degli approvvigionamenti ludici e unico interlocutore di coloro che ce li forniscono. Un grande mago detto “BelliCapelli” dal nome del suo incantesimo più riuscito, ma non fatevi sentire a chiamarlo così perché è assai suscettibile. Più tardi, mentre da altre parti di PLAY iniziano a sferragliare anche i goblin d’Imperia e quelli di Treviso, ecco che fa la sua comparsa anche Pupina, la famosa ammaliatrice, con la sua schiera di servitori. Ormai il lavoro è fatto, e ben riuscito, ma non per questo lei non avrà da ridire e scatenerà nuove tempeste di palle di fuoco, mentre in disparte uno dei suoi seguaci inizia già ad allenarsi nell’incantesimo di controllo mentale che tutti temono:” Pesca, pesca, pesca”.
In un lampo, dopo LA cena da ricordare, birra, vino e risate a fiumi, ecco che è già Sabato mattina. Per chi deve preparare l’incantesimo PLAY il lavoro inizia già dalle otto, dopo una notte passata a dormire per sbaglio mentre si cerca di rimettere in fila tutte le cose da fare. La prima ora, di soli preparativi, scorre come i 15 minuti di pausa scolastica: esistono solo sulla carta, ma la realtà li ignora e si accorcia. I cancelli si aprono ed il pubblico entra pronto ad assistere, partecipare e soprattutto giudicare l’incantesimo PLAY in azione. Arrivano fortunatamente anche molti altri stregoni ad aiutare: goblin dalle tane di Brescia, Venezia, Trento, Vicenza, Mantova, Bologna, Napoli, Civita Castellana, Roma, Pescara, Perugia ed anche dalla neonata Palmanova. Tutti incredibilmente operosi, tutti col sorriso pronti a dare quello che possono; chi qualche ora delle proprie forze, chi tutto il giorno, senza sosta, senza pause, solo per il piacere di sapere che il proprio contributo ha fatto la differenza nell’incantesimo PLAY. Il risultato è stato sotto i vostri occhi e lo avete giudicato quindi sapete bene qual è la qualità del sacrificio di tutti questi irriducibili e della potenza magica di molti di loro: si mormora di quasi un migliaio di approvvigionamenti ludici distribuiti nell’arco di poche ore, con schiere di stregoni che consumavano le energie spiegando arcani rituali. Si sussurra che molti ricchi reali siano finiti in rovina sotto le terribili malie del “Pesca, pesca, pesca” mentre ceste di monili colorati venivano venduti come se fossero oro puro. Si dice che siano stati eletti “Approvigionamenti Magnifici” e che il pubblico sia stato messo alla prova più e più volte in test malefici di conoscenze arcane. Molti di voi lo hanno visto e non mi dilungherò oltre.
Il Sabato passa ed il tempo viene scandito inesorabilmente dal dolore ai piedi e dalla voce che man mano perde di potenza. Da liquidi, a pasticche, a bottigliette a spruzzo varie, di tutto viene usato per farla tornare (anche birra!), tutto meno il cibo che viene dimenticato e rimandato alla sera, in un'altra cena memorabile dove molti goblin, in posti diversi di Modena, si riuniscono e brindano per il primo giorno di incantesimo riuscito con successo.
E ancora dopo una notte molto più corta e agitata di come la vorremmo è già Domenica. I cancelli si riaprono e il lavoro ricomincia. Una Domenica,quest’anno, molto difficile. Una Domenica fatta di un pubblico esigente e di tanti, troppi goblin che ci devono salutare. Problemi, imprevisti e casualità ci lasciano con meno forze e meno voci di quello che speravamo. Ma niente ci impedisce di portare a termine ciò che siamo lì per fare e finalmente, nelle urla di gioia che irrompono dai banchi goblin per i risultati raggiunti, ecco che l’incantesimo PLAY finisce ed il pubblico se ne va. Ma non per questo i goblin abbandonano. Tanti si riuniscono, si abbracciano, si scambiano complimenti e si fanno ritrarre nell’immagine che testimonia anche quest’anno la fine di PLAY. Poi i rimasti iniziano il rito di smontaggio e partono altre palle di fuoco, ma infine, ore dopo, è tutto fatto ed i goblin si concedono un'ultima cena, insieme all’ordine del Treemme, per brindare tutti insieme al coraggio, al divertimento ma soprattutto all’amicizia!
Da alcuni anni non partecipo più con la mia voce alla spiegazione degli arcani nel grande incantesimo PLAY, ma sono orgoglioso di orchestrarlo e quest’anno di poter nominare alcuni valorosi goblin che si sono contraddistinti per coraggio, sacrificio e dedizione. I primi due, nonostante il loro carro avesse deciso di uscire di strada in vista della meta, hanno rinunciato alle cure dei chierici e sono corsi in fiera, perché loro volevano essere parte di PLAY. Ricorderò per sempre il gesto di dRILLeR e Pollonet che mi ha fatto pensare la botta alla testa fosse stata davvero forte, ma che mi ha commosso profondamente. Grazie ragazzi!!!
Gli altri due sono incantatori alle prime armi, uno ancora così giovane da non avere un nome di battaglia, eppure alla loro prima esperienza “dall’altra parte” si sono sacrificati totalmente ed hanno fatto tanto se non di più di molti veterani. Un esempio di entusiasmo da lodare e quindi Grazie a Spido ed Emilio.
Concludo qui ringraziando tutti, ma proprio TUTTI coloro che hanno reso possibile questa PLAY. Se volete i nomi non dovete far altro che leggere le “considerazioni post evento” nel forum di PLAY dove troverete tutti i dettagli su chi siano i goblin a cui stringere la mano.
Prossimamente, in un altro articolo, troverete tutti i numeri e l’analisi sui risultati di questa PLAY 2016, ma per ora godiamoci ancora un po’ la magia…